Analisi dal Lato Oscuro Week #7: Arizona Cardinals VS Oakland Raiders

Ho preso il vizio ormai di cercare di riassumere ogni singola partita con una sola parola. Sembra un compito difficile, e lo è, ma quando queste parole sono sempre aggettivi negativi, è ancora più complesso per un semplicissimo motivo: prima o poi le parole finiscono.
La parola del giorno è ATROCE. Questa può descrivere in breve lo schifo che un fan dei Raiders ha provato durante quei 60 minuti di cronometro che sono trascorsi fin troppo lentamente. Come ogni volta andiamo a lanciarci su un piccolo recap con gli highlights di ogni quarto prima di concentrarci sulle analisi e poter dar sfogo ad ogni critica, che anche un non esperto di football potrebbe muovere.

LA PARTITA

PRIMO QUARTO: Fin dall’inizio si poteva presagire in che modo la partita si sarebbe evoluta visto che un rapidissimo 3&Out restituisce la palla ai Cardinals, che partono dalle proprie 42 yard. La difesa di Oakland fortunatamente risponde alla chiamata di aiuto dell’attacco, fermando immediatamente Arizona, soprattutto grazie ad un Khalil Mack che supera tempestivamente la linea di scrimmage per far morire l’azione sul nascere, ed un TJ Carrie che riesce a rompere un tentativo di conversione di quarto down.
Questo regalo difensivo nelle mani di Greg Olson (OC) ovviamente viene sprecato, con una chiamata di schemi che ricalca perfettamente quelli che non hanno mai avuto successo durante tutto il corso della stagione (corsa centrale, corsa centrale e passaggio corto), e con il secondo 3&Out consecutivo, Marquette King si appresta al punt.
Quello cui si assiste poi è davvero assurdo. Un drive di oltre 7 minuti della squadra ospite (siglato da Palmer con un corto passaggio su Taylor placcato non bene da Woodson), brucia quasi tutti i restanti minuti. Come è possibile che abbiano fatto un drive così lungo? Semplice, basta lasciare che convertano ogni singolo terzo down cui li si forza, e il gioco è fatto. Un Miles Burris invisibile e sempre in ritardo, tackle lisciati e schemi da riscrivere, sono la ricetta per andare sotto 7-0 contro una squadra che, se le dai un piccolo vantaggio, è in grado di umiliarti.

SECONDO QUARTO: Se i Raiders mostrano qualche nota positiva, sicuramente qualcosa di brutto sta per accadere. Questa filosofia di vita si è sempre dimostrata valida, e questa domenica il primo esempio lo abbiamo avuto nel drive a cavallo tra i primi due quarti: se da una parte l’offense che faticava tanto ad ingranare riesce a guadagnare due primi down, ecco che un drop di Holmes su un tiro semplicissimo uccide tutto il momentum. Altro punt di King e Cardinals di nuovo in attacco. La difesa Silver&Black, dopo aver concesso l’ennesima conversione di un terzo down, riesce a fermare gli avversari, soprattutto grazie ancora una volta a Mack e a Mayowa, che riesce a deviare uno screen diretto ad Ellington.
Il punt di Arizona finisce nelle mani di Carrie che lo ritorna per oltre 50 yard, se non fosse per un blocco illegale di Butler (assolutamente inesistente ma flaggato lo stesso), che manda Carr&Co alle proprie 15 yard.
Senza ancora mostrare niente che possa dare una qualche dimostrazione che Olson meriti un ulteriore anno come OC, l’offense va 3&Out. La scelta degli schemi è diametralmente opposta a quella mostrata contro i Chargers, e ancora una volta l’attacco sembra non avere alcuna identità.
Ad infierire su quella già disastrosa situazione, ci pensano gli avversari, con un Palmer che connette con Floyd per 33 yard, seguito da un Terrelle Brown e un Usama Young indecenti nella copertura.
Quando tutto sembrava sfuggito dalle mani, ecco che si accende un barlume di speranza. Convertendo prima un critico terzo down con un completo su Rivera per 18 yard e poi un lancio lungo 55 yard direttamente sulle mani di Brice Butler, ci pensa McFadden con una corsa da 1 yard a segnare il TD portando il risultato a 14-7.
Forti dei punti messi su, la difesa scende in campo per giocare, intercettando Carson Plamer su un lancio deviato e regalando la palla all’attacco, che tuttavia non riesce a capitalizzare e si deve accontentare di un Field Goal. 14-10 e tutti nello spogliatoio.

TERZO QUARTO: Dopo aver contenuto gli avversari evitando che andassero ad aumentare il distacco, i Raiders tornano ad attaccare con un rookie QB che in due occasioni consecutive trova Jones e Moore per dei completi davvero complessi da ottenere. L’unico problema di quel drive è la confusione che si viene a creare una volta giunti alle 35 yard avversarie, perché necessitando di un Time-Out per riorganizzare le idee, Greg Olson chiama uno schema che non ha alcuna possibilità di riuscita contro il man coverage mostrato dagli avversari, e quindi è ancora una volta Janikowski a dover calciare accorciando il distacco a 14-13 per gli ospiti.
I festeggiamenti per questo risultato durano ben poco. Se fino ad allora il running game avversario non aveva avuto l’impatto di quello dei Chargers la settimana precedente, nel drive successivo accade il prevedibile. Ellington, aiutato dai refs che chiamano una penalità per Pass Interference difensivo parecchio opinabile (non stava neanche guardando la palla imprendibile durante la sua traccia), corre in faccia ai Silver&Black, entrando in End Zone con relativa facilità, e aumentando il divario a 21-13.
Purtroppo come da copione inizia il declino, e già nel drive successivo, nonostante un PI su Peterson, la squadra di casa esce dal campo a mani vuote, restituendo la palla agli avversari e ponendo fine anche a questo quarto.

QUARTO QUARTO: L’ultima frazione di gara è completamente da dimenticare. Nonostante sul tabellone ci siano solo 3 ulteriori punti messi su dai Cardinals, ciò che è stato mostrato è mille volte peggio.
Se da un lato c’era un offense che con un play calling prevedibile bruciava ogni minima possibilità di ritorno, dall’altra c’era una difesa che permetteva ogni singola conversione di terzo down affossando una squadra che più in basso di così si pensava non potesse andare. Partita pessima con sconfitta più che meritata, non servono parole aggiuntive.

ANALISI

L’unica cosa che gli Oakland Raiders dovevano fare contro degli Arizona Cardinals non in grado di poter contare su alcun tipo di vertical game, era riprendere da dove avevano lasciato contro i Chargers in attacco, e mostrare decisamente più aggressività in difesa. Quello che è successo è invece stato tutt’altro, con un collasso offensivo non indifferente, e una difense che nei momenti più importanti sembrava inesistente.
Andiamo ad analizzare i diversi comparti in modo da cercare di capire dove stanno i problemi da risolvere.

OFFENSE: Gli undici deputati a metter punti sul tabellone sembravano essere completamente diversi da quelli della scorsa settimana. Se Derek Carr era riuscito nell’impresa di segnare 4 TD conquistando un franchise record, questa volta non ha potuto fare niente. Per quanto protetto da una linea che ha concesso solo un sack, ma che si è comportata egregiamente per tutto il resto del tempo, il rookie QB pur sfuggendo alla pressione ha trovato difficilmente qualcuno cui tirare la palla.
I ricevitori sono il punto debole, e lo hanno mostrato chiaramente durante questa ultima partita. Ci sono due grossi problemi di fondo: non sanno prendere la palla e non sanno smarcarsi dalle marcature dei CB. Un WR che non è in grado di fare nessuna di queste due cose non è degno di essere chiamato tale, e i Silver&Black hanno urgentemente bisogno di una mano in questo settore, perché se la maggior parte dei drive si suicidava dopo neanche tre snap, la colpa era solo loro.
Altro punto dolente è il running game: sia McFadden che Jones-Drew hanno perso tutto, venendo limitati alle solite 2-3 yard per carrie e forzando così i Raiders a lanciare più del dovuto.

DEFENSE: Ancora una volta non va bene, non va bene per nulla. La linea difensiva manca di pass rush e questo è il bisogno più urgente da coprire nel draft. I Raiders riescono a mettere pressione solo quando Mack si allinea sulla linea di scrimmage, perché in tutti gli altri casi Carson Palmer aveva tutto il tempo del mondo per tirare e trovare i sui ricevitori.
Altro punto negativo è il running game: esattamente come settimana scorsa, dove i Chargers hanno marciato fisicamente sulla testa dei Silver&Black, anche questa volta il RB (Ellington) ha fatto quello che ha voluto per due interi drive. Tackle mancati e pessime letture di Miles Burris hanno portato inevitabilmente i Cardinals ad assumere pienamente il controllo del match fin dal terzo quarto.
La cosa peggiore però sono i terzi down. Durante tutta la stagione, la difesa ha concesso il 53% di conversioni del terzo down, piazzandosi ultima nella classifica. Questo numero è vergognoso, e mostra una mancanza di controllo della situazione che ovviamente si riflette sul tempo di possesso palla.

COACHING STAFF: visto che sullo Special Team non c’è nulla da dire, vorrei invece concentrare l’attenzione sui due coordinatori sulle quali spalle grava buona parte del peso di questa sconfitta.
– Greg Olson è da rimpiazzare a fine stagione. Nella sua intervista del Giovedì, dopo la partita contro San Diego, disse che il successo dell’Offense era dovuto a ciò che la difesa degli avversari mostrava. Questo sarebbe dovuto essere un avvertimento per ogni fan, perché detto in altre parole si può intendere come “se la difesa avversaria non ci mostra punti deboli palesi, il nostro attacco farà schifo”. La scelta degli schemi è tornata ad essere in più occasioni sia ripetitiva, che prevedibile, che conservativa. Questa ricetta è valsa l’ultimo posto in total yard conquistate, e ormai sembra che ci sia ben poco da fare a riguardo. Nessun aggiustamento all’halftime, nessun coinvolgimento dei giocatori che hanno brillato la scorsa partita e un risultato di una sterilità con pochi precedenti, rendono Olson altamente spendibile.
– Jason Tarver meriterebbe di essere buttato fuori a calci in questo istante. Oltre a non essere affatto all’altezza del lavoro, non ha alcuna capacità di usare il personale a sua disposizione in maniera efficace, e il play calling è una delle cose più atroci cui si può assistere. Ogni terzo down per la difesa voleva dire “Soft Coverage”. Ad un 3-7 chiamare uno schema che prevede un cuscino di 8 yard è forse ciò che di più stupido esista. In tutti questi anni non ha mostrato nessuna ragione per meritare di essere tenuto anche solo un giorno in più, e  in quanto rimasuglio di quel cancro che è stata l’era di Dennis Allen, merita di essere estirpato seduta stante.

Dopo questa sconfitta, gli Oakland Raiders sono ufficialmente la squadra peggiore dell’NFL. Con la vittoria dei Jaguars a spese dei Browns, i Silver&Black sono gli unici a non aver ancora vinto una singola partita.
Questo inizio di stagione con un record di 0-6 è ufficialmente il peggiore degli ultimi 52 anni del franchise, e a giudicare come poi la schedule diventerà sempre più difficile ogni settimana che passa, un finale a 0-16 pare una possibilità plausibile.
Ormai, senza più alcuna speranza, tutti i tifosi vorrebbero vedere anche solo una singola W, non solo per interrompere una striscia perdente che va avanti da 12 partite, ma anche per evitare di sprofondare in una vergogna assolutamente immeritata.
I prossimi avversari in lista sono i Cleveland Browns, usciti sconfitti proprio contro la stessa Jacksonville che era in una situazione identica a quella di Oakland, e conquistare la città dell’Ohio sarebbe una buona ragione per toglier la testa da dentro la “Brown Paper Bag of Shame” (tipica busta di carta marrone usata per nascondersi dall’imbarazzo).