NFL Week #3: Kansas City @ Miami Dolphins recap

Che dire? Onore ai Chiefs che hanno ampiamente meritato la vittoria, onore ad Andy Reid che ha capito e sfruttato tutte le debolezze che una difesa priva dei LBs titolari poteva offrire, onore a Smith, QB sempre sottovalutato ma che riesce a gestire spesso bene il tempo e i drives offensivi della sua squadra.

Da dimenticare invece la prestazione dei Dolphins, l’insignificante presenz di un HC assolutamente privo di talento (Philbin) e la partita, la quinta consecutiva, di un QB sempre più bust che può solo guardare con ammirazione e invidia le prestazioni di Luck, Cousins, Foles, Stanton, ecc… che in questa generazione di signal callers staccano di molto il sempre più scarso QB di Miami.

In molti oltreoceano chiedono a gran voce che Matt Moore, backup QB dei Fins, possa avere una possibilità di dimostrare di essere adatto al tipo di attacco di Lazor, quella “up tempo offense” che praticamente si è vista solo nel 2 minutes warnirng alla fine del 1° tempo della partita di ieri.

Volete un recap della partita?

Dopo un primo quarto senza segnature, Kansas City è volata sul 14-0 con Knile Davis con una corsa da 21 yard, poi a un minuto e mezzo dalla fine del quarto, Travis Kelce ha ricevuto in TD un passaggio da 20 yard di Alex Smith. Miami? Dopo quattro punt ed un field goal da 48 yard fallito da Sturgis, Miami finalmente ha imbastito di corsa un drive quasi fruttuoso, giungendo in redzone ma collezionando un incompleto ed un guadagno di 9 yard che ha costretto i Dolphins al field goal dalla linea dell 4 yard, messo da Caleb Sturgis per il 14-3.

Nel terzo quarto Miami si è rifatta viva con una ricezione di Brian Hartline su passaggio di Ryan Tannehill dalla linea della yarda, dopo tre minuti; ma Kansas City ha ristabilito le distanze 21-10 cinque minuti e mezzo dopo con Smith che ha trovato Joe McKnight. Miami rimane in scia grazie ad un lunghissimo ritorno del rookie Jarvis Landry (74 yard), ma Tannehill con due incompleti costringe Sturgis ad un lunghissimo FG dalle 51 yard a 42 secondi dalla fine. Alex Smith subisce un sack in endzone da Randy Starks e Jelani Jenkins per la safety che vale il 21-15, ma è l’ultimo fuoco di paglia per Miami che nel quarto quarto trova solo un punt e due turnover per non aver chiuso il quarto down. Kansas City segna a 4:35 di nuovo con una ricezione di Joe McKnight, ma fallisce la conversione da due, ed a 13 secondi dal termine Cyrus Gray fissa il punteggio sul 34-15 con una corsa da 6 yard.

I Chiefs hanno dominato in attacco, in difesa e con gli special teams. Se per Difesa e Special teams le colpe dei Dolphins superano i meriti di Kansas City, per quanto riguarda la difesa debbo ammettere che di più ai ragazzi di Coyle non si può chiedere, un po’ per i tanti infortuni e squalifiche (Misi, Ellerbe, Jordan, Jones), un po’ perché essendo il punter di Miami più impegnato del QB, i difensori sono sempre in campo e alla lunga il fiato manca, soprattutto nel caldo del sud della Florida.

Io sinceramente sono esausto di aspettare la svolta per una franchigia che annaspa dall’anno del ritiro di Dan “The Man” Marino, ma di una cosa sono sicuro: il rilancio passa da un HC di polso e da un QB che sia in grado di guidare un attacco così asfittico e poco divertente che i tifosi non vanno più allo stadio nemmeno se, come ieri, vengono regalate le magliette della squadra all’ingresso della struttura. E non è solo colpa della crisi!

Domenica prossima la squadra vola a Londra per affrontare una squadra in crisi di risultati ma che ieri ha rischiato il colpaccio a New England. Sarà durissima.

Colgo l’occasione per augurare a chi sarà nella capitale Inglese di divertirsi, magari anche allo stadio (grazie ad un attacco che spero sarà guidato da Matt Moore) e non solo al Pub pre e post match.

London Calling. Will the Dolphins answer???

Alessandro Ecchili