Analisi dal Lato Oscuro Week #6: San Diego Chargers VS Oakland Raiders

Scrivere dopo una partita del genere da sempre fastidio. Dopo un Blow Out è più semplice buttar giù qualcosa perché si ha tutta la partita per metabolizzare la sconfitta, ma quando accade agli ultimi secondi e nel modo in cui è accaduto ai Raiders contro i San Diego Chargers, allora è impossibile non lasciarsi trasportare dalla rabbia.

LA SQUADRA

Provenendo da un lungo periodo di riposo, questa settimana appena passata gli allenamenti sono iniziati fin da subito. La giornata del Lunedì è stata molto importante perché ufficialmente è stata la prima practice completamente guidata dal nuovo HC. La parola più giusta per descriverla è solo una… cambiamento.
Coach Sparano ha completamente rivoluzionato non solo la disposizione degli armadietti, ma anche la scaletta di allenamento, velocizzando il tutto in modo da poter giocare più schemi nel tempo limite imposto dal’NFL, e reintroducendo inoltre anche esercizi sui fondamentali, proprio come se la squadra fosse ancora in training camp.
Questa decisione non è campata per aria, ma è derivante dal fatto che, come ha ripetuto il coach nelle sue interviste, “Oakland is beating Oakland”, vale a dire che Oakland sta battendo Oakland. Senza toglier niente alle squadre fino ad ora sfidate, il più grande avversario dei Raiders sono i Raiders stessi, e per lasciare il segno di un nuovo inizio, è stato usato come gesto simbolico di questo cambiamento, il seppellire un pallone rappresentante il record 0-4 dal quale i Silver&Black devono ancora riscattarsi.
Non è passato molto tempo che numerosissime novità sono state apportate al roster. Sia Kaluka Maiava che Nick Roach sono stati ufficialmente inseriti nella IR. Questo ha lasciato completamente scoperta la posizione di MLB che fin dall’inizio della stagione era occupata da un Miles Burris che cercava di aggiustarsi al meglio delle sue capacità ottenendo ben pochi risultati.
La nuova politica di Sparano infatti si basa proprio sul “Se non sei in grado di entrare in campo e giocare allora non venire proprio”. Liberati quindi due spot nel roster, Reggie McKenzie ha portato dentro sia Jamar Chaney, ILB dalla Practice Squad dei Broncos, sia Ray Ray Armstrong, OLB dai Rams famoso per le sue penalità. Grazie a queste due acquisizioni i LB tornano ad avere un minimo di depth, per quanto la qualità non sia eccellente.
Altra acquisizione importante è quella di Kenbrell Thompkins, WR dai New England Patriots, richiamato dai Waivers prima che la sua ex squadra riuscisse a metterlo in PS. Per quanto vi siano delle potenzialità con il prodotto di Cincinnati andato undrafted nel 2013, il suo ruolo è comunque quello di riserva nel gruppo dei ricevitori che mancano di un Rod Streater momentaneamente spostato in IR con designazione di ritorno.
Da un punto di vista di infortuni, Khalif Barnes è stato dichiarato Out per un problema al quadricipite (con Menelik Watson a sostituirlo), e anche Vincent Brown, del quale si avevano parecchie aspettative contro la propria ex squadra, non scenderà in campo per un infortunio comparso il venerdì.
Il resto della squadra sarà al completo. Derek Carr, dopo aver sostenuto un infortunio sia alla caviglia che al ginocchio durante la partita contro i Dolphins, si è allenato non mostrando alcun segno di limitazione in ognuna delle tre sessioni. Marcel Reece, reduce da una contrattura al quadricipite, è stato in campo con i compagni, e anche Sio Moore è un’altro che, dopo l’infortunio al piede contro i Texans, ha ripreso la sua routine e fornisce un grosso miglioramento ad un settore che dovrà vedersela con un pericolosissimo Antonio Gates.

LA PARTITA

Come al solito cerchiamo di addentrarci in ogni quarto sottolineando il bello e il brutto di questa partita (e per la prima volta in questa stagione ci sono almeno tante cose positive quante negative).

PRIMO QUARTO: Questo primo quarto si apre con il botto. Derek Carr chiude velocemente il primo drive nel migliore dei modi, lanciando una palla a 35 yard che viene presa da Andre Holmes che riesce ad imbrogliare Brandon Flowers per andare fino in endzone. 77 yard di TD, record personale per il rookie ed un Coliseum che esplode in un boato.
Il senso di felicità impiega poco a sparire perché nonostante il running game di San Diego andasse a singhiozzi, l’assenza di un MLB decente lasciava parecchio spazio a Rivers per completare i suoi lanci al centro, e dopo un passaggio di 27 yard al suo TE Green, chiude il drive con un lancio da 29 yard e successivo TD su Eddie Royal coperto benissimo da Carlos Rodgers.
Oakland cerca di rispondere, ma se Carr ce la mette tutta, chi gli sta attorno fa il possibile per impedirlo. Marcel Reece, considerato una delle poche sicurezze nel roster dei Raiders, droppa una palla facile, mandando in stallo il drive e regalando la palla ai Chargers che riniziano dalla profondità della loro metà campo.
Se prima la difesa è apparsa come il groviera, dopo si sveglia momentaneamente per forzare un 3-Out, grazie soprattutto ad un C.J. Wilson che mette nel sacco il QB avversario.
Verso la fine di questi primi 15 minuti si assiste ad una lenta ma inesorabile marcia dei Bolts, che sfruttano la stazza di un Malcolm Floyd (6-5) coperto da un Tarrell Brown (5-11) per arrivare in Red Zone.

SECONDO QUARTO: Riprendendo da dove il cronometro gli aveva fermati, gli ospiti cercano di imporsi con il running game, ma Oliver è sempre e comunque mantenuto sotto controllo dalla linea difensiva che non è tuttavia altrettanto abile a raggiungere Rivers. Nonostante infatti i numerosi blitz chiamati da Tarver, a Rivers bastava sempre fare un singolo passo avanti per liberarsi dalla pressione e tirare con tutto il tempo del mondo a sua disposizione. Lasciare tanta libertà ad un giocatore che è in corsa per guadagnarsi il titolo di MVP vuol dire suicidarsi, e a poco è servito il numero di TJ Carrie che rompe il passaggio diretto a Gates oltre la goal line, perché pochi istanti dopo, il #17 trova Floyd coperto da schifo da Burris, per portare i Chargers in vantaggio 14-7.
A rattoppare i buchi della difesa, ancora una volta, ci pensa l’attacco. In campo c’è un offense che non si era mai visto sotto Dennis Allen, e questo è subito evidenziabile andando a vedere il running game dei Silver&Black: se è vero che Carr continua a testare il fondocampo per trovare dei completi da numerose yard, è importante dire che questo è stato reso possibile grazie ad un Darren McFadden quasi al pieno della sua forma. Il RB sembra correre con rabbia, trovando i buchi giusti e trascinando con se ogni difensore (basta vedere la sua corsa da 12 yard come esempio). A mettere il punto esclamativo è ancora una volta il giovane QB, che tirando un razzo sulle mani di un James Jones in doppia marcatura, trova il suo secondo TD che riporta i Raiders in parità 14-14.
Dopo aver costretto per la seconda volta in partita San Diego al punt, è Oakland che cerca di portarsi in vantaggio. Il discorso è semplice: poco meno di 5 minuti e un Time-Out è quello che deve bastare per poter metter su un po’ di punti. Entrato MJD al posto di McFadden, per garantire che il comparto RB sia sempre fresco e mai affaticato, anche lui da la sua impronta alla partita. Dopo delle corse convincenti da 9 e 7 yard, e dopo aver ricevuto un passaggio da 10 , porta l’attacco abbastanza vicino da poter dare la possibilità a Janikowski di tentare il calcio da 53 yard.
Purtroppo, esattamente come la scorsa stagione, Jano sembra aver perso la sua “automaticità”, e spedendo la palla nettamente a sinistra, manda tutti nello spogliatoio.

TERZO QUARTO: La ripresa inizia con il possesso dei Chargers che si rendono protagonisti di una simpatica vicenda. Dopo aver passato la palla per diverse volte, San Diego entrata in Field Goal Range, ma commette e due penalità che rovinano interamente il lavoro dell’offense. Prima un holding e poi un Illegal Use of the Hands producono un 2-30; falliti i due passaggi successivi, Novak si appresta a calciare da 54 yard, ma nonostante abbia centrato i pali, un holding in linea annulla il FG e costringe gli ospiti al punt. Al posto di un punt però, il punt protector e Safety Weddle fa la finta, e tentando un lancio che finisce incompleto, regala alla squadra di casa un ottima posizione di campo.
Approfittando del prezioso regalo degli avversari (una palla alle proprie 46 yard è meglio di una alle 20), i Raiders sfruttano il rookie che è letteralmente “on fire”, e dopo solo due snap, lancia a Brice Butler che si mangia l’intera difesa di San Diego (mostrando una rara velocità) e porta Oakland in vantaggio 14-21.
La difesa comincia a dare i segni di completo cedimento: vedere Rivers completare ogni singolo passaggio comincia a diventare roba già vista, e non esistendo talento in squadra che possa quanto meno metter fretta al QB, i Bolts trovano il pareggio.

QUARTO QUARTO: Ancora una volta il running game permette il miracolo, visto che sia McFadden che MJD trascinano l’attacco verso la conquista di terreno. A coronare la giornata con il suo quarto TD, Derek Carr trova per la seconda volta Andre Holmes. 21-28 Raiders, ed è ancora difficile da credere.
Dovendo difendere il risultato con la difesa che hanno i Raiders, non esiste tempo per cantar vittoria. Limitare gli avversari ad un successivo FG non basta se poi in attacco si entra in stallo e si da a Rivers la possibilità di portarsi in vantaggio.
A differenza degli altri drive, dove comunque era il QB che aveva ogni merito, nell’ultimo della serata è Oliver ad infierire. Marciando (letteralmente) sulla testa dei Silver&Black, i Chargers riescono a trovare il TD a meno di due minuti dalla fine, e una volta restituita palla alla squadra di casa,  tutto lo stadio trattiene il fiato.
Il primo snap è un infarto, un fischio sul nascere per un face mask previene un sack&fumble su Carr, che avrebbe abortito il tentativo di rimonta dopo neanche pochi secondi… ma qualcosa accade comunque. A due yard dal FG Range e con oltre un minuto e un Time Out per gestire la situazione, dalla side line chiamano uno schema che di logico ha ben poco: la prima lettura per il QB è Brice Butler che va lungo la sideline, marcato da Jason Verrett. Senza neanche buttare un occhio sugli altri ricevitori, Derek Carr va per l’Home Run cercando il colpaccio e la vittoria, ma visto che Butler non è in grado di giocare sulla palla, il mini CB avversario intercetta il tiro e pone fine all’incontro. 31-28 per San Diego e victory formation fino allo scadere dei secondi.

ANALISI

Questa partita è stata la più dura da guardare. Come già detto in precedenza assistere ad un blow out non ti lascia con la rabbia perché hai modo di far tua la frustrazione a partita in corso. Quando invece tutto viene mandato all’aria agli ultimi istanti, per giunta contro avversari diretti, è molto più difficile da mandare giù. Senza dubbio c’è stato un netto cambio di atmosfera con la partenza di Allen e l’arrivo di Sparano a dirigere le operazioni. La cattiveria e l’impegno messi sul campo erano palpabili, ed è stato proprio per quello che la partita è stata combattuta fino all’ultimo. Per senso di completezza andiamo ad analizzare i diversi comparti, andando ad attribuire meriti e demeriti a chi spettano.

OFFENSE: il discorso qui è da articolare per bene perché una generalizzazione potrebbe far si che alcune cose vengano tralasciate. Iniziando da Carr c’è solo una parola che può essere usata: ECCEZZIUNALEVERAMENTE. Il rookie, con i suoi 4 TD è stato il vero motore della squadra, distinguendosi la maggior parte delle volte per le sue grandi capacità e per il coraggio di testare il fondo campo a prescindere da quale DB stesse difendendo. Ci sono ovviamente ancora delle correzioni da fare, perché Derek resta sempre e comunque un rookie: alcuni lanci poco sicuri, l’intentional grounding, e l’ultimo intercetto, sono esempi che mostrano quanto Carr non sia ancora un prodotto finito, ma che c’è ancora un enorme margine di miglioramento. Per come sta giocando, non è difficile poter dire che i Raiders hanno probabilmente trovato il Franchise QB che tanto cercavano, e che ora possono finalmente concentrarsi sul costruirgli attorno una squadra.
Il comparto RB per una volta ha ingranato. Sia McFadden che Jones-Drew si sono distinti in ogni portata. DMC chiude la serata con 80 yard e un 5.7 yard per carry (roba da 2011), mentre MJD 30 yard in sole 4 portate. L’unica pecca è stato Reece con il suo drop, ma comunque niente di irreparabile.
I ricevitori hanno avuto alti e bassi: se da una parte c’è James Jones che prende qualsiasi palla che gli viene lanciata, dall’altra ci sono Holmes e Butler, che se fanno magie su alcuni lanci, in altri tornano bruscamente con i piedi per terra. Il demerito più grande lo ha Rivera, che è stato e rimane tutt’ora improduttivo, e che deve assolutamente fare qualcosa per smettere di dar ragioni ai Raiders di cercare una TE nei primi round del draft.
La linea offensiva non si è comportata affatto male. Tolte le troppe penalità che hanno lievemente segnato la partita, per il resto Carr è stato abbastanza protetto  (non ha subito neanche un sack) nonostante spesso sotto pressione, e finalmente sono riusciti a lavorare bene anche sul run block permettendo il funzionamento un comparto che sembrava morto e sepolto.

DEFENSE: Sicuramente il punto debole della squadra in questo momento. Iniziamo prima di tutto a parlare della linea, dicendo che ancora non ci siamo. Sono stati spesi milioni per portar dentro grandi nomi della Free Agency, ma nessuno di loro ha ancora prodotto gran che. La pressione su Rivers era sempre a zero, e come specificato nel recap, a quest’ultimo bastava sempre solo un passo per poter trovare i campi Elisi nei quali tirare la palla a ricevitori completamente smarcati al centro. I LB si cono comportati benissimo contro le corse, Mack attualmente è il migliore della lega come run stopper, ma a rovinare il quadro di questo gruppo è Miles Burris. Burris è ultimo secondo PPF tra gli inside LB e non è difficile immaginare il perché: le sue coperture fanno acqua da tutte le parti, e i tentativi di aggiustarsi ad una posizione che non è sua, sono stati un completo fallimento. Speriamo che tra i diversi FA portati dentro, qualcuno riesca a spiccare e rattoppare la situazione.
Il secondario si è comportato bene. TJ Carrie ha dato il meglio di se e assieme a Carlos Rodgers rappresenta sicuramente un punto fermo. Entrambi hanno mostrato grande intuizione sulla palla salvando in più di un occasione la squadra da un TD. Con l’arrivo di D.J. Hayden non mi aspetto grosse modifiche, ma se l’ex first round pick dovesse riuscire a portare via il posto a Brown, ci sarebbe solo tanto guadagno.

SPECIAL TEAM: Qui c’è l’altra nota dolente. Per quanto Marquette King stia giocando in maniera eccelsa (ai primi posti sia per yard di punt che per punt dentro le 20 yard), Janikowski comincia a mostrare segni di declino. Il Field Goal mancato è solo l’ultimo di una lunga serie che vedono il Kicker come una delle ragioni per le quali le partite testa a testa non riescono ad esser vinte. Restano ancora 4 anni nel suo contratto, ma è certo che nonostante sia un veterano, anche lui deve assolutamente migliorare per tenersi il posto in squadra.

COACHING STAFF: La parola “Migliore” è forse quella che si avvicina di più per esprimere il concetto. Rispetto a quando Dennis Allen era alle redini, è tutto molto diverso. I giocatori hanno giocato dall’inizio alla fine, i Raiders non sono stati “outcoached” dagli avversari, e anche se sul tabellone non è visibile, questa partita è stata per la maggior parte dominata dalla squadra di casa. L’unica pecca sono stati i cuscini un po’ troppo ampi in difesa e l’ultima chiamata. Forse si è dato un po’ troppa fiducia ad un rookie QB, e con il senno di poi, cercando di macinare piano piano terreno invece che andare sul lancio lungo, si sarebbe potuta portare a casa la vittoria.

Concludendo, possiamo dire che è stata una partita nettamente migliore rispetto alle precedenti. Adesso bisogna vedere se questo è stato solo una performance una tantum, o se Sparano riuscirà a portare sul campo la rabbia dovuta alla mancata vittoria anche contro Arizona. Solo il tempo ce lo potrà dire, ma fino ad allora restiamo ancora in attesa di vedere come un ulteriore settimana di lavoro, potrà modificare i nostri Oakland Raiders.