NFL Week #4: Philadelphia Eagles @ San Francisco 49ers preview
3-0. E se la memoria non inganna ai Philadelphia Eagles questo non succedeva dalla stagione 2004-05, anno dell’ultimo Super Bowl disputato, ancorchè perso (per 24 a 21 in quel di Jacksonville, FL), contro i Patriots di Tedy Bruschi e Deion Branch.
Tre partite e 101 punti messi a referto, la seconda franchigia in questa speciale classifica dietro (e per 2 sole unità) unicamente agli Atlanta Falcons reduci però dalla irreale mattanza interna di week #3 contro degli imbarazzanti Tampa Bay Buccaneers, 931 yards complessive ammassate (davanti sempre i soliti Atlanta Falcons a quota 1.001) e 310, 3 punti di media a partita.
Difesa decisamente migliorata nell’atteggiamento e capace di sostenere l’Attacco nei momenti di difficoltà, è successo soprattutto a Indianapolis contro i Colts di Chuck Pagano e contro i Washington Redskins dopo il vile e per nulla dignitoso episodio inscenato dal NT Chris Baker ai danni del QB Nick Foles, ma ancora indietro nella graduatoria per yardaggio concesso agli avversari (26.esimo posto assoluto nella Lega).
Archiviata la ‘guerra’ (non credo di esagerare a definirla in questa maniera, vista la piega presa a un certo punto dal match) contro i ‘Pellirosse’ del magnate Daniel Marc Snyder, arriva ora il turno (4.a sfida di RS) di un team nobile, quotato, forte, ora in difficolta, ma pur sempre quotato e forte, i San Francisco Fortyniners, in una splendida arena inaugurata da poco, il Levi’s Stadium a Santa Clara in California.
Vincessero, i ragazzi di Kelly considerati i futuri prossimi due appuntamenti, entrambi interni e tutt’altro che proibitivi contro St.Louis e New York, sponda ‘Giants’, potrebbero addirittura presentarsi al previsto riposo di week #7 con un fantastico, incredibile ma fattibile record di 6 vittorie e zero sconfitte.
Ma prima dei calcoli, belli e affascinanti, confezionati in modo consapevole e ragionato per quanto si voglia, la pratica ’49ers’, difficile, complicata nelle psicologie e particolarmente insidiosa per il peso specifico del complesso diretto da Coach Jim Harbaugh, attende risposte dal verdetto tutt’altro che scontato.
Anzi, il rischio di una prima sconfitta per Philadelphia rimane personalmente alto, pur riconoscendo la possibilità di poter esultare per la quarta volta di fila.
WE WILL SEE, EAGLES FANS…
San Francisco (1-2-0).
Squadra reduce da anni di vertice nella NFL, pur senza essere riuscita (in questi ultime stagioni, almeno) ad alzare nessun Lombardi Trophy. Ci arrivarono vicini nel Super Bowl del 2013 al Mercedes-Benz Superdome di New Orleans (LA), ma persero contro i Ravens di un grande Joe Flacco.
Jim Harbaugh (Head Coach) e i suoi Fortyniners si son presentati ai nastri di partenza di questo campionato con le consuete e ben giustificate velleità di ‘leadership’, chi scrive ne è sempre stato un loro ammirato sostenitore, pur essendo questa volta frenati da parecchie defezioni illustri.
OLB Aldon Smith (6-4/265, Missouri ‘Mizzou’ Tigers), ex 1st round pick del 2011 (7h overall) e colpito da recente squalifica fino alla decima giornata di RS esclusa, ILB NaVorro Bowman (6-0/242, Penn State Nittany Lions), ex 3rd round pick del 2010 (91th overall), attualmente infortunato, NT Glenn Dorsey (6-1/297, LSU Tigers), ex 1st round pick del 2008 con i Kansas City Chiefs (5th overall), anche lui infortunato, OG Brandon Thomas (6-3/317, Clemson Tigers), ex 3rd round pick dell’ultimo draft appena concluso (100th overall), indisponibile pure lui.
Assenze importanti, soprattutto le prime tre (tre starters difensivi son duri da rimpiazzare, in un sol colpo, per chiunque), che certamente non agevolano e non agevoleranno il cammino dei ‘Red & Gold’ della baia nella corrente Regular Season. E infatti San Francisco, dopo tre giornate deve già denunciare una sconfitta interna di misura contro i Bears di Chicago e la pesante débacle patita in Arizona contro i Cardinals di Bruce Arians, pur privi del loro Quarterback titolare Carson Palmer (USC Trojans).
Essere inseriti in una division ‘di ferro’, la division ‘di ferro’ per eccelenza della NFL, con Seattle Seahawks, Arizona Cardinals (appena incontrati) e St. Louis Rams e questa partenza (non certo positiva), impongono ora una impennata d’orgoglio, davanti al proprio pubblico e contro dei lanciatissimi Philadelphia Eagles.
Ma i successori di Joe Montana e Jerry ‘World’ Rice non possono più sbagliare ed il roster di cui dispongono, non può comunque non indurre all’ottimismo…
Attacco forte di una Offensive Line da tempo ai vertici della NFL, con il LT Joe Staley (6-5/315, Central Michigan Chippewas) e la LG Mike Iupati (6-5/331, Idaho Vandals) a guidare un reparto di assoluto valore, seppur non come nel recente passato, uno ‘stand-out’ Tight End come Vernon Davis (6-3/250, Maryland Terrapins) e una solidissima coppia di portatori di palla, Frank Gore (5-9/217, Miami-Florida Hurricanes) e Carlos Hyde (6-0/230, Ohio State Buckeyes).
Il tutto diretto da Colin Kaepernick (6-4/230, Nevada Wolf Pack), QB dinamico, veloce, con skills incredibili fuori dalla tasca, ma che a volte denuncia preoccupanti limiti nella gestione di un comparto offensivo che dovrebbe saper marciare addirittura da solo e pure ad occhi chiusi.
Batteria di ricevitori altrettanto di qualità e spessore, a partire dagli starters, pericolosi (per chi deve affrontarli) e pieni di talento, Anquan Boldin (6-1/220, Florida State Seminoles) e Michael Crabtree (6-1/214, Texas Tech Red Raiders). All’altezza pure la restante parte della ‘depth chart’ con Stevie Johnson (Kentucky Wildcats), Brandon Lloyd (Illinois Fightin’ Illini) e Quinton Patton (Louisiana Tech Bulldogs).
Difesa come già anticipato che soffre di assenze importanti, tutte registrabili in quello che era definito, e non a torto, il più temuto tra i ‘Front 7s’ della Lega, ma che puo’ pur sempre contare su pietre miliari del calibro di Justin Smith (Missouri ‘Mizzou’ Tigers e 1st round pick del 2001) per la Linea di Difesa e dell’enorme ILB Patrick Willis (Mississippi Bulldogs e 1st round pick anch’esso, ma del 2007) per arginare il gioco di corsa di chi attacca.
Secondaria non particolarmente trascendentale se analizzata nelle sue componenti esterne Chris Culliver (South Carolina Gamecocks) e Tramaine Brock (Belhaven Blazers), ma che puo’ contare su una accoppiata di Safeties fisica, dinamica, dotata della giusta esperienza e con non poco talento alla sua base.. Eric Reid (FS, LSU Tigers) e Antoine Bethea (SS, Howard Bison).
Philadelphia (3-0-0).
Aquile in forte emergenza per la Linea di Attacco, dove alle defezioni note della LG Evan Mathis (Alabama Crimson Tide), del RT Lane Johnson (Oklahoma Sooners) e di Allen Barbre (OG/OT, MSSU Lions) si deve ora aggiungere quella pesantissima del Centro Jason Kelce, (Cincinnati Bearcats) appena operato di ernia e presumibilmente di nuovo disponibile soltanto per Week #10 contro Carolina, nella migliore delle ipotesi.
Un’emergenza che perdura pure per quanto riguarda il Linebacker interno Mychal Kendricks (California Golden Bears), alla suo secondo ‘forfait’ consecutivo dopo aver già saltato in precedenza anche la sfida infradivisionale contro Washington. In questo particolare caso chi scrive continua a guardare con preoccupata apprensione alla mancanza di solidità dei sostituti, nelle opzioni Emmanuel Acho (Texas Longhorns) e Casey Matthews (Oregon Ducks).
Ancora tutta da verificare poi, la riuscita dell’esperimento di riconversione, da esterno a interno, per il rookie Linebacker Marcus Smith II (Louisville Cardinals e 1st round pick dell’ultimo draft appena concluso) operato dal Defensive Coordinator Bill Davis. Speriamo bene.
Ma a prescindere dalle assenze credo che nella trasferta di San Francisco i Philadelphia Eagles dovranno temere soprattutto se stessi e nello specifico quella malsana costante di primi tempi giocati a corrente quantomeno alternata, che ha caratterizzato, pericolosamente, tutte le partite fino ad ora disputate dall’Attacco di Chip Kelly.
Sfidare la sorte non è mai stata una pratica salutare e ancor meno lo sarà se a trovarsi di fronte questa volta non saranno i malleabili Jacksonville Jaguars o i comunque ‘modesti’ Washington Reskins, ma invece una ‘nobile’ tutt’altro che decaduta della National Football League e per di più in preda a disperata, oltre che motivata, sete di vittoria.
Attenzione!
Chiave tattica di lettura
Generalmente, quando si incontrano squadre dal lignaggio pari a quello dei San Francisco 49ers di particolari chiavi tattiche di lettura non ne dovrebbero esistere. Devi mostrarti forte e continuo in Attacco, giocare duro, aggressivo e concentrato in Difesa, non sbagliare nulla con gli Special Team e sperare.. sperare.. sperare!
Ma se guardo alle gravi indisponibilità denunciate dal ‘Front Seven’ dei ‘Red & Gold’ della baia, soprattutto in opposizione al ‘Running Game’ avversario, credo che sia giunto il momento per LeSean ‘Shady’ McCoy di tornare a farci vedere quello a cui tanto ci aveva abituati fino all’anno scorso e di cui, francamente, ben poco si è visto fino ad ora.
Di armi offensive Chip Kelly e i suoi ragazzi ne dispongono in quantità industriale. Una quantità tale da costringere Coach Vic Fangio, Defensive Coordinator di San Francisco, a doversi occupare praticamente e con la stessa attenzione di tutte le zone del campo, con l’inevitabile conseguenza di dover concedere quel qualcosa in più alle corse del citato McCoy e di Darren Sproles.
Ma la lavagna e il campo del Levi’s Stadium sono, ahimè.. sono, ahinoi.. due dimensioni che non sempre coincidono.
Per cui vinca il più meritevole, perché tutto è ancora da scrivere e godiamoci lo spettacolo. Godiamocelo per intero, perché questa volta, tra eccezionalità dell’arena teatro dell’evento, interpreti di prestigio e posta in palio, nulla appare destinato a giocare un ruolo di secondo piano.
-PhillyBird-
(EPN Eagles Pride Nation)