NFL Week #3: Pittsburgh Steelers VS Carolina Panthers

Una disfatta.

Questo è quello che si è visto nel Sunday Night di questa Domenica 21 Settembre al Bank of America Stadium: Pittsburgh batte e domina Carolina, 37 a 19.
Se gran parte della sterilità offensiva è da imputare come al solito alla OL (mai così fragile, nemmeno in preseason), questa volta anche la difesa, fiore all’occhiello dei Panthers, ha qualcosa da farsi perdonare: errori ingenui che sono costati molto cari, troppa vulnerabilità sulle corse e poca concentrazione del secondario.
Come se non bastasse, Cam Newton non sembrava affatto in forma ed i colpi subiti (sempre a causa di una linea troppo fragile) non gli hanno fatto terminare la gara, lasciando spazio ad Anderson negli ultimi 5′ di partita (in cui ha confezionato 1 TD, eguagliando lo score della serata di SuperCam).
Sicuramente è andata peggio a Tolbert (FB), che per via di un infortunio al ginocchio ne avrà per molto tempo; invece per il LB Davis è messa in discussione solo la presenza per la prossima settimana contro i Ravens per via di un lieve infortunio alla gamba, anche questi arrivato durante la gara contro gli Steelers.
Andiamo ad analizzare come la squadra è arrivata alla partita di Domenica, una sintesi del match e le conclusioni da trarre dopo una sonora sconfitta com’è stata questa contro Pittsburgh.

LA SQUADRA

Sicuramente la novità più importante riguarda Hardy: il DE è stato sollevato dall’incarico ed i Panthers lo hanno esentato dagli allenamenti, di comune accordo con il giocatore; questo in attesa che il tribunale si pronunci sull’accusa di violenza domestica ai danni dell’ex pro bowler, così si è quindi liberato uno slot nella difesa.
Proprio per questo posto i nomi sono 3: Mario Addison, Wess Horton e Kony Ealy; Coach Rivera si trova così con l’imbarazzo della scelta, nonostante quella di Hardy sia un’assenza pesante ma alla quale bisognerà abituarsi.
Altra assenza che pesa è quella di DeAngelo Williams: il RB che ha già saltato la week 2 per un’infortunio all’anca, non è riuscito a recuperare del tutto e si accontenterà della sideline per la seconda Domenica consecutiva; l’assenza di Williams peserà molto nel corso della gara, con i Panthers che produrranno solamente 42 yard su corsa. Anche Cotchery (WR) sarà fuori, ma Avant ed il resto dei WR hanno giocato molto bene le prime di campionato e quindi quest’assenza non è da intendersi come un campanello d’allarme.
In linea di massima, la squadra si presenta alla seconda casalinga contro gli Steelers in buona forma, con un solido 2-0 alle spalle (non avveniva da 6 anni) ed alla ricerca della terza vittoria consecutiva (impresa che non riesce loro dal 2003); i power rank usciti dopo la vittoria contro Detroit fotografavano una squadra proiettata ai vertici della lega ed i tifosi e l’ambiente non si sentivano di dar contro a queste previsioni che, per le prestazioni della squadra nelle prime due settimane, non sembravano nemmeno esagerate.
E, nonostante tutto ciò, la partita l’hanno fatta gli Steelers.

LA PARTITA

1st Quarter: si parte con Pittsburgh in attacco e, nonostante arrivi praticamente subito la prima penalità (gli Steelers ne collezioneranno 11, contro le 9 dei Panthers), gli ospiti iniziano ad inanellare 1st down; il tutto si risolverà in un niente di fatto, con la difesa (DE: Johnson, Horton / DT: Cole, Lotulelei / LB: Klein, Kuechly, Davis / CB: Cason, Decoud / S: Harper, White) che riesce a forzare un paio di incompleti, nonostante si intravedano da subito delle falle, specie sulle corse. Per ciò che riguarda Newton e tutto il resto del reparto offensivo (RB: Stewart, Tolbert / WR: Benjamin, Avant / TE: Olsen / OT: Bell, Chandler / G: Silatolu, Velasco / C: Kalil), l’inizio sembra ottimo con un paio di passaggi e relativi 1st down guadagnati, peccato che il lungo drive di Newton non porti ad un TD ma solo ad un field goal di Gano dalle 40 yard. A rispondere al FG di Gano ci pensa Suisham dalle 42, chiudendo così la prima frazione di gioco sul 3-3.
2nd Quarter: nel secondo quarto Pittsburgh macina terreno e Carolina inizia ad andare in affanno, soprattutto in attacco. Newton inizia a prendere qualche colpo di troppo per colpa di una linea sempre meno stabile e colleziona sack, incompleti ma, fortunatamente, nessun intercetto. L’attacco di Pittsburgh invece riuscirà ad andare prima vicinissimo al TD (non ne verrà convalidato uno a 5′ dal termine del 2° quarto, su un passaggio del veterano ‘Big’ Ben Roethlisberger per Wheaton), dovendo però ripiegare subito su un altro calcio di Suisham che replicherà a pochi secondi dal termine della prima metà del match, mandando le squadre negli spogliatoi sul 9-3.
3rd Quarter: il quarto della disfatta, in cui si inizia ufficialmente a colare a picco, con Newton che perde palloni e prende colpi, viene sackato, subisce fumble e rende vano il (poco) tempo speso in campo dall’attacco. Arriveranno due TD per Pittsburgh, il primo per un errore enorme di Horton, che non aveva deluso più di quanto non avesse fatto tutta la squadra fino a quel momento: sulle 11 yard di Carolina, durante un field goal degli Steelers, il DE backup di Hardy compie un encroachment che, con le 5 yard di penalità che ne scaturiscono, da l’automatico 1st down a Pittsburgh, con Big Ben che manda in TD Brown con un bel passaggio; ne seguirà un EPA realizzato dal solito Suisham. Il massimo che i Panthers riescono a fare è solamente un field goal, con Gano che porta il risultato sul 16-6. A 2′ dall’inizio dell’ultimo quarto di gioco arriva il secondo TD per gli ospiti, sempre su passaggio di Big Ben per Brown, questa volta senza particolari tragedie difensive, tolto il pessimo andazzo della squadra di casa.
4th Quarter: sul 23-6 e con le squadre in questo stato di forma, l’ultimo quarto diventa una formalità. Non basta il touchdown nei primi minuti per i Panthers (passaggio corto di Newton su Olsen, che correrà 27 yard fino al TD) che concretizzano un drive iniziato in coda al terzo quarto e relativo EPA; tutto questo perché a ristabilire il divario ci pensa il secondo madornale errore difensivo della difesa di Carolina: su un 3rd&out di Pittsburgh e relativo calcio Brown perde il pallone, Thomas lo recupera per poi commettere un fumble che verrà ricoperto in endzone da Golden. La rabbia di Olsen in panchina è comprensibile ed è lo specchio del tumulto che stava scoppiando tra i tifosi dei Panthers, col fiato spezzato per questo passo falso che mette definitivamente la parola fine all’incontro.
Seguiranno due TD, uno per squadra: Blount per gli Steelers e Benjamin (pescato bene dal neo entrato Anderson) per la squadra di casa. Dopo il TD di quest’ultimo, la palla resterà nelle mani di Pittsburgh fino a fine gara.

ANALISI

Che dire, la sconfitta è ben più che sonora. Una linea come quella vista contro Pittsburgh deve rimanere un caso isolato, altrimenti si può salutare la stagione appena iniziata: esporre un QB che esce da una off e pre season a così tanti colpi è l’ultima cosa da fare, nonostante il suo backup abbia dimostrato di saper gestire la situazione in vece del titolare.
Inoltre il calo nella seconda parte della gara si era già visto contro Tampa Bay al debutto stagionale, seppure in questa partita si trattasse più dell’andamento di un pugile suonato che di un’eccessiva sicurezza di avere il risultato acquisito. Inoltre l’aspetto del sapersi adattare all’attacco che si ha davanti per disinnescarne i giocatori chiave (arma che ha portato alla vittoria contro Detroit), è venuto totalmente a mancare: Antonio Brown ha tranquillamente ricevuto palla e LeVeon Bell ha corso senza particolari problemi tra le maglie del front-seven di quella che era una delle difese più esemplari della Lega.
Ma torniamo a parlare del QB: come detto prima, Newton non avrà vita lunga questa stagione, se le difese avversarie riusciranno a portare sistematicamente almeno due uomini su di lui ad ogni azione; bisogna preservarne la salute e, per farlo, c’è da lavorare molto sulla compattezza della linea, che paradossalmente è risultata molto più solida contro Detroit, schierando il rookie Turner come starter.
Il calendario, inoltre, prevede partite non proprio semplici nel prossimo futuro, nell’ordine: @Ravens, Bears, @Bengals, @Packers, Seahawks; è ovvio che in nessuna di queste gare sarà ammissibile un passo falso come quello di Domenica contro gli Steelers.
Ma la domanda è questa: è lecito parlare di passo falso o ci siamo trovati davanti i limiti di una squadra che ha perso troppi tasselli importanti in off season? Oppure è stata solo una giornata orribile per una OL che non è mai brillata per affidabilità (figurarsi una volta che Gross si è ritirato) e per una difesa che è stata pressoché impenetrabile per molto tempo e fino una settimana fa?
Come per ogni annosa questione, la verità sta nel mezzo a mio avviso: la linea offensiva è sicuramente il tallone d’Achille di Carolina, ma è anche vero che ad oggi ha tenuto botta dignitosamente nell’inizio di stagione e, probabilmente, quello di Domenica è stata una caduta il cui tonfo è stato accentuato da una difesa che ha perso, dal canto suo, un giocatore chiave (Hardy) ed i cui backup hanno un rendimento meno costante delle aspettative. E sempre seguendo il buonsenso, non è possibile avere una visione d’insieme dopo sole tre partite: bisognerà aspettare le risposte alle prime chiamate “importanti” (è indubbio che i Bengals, più di altri, si stiano guadagnando il titolo di squadra da battere insieme a Seahawks e Broncos).
L’importante è continuare a lavorare bene e sperare che gli infortuni siano di molto contenuti; una buona nuova su questo fronte è il ritorno (quasi) sicuro di DeAngelo Williams in week 4.
Ora sta alla squadra seguire le indicazioni di Rivera ed implementare il gioco sulle corse, come auspicato dall’head coach nel post gara.
Non resta che aspettare che i dubbi vengano dissipati dalle prossime prestazioni, in cui sicuramente la OL sarà sotto la lente d’ingrandimento e sperare che contro gli Steelers si sia vista una squadra diversa da quella che giocherà il resto della stagione da cui, noi tifosi, ci aspettiamo ancora soddisfazioni.

Keep pounding,
T.T.