NCAA Week #6: Paperissima

24 punti, tanto era il margine che gli “esperti” davano di vantaggio ad Oregon sui modesti Arizona Wildcats, ma si sa, i gatti sono animali che non si curano molto di chi si affanna attorno a loro, e quando possono, ti pisciano sullo zerbino, un bello zerbino di 120 yard di lunghezza, con due diapason all’estremità.

Mariota stringe mani e guarda cupo davanti a sé, due suoi fumble più una penalità assolutamente evitabile scrivono la parola FINE al sogno di imbattibilità delle papere, per il secondo anno sconfitte da quei maledetti gatti selvatici.

E pensare che il candidato n.1 all’Heisman una possibilità per mettere una mano sul trofeo c’è l’aveva avuta con tre minuti e 91 yard da fare, ma un 2/3 per 26 yard e un sack con conseguente fumble ha chiuso la partita e forse ha chiuso anche parecchie bocche di quelle che avevano già assegnato il premio al miglior ragazzo della NCAA.

Poi possono venire in conferenza stampa tutti i membri dello staff e ripetere come un mantra ai giornalisti dopo la partita che l’Heisman in pectore non era al 100 per cento, dopo essere stato sackato sette volte nel 38-31 contro Washington State. Rimangono i numeri, impietosi.

Dall’altra parte il true freshman Nick Wilson si è preso le luci della ribalta con due touchdown su corsa e uno lanciato dal quarterback Anu Solomon, portando i Wildcats 5-0, 2-0 Pac-12, il paradiso per Arizona che mancava un 5-0 dal 1998, e che per la terza volta in meno di un decennio batte da underdog la Oregon con velleità di titolo nazionale. Il paradiso per una squadra che aveva vinto contro la derelitta Cal con un pazzesco 49-45 frutto di un Hail Mary di Solomon per Austin Hill da quasi 50 yard. E poi c’è chi dice che è meglio la NFL…

Dopo lo svantaggio 24-14 ed il field goal di Matt Wogan da 21 yard, Oregon aveva trovato il pareggio con Mariota per Keanon Lowe con 8:21 da giocare. Ma le penalità hanno crocifisso i padroni di casa: Tony Washington sacka Solomon e poi svolazza per il campo finendo in un sayonara. Flag: non si fanno tutte queste moine per un sack, primo down Arizona. Ma ciò che è peggio non è questa chiamata che ha sollevato un vespaio di polemiche gratuite, quanto la pass interference poco dopo, che ha permesso ai Wildcats di avere non quattro, non cinque ma SEI tentativi per andare a segno.
Il centesimo tutto esaurito dell’Autzen Stadium finisce in malora, la bandiera di Arizona sventola sulla endzone.

“L’anno scorso era stato davvero commovente perché era l’ultima partita in casa per i senior ed era un risultato improbabile, ovviamente,” ha detto Rich Rodriguez, coach di Arizona. “Questa volta, non so se qualcuno avrebbe scommesso su di noi. Non so quante persone parlavano di noi, ma scommetto che la maggior parte di loro neanche si immaginavano, di ciò che stava per accadere, non in trasferta”

Oregon, minata da una linea piuttosto accampata, ora dovrà fare veramente gli straordinari per lavare via questa macchia di ragù dal manto della sua stagione, l’ennesima in cui i Ducks si perdono, traditi dall’uomo che li doveva portare più in alto di tutti.