Il tifo del College Football

In Italia il tifo è sempre stato preso troppo sul serio e spesso le basi campanilistiche non solo in ambito sportivo hanno avuto il sopravvento rispetto alla ragione.
Quando però si cambia palcoscenico e non ci sono più da tifare squadre, giocatori o fazioni che hanno fatto parte direttamente della nostra vita, le motivazioni per appassionarsi ad una squadra possono essere le più diverse.

Nel nostro Paese il movimento del football americano sta vivendo una bella rinascita e come tale sono sempre di più coloro che si avvicinano a questo sport e, spesso per mettere un po’ di pepe alla propria vita di appassionato, devono scegliere per chi tifare.

Nel mondo della NFL le squadre storiche e vincenti superano, logicamente, per numero di tifosi quelle meno blasonate, ma esiste una buona distribuzione del tifo anche dovuto alla presenza sulle reti in chiaro della Lega.
(quest’anno non ci sarà nulla, ma negli ultimi anni sono state diverse le emittenti che hanno comprato il pacchetto, dallo sfortunato e breve periodo del digitale di Dahlia alla RAI fino a Mediaset lo scorso anno n.d.r.)

Potete rivedere alcune delle comunità di tifosi della NFL in Italia nel mio Progetto Tifosi

Un mondo sportivo americano che, come tifo, si potrebbe paragonare a quello dell’Italia per il calcio è, però, quello dei College, dove l’università frequentata diventa un’icona da sperare che si tramandi di padre in figlio, dove il blasone del College in cui un ragazzo riesce ad ottenere una borsa di studio diventa status symbol, dove anche se ci si è trasferiti di 3000 chilometri si continua a tifare per la propria Alma Mater.

Il mondo sportivo dei College in Italia (che potete seguire nel gruppo facebook che raccoglie molte delle notizie sparse nella rete NCAA rassegna stampa n.d.r.) non ha stessa diffusione del mondo sportivo professionistico ed ha sempre trovato poco interesse da parte delle emittenti televisive.
Assente completamente in chiaro ha trovato solo canali satellitari per arrivare agli appassionati ed ora, orfani di ESPNAmerica, deve ritagliarsi uno spazio nel fitto palinsesto di FOX Sports 2.

In questo contesto lo sviluppo di nuovi tifosi ha preso strade molto varie e si è avuta una frammentazione molto più ampia di quella delle Leghe professionistiche (i College sono anche maggiori come numero n.d.r.).

Primo dato è quello per cui, se nel mondo del College basket, che potrei affrontare in caso di successo di questo articolo, rimangono ancora molti gli atenei storici con tifosi affezionati (il basket è dagli anni 90 che viene trasmesso via satellite in Italia mentre per il football si parla di seconda metà dei 2000s n.d.r.), nel football sono pochi coloro che si approcciano alla NCAA e tifano per squadre quali USC, Ohio State o Texas che solo 10 anni fa dominavano la scena.
Forse anche a seguito di alcuni scandali che hanno coinvolto questi Atenei, ma anche segno che una grossa fetta di nuovi tifosi stanno arrivando al College football e non conoscono o non hanno visto partite quali il BCS Bowl del 2005 tra la USC di Leinart e Bush contro la Texas di Vince Young.
Per queste università rimane quasi solo lo zoccolo duro che già si era affezionato qualche anno fa.

Seconda considerazione importante è che i “malati” di NFL sono molti e questi, al momento di iniziare a seguire la NCAA, non vedono le tante differenze tra il College Football e la NFL, trovandosi così a tifare e seguire la squadra che in quel periodo ha i migliori prospetti in vista del draft NFL o in alternativa a partire dalla propria squadra professionistica amata e scegliere il college più affine per vicinanza geografica o giocatore più rappresentativo che ha frequentato quell’ateneo.

A sentire i tifosi attuali quella se sembra essere scomparsa è la scelta per i loghi delle università.
Da prima che si vedessero in televisione, in Italia, erano già presenti alcuni articoli del merchandise della NCAA, (quanti hanno visto il simbolo di Notre Dame o la M di Michigan prima di scoprirne l’identità! n.d.r.) e la guerra delle vendite avviene proprio sull’attrazione che ha il simbolo sullo spettatore, lo stesso è accaduto all’arrivo della NCAA sulle reti televisive.
Ora il trend sembra essersi spostato sulle divise, segno più importante è sicuramente l’esplosione di Oregon, che fa della divisa un vero cavallo di battaglia per la ricerca di tifosi e di vendita dell’immagine. Se, come nel caso dei Ducks, questo si associa ad un programma vincente tutto è spianato per la conquista di nuovi adepti!

L’Oceano si è ristretto ed un altro trend per la scelta della propria squadra è quello dell’esperienza personale.
Andare negli States in vacanza, o anche per studio è sempre più facile, così come trovare giovani Americani che soggiornano nel nostro Paese, questo ha portato molti a scegliere il College che si è frequentato, visitato o solo visto durante un soggiorno americano o che era quello dell’amico statunitense con cui si sono passate belle serate.
Per questo motivo si trovano tifosi di College “minori” o comunque che non sanno di avere un mercato anche in Italia.

Concludo con alcuni esempi curiosi che rendono la comunità che segue il college in Italia assai particolare.

1) Florida dimenticata!
La bibita più famosa tra gli sportivi, il Gatorade, nasce dai Florida Gators, squadra storica che con Tebow era tornata alla ribalta, ma non ha fatto molta breccia tra i tifosi, così come i cugini di Florida State che, nonostante il recente Titolo ed una squadra al top del ranking, non trovano molti consensi in Italia.
Oltre a loro gli Hurricanes di Miami che dopo aver fornito tanti giocatori alla NFL ora sono quasi dimenticati dai nuovi appassionati del Nostro Paese.

2) La Patria del Football
Se in Indiana il basket è una religione, la stessa cosa si può dire per il football in Texas.
Nonostante questo, i Longhorns ed i Red Raiders non sembrano avere molto seguito, se per Texas rimane una base di coloro che tifavano Young ed i suoi predecessori, per Texas Tech i pochi risultati favorevoli sembrano non aver portato guadagni.
Manziel e la sua figura mediatica hanno fatto conoscere Tecas A&M, forse una speranza per lo stato dove tutto è più grande!
Un discorso simile vale per l’Oklahoma con i Sooner che trovano comunque qualche tifoso mentre i Cowboys di Oklahoma State sono quasi sconosciuti da noi.

3) I risultati non sempre pagano
Alabama è uno dei programmi più vincenti degli ultimi anni, ma non è così amato, sarà la sindrome del vincente antipatico?
Sicuramente mentre loro vincevano Oregon trovava tifosi al loro posto!

4) La storia del College
Notre Dame, squadra storica del college football, non fa più tanta presa sugli appassionati e la sfortunata della finale del 2012 non ha risollevato le sue sorti.

5) Le tigri
Le squadre che hanno le tigri come mascotte non piacciono, sarà per la scarsa mediaticità dei loro giocatori (se non per essere spesso dalla parte sbagliata della cronaca, così come i ragazzi di Georgia), ma Auburn e LSU, nonostante siano college vincenti e produttivi per la NFL, non piacciono molto in Italia.

6) Il derby del Michigan
Grande rivalità nel basket e grande rivalità nel football, due college storici che, a parte stagioni sfortunate come questa dei Wolverines, si sfidano a viso aperto anche tra gli appassionati dato che sono in costante battaglia con una base molto calda da entrambe le parti.
Per ora, gli Spartans sono davanti nel basket, mentre nel football forse è più amata Michigan, vedremo dopo questa stagione, ancora negativa per una e verosimilmente destinata alle speranze di playoff da parte dell’altra, se la situazione verrà ribaltata.

A conclusione di questo articolo ringrazio Endzone Magazine col suo forum, il gruppo Spazio NCCAF di Facebook ed i tanti con cui ho parlato per aver condiviso la loro passione per il college football.
Non tutti sono stati citati viste le situazioni particolari, ma comunque un minimo spero che le vostre storie siano riconducibili ad una delle casistiche descritte!

 

– Glauco Barbero –