NCAA Game Of The Week: Tennessee @ Alabama
Giocare quasi cinque ore a football, passare il tempo nel tentativo di superarsi per ben 5 supplementari, mentre il tempo velato e la temperatura a 27 gradi ti sciolgono piano piano.
Uno degli scontri rimasti celebri tra Alabama e Tennessee porta la data del 25 ottobre 2003 alle due e mezza del pomeriggio al Bryant Denny Stadium di Tuscaloosa, conclusosi alle sette e mezza di sera praticamente all’imbrunire, con la vittoria di Tennessee 51-43 in una delle gare rimaste celebri in questa rivalità tra le più accese della SEC.
La sfida tra due delle università più illustri del sud, nel football, ebbe inizio nel 1901 con un pareggio 6-6, e si protrasse con una certa regolarità fino al 1914 quando i Volunteers ottennero la loro prima storica vittoria casalinga a Knoxville battendo i cremisi per 17-7 in una stagione perfetta con un 9-0 che gli valse il loro primo titolo SIAA guidati da Zora Clevenger. Fino a quel momento la serie aveva arriso ai ragazzi di Tuscaloosa con risultati talvolta umilianti (51-0 del 1906 ad esempio), e con una serie di ben sette incontri consecutivi senza lasciare alcun punto ai Volunteers.
La successiva pausa durata fino al 1928 diede poi vita ad una serie annuale ancora in vigore, interrotta solo nell’anno 1943, che iniziò sotto il segno degli arancioni guidati dal leggendario Neyland nel suo primo periodo sulla sideline di Tennessee, con quattro vittorie su cinque gare fino al 1932. Dopo altrettante vittorie nel quinquennio 1933-1937 da parte di Alabama che con Frank Thomas conquistò anche tre titoli SEC (e un titolo nazionale postumo) la rivalità scivolò tendenzialmente verso Knoxville per tutto il periodo degli anni ‘40 e ‘50 quando i Volunteers, tra il 1948 ed il 1960 fecero segnare un record di 9-1-3 che portò per la prima e ultima volta Tennessee a guidare la serie 19-18-6. La stagione inaugurata da Neyland e dalle sue vittorie a livello di conference e nazionali, proseguì con il breve interim di Robinson e poi con Wyatt fino gli anni ‘60, iniziati con un nuovo dominio dei Crimson Tide affidati alle “cure” di Bear Bryant, e finiti invece con gli arancioni che pareggiarono di nuovo la serie nel 1970 23-23-7 sconfiggendo 24-0 a Knoxville la squadra guidata ancora da Bryant in una delle sue peggiori annate sulla sideline di Alabama.
Nei tempi moderni della sfida, furono gli anni ‘70 a scavare un solco non più colmato: a Tuscaloosa il coach-icona dei Crimson Tide tornò a rinverdire i fasti della prima metà degli anni ‘60 vincendo nove volte la SEC e tre volte il titolo nazionale. Per gli altri ci furono le briciole e non fece eccezione Tennessee che rimase all’asciutto di vittorie dal 1971 al 1981, ivi compreso il 27-0 del 1980 (l’ultimo zero sul tabellone per i Volunteers era vecchio quasi di vent’anni). Questa ad oggi rimane la striscia positiva più lunga per Alabama. Furono gli anni in cui i Volunteers, guidati dal giovanissimo Battle prima e poi da Johnny Majors, non seppero contrastare a dovere la marea cremisi nel suo decennio d’oro.
Gli anni ‘80, dopo la fine dell’era Bryant e la crescita dei Volunteers guidati da Major stesso, e gli anni ‘90 dove il controverso “abbandono” di Major e la promozione di Fulmer a head coach hanno portato Tennessee a rivaleggiare per il titolo nazionale (conquistato nel 1998) ed a giocarsi un bowl ininterrottamente dal 1992 al 2004, hanno riavvicinato le due squadre fino al record di 43-38-7 del 2006 con l’ultima stagione di Mike Shula ad Alabama. La serie iniziata e finita nel 2001, fatta di sette vittorie, è la migliore mai messa assieme dal college di Knoxville e comprende anche il 41-14 del 1995 che rappresenta, assieme alla gara del 1969, finita con identico punteggio, la vittoria con maggiore scarto per Tennessee. Curiosamente entrambe queste vittorie sono state ottenute a Birmingham, luogo eletto da Alabama per questo classico in 41 occasioni rispetto alle sole 11 gare giocate al Bryant-Denny Stadium di Tuscaloosa.
L’arrivo di Saban ai Crimson Tide e la fine dell’esperienza da coach di Fulmer, con le mediocri prove offerte sulla sideline da Lane Kiffin, Derek Dooley e Jim Chaney hanno fatto di nuovo allungare il vantaggio del college di Tuscaloosa che ora guida 49-38-7. Nelle ultime tre sfide giocate dai due college, Tennessee ha offerto prove molto deludenti.
Nel 2010 dopo un TD da 59 yard di Tauren Poole, e un field goal nel secondo quarto, gli arancioni sono scomparsi dal tabellone affogati nelle giocate di Richardson, Ingram e Julio Jones (record di 221 yard in ricezione per Bama) per il 41-10 finale.
Nel 2011 Alabama confermò cinicamente i favori del pronostico che la davano avanti di 30 punti chiudendo 37-6 una gara dominata dalle difese prima dell’intervallo lungo e poi semplicemente dominata dai Crimson Tide capaci di 31 punti incontrastati in due quarti.
Nel 2012 infine, Tennessee fu limitata ad un unico touchdown nel secondo quarto, mentre diversi giocatori di Alabama ritoccarono record personali nell’occasione: McCarron toccò il massimo in passing yards e touchdown rispettivamente con 306 e 4; Amari Cooper stabilì il record per un freshman di Alabama sulle yard di ricezione con 163. Yeldon arrivò alla terza gara di stagione con oltre 100 yard di corsa grazie alle 129 yard in 15 portate condite da 2 touchdown.
La scuola difensiva di Nick Saban
“La nostra filosofia sul primo e secondo down sarà quella di stoppare come prima cosa la corsa e giocare una buona difesa a zona sui passaggi. Occasionalmente giocheremo a uomo con dei blitz in questa situazione. Sui terzi down, giocheremo a uomo e ci affideremo a un misto di blitz e zona. Andremo in pass rush con 4 o più uomini in situazione di chiaro passaggio il 90% delle volte.
In tutte le situazioni, difenderemo l’interno del campo come prima cosa, difenderemo dall’interno verso l’esterno. Contro la corsa, non vorremo mai che la palla sia corsa fra i tackle. Forzeremo la palla al loro esterno. Contro i passaggi, non permetteremo lanci sul profondo o nella zona interna. Vogliamo che la palla sia lanciata corta o sulla sideline.
Il nostro lavoro è quello di prendere la palla dagli avversari e segnare o mettere il nostro attacco in una buona posizione. Dobbiamo colpire duro la palla, forzare errori, e causare turnover. I turnover e le grandi giocate vincono le partite. Saremo sempre attenti ed aggressivi e prenderemo vantaggio di tutte le opportunità che abbiamo per recuperare la palla. Il marchio di fabbrica della nostra difesa sarà: sforzo, durezza mentale, e nessun errore di concentrazione indipendentemente dal punteggio o dalla situazione di qualsiasi gara.”
Con queste parole Nick Saban indirizzava i suoi ragazzi nell’incipit del suo playbook difensivo ad LSU. Saban principalmente utilizza una 3-4, ma non disdegna la 4-3. Usa schemi aggressivi, specie nei primi due down per fermare la corsa, e non ha paura di mescolare blitz, zona e coperture a uomo. E come si nota dal suo incipit, è attento a tutte le situazioni. Una caratteristica che ha preso da Bill Belichick, sotto cui Saban ha allenato per 3 anni a Cleveland e da cui Saban ha ereditato la cura maniacale per i dettagli, la pazienza da dedicare ad ogni giocatore per insegnare un determinato sistema. Che è poi quello che distingue un coach qualunque da un Coach come Saban, capace di portare Alabama a 3 titoli in 4 anni, con la possibilità di raggiungerne un quarto a fine anno.
Certo, dall’incipit di Saban non si ricavano informazioni fondamentali (tutti i coach chiedono concentrazione, pochi errori mentali e forzare turnover alla propria difesa) ma alcuni spunti sono centrali alla sua filosofia.
La difesa preferita da Nick Saban è la “Cover One Robber”. Una FS nella zona profonda, per non essere battuti in profondità, capace di pattugliare tutto il campo da sideline a sideline a dare senso a quel “Cover One”. Tutti gli altri DB impegnati in difesa a uomo sui potenziali ricevitori, con una tecnica di bump and run o press coverage. Questi 6 ragazzi sono responsabili del gioco su passaggio, ed una volta che questi sei sono stati assegnati al passaggio, con gli altri cinque si può fare sostanzialmente quello che si vuole.
A Saban piace portare quattro di essi sul QB per la pass rush, mentre all’ultimo, solitamente un LB con eccezionali abilità di copertura o una SS, viene richiesto di occupare una zona intermedia alle spalle della DL. Il suo compito è quello di leggere gli occhi del QB per interferire con le tracce dei WR che prevedano sviluppi all’interno degli hashmarks come curls, in routes, shallow cross. Allo stesso tempo il “Robber”, questo il suo nome, deve essere in grado di contenere eventuali scramble del QB, e leggere screen, corsa, passaggio e che tipo di passaggio.
Va da sé che questo ruolo non è affatto semplice e Saban lo affida infatti a giocatori di talento con grande istinto. Quest’anno per esempio, si è visto Ha-Ha Clinton-Dix (o Landon Collins) agire da robber, mentre la FS center-fielder è stata Sunseri. Due giocatori di grande intelligenza dal sicuro futuro Pro che hanno reso al meglio nel sistema di Saban e che sguazzeranno nelle difese NFL che prevedono un uso estensivo di queste strategie. Se alle loro abilità di lettura nei passaggi (per esempio, nella partita con Texas A&M riguardatevi l’intercetto ritornato in TD proprio da Sunseri) si aggiunge la loro capacità di placcare bene in campo aperto e portare sostegno sulle corse esterne, si capisce come questi due elementi siano possibili prime scelte nel prossimo draft.
Saban preferisce chiamare il suo robber in un altro modo, “Rat”. Altri, con un termine ben più immediato e pressochè intraducibile, definiscono il robber “Floater” che rende benissimo l’idea dell’elasticità mentale richiesta a questo giocatore a seconda della situazione. La verità è che il sistema independentemente dal nome è lo stesso per tutti, e presenta una serie di vantaggi notevoli.
Esso permette alla difesa di schierarsi in formazioni con 8 uomini nel box con ottimi effetti sul gioco di corsa avversario. Ma allo stesso tempo in situazioni di chiaro passaggio, la presenza di un FS in profondità e di copertura a uomo su tutti i ricevitori consente a Saban di chiamare blitz creativi con cui andare alla caccia del QB senza rischiare nulla alle spalle dei blitzer.
Queste sono anche le argomentazioni che gli esperti usano per ritenere che Alabama non avrebbe problemi a fermare un attacco spread come Oregon. Va da sé che si entra nel campo della pura speculazione, ma la filosofia della spread offense, volta a liberare corsie soprattutto all’interno del campo, cozza violentemente contro la Cover 1 Robber di Alabama. E come abbiamo detto, anche l’efficacia su corsa di un QB mobile sarebbe notevolmente ridotta dal robber.
La difesa di Saban però non utilizza solamente questa strategia.
Con i 5 uomini non impegnati nella copertura del passaggio, Saban e Smart possono fare un po’ quello che gli pare, considerando anche il livello di talento della loro DL. E Smart non disdegna l’uso di zone blitz con tutti questi cinque uomini, senza perdere copertura alle spalle.
Saban studia il film di ogni squadra che deve affrontare per capire se un attacco prediliga un certo tipo di giocata in una certa situazione di down e distanza. E se nota qualcosa di ripetitivo, lo attacca con un blitz in quella zona, senza paura delle conseguenze dato che il resto della difesa avrà coperto qualsiasi altra opzione all’attacco. Infatti quando chiama una zone-blitz Saban utilizza un altro schema di copertura a zona, una cover 3 sia in profondità che nella zona intermedia.
Con la zone-blitz, il QB avversario si vede privo delle “hot reads” tipiche: il QB è condizionato a lanciare verso la zona da cui proviene il blitz, ma in quella zona si troverà un altro difensore che era rimasto a pattugliare l’area. Con la conseguenza che questa copertura, e anche quella in Cover 1 grazie al robber, producono una marea di intercetti in momenti decisivi dell’incontro.
Un altro aspetto da rimarcare nella preparazione di Saban riguarda la posizione pre-snap dei CB. Saban è consapevole che sull’esterno la sua difesa è vulnerabile dati i frequenti uno contro uno che l’attacco può sfruttare e dedica molta attenzione alla preparazione tecnica dei suoi CB: anzi, Saban stesso è stato un CB e poi un defensive back coach sotto Belichick.
Saban determina la copertura dei CB in base alla posizione del WR prima dello snap. Se il WR è più vicino alla linea di scrimmage, può fare due cose: si è dato spazio per correre una traccia all’esterno della spalla del CB (Go, Fly, Streak) o si prepara a correre una traccia che preveda un taglio all’interno come una cross o una deep in. In questo caso, Saban dice al CB di posizionarsi esterno al WR in modo da impedire la ricezione alle sue spalle su una go route, consapevole che se il QB dovesse scegliere quel lancio, sarà comunque un lancio difficilissimo: oltre la spalla del WR, a scavalcare il CB. Senza dimenticare la press coverage che avrà alterato il timing della traccia fra WR e QB. Mentre se il WR corre una in route, il CB non dovrà preoccuparsene dal momento che ci sarà qualcun altro responsabile di quella zona (la FS o il robber) e dunque in ogni caso il WR perde lo scontro.
Viceversa, se il WR si allinea quasi sulla linea laterale molto largo, può significare una traccia come una slant, per cui il CB si allinea all’interno del WR in modo da togliergli la traccia interna anche grazie all’aiuto dei compagni. La traccia esterna sarà impedita dalla fisica: ai fattori già descritti in precedenza, si aggiunge adesso una maggiore distanza da coprire per la palla, che consentirebbe ad altri difensori di intervenire sulla palla quando essa è ancora in aria.
Saban dà molta importanza anche alla lettura delle combinazioni di tracce dei ricevitori. Utilizza un approccio più innovativo noto come “Pattern Reading” per cui i difensori che arretrano in copertura sono responsabili della loro zona, ma giocano a uomo non appena qualcuno entra nella loro zona salvo lasciarlo non appena il ricevitore entra nella zona di un compagno. Saban spende anche molto tempo nell’istruire i suoi DB a riconoscere le combinazioni di tracce più comuni che vedranno al Sabato, da dieci a quindici ogni volta. In questo modo i difensori coprono meglio anche schemi offensivi volti a creare confusione nelle difese a uomo (come quelli della West Coast Offense, fra cui la celebre Shallow Cross, o concetti come Mesh, Drive…) passandosi al volo le consegne man mano che la giocata evolve. Saban usa questi concetti in tutte le sue difese, mentre alcuni coach preferiscono utilizzarli sono in situazioni particolari.
La parola passa ora all’attacco. Come attaccare un sistema difensivo così preciso? Difficile, se è vero che Alabama è da anni una delle migliori difese della NCAA. Ci ha provato Texas A&M quest’anno attaccando gli uno contro uno con CB inesperti e WR molto fisici come Evans, capaci di uscire da ogni jump ball con la palla in mano e abbastanza abili da creare separazione anche su tracce semplici. L’anno scorso la stessa Texas A&M aveva provato a creare dei matchup favorevoli mettendo un WR contro una S non velocissima.
Di certo senza un QB capace di eludere la pressione e prolungare le giocate, il numero di coverage sack aumenterebbe in modo esponenziale, per cui anche una certa dose di improvvisazione è fondamentale. Caratteristica che se all’inizio può girare bene all’attacco, alla lunga tende a premiare l’organizzazione della difesa per cui neanche questa può essere una strategia affidabile per attaccare Alabama, la cui marea cremisi continua a dominare gli attacchi avversari lanciando la sfida alla storia: nessuno infatti ha mai vinto quattro titoli in 5 anni, di cui 3 consecutivi. Una sfida che Saban lancia alla NCAA e che nessuno è ancora stato in grado di raccogliere.
L’appuntamento con Tennessee @ Alabama è fissato per Sabato 26 Ottobre 2013 alle ore 21:30 sulla CBS.
Per la prossima settimana, NCAA Game of The Week non ha ancora deciso la sua destinazione. Vi faremo una sorpresa, ma probabilmente saremo in Michigan, per Michigan vs. Michigan State o a Jacksonville per Georgia vs. Florida.
Articolo liberamente riadattato da “The Essential Smart Football” di Chris B. Brown, che invito caldamente ad acquistare o leggere su smartfootball.com
Parte storica a cura di Gataz13