(Un grazie infinito ad
Enrico Basta che ha scritto la parte cruciale di questo articolo)
Sotto le luci del BCS Championship 2011, la difesa di Oregon stava tenendo Cam Newton ad un paio di touchdown e appena 65 yards su corsa. Con il punteggio in parità a 19-19 ed il cronometro che scorreva inesorabilmente verso la conclusione della gara, Newton consegnò la palla a Michael Dyer, che corse dritto su un tackle che lo placcò, attendendosi un fischio della crew. Ma Dyer si rese conto che il suo ginocchio non aveva toccato terra, sollecitato dalla sideline a rialzarsi e ripartire, con i coach che gli gridano “Run!” continuò a correre per un guadagno di 37 yards fino alla linea delle 23 di Oregon. Tre giocate più tardi, guadagnò altre 16 yards, creando le condizioni per il field goal decisivo.
Molti appassionati ricordano questa giocata, decisiva nel titolo nazionale conquistato da Auburn, e me la ricordo pure io, che sono di Oregon. Qualche minuto dopo Auburn è sul tetto del mondo del College Football.
E con Auburn, lo è anche Michael Dyer. Un ragazzo che già dai primi passi mostra i segni del predestinato: alla Little Rock Christian Academy, Michael gioca come RB e LB. E lo fa con una tale bravura da meritarsi la nomea di miglior RB della classe 2010, davanti ad altri ragazzi talentuosi come Marcus Lattimore o Giovani Bernard. Da tutti etichettato come un RB di eccezionale potenza, con grande esplosività. Un 5’9” per 215 libbre, ottimo inside runner con buona propensione al contatto fisico. Una manna dal cielo per Gus Malzahn, che vede in lui il prospetto ideale per correre la sua multiple offense incentrata su un gioco di corse potente. Anche Malzahn è un figlio adottivo dell’Arkansas, prima come modesto giocatore e poi come eccellente allenatore di High School. Combinazione letale per Dyer, che sceglie Auburn davanti ad altre scuole della SEC che avevano provato a reclutarlo: influirà sulla sua scelta anche la chiamata di Auburn per un altro suo compagno di High School, Dakota Mosley. E la prima stagione ad Auburn per Dyer è quella che termina proprio con la giocata mostrata in precedenza, un titolo nazionale, ed alcuni record, tra cui quello di più yard corse nella storia di Auburn da un Freshman, appartenuto ad un certo Bo Jackson. Dyer è il miglior giocatore della partita più importante dell’anno: è sul tetto del mondo.
Ma la fama lo frega. Dyer, che alla sua stagione da matricola è già diventato all-American, sta festeggiando le vacanze di primavera a casa di un amico, a bere birra e fumare delle foglie trattate chimicamente e che si possono trovare in vendita nelle stazioni di servizio con il nome esotico di Spice, un po’ come la Spezia del ciclo di Dune di Frank Herbert. Ma il suo umore si fa cupo quando il compagno di squadra ed anch’esso matricola Shaun Kitchens gli dice “Man, lasciamo usare il tuo ‘strap’. Dobbiamo andare a fare un colpo”.
Lo ‘strap’ in gergo è una pistola calibro .45 con tanto di mirino laser, nascosta sotto al divano dell’appartamento di Dyer, fuori dal campus. Dyer, secondo quanto dichiarato nel suo successivo interrogatorio con la polizia, non era interessato a commettere una rapina quella notte e nemmeno nelle successive notti, era l’eroe del BCS National Championship 2011 e uno che in NFL ci filava dritto sparato appena poteva chiamarsi elegibile.
Così, dopo che lui ed i suoi amici hanno finito di guardarsi una gara di NBA, Dyer annuncia che sta per partire per casa a Little Rock, Arkansas, ma come dichiarerà sotto giuramento, Dyer non tarda molto a ritrovarsi solo nel suo appartamento quando riceve la visita di un’altra matricola che stava festeggiando con il gruppo precedente. Antonio Goodwin, un wide receiver da Atlanta, speranzoso di farsi strada tra i titolari nel suo secondo campionato, ma che in quel momento è panchinaro. Al momento della visita appare ansioso, con gli occhi irrequieti. “Andiamo, amico, dammi la pistola” Dyer ricorderà di quanto dettogli da Goodwin. Per la seconda volta, la star del backfield di Auburn rifiuta.
Ma Goodwin non è in ascolto, e nelle prime ore del 11 marzo 2011, coach Gene Chizik si risveglierà con valanga di cattive notizie che finirà per rivelare ciò che era stato con successo tenuto segreto durante l’imbattuta stagione 2010: alcune delle stelle che hanno portato Auburn al titolo BCS stavano usando la droga sintetica più devastante presente in quel momento in America.
Il direttore della medicina dello sport Joseph Petrone aveva in qualche modo cercato di mettere in guardia gli studenti atleti riguardo questa droga sintetica inventata “per errore” nel 1980 da un ricercatore della Clemson University di nome John W. Huffman, che nel tentativo di aiutare i pazienti con grave dolore cronico, JWH-018, e rispolverato da qualche mente criminale che realizzò una polvere che poteva essere mescolata con un solvente liquido ed utilizzata nebulizzandola su altri supporti come delle foglie, per creare una nuova potente droga da discoteca.
Le due partite restituite non erano propriamente identiche: uno dei due gruppi di foglie era stato spruzzato con concentrazioni più elevate di JWH rispetto all’altro, rendendolo potenzialmente pericoloso per la vita. Questo fu chiaro quando i soldati americani, acquistata la Spice per eludere i test antidroga dell’esercito, iniziarono a cadere in overdose.
Prima del 2009, la Spice era venduta liberamente su Internet, commercializzata in confezioni di cellophane lucido che sembrava carta da caramelle, spesso con la frase “non destinato al consumo umano”, scritto in piccoli caratteri. Negli Stati Uniti, l’Associazione americana dei Centri Antiveleni si trovò inondata di chiamate da medici di pronto soccorso che non avevano idea di cosa stava causando quegli strani sintomi, trovandosi a dover fronteggiare quell’improvvisa allarme. Entro il 2010, 11.406 persone a livello nazionale furono ricoverate al pronto soccorso con i medesimi sintomi.
Così, dopo che Petrone lesse di una legge approvata dal legislatore dell’Alabama nel luglio 2010 per punire penalmente il possesso di JWH-018, andò alla macchina copiatrice e fece sufficenti duplicati dell’articolo per metterne uno in ogni armadietto di ogni atleta di Auburn, tra cui anche le matricole Michael Dyer, Dakota Mosley, Antonio Goodwin e Shaun Kitchens ed il junior Mike McNeil.
Dyer era giunto ad Auburn nell’estate del 2010, il suo sorriso smagliante e la sua umiltà smentivano il ragazzo tutto d’un pezzo che all’età di tre anni aveva perso il padre in un incidente stradale ed era stato allevato con gli aiuti degli amici di famiglia. In un video di presentazione dei Tigers per il 2010 alludeva lui stesso a come avesse utilizzato il football per trovare il suo posto nel mondo, inoltre ha sempre ammesso che Auburn non era certo nei suoi pensieri come college finchè il suo amico e compagno di squadra a Little Rock Christian, un tight end di 1,93 per 108 chili di nome Dakota Mosley, ricevette una borsa di studio. “Un giorno mi ha chiamato e mi ha detto che voleva che venissi a UA con lui”, ricorda Dyer nel video stesso. “Se non avesse detto qualcosa, probabilmente non sarebbe stato qui”.
Mosley, dopo aver già iniziato a usare la spice, si strappò una spalla e questo richiese un intervento chirurgico da effettuare solo al termine della stagione. Questo lo mandò dritto nelle braccia della dipendenza dalla droga sintetica di cui sopra. E Mentre Mosley lottava con una crescente dipendenza, Antonio Goodwin, un suo collega matricola valutato quattro stelle su cinque dai siti specializzati in recruiting, si accorgeva di come i veterani della squadra fumassero Spice prima dell’inizio delle lezioni, nelle sessioni di filmati di preparazione alla gara, anche allenamento, e seguì semplicemente il loro esempio. Ma Goodwin era per lo più adibito allo special team e se gli starter sentivano effetti negativi dall’uso di Spice, questi non ne davano segno esteriore. A ottobre della stagione 2010 i Tigers erano con un record di 9-0 ed avevano battuto tre squadre nel top-15 del ranking nazionale. Dyer, che aveva collezionato tre gare da più di cento yards su corsa, era stato salutato come un nuovo Bo Jackson.
Harrison Mosley passò abbastanza tempo in giro per il programma e venne a sapere della marijuana sintetica solo in un secondo momento. La prima volta che sentì parlare di Spice fu nel settembre 2010, quando si scontrò con uno degli amici di Dakota ad un barbecue chiedendo cosa stava succedendo a suo figlio. Il giocatore gli rivelò che Dakota faceva parte di un circolo molto ristretto di fumatori di Spice che tenevano regolarmente delle feste a casa di Dyer. Harrison andò dritto da Malzahn: la promessa del coach fu di dare un seguito ai problemi Dakota, calmando Harrison, che fece un passo indietro, sperando che suo figlio potesse scacciare i suoi demoni senza mettere a repentaglio il suo futuro nel football.
Ma la Spice era troppo forte da superare per Dakota, e Auburn era troppo impegnata a scrollarsi di dosso la storia dei 180.000 dollari la padre di Cam Newton per “indirizzare” la scelta del figlio, prima che Newton scegliesse Auburn piuttosto che Mississippi State.
Dyer concluse la stagione regolare con 1.093 yards su corsa, battendo il record della scuola per una matricola, fissato da Bo Jackson nel 1982. Il 4 dicembre, i Tigers annichilirono South Carolina nella gara per il titolo SEC, per la prima stagione da imbattuti dal 2004.
Il 24 gennaio 2011, guarda caso due settimane dopo la partita che aveva incoronato i Tigers, Aegis Labs informò Auburn che era pronto un test per il JWH-018, sei mesi in ritardo rispetto al test di Redwood. I giocatori della squadra 2010 che non erano stati riconfermati per la primavera seguente non erano più passibili di controlli antidoping e quindi non potevano più essere scovati.
Tre giorni dopo, Petrone effettuò il test su 97 studenti-atleti scoprendo cinque casi positivi, tra cui Mosley e un altro giocatore non identificato della squadra di football, secondo i documenti messi a disposizione dal dipartimento di atletica. Nel corso dei successivi sei mesi, Petrone somministrò il test ad altri 702 atleti trovando 13 nuovi casi, almeno 10 membri della squadra di football.
Non se ne parlò, dallo stesso staff atletico di Auburn venne l’ammissione che la decisione di non informare i genitori degli atleti dei loro test positivi fu una necessità legale perché la droga non era ancora stata aggiunta alla lista di sostanze vietate dal college. In altre parole, la scuola ritenne che il dipartimento di atletica non poteva sanzionare gli studenti beccati ad usare Spice allo stesso modo di quelli che utilizzavano marijuana classica o cocaina. Ciò significava nessuna notifica ai genitori, nessuna sospensione dall’attività atletica e nessuna terapia obbligatoria.
La sera dopo, il 10 marzo 2011, con le vacanze di primavera alle porte, Michael Dyer sventolatosi via il fumo dagli occhi, cercò di concentrarsi sulla domanda: Possiamo avere la tua pistola?
Fissava Mosley, Goodwin, Kitchens e un quinto compagno di squadra, il receiver sophomore DeAngelo Benton, che li stava ospitando nel suo appartamento fuori dal campus. Stavano guardando una partita dell’NBA, passandosi della marijuana sintetica e lamentandosi di come erano al verde. Come il risultato della sua sospensione di tre mesi per uso di marijuana, Mosley non percepiva più la diaria da Auburn. Kitchens e Goodwin avevano circa 350 dollari, ma non era abbastanza.
Dopo che lui ed i suoi amici finirono di guardare la partita, Dyer disse che andava a preparare la valigia per il suo ritorno a Little Rock. Secondo la successiva testimonianza di Benton, gli altri tre, Mosley, Goodwin e Kitchens fecero lo stesso, ma non prima di “farsi un qualche tipo di pillola”. (Mark Ryan, l’esperto antiveleni della Louisiana, descrive miscelazione medicine da prescrizione con Spice come “benzina sul fuoco”) Benton aveva le spalle al gruppo quando sentì uno di loro dire uscendo, “Sono stanco di essere al verde. Ho bisogno di fare un colpo”.
Dyer più tardi testimoniò in tribunale che non era nel suo appartamento da molto quando Goodwin gli fece visita per chiedere pistola calibro .45. Ma in una intervista esclusiva con ESPN Mag lo scorso marzo, Goodwin smentì l’affermazione, sostenendo che Dyer aveva con sé l’arma e la portò ad un’altra festa, questa volta in un appartamento condiviso da Mike McNeil e il futuro cornerback dei Kansas City Chiefs, Neiko Thorpe:
“When we got to Neiko’s house there was a little bit more smoking and drinking that took place, we were around more females and, whatever, it was like a party scene. We were chilling and Mike Dyer had [the] gun on his waist. Dakota asked to see it.”
Thorpe ha poi dichiarato alla polizia che quando seguì i suoi compagni di squadra nella stanza di McNeil, assistette al passaggio di mano di una pistola e si discusse di “qualcosa riguardo ad una roulotte”.
Tutti e quattro erano ancora stonati quando saltarono sulla berlina Chrysler 300 bianca di McNeil, poco prima della mezzanotte del 10 marzo 2011, per la “gita” a Conway Acres, un parcheggio di roulotte fuori Auburn. McNeil guidò fino alla strada di accesso, poi scese per permettere a Mosley di assumere la guida.
La roulotte era illuminata, con dentro diverse persone che guardavano un film, tra i quali uno studente di ingegneria meccanica di nome Don Rhoades. Quando Rhoades sentì bussare, pensò fosse un altro amico di quelli che avevano promesso di fare un salto. Aprì la porta trovandosi faccia a faccia con la canna della .45. Una delle ragazze presenti corse a nascondersi in una stanza da bagno, rincorsa da uno degli intrusi, più tardi identificato come Goodwin, con una pistola ad aria compressa. Pochi minuti dopo, uno dei ladri tornò da una camera da letto con una cassaforte nera.
Sbirciando fuori le luci di coda della Chrysler bianca scomparire nel buio, un Rhoades scosso disse alla Capps di chiamare il 911 tramite l’iPhone che aveva intelligentemente nascosto nel divano. Appena l’auto raggiunse il viale principale fuori dall’area di sosta, due agenti di polizia di Auburn risposero alla chiamata ed accesero le luci blu della pattuglia. Mosley ha rallentò a passo d’uomo e sterzò verso l’entrata inghiaiata di un allevamento di cavalli. La polizia andò a scovarli, pistole di servizio alla mano, ordinandogli di uscire dalla macchina. Un terzo ufficiale teneva d’occhio la scena con il fucile puntato.
Appena i quattro sventurati Tigers furono sul ciglio della strada, la polizia rinvenne la cassaforte nera con una pistola calibro .45 e una pistola ad aria compressa. Alla richiesta di identificarsi, Goodwin rispose: “Siamo della squadra di football di Auburn”.
La mattina dopo Chizik si svegliò con la notizia che quattro tigri erano al fresco presso il centro di detenzione della contea di Lee, con 511.000 dollari cauzione. Si riunì con il suo staff e rilasciò una dichiarazione in cui espresse shock e indignazione.
“While we realize the legal process will run its course and these young men have a right for their case to be heard, playing for Auburn University is an honor and a privilege. It is not a right. I am extremely disappointed and embarrassed by the actions of these individuals.”

Auburn è stata smantellata. Rifondata da zero a poco più di un anno dal titolo nazionale.
Mosley, Kitchens, McNeil e Goodwin sconteranno anni di carcere per la rapina così approssimativa che hanno tentato.
Dyer è stato escluso dal team nel dicembre 2011, dopo il suo secondo consecutivo anno con più di 1.000 yard su corsa. Il motivo dichiarato è stata una violazione delle regole di squadra, in realtà è stato trovato positivo a sei test per la marijuana sintetica tra il febbraio e il giugno del 2011. Dopo che il farmaco è stato ufficialmente aggiunto alla lista di sostanze proibite da Auburn nel mese di agosto 2011, è stato trovato positivo altre due volte. Un terzo test positivo alla marijuana regolare il 29 novembre 2011, tre giorni dopo la partita con Alabama, ha innescato quello che è conosciuto come una sanzione di livello 3 e ha portato la sua esclusione.
Malzahn, che ha lasciato Auburn dopo la stagione 2011 e ha portato Arkansas State alla sua prima vittoria in un bowl come scuola FBS nel 2012, ha dato a Dyer una seconda possibilità con i Red Wolves. In cambio, l’ex stella ha creato altri casini facendosi fermare a 96 mph in una zona con un limite a 70 mph, e una pistola scarica è stata rinvenuta nel bagagliaio della sua auto. Di fronte a una valanga di pubblicità negativa, Malzahn esclude a sua volta il suo pupillo.
Tutto quello che gli resta è lo zio, Andre Dyer, poliziotto a Little Rock. Michael decide di mettersi nelle sue mani, consapevole che le scelte dello zio siano probabilmente più sensate delle sue.
“Abbiamo avuto tanti programmi che sono venuti da noi a chiederci di giocare per loro. Che avrebbero messo Michael in riga, che lo avrebbero testato contro l’uso di droghe ogni settimana e cose del genere. Ma per noi questo non importava. Michael voleva solo dimostrare di essere cambiato. Anche tanti agenti NFL ci hanno chiesto se volesse dichiararsi per il Supplemental Draft 2012, ma lui ha risposto deciso di voler lavorare su di sé.”
Ed infatti Dyer nell’autunno 2012 si trasferisce all’Arkansas Baptist College, un piccolo college di Little Rock, uno dei più antichi college “neri” ad est del Mississippi. Fino all’estate del 2013, Dyer scompare dai riflettori, rilascia solo due interviste di cui una a Mark Edwards di THV, affermando
“I was asked to sit out [of football for] a year, I was asked to do a lot of changing and maturing to become a better person and a better football player. I spent this whole year doing exactly what I was asked to so that I could reach some of the goals that I knew later that I wanted to do.”

Potrebbero tranquillamente essere parole di circostanza, di quelle che dice ogni personaggio beccato con le mani nella marmellata, che promette di comportarsi bene, di non rifarlo più. In realtà, da quel giorno del luglio 2012 in cui fu fermato al volante, Michael è stato veramente di parola. Non solo non si è cacciato nei guai ed è entrato in programmi di recupero, ma su richiesta della stesso Rettore, ha fatto da tutor per ragazzi in situazioni pericolose, come un programma di prevenzione della criminalità giovanile chiamato “OK Program”. Raccontando la sua storia, di come la fama e il successo gli abbiano rovinato la testa, di come abbia iniziato a credere al giudizio disinformato della gente. E di come le cattive amicizie non facciano altro che abbassare gli uomini ad animali senza ritegno. Se n’è andato a presentare la sua storia fatta prima di luci, poi di tante ombre, ai ragazzi dei peggiori quartieri di Little Rock, sua città natale, assieme agli agenti di polizia che coordinano il progetto.
“I listened to the fame and the crowd, now I’ve got to go through a whole ‘nother change and get back to the things I know are right.”
Non ha saltato nessuna lezione, anzi si è guadagnato la sua laurea breve nel tempo stabilito. Questo gli ha garantito altri due anni di eleggibilità nella NCAA, che Dyer vuole sfruttare per lasciarsi questa storia alle spalle e dimostrare di essere diverso. Di essere pronto a quello che la vita gli proporrà anche una dopo il football. Delle responsabilità che sono tipiche di un uomo.
“Molti programmi si sono rifiutati di dare a Michael un’altra chance. Per loro, le storie che fanno parte del suo passato non saranno mai superate. Ma io credo nel ragazzo, credo nella sua rinascita. Per me adesso lui è un uomo che non comporta rischi per un programma, ma potrebbe dare tanti benefici ad una squadra di football, ai suoi uomini.”
Ha detto Fitz Hill, il Rettore dell’Arkansas Baptist College, anche lui HC di football nel passato, a San Jose State.Nel 2013 Dyer aveva dichiarato che potendo scegliere, avrebbe fatto richiesta ad Arkansas per restare vicino a casa. Ma gli Hogs non hanno mostrato interesse in lui.
“Tanti non mi danno una chance per via del passato, io voglio solo giocare a football e prendere bei voti, non sprecare tempo a fumare marijuana o giocare con le pistole.”
E qualcuno ha dato ascolto a quell’appello. Charlie Strong è il capo allenatore di Louisville, che con la leadership di Teddy Bridgewater lancia la sfida alle potenze delle conference più prestigiose. E con un calendario abbordabile, i Cardinals potrebbero davvero tentare il colpaccio, dopo un Sugar Bowl in cui hanno asfaltato Florida e la difesa di Will Muschamp. Queste più o meno le parole di Strong ad inizio stagione: “Avevamo un back-field profondo. Non avevamo bisogno del giocatore, anche se dopo il suo nome tutti ricordano che è stato un 5-star recruit, cosa che nessuno dei nostri RB può dire. Avevo bisogno di leader.”
E Dyer:
“If I could stop for just a moment and they think I was down, and then go again – maybe I’ll be able to do that again.”
Nelle prime due gare di stagione Dyer, che ha rotto col passato anche numericamente, presentandosi con il numero 26 anzichè il 5, ha fatto qualche presenza nel back-field mostrando lampi della classe che furono nelle prime due facili gare della stagione e segnando un touchdown.
Una presenza che potrebbe intensificarsi man mano che le gare si fanno importanti e la palle da portare pesanti, pesanti come quando pensi di essere a terra ed invece ti urlano di correre e rialzarti: perchè quando pensi di essere a terra ma hai ancora energia dentro, devi rialzarti. E correre. Qualcosa che Michael Dyer prova a fare ancora una volta.
Chi vuole bene a questo sport, come penso di volergliene io, non può non sperare che questo talentuoso figliol prodigo torni a correre come faceva quando ci dava dispiaceri sul campo, perchè chi ama veramente questo gioco ama anche i suoi migliori giocatori.
2013Louisville CardinalsNCAA