Passi da gigante

Arrivavamo alla trasferta nella capitale carichi di dubbi, perplessità e speranze. Quali sono i veri Giants, quelli orribili dell’opener? Quelli che come contro i Cardinals con il colpo del ko in canna si sparano su un piede? E se invece, detto sottovoce, fossero quelli capaci di dominare con ogni reparto i tenaci Texans?

Nonostante il punteggio favorevole (per chi non lo ricordasse, un roboante 45-14), probabilmente non c’è una risposta definitiva. La squadra è ancora un work in progress. Ci è stato chiesto di essere pazienti, il processo di risalita sarà laborioso e non privo di asperità. Gli americani direbbero: “baby steps”, un passetto alla volta.

Eppure il passo avanti è stato enorme, “gigantesco”. E inaspettato. Perché nessuno, nemmeno il tifoso più ottimista del globo terracqueo, avrebbe mai pensato che dopo le prime due difficilissime settimane i Giants potessero dimostrare una tale padronanza del gioco.

E’ inutile girarci intorno: abbiamo fatto una partita mostruosa. Un po’ di numeri?
Amukamara e Dominique Rodgers-Cromartie hanno concesso in totale la miseria di tre ricezioni e 37 yarde alla temibilissima coppia di ricevitori Jackson/Garçon.
Sei turnover a nostro favore: quattro intercetti, due fumble.

Eli Manning: 300 yarde, 4 TD lanciati, 1 TD corso, 117.5 di rating, 72% di passaggi completati. Un QB che sembra rinato, assolutamente padrone del gioco.
La OL delle ultime due giornate è stata dominante. Un solo sack subito e QB ben protetto per tutta la partita. E se dai ad Eli una tasca pulita, lui ripagherà con gli interessi l’investimento dei cinque lì davanti.

Tranquilli, non mi sono dimenticato del protagonista della serata: Larry Donnell, undrafted lasciato maturare per due anni e finalmente sbocciato, sta mettendo a referto una serie di prestazioni degne della crème de la crème nel ruolo, culminate con la prestazione monstre da 3 TD.

Non sono però mancate delle note amare: l’assenza di Beason si fa sentire. Complice l’infortunio di Kennard, in campo viene mandato Herzlich. Più svampito de “La vispa Teresa” davanti ha una luminosa carriera da cacciatore di farfalle, ma per favore non fategli più fare il LB.

Però abbiamo vinto, quindi voglio chiudere con un aspetto positivo: finalmente abbiamo un OC.
Inutile girarci intorno, il nostro attacco, dopo anni di sevizie ad opera di Glibride, ha cambiato volto e gran parte del merito ce l’ha Ben McAdoo. E’ un “rookie”, alla prima esperienza in carriera come OC e playcaller, ma si capisce da subito che è un coach capace di dare del tu a questo meraviglioso sport. Ha tutte le carte in regola per lasciare il segno.

Questa luna di miele durerà? Ce lo stiamo chiedendo tutti.

Francesco Pancheri