1996 (seconda parte)
La stagione continua, vittorie romane indiscutibili (40-6 ai Giants), sconfitte incomprensibili (42-43 contro i Marlins e 27-28 con i Phoenix), trasferte vincenti con poco smalto (0-6 ancora contro i Marlins di Rimini) e altre partite dimenticabili. Poi una sconfitta accettabile a Legnano contro i Frogs (20-14), i Gladiatori in partita fino all’ultimo quarto grazie alle buone prestazioni di Fierli, Cestari, Cinelli e Tiro. Il solito, punitivo Barbotti e un buon americano in cabina di regia ristabiliscono la tradizione.
Nei quarti i giallorossi superano i Giaguari Torino per 35-28 e, in semifinale, i Blackhawks di Bergamo per 21-19 staccando il ticket per il Dorico di Ancona, dove si giocherà il SUPERBOWL XVI.
Registriamo Marcello Loprencipe:
Eravamo arrivati a disputare il nostro terzo Superbowl in quattro anni, due consecutivi, dopo una stagione in cui molti ci avevano visto perdenti fin dalla stagione regolare ed invece….eccoci ancora là, a giocarcela con chi sulla carta era molto più quotato di noi!
I Phoenix erano alla loro prima finale e volevano ad ogni costo vendicarsi della sconfitta subita l’anno precedente nella semifinale disputata allo stadio Marassi.
I ricordi sono confusi, si sovrappongono a quelli di altre finali perse: sembra una storia già scritta!
Noi teniamo botta per tutto il primo quarto, ma poi Fry, il loro QB americano, inizia a fare la differenza, anche se il nostro Fierli certamente non sfigura.
Purtroppo sono i falli a scavare il solco fra noi e loro: 51 yards di penalità solo nella prima metà e Phoenix che vanno in vantaggio 13 a 7.
C’è ancora spazio, ancora modo per recuperare, ma dall’altra parte c’è anche un super Longhi che, a 37 anni suonati, prende per mano i suoi. Per i Gladiatori si fa sempre più dura e ci si affaccia all’ultimo quarto con un 19 a 7 per i bolognesi che la dice lunga sull’andamento dell’incontro.
Noi troppo fallosi e loro capaci di punirci ad ogni occasione.
A nulla vale il ben finale che ci riporta nuovamente sotto: i Phoenix vincono il loro primo titolo italiano ed i Gladiatori disputano la loro ultima finale: la terza persa in quattro anni!
E’ finito il festival delle occasioni perdute: è stato soltanto il destino cinico e baro?
La storia continua…
Ricordo perfettamente questo campionato …eravamo guidati da un coach americano ed uno finlandese che ci imposero una “didattica” non consona all’ossatura della squadra. La regular season ci vide perdere partite che diversamente non sarebbero neanche state considerate difficili….arrivammo ai play off per un pelo . I due coaches stranieri erano stati allontanati e le redini della squadra erano state prese da Carlo Minganti in attacco e dal sottoscritto in difesa. Andammo a bergamo carichi e con i nostri vecchi schemi di gioco….quelli che nel tempo ci eravamo cuciti addosso come un vestito su misura. In difesa levai il secondario ed usai linebaker come DB ….In fondo bergamo usava poco il pass game,e di certo un uomo di 90 kg al posto di un db avrebbe chiuso meglio sulle corse……Il resto e’ storia !!! Non mi pronuncio sul superbowl che segui’,perche ancora non mi e’ andato giu’il modo in cui lo perdemmo……..perche’non vinsero loro,lo perdemmo noi !!!!!!!