Se camminiamo per la strada

Mi piacerebbe capire, alla fine della fiera, cos’è esattamente la NFL.

Perchè, sulla questione delle sospensioni, qualche domanda bisogna porsela.

Se non sarete d’accordo con il mio articolo di “pensieri in libertà”, pazienza, l’opinione, fortunatamente è una cosa che, sebbene manipolabile, è ancora libera.

Personalmente, ritengo gli americani un popolo di ipocriti, pur avendo tanti lati positivi ed avendoci donato lo sport che amiamo. La NFL, da buona lega americana, ha fatto dell’ipocrisia una specie di regola aurea, e ce la propina in tutte le salse, cercando di uscire dai suoi confini di lega sportiva, per entrare in quelli del costume, del “buon esempio” per tutti i cittadini, purtroppo l’effetto che ottiene non sembra proprio quello del buon padre di famiglia che distribuisce premi e punizioni con metro di giudizio sereno ma “giusto”.

Roger Goodell è diventato una sorta di cardinale in giacca e cravatta che, attraverso gli “esempi” che la lega distribuisce mediaticamente ai suoi fruitori, insegna regole di vita al di fuori del gioco che governa, infrangendo lui si, una regola sacrosanta: sport e vita reale non sono uguali.

Faccio un sempio pratico che vi sembrerà stupido: se camminiamo per la strada e veniamo travolti da un energumeno che ci sbatte a terra con l’intento di sottrarci dei libri della biblioteca, pensiamo che sia un placcaggio regolare o che siamo stati vittime di una aggressione?
Viceversa se siamo in campo, ci aspettiamo che l’end che abbiamo davanti ci chieda permesso, oppure si metta ordinatamente in coda, per arrivare al nostro QB?

I mondi sono diversi ed esigono regole diverse, messe in pratica da organi diversi. La vita reale è la vita reale, che implica libertà personali ed obblighi civici per consentire alla comunità di non collassare. Se una comunità applicasse le regole della competizione sportiva, collasserebbe all’istante, perchè lo sport ha una etica diversa che si basa sul superarsi, sull’annullare l’avversario, sul soverchiarlo, in alcuni casi, tollera il mettersi le mani addosso e la possibilità concreta di farsi male.

Decidere di anticipare le indagini di polizia e gli organi giudicanti e squalificare/sospendere giocatori infliggendo una punizione che si pone sullo stesso piano di quelle strettamente sportive (taroccare le gare, prendere sostanze per alterare le prestazioni) espone la lega alle critiche sul metro di giudizio, critiche più che meritate se mettiamo sullo stesso piano le infrazioni al codice sportivo e la condotta criminale nella vita di tutti i giorni.

Se il potere giudiziario di un paese mette in pratica il rispetto della legge, per dare l’esempio a tutti i cittadini, perchè passargli davanti? Perchè non occuparsi di quello che dovrebbe essere nel DNA delle leghe sportive, ovvero lavorare affinchè chi si avvicina a questo sport lo faccia in maniera pulita?

Sia chiaro, umanamente Ray Rice è una merda. ma punire una persona che verrà tra poco punita anche da un giudice, e distribuire buffetti per sanzionare l’uso di sostanze proibite, quindi l’alterazione del normale svolgimento della gara sportiva, ovvero il fulcro dello sport, è semplicemente fuori di testa.
Il messaggio che passa è “l’importante è che fai il bravo fuori dal campo, che in infermeria non c’è quasi mai problema”, il messaggio che passa è “conta il football, degli studi che ti hanno pagato magari i cittadini chissenefrega, ti prendiamo anche underclassmen, ti prendiamo anche se il test di Wonderlic dice che sei analfabeta, che sei una scimmia urlatrice del Borneo”, il messaggio che passa è, in buona sostanza “Facciamo come ci pare, non ce ne frega nulla di cosa pensate, dell’etica, dei metri di giudizio, anzi, forse facciamo apposta ad avere questi atteggiamenti incoerenti, perchè la polemica fa alzare l’audience, e l’audence porta i soldi”.

Amen.