NFL 2014 Preview: Baltimore Ravens

Oggi rimaniamo nella AFC North, andando a mettere becco (è proprio il caso di dirlo) a casa dei Baltimore Ravens.

 

2013: 8-8, secondo posto nella AFC North.

Partenze chiave: Michael Oher (OT), James Ihedigbo (S),  Corey Graham (CB), Arthur Jones (DE), Ed Dickson

Arrivi chiave: Steve Smith (WR), Jeremy Zuttah (OL), Owen Daniels (TE), CJ Mosley (LB)

 

L’anno scorso è stato il primo anno in cui i Ravens non si sono qualificati per i playoff sotto John Harbaugh, giunto al settimo anno sulla sideline dei purple. La squadra ha sicuramente perso pezzi importanti, l’anno scorso, tra ritiri e infortuni, e questo non ha aiutato una squadra che già doveva smaltire la sbornia di un Super Bowl vinto, ma sicuramente le risposte alle domande di una annata non felice non possono fermarsi a questo: i Ravens hanno trovato ritmo solo dopo Denver, lo scorso anno quando erano 4-6 la settimana prima del Giorno del Ringraziamento ed hanno messo insieme una striscia di quattro vittorie, tutte contro squadre poi non andate ai playoff. L’attacco non è riuscito a dare continuità al runnung-game e verticalità al gioco di passaggio, e anche se la difesa non è stata così terribile, non era lo stesso reparto duro ed intimidatorio in cui giocava un ragazzo come Ray Lewis.

A Baltimore ora si aspettano un cambio di rotta rispetto all’anno appena passato in tono minore.

 

Attacco

Un nuovo OC, una migliore linea offensiva e Steve Smith sono passi importanti in tal senso; la presenza di Steve dovrebbe aprire il campo dall’altro lato per Torrey Smith. Ray Rice ha problemi che vanno oltre il football, attualmente, e dentro il campo le sue poco più di tre yard a portata rappresentano un problema non indifferente che si è ripercosso sia sull’attacco che sulla difesa.

Flacco viene pagato come una superstar e si sente in dovere di essere anche leader trascinatore, ma in realtà ha solo bisogno di essere costante ed efficiente. Il cinque volte wide receiver Pro Bowl Steve Smith è il top player di un piccolo ma solido gruppo di free agent che comprende anche l’offensive lineman Jeremy Zuttah e il tight end Owen Daniels . I Ravens hanno rifirmato con il tight end Dennis Pitta, uno dei preferiti del quarterback Joe Flacco , dopo aver perso quasi tutta la scorsa stagione. Smith, Pitta e Daniels dovrebbero avere la possibilità di produrre parecchio sotto il nuovo coordinatore offensivo Gary Kubiak.

Il campionato scorso di sicuro ha mostrato come l’attacco di Baltimora ha bisogno di un Pitta sano. Le difficoltà dell’anno scorso erano frutto di diversi fattori, ma l’infortunio di Pitta, solo una gara da starter e 20 ricezioni dopo il ritorno, di certo non ha aiutato. Tecnicamente, ha avuto la sua stagione breakout nel 2012, quando ha messo assieme 61 ricezioni, 7 touchdown ed è diventato uno dei bersagli preferiti di Flacco, ma non è ancora un nome così stimato fuori di Baltimora; i Ravens hanno la speranza che le difese abbiano il dilemma della scelta se mettere la Safety di aiuto sulla parte esterna contro Torrey Smith o nel mezzo contro Pitta. Kubiak ha sempre operato un tight-end friendly offense, Flacco ha una buona chimica con Pitta. Denis ha ormai 29 anni, questo è un nuovo inizio ed una occasione sia per lui che per l’attacco dopo una stagione perduta per entrambi.

Certo, Rice probabilmente non ha più l’accelerazione di una volta, anche a causa di problemi fisici, e molto probabilmente, finirà per essere sospeso all’inizio di questa stagione per il noto incidente dell’aggressione alla sua attuale moglie, allora fidanzata. Ma ai Ravens e a Rice serve molto di più della media di 3,1 yarde per corsa della scorsa stagione. Forse la correzione decisiva arriverà attraverso il cambio dell’OC come detto: con Kubiak e il suo sistema, investendo in una buona linea offensiva. Eugene Monroe ha rifirmato blindando l’importante posizione del Left Tackle, Zuttah sarà schierato nei ruoli interni e i Ravens credono di poter sopperire alla partenza di Oher con diverse soluzioni, compreso il fatto che hanno diversi rincalzi e che un sano Kelechi Osemele è sicuramente un giocatore di impatto.

Bernard Pierce probabilmente sarà il primo rincalzo per sostituire Rice, il quarto turno Lorenzo Taliaffero è un grande back e si sfideranno per le corse, mentre Kyle Juszczyk, al suo secondo anno, dovrebbe completare la transizione a fullback. I Ravens si impegneranno per avere un gioco di corse efficienteper dare sollievo ad un quarterback che tende a caricarsi di responsabilità a cui purtroppo non riesce a fare fronte in toto, ed alla difesa.

 

Difesa

La difesa ha un sacco di giocatori Pro Bowler e nomi noti, ma ha anche dimostrato di avere problemi di profondità nei rincalzi e di non essere brillantissima nella secondaria. La prima scelta CJ Mosley dovrebbe essere un titolare immediato come linebacker centrale, mentre la seconda scelta Timmy Jernigan e la terza Terrence Brooks dovrebbero competere per giocare in difesa, rispettivamente End (preferibile al ruolo di Tackle) e Safety. Proprio la secondaria denota problemi numerici, dato che nel ruolo i Ravens non si possono certo ritenere al riparto da eventuali infortuni od assenze a vario titolo.

Il tentativo di arginare l’inesorabile  invecchiamento di un reparto che è stato fondamentale, ha portato volti nuovi ed ha creato attualmente una situazione di mix tra vecchio e nuovo che dovrebbe dare i massimi frutti non nell’immediato. Tuttavia molti giocatori non avranno ancora molte chance per fare strada nei playoff. Steve Smith entra nella sua 14ma stagione, il linebacker Daryl Smith ha ottenuto un nuovo contratto all’alba del suo 12mo  anno di NFL e ragazzi come Haloti Ngata, Terrell Suggs, Elvis Dumervil hanno tutti almeno 30 anni. I Ravens erano ospiti fissi dei playoff e hanno sempre mantenuto il livello alto fino ad arrivare a dare il massimo nel momento giusto, in conclusione della stagione 2012. I successivi pensionamenti e il salary-cap hanno lasciato una squadra con alcuni pezzi pregiati in meno e un sacco di nomi che certamente avranno un futuro luminoso ma senza quella speciale chimica che porta ad una vetta così difficile come l’anello. Se i Ravens ritrovano la loro formula, possono dire la loro in una AFC North molto equilibrata.

Meglio sempre ricordare: sono ancora i Ravens; sono ancora una squadra di grande esperienza che sa giocare in un grande stadio, che sa affrontare partite da “dentro o fuori”, che ha grandi nomi e una cultura vincente. La storia dice che raramente hanno faticato due anni di fila, e con Draft e FA difficilmente prendono delle cantonate: la voglia di riscatto sarà tanta dopo essere crollati dalla cima della montagna fino al playoff mancato.

Per cominciare a cercare di cogliere gli obbiettivi che si sono posti, i Ravens devono riuscire a fermare le corse, provocare i cambi palla molto meglio di quanto hanno fatto un anno fa e giocare con la testa, nel secondo tempo, lasciando alla pass rush guidata da Suggs e Dumervil la chiusura dei giochi. Mosley dovrebbe essere un playmaker immediato per la difesa sulle corse ed ha la possibilità di dimostrare il suo talento immediatamente: ha grande istinto, è un placcatore eccezionale con enorme equilibrio, con occhi attenti, grande anticipo e grande resistenza. E’ considerato un ILB every-down, ed un potenziale Pro Bowler; gli unici dubbi riguardano la sua salute, avendo subito alcuni duri infortuni nella carriera universitaria, ormai marchio di fabbrica di chi esce da Bama.

 

Dilemmi

Certo è che se la squadra si mantiene il salute, se si riescono ad aprire buoni varchi per l’attacco sulle corse, se Flacco ritroverà lo smalto di un paio d’anni fa per un gioco aereo sicuramente migliorato e se riusciranno a vincere qualche partita punto a punto, i Ravens non hanno chiuso il loro libro dei playoff.

Tuttavia non possono essere ignorati scenari ben più cupi. Rice si trova ad affrontare una probabile sospensione, la linea offensiva deve riuscire a giocare meglio e la difesa oltre al fronte è un punto interrogativo. Quello che potrebbe essere un campionato da primattori, si può trasformare in un campionato di transizione. I Ravens devono dimostrare che possono contenere gli avversari su entrambe le linee. La squadra parte con nuovi giocatori, nuovi schemi dallo staff e devono migliorarsi da subito, dato che le tre partite di division sono nella parte iniziale del calendario, e non c’è margine di errore nella AFC North.

La divisione può essere vinta a 9-7, ma sono migliorati a tal punto da giungere a questo risultato?

Sarebbe tuttavia irriguardoso non valutare come miglioramenti importanti Steve Smith e Jeremy Zuttah, insieme a un coordinatore molto rispettato negli Houston Texans, il coach Gary Kubiak, che però da capo allenatore ha miseramente fallito. La versione in salsa Baltimora del Big Three – Terrell Suggs, Haloti Ngata e Elvis Dumervil – dovrebbe tornare a guidare quello che, ancora una volta, è un fronte difensivo dominante a sette. E il roster generale è migliorato grazie al lifting che il general manager Ozzie Newsome ha iniziato nel 2013