2000 – 2002
Stagioni che si susseguono senza palle volanti e corse affannose, primavere ed estati senza football.
Mesi davanti alla televisione a invidiare gli americani. Capitano, come hai fatto?
Il registratore dei ricordi gira e registra una vena poetica, un sussulto:
“E se tornassimo in quell’arena
di cui un tempo eravamo
signori incontrastati,
anche se le ferite
non sanguinano più’.
Cuori che non si cicatrizzano.
Allora,
e soltanto allora,
anche i leoni si desterebbero dal torpore,
cui li hanno relegati facili vittorie
e ruggendo,
affronterebbero di nuovo
i Gladiatori.
Questa era l’idea, il sogno al quale desideravo fortemente dare forma in quella seconda parte del 2002: mi sembrava addirittura impossibile che fossero già’ trascorsi quasi quattro anni.
Quattro anni di football senza Gladiatori!…
I giocatori che avevano vestito negli anni ’90 i colori giallorossi, erano andati a formare l’ossatura dei Ducks e dei Marines, qualcuno da tempo giocava a Bergamo come “Piso” Cappannoli, o Moro ad Ancona.
Si avvicinava il Trentennale dalla fondazione dei Gladiatori Roma: poteva forse esserci un modo migliore per festeggiare?
Tornare in campo, per ridare vita ad un sogno!
Ma gli ostacoli erano molti, primo fra tutti il problema “cartellini”, perché era evidente che i teams che avevano potuto attingere a mani basse dal parco giocatori dei Gladiatori, erano poco propensi a favorirne il ritorno a casa.
Tuttavia il richiamo fu più’ forte”.
L’appuntamento si avvicina, è un traguardo che racchiude un mucchio di cose, una parabola sportiva, percorsi di vita, tante e differenti storie. Una passione indimenticabile.