Chargers @ Jaguars 24-6

Un’altra splendida analisi del coachP, relativa non solo alla partita dei Chargers a Jacksonville, ma anche alle impostazioni di natura tecnica e tattica su singole plays e per differenti ruoli.

Un articolo da leggere con attenzione, non solo da parte dei tifosi di San Diego, ma da tutti coloro che, praticanti e non, ma comunque appassionati di Football americano, intendono approfondire le pratiche di questo meraviglioso sport.

Grazie ancora, Mario!

Chargers @ Jaguars  24-6   (a cura di coachP)

I Chargers inanellano la seconda vittoria consecutiva grazie ad una partita con molte luci e qualche ombra contro Jacksonville, che ha messo in mostra molte delle ragioni che giustificano il terribile record di 0 – 7.
Se Mathews porta a casa la migliore prestazione di giornata tra i running backs della lega e Rivers la terza tra i quarterbacks, molti dei meriti vanno attribuiti alla linea di attacco. Eppure, all’inizio del secondo quarto succede di tutto. Ad inizio gara, partiamo per la seconda volta con una OL formata da Dunlap, Troutman, Hardwick, Clary e Fluker e quindi con il solo Rinehart fuori dallo starting lineup di inizio stagione; ma con l’infortunio di Dunlap, che esce dopo un brutto colpo, il duo Whisenhunt – D’Alessandris decide di mettere nella mischia subito il neo arrivato Mike Remmers (un 6-5, 303 pds, 24enne prelevato dalla practice squad di Tampa Bay, college ad Oregon State dove giocava Tackle – ndr) nella posizione di guardia destra e di spostare incredibilmente Jeromey Clary nell’inedito ruolo di tackle sinistro. Remmers sembra a suo agio, Clary mostra invece subito di non essere rapido in passing situations, ma tempo pochissimi giochi che Remmers si infortunia a sua volta alla caviglia e così entra Rich Ohrnberger a guardia destra, ma con mossa decisiva ed appropriata il nostro coaching staff inverte il posizionamento dei nostri tackle e Clary torna al ruolo delle passate stagioni a destra mentre D.J. Fluker fa il suo esordio a left tackle.

Certo, la linea dei Jaguars, con tutto il rispetto, forse non è il test più probante ma, vista la prestazione del ragazzone da Alabama, mi è sembrato legittimo chiedermi se non abbiamo trovato il left tackle del futuro. Braccia lunghissime, stazza enorme, buon back pedal, eccellenti movimenti di scivolamento laterale. Insomma, chissà se lo rivedremo in questa posizione ma mi da l’impressione che se dovessero insistere di partita in partita potrebbe rivelarsi una sorpresa. Tutto dipenderà dagli infortuni, perché Mike Harris è finito in Injury Reserve List, mentre non si è inteso ridare fiducia a Nick Becton nel delicato ruolo di left tackle.

Insomma, ancora note positive dalla linea di attacco tanto che come dicevo Ryan Mathews va ancora oltre le 100 yds (21 portate per 110 yds ed 1 TD contro il fortissimo LB centrale Posluszny che finisce con 13 solo tackles e 1 assist), mostrando grande attitudine e voglia, seppure nella
solita rotazione di Whisenhunt che coinvolge Ronnie Brown e tanto Danny Woodhead che intanto è diventato il primo running back della lega per numero di ricezioni. Mathews mostra due cose: cerca di porre maggiore attenzione al problema dei fumble, alternando bene dal punto di vista tecnico la gestione della palla ad un solo braccio e a due braccia e poi punta tutto su velocità e forza. Manca, ad oggi, l’elusività che pure era nelle sue corde ai tempi di Fresno State e questo aspetto lo porta a perdere spesso i confronti uno contro uno.

Philip Rivers gioca ancora una bella partita dietro una linea monumentale che concede un solo sack da parte di Marks, non rischia mai l’intercetto e mette in mostra due aspetti tecnici inediti. Per una delle prime volte in tanti anni utilizza lo step up in tasca che lo porta a tre completi di pregevole fattura, seppure con rilascio troppo side arm, e poi in una occasione va in drop back cercando centralmente Antonio Gates ma poi si pianta, si gira e pesca Eddie Royal sull’out destro. Ecco, questi sono due elementi importantissimi che possono fare la differenza: lo step up, quando può essere messo in atto grazie al centro e soprattutto alle due guardie, aiuta molto il quarterback e aiuta tanto i due tackles, ma soprattutto non costringe il qb a scramble laterali per i quali in particolare il nostro qb non è portato. Il secondo aspetto attiene invece alla lettura delle secondarie e alla capacità di tenere le safety, se giocano a zona, refrigerate al centro del campo. Ora, dovremo capire nelle prossime partite se questi sprazzi intravisti ieri sono frutto dello splendido lavoro di Frank Reich o di un caso isolato. Intanto Rivers porta a casa un ottimo 22 su 26 per 285 yds con 1 td-pass e rispetto agli ultimi due anni al momento lancia circa 50 yds di più di media a partita e registra circa 10 punti in più nella percentuale dei completi, oltre a ridurre per ora drasticamente il numero di intercetti a cinque. Commette un solo grossolano errore quando alla fine del secondo quarto in goal line situation ad 1 yard dal TD e col cronometro che sta per sancire la fine del tempo arretra, si pianta e parte per una qb draw finendo in tuffo placcato a pochi pollici dalla endzone. Potenzialmente potrebbe essersi trattato di un gioco malamente chiamato dalla sideline, ma due fattori decisivi portano ad escludere questa ipotesi ed ad addossare le colpe della scelta al quarterback. Mi riferisco al fatto che i due tackles nei draw play utilizzano tutto un altro tipo di tecnica di bloccaggio rispetto a quanto visto, proprio perché dato lo sviluppo del gioco è inutile che restino attaccati ai Defensive ends ma devono portarsi in avanti dopo aver accompagnato all’esterno gli stessi sui primi due passi ed al movimento di Woodhead che esce dal backfield e realizza una breve traiettoria girandosi per la palla e non fa nulla per aiutare verso l’interno Rivers. Ma tant’è e andiamo all’intervallo senza punti ulteriori.

Altro elemento di grande interesse è che Rivers distribuisce la palla un po’ a tutti e quindi Gates, Ladarius Green e John Phillips, Vincent Brown, Keenan Allen, Royal e Woodhead. Bello il gesto atletico di Royal nell’occasione del TD (che però a mio avviso era da annullare) e bellissima la giocata su un terzo down con un bubble screen sullo stesso Royal che i Jaguars leggono benissimo ma che il nostro flanker trasforma in un sensibile guadagno rovesciando il campo e sfruttando i blocchi dei compagni tra i quali quello di Rivers.

In difesa ripetiamo la prestazione di settimana scorsa. Sebbene la linea di attacco dei Jaguars appaia piuttosto sotto tono, mettiamo a segno ben 6 sacks dei quali due con Thomas Keiser davvero infermabile sul lato cieco ed autore di una ottima prestazione a tutto tondo. In mezzo si alternano Corey Liuget, Kendall Reyes e Cam Thomas e si vede, nella ripresa, anche il nuovo Lawrence Guy da Arizona State che mette a segno anche un mezzo sack. Sull’esterno giocano Larry English e Tourek Williams che non sono mai un fattore anche se il primo mette a segno un sack, mentre gli altri sack arrivano da Liuget e niente meno che da Jahleel Addae, la safety, a dimostrazione, dopo il sack di Patrick di un paio di partite orsono, che sempre più spesso Pagano ricorre a dei dog per mettere pressione sul qb avversario. L’ultimo va ascritto a Reggie Walker entrato in campo nel finale di partita.

In effetti la novità è che anche in Nickel situation restano sia Andrew Gachkar che Manti Te’o come avevamo auspicato settimana scorsa. I due ILB giocano una partita onesta senza brillare, discreti in copertura e buoni nel supporto sulle corse. È ovvio che il peso e la stazza non è dalla loro parte e molto delle loro prestazioni in running support dipendono dal lavoro del fronte a 3 o a 4 in Nickel package. Tutto sommato Drew Jones non si vede per tutta la gara e teniamo l’attacco avversario a sole 78 yds corse. Bellissima invece l’azione di Te’o quando legge magnificamente la read option di Henne e ferma sul posto il qb nell’occasione portatore di palla, dopo la finta sul rb che invece Keiser si beve alla grande.

I defensive backs giocano una partita nella media, ma concediamo quasi 300 yds sui lanci nonostante la forte pressione. Le coperture sono attente sull’ottimo Justin Blackmon, così come sul tight end Marcedes Lewis ma ci lasciamo scappare troppe volte Mike Brown (5 ricezioni per 120 yds) e Cecil Shorts. Johnny Patrick è il nickel puntuale e si vede in campo per la seconda volta Darrell Stuckey che tra una grande giocata e l’altra negli special teams (spettacolare l’occasione in cui ferma il punt di Scifres ad 1 yard dalla endzone avversaria), viene schierato anche in copertura nella Nickel. Marcus Gilchrist mette a segno un intercetto su un lancio lungo e alto di Henne utilizzando però la stessa carente tecnica che lo aveva portato a perdere palla in identica situazione contro i Titans. Difatti, questa volta addirittura salta per ricevere la palla ad altezza del bacino con le mani a cesto legate al corpo e non con le mani protese in avanti. Va però sottolineato che non subiamo touchdowns e concediamo alla fine solo due field goal.

Infine Eric Weddle, sul quale vanno spese due parole. Non è stata la sua migliore partita, non in fase di copertura, fondamentale nel quale come sempre eccelle, ma in fase di placcaggio. Viene coricato all’inizio da Marcedes Lewis ma sbaglia anche in altre tre occasioni tra le quali una contro Drew Jones. In effetti, Weddle sembra il paradigma della campagna Heads up della NFL, cioè applica quasi alla lettera la nuova tecnica di placcaggio consigliata e tra poco imposta dalla NFL per preservare l’incolumità del portatore di palla e del placcatore stesso. E fin qua nulla quaestio se non fosse che tra le fasi del Buzz che realizza bene appropinquandosi a piccoli passi verso l’obiettivo e quella del Rip in cui colpisce correttamente e termina il movimento con le braccia dietro l’avversario, sbaglia completamente la Hit position nel senso che al momento di colpire non si abbassa in maniera adeguata in modo da poter trasferire la forza del placcaggio dalle gambe che esplodono in avanti e verso l’alto e questo lo porta troppo spesso a trovarsi più alto dell’avversario, circostanza che porta ai risultati visti ieri sera. Weddle resta un giocatore fantastico e ieri è stata solo una partita no sotto questo unico aspetto (fermo restando che porta a casa comunque 5 solo tackles …) ma resta la querelle tra i due modi di placcare, quello tradizionale del quale ha dato una dimostrazione Addae su Drew Jones nel 4° quarto, il cui clangore ancora rimbomba nello stadio, e la nuova tecnica che soprattutto a campo aperto è fondamentale. Il primo e tradizionale modo è efficace ma poco sicuro, il secondo preserva dagli infortuni ma se non realizzato in modo corretto rischia di far perdere l’avversario o di subire una punizione frontale. Propendo ovviamente per l’incolumità dei giocatori a patto di migliorare la tecnica che ribadisco è da considerare piuttosto recente rispetto a quanto insegnato a questi giocatori per anni sin dall’infanzia.

Riguardo gli special teams, nell’unico ritorno realizzato il neo arrivato Lavelle Hawkins mette in mostra bei movimenti e Nick Novak non perdona come Scifres. Sembra un aspetto secondario ma le squadre speciali rispetto alle perplessità suscitate ad inizio stagione stanno dando garanzie. Non stanno producendo grandi giochi, ma non ne stanno subendo e questo è davvero fondamentale.

Gli elementi negativi di giornata sono le troppe penalità, tra le quali un paio di Ohrnberger, Antonio Gates che pur restando un grande spesso non blocca, il fatto che negli ultimi 4.30 min. della partita ci rifugiamo in formazioni troppo conservative che magari non usiamo per il resto della gara ricorrendo addirittura ad una fb dive su un terzo e 9 che neanche la situazione di punteggio e di tempo a mio parere giustificano, che concediamo di nuovo troppo sui lanci ed infine che produciamo ancora pochi punti rispetto alla mole di gioco creata e alle posizioni vantaggiose concesse dalla difesa avversaria.

Sugli infortuni meglio stendere un velo pietoso. Ci viene incontro la pausa di settimana prossima e alla ripresa giocheremo coi Redskins in un filotto di cinque partite che ci vedranno impegnati oltre che con Miami e Cincinnati, con due delle nostre rivali di division, Denver e Kansas City e lì ci sarà da divertirsi.
GO CHARGERS !!!