Avanti tra alti e bassi

Gli ultimi tre incontri di regular season non passeranno certo alla storia per essere stati i più noiosi o i più scontati, anche se sufficienti a suscitare delusione e malumori tra i tifosi dei neroviola.

Iniziamo dall’ottima prova casalinga e la vittoria contro Houston, dove una difesa in gran spolvero riesce a limitare efficacemente Foster, Shaub, Hopkins e Andre Johnson. L’attacco si limita a fare il compitino anche se Flacco riesce ad orchestrare davvero dei buoni drive. Persino Ray Lewis esulta dalla panchina in giacca e cravatta, vestito di tutto punto per la cerimonia di ammissione al “Ring of Honor” , dopo il punt-return in TD di Tandon Doss. Daryl Smith, davvero efficace e determinante nel cuore della difesa, intercetta un lancio di Shaub e mette a segno il primo touchdown della sua carriera. Insomma i Ravens mettono i punti sul tabellone con tutti i reparti, attacco, difesa e special team. Questo pare nascondere almeno in parte i difetti che già nelle prime due gare avevano iniziato a palesarsi, ovvero l’inefficacia della linea d’attacco, incapace di bloccare efficacemente per le corse e di proteggere adeguatamente Joe Flacco, e qualche problema di copertura di troppo nelle secondarie, ma in quest’ultimo caso c’è da considerare che il rookie Matt Elam deve ancora farsi per bene le ossa. Durante la scorsa offseason è stato adottato un nuovo zone-blocking-scheme dal “run-coordinator” Juan Castillo, ma il problema evidente è che le prestazioni dei singoli giocatori sono scadenti, persino di Marshall Yanda che è ormai da qualche anno una delle migliori guardie destre della lega. Lo stesso Bryant McKinnie è l’ombra del giocatore degli scorsi playoff, nel 2012 fu una delle chiavi del successo dei Ravens al Superbowl.

Nel match a Buffalo contro i Bills gli effetti dei problemi di cui sopra si manifestano in modo impietoso. I Ravens corrono per ben 22 yards in tutta la gara, Joe Flacco “lancia” ben 5 intercetti, record personale, e persino la difesa riesce a metterci del suo concedendo oltre 200 yarde di corsa. Numeri davvero sconcertanti pur nel contesto di un’attacco decimato dagli infortuni nel comparto ricevitori e tight-end, vedi Jacobi Jones e Dennis Pitta, e di una chimica che manca totalmente con Joe Flacco in questo inizio di stagione. Lo stesso Joe Flacco che, poco protetto e con pochissimo tempo per lanciare, è però personalmente colpevole in 2 di quei 5 intercetti, avendo per sua stessa ammissione perso completamente traccia della posizione dei defensive back e dei linebackers in copertura. La ciliegina sulla torta è anche la completa rinuncia al gioco di corse nella seconda emtà di gara, pur se dimostratosi inefficace appare davvero troppo sopra le righe la scelta di Jim Caldwell di far lanciare  Flacco praticamente ad ogni snap. Nonostante questo i Ravens rischiano di vincere ugualmente perché i Bills danno l’impressione di volersi ripetutamente suicidare commettendo penalità assurde e con qualche comprensibile errore del rookie QB E.J. Manuel. Purtroppo in questa occasione anche Marlon Brown, l’unico WR che insieme a Torrey Smith sta tenendo in piedi l’attacco, si infortuna anche se non gravemente.

La trasferta a Miami quindi inizia con i peggiori auspici. La difesa però sale in cattedra sin dall’inizio e riduce all’impotenza il running game di Miami, alla fine sono poco più di una ventina le yards percorse da Miller e Thomas. Tannehill viene invece maltrattato da Terrell Suggs, Elvis Dumervil e Courtney Upshaw e subirà ben 5 sack di cui 3 di T-Sizzle, ormai in evidente forma da “defensive player of the year”. L’attacco vacilla ancora, completamente o quasi assente nel primo tempo, si rialza in piedi nel secondo e Joe Flacco mette a segno degli ottimi drive che portano a due TD su corsa di Ray Rice. Il QB ex Delaware deve lottare per trovare il tempo di lanciare in una tasca che collassa pochi attimi dopo lo snap. Un Bryant McKinnie svogliato e pasticcione è la causa principale dell’intercetto riportato in touchdown a causa di un passaggio sporcato in endzone. In questo caso le statistiche sono bugiarde perché Joe Flacco nonostante la scarsissima protezione riesce comunque a far produrre gioco ai suoi compagni e a mettere a segno dei drive vincenti, uno dei quali di ben 94 yards.  Questo unito all’ottima prova della difesa è sufficiente per garantire la vittoria e per portarsi sul 3-2 nell’AFC North.

Purtroppo vari problemi rimangono e sono tutti legati alla mancanza di produzione del reparto offensivo che soffre per gli infortuni e per la scarsa efficienza dell’OL. Ozzie non è rimasto a guardare, e ha messo a segno un’ottima trade portando a Baltimora Eugene Monroe, l’ottimo LT ex Jaguars in cambio di alcune terze scelte al prossimo draft. Una mossa davvero importante in un momento difficile. Monroe è giovane con un ottima attitudine fuori dal campo e un gran lavoratore in allenamento, doti queste che non sono certo il punto di forza di McKinnie. Ovviamente non può essere un nuovo LT, per quanto il ruolo sia importante, a determinare da solo l’incapacità di portare i blocchi nei giochi di corsa in modo efficace.

Ray Rice pare davvero un altro giocatore rispetto a due anni fa ed è quello che sta soffrendo maggiormente di questa situazione. Le sue yarde per portata stanno calando vistosamente e l’infortunio all’anca peggiora una situazione già difficile.

La prossima gara casalinga contro Green Bay può essere già un punto di svolta della stagione, Jacobi Jones sarà disponibile finalmente assieme a Marlon Brown quindi Flacco avrà più armi a disposizione. Una settimana in più di lavoro e Eugene Monroe speriamo possano rinforzare quanto basta l’OL per permettere di far avanzare il pallone in modo efficace. Contro le teste di formaggio la sola difesa non basterà.