NFL Week #3: Green Bay Packers @ Detroit Lions recap
E’ passato diverso tempo dalla gara e si può anche provare a fare una analisi onesta della gara, di una gara che molti, da ambo le parti, si augurano che segni una svolta.
Su che tipo di svolta, non c’è ovviamente una visione unanime, l’importante è che lo sia.
La gara
Dopo un primo punt di Detroit, figlio di due incompleti di Stafford, sono i Lions che comunque vanno per primi sul tabellone: Fairley forza un fumble a Eddie Lacy, Carey lo recupera e si invola per 40 yard, portando Detroit 7-0. La risposta di Gb non c’è, due piccoli guadagni di Starks ed un incompleto portano al punt. La fase centrale del quarto è dominata dalle difese: 3&out Detroit, sack su Rodgers, intercetto di Clinton-Dix su Stafford. L’intercetto sveglia dal torpore Green Bay che mischia lanci all’uso di Starks fino al passaggio in TD per Quarless per il 7-7.
Stafford ce la mette tutta per svegliare definitivamente i Packers: cerca immediatamente la profondità su Calvin Johnson ma viene intercettato da House, la difesa di Detroit ci mette una pezza produttiva, placcando Lacy in endzone e provocando una safety per il 9-7, sul successivo possesso Detroit segna anche su field goal portandosi 12-7. Green Bay non va, il successivo possesso degli ospiti arriva si alle 38 di Detroit ma i Lions costringono una falsa partenza, due incompleti e sackano ancora Rodgers. Dal punt di Mashay non si generano altre segnature, Freese fallisce il FG del 15-7 a tempo scaduto.
Nella ripresa il dominio delle difese continua, i Packers guadagnano 20 yard in 4 minuti prima di essere costretti al punt, Stafford dall’altra parte continua a giocare con gli avversari perdendo palla in dropback per l’intervento di Peppers, ma i Packers non segnano nemmeno con l’evidenziatore, un nuovo punt restituisce palla a Detroit che finalmente segna con una corsa di Reggie Bush da 26 yard per il 19-7. Il possesso successivo di GB è l’ultimo e si chiude come rappresentazione della difficoltà della squadra: due incompleti di Rodgers che regalano il possesso a Detroit. Considerato come ha giocato Stafford, il playbook di Detroit è “Non ti azzardare a lancare la palla”: otto rush e un passaggino di alleggerimento a Golden Tate, prima degli inginocchiamenti finali che portano la vittoria ai Lions 19-7.
Da parte dei Lions
Se anche gli intercetti di Matthew Stafford si trasformano in due punti per Detroit, vuol dire che la serata non può che andare bene.
Al di là del serio infortunio a Tulloch, procuratoselo nell’esultanza per un sack, la D-line ha confermato un inizio di stagione, ivi compreso l’altro LB DeAndre Levy. La secondaria, entrata in campo falcidiata dagli infortuni (James Ihedigbo e Cassius Vaughn si sono aggiunti agli infortuni “lunghi” di Bill Bentley e Nevin Lawson), non ha lasciato guadagni importanti ed ha limitato uno dei migliori tandem QB-WR (Rodgers, Nelson) evitando TD e guadagni importanti, e riportando in TD con Don Carey un fumble.
In attacco, sottolineata la brutta prestazione di Stafford, non ha brillato parte del running game, con Bell, mentre Reggie Bush ha fatto benissimo il suo lavoro con oltre 60 yard in dodici corse, ed un TD.
Da parte di Green Bay
Secondaria Lions falcidiata, allora affidiamoci alle corse. Sedici lanci completi su 27, e ventidue corse, sono l’immagine di una sideline confusa, che gioca al massacro con i suoi RB e chiede ad una linea non certo eccellente di rimanere in piede per tempi interminabili per permette ai WR di chiudere tracce chilometriche.
Per una volta in cui la difesa ha dato prova di non essere solo una comprimaria, forzando tre turnover (due INT e un fumble), l’attacco è riuscito nell’impresa di fare solo sette punti e subirne due con la safety su Lacy. Rodgers sta iniziando a tenere palla, rendendo il gioco meno fluido ed esponendolo agli attacchi dei pass rusher.
Un solo TD da parte di uno dei migliori attacchi della lega è assolutamente inaccettabile. Mi auguro solo, personalmente, che queste sconfitte facciano capire a chi di dovere, che il coaching staff è chiaramente logoro nella sua avventura con Green Bay.
Infine, per me…
Per me la verità è che ha ragione chi dice che la sideline sta facendo precipitare Green Bay verso situazioni di classifica che non sono consone al valore dei giocatori. Su Capers e la sua incapacità di motivare la difesa, abbiamo già detto tante volte. Su McCarthy idem, ma sempre più spesso vediamo non solo un uso strampalato del playbook, ma l’erosione dello stesso playbook, ormai ridotto a poche soluzioni, rese “fantasiose” dall’abitudine sempre più frequente di Rodgers di prolungare la giocata tenendo palla, questo porta i ricevitori a muoversi da un certo punto in avanti “alla cazzo” non dando riferimenti ai DB che hanno facilmente studiato le soluzioni standard di GB durante la settimana.
In una lega che ogni anno presenta nuovi atleti, nuove soluzioni, nuovi “ruoli”, nuove filosofie, pretendere di poter vincere sempre con il medesimo set di soluzioni, condito di volta in volta con il talento del proprio QB, è da… idioti.