NFL Week #7: Kansas City Chiefs @ San Diego Chargers recap
La sconfitta in casa contro i Chiefs era preventivabile ma resto dell’idea che siamo leggermente più forti per valori complessivi nel confronto dei reparti. Il football però non è fatto solo di questi raffronti ma per fortuna è molto di più e sono le squadre a vincere non i reparti o i singoli giocatori molto spesso con la grande partecipazione dei coaching staff che possono incidere in positivo e in negativo. E ieri la partita l’abbiamo essenzialmente persa proprio sul nostro terreno cioè sul tempo di possesso del pallone, 39 minuti contro i nostri 21 e quando è così a meno di tanti big play che non ci sono stati e che non siamo capaci di produrre (nessun turnover, nessun guadagno superiore a 27 yds e nessuna produzione degli special teams) non si va da nessuna parte. E questo dato va a merito dell’attacco dei Chiefs, dell’offensive coordinator, di Alex Smith, di Charles che totalizza quasi 100 yds, di Bowe che raddoppia la sua media di guadagno stagionale e Kelce e di un ottimo lavoro della linea di attacco. In particolare ha impressionato l’efficacia sui terzi down nella cui classifica eravamo primi riguardo l’attacco.
E per le stesse opposte ragioni molte ombre calano sulla nostra difesa sulla quale bisogna sottolinearlo, aldilà di un generale appannamento, hanno pesato come un macigno le assenza nelle secondarie. Difatti, quando Flowers ha dovuto abbandonare la tenzone che probabilmente non doveva proprio cominciare ed in assenza di Verrett ci siamo dovuto affidare per tre quarti di gara a Marshall che si è mostrato inadeguato a ricoprire il suo vecchio ruolo di cb. Né ai persistenti errori di Marshall si è pensato ad esempio di ovviare provando Gilchrist nel suo vecchio ruolo e usando Marshall come nickel back. Si è visto solo verso la fine il rookie Chris Davis. Sono stati impiegati molto sia Carrethers che Palepoi in linea di difesa così come è stata continua l’alternanza tra Conner LB da primo down con Gachkar in passing situation. Da registrare inoltre i sack di Gilchrist. Liuget e Jarret Johnson. Preoccupano e tanto i placcaggi sbagliati in più di una occasione e da parte di tanti giocatori. Sul td di Sherman poi è sorprendente come Lissemore, recuperandolo da dietro, nel tentativo di fare uno strip tackle, tarda tanto ad intervenire da fargli varcare l’endzone. Lo stesso aveva tentato sempre senza successo Conner ma al centro del campo cioè in posizione dove mettere in atto questo tipo di tecnica è un merito per chi la applica ma non a 2 yds dal td.
Poi le partite son fatte anche da episodi e quella scellerata chiamata finale di facemask a Liuget ha pesato fin troppo sull’economia della gara e sulla possibilità di una vittoria.
In attacco, Oliver realizza un’altra prestazione bellissima assecondato da una linea di attacco che alterna grandi giocate ad errori madornali contro un fronte difensivo di enorme qualità. Oliver è stata una delle poche note liete della serata perché in quelle 15 portate con 67 yards guadagnate ha mostrato di metterci del suo con alcune movenze che enfaticamente il telecronista non ha esitato a paragonare addirittura a Barry Sanders. Il paragone pesante e apparentemente peregrino è stato evidente soprattutto in quelle azioni di esitation cioè di sospensione della corsa e di cambio repentino di direzione che tanto avevano fatto sognare quando erano eseguite dal fuoriclasse dei Lions e che sono possibili innanzitutto grazie al comune baricentro basso. In linea si vede con grande insistenza Watt il quale ormai gioca con sistematicità una staffetta di messicana memoria con Troutman nel ruolo di guardia destra. Una scelta opinabile e difficile ma che D’Alessandris ha deciso di operare per ragioni che ovviamente da qui ci sfuggono.
Rivers invece disputa una partita onesta altalenando cose magnifiche con alcuni errori di tocco e di valutazione. La connessione con Gates però ormai attiene all’elite del football ed il nostro tight end ha un biglietto prossimo di sola andata per Canton, Ohio. Le traiettorie, le finte, i movimenti attraverso i quali è capace di liberarsi anche in spazi strettissimi, la qualità delle mani sono partita dopo partita come un clinic per chi volesse giocare in questa posizione. Il problema maggiore di Rivers però è stato quello che non gli è stato concesso di giocare, di lanciare, di dare ritmo al gioco offensivo e questo come detto va a merito soprattutto della difesa di Kansas City. Finisce con sole 205 yds lanciate in 31 tentativi e 17 completi con 2 td’s ed un intercetto nell’ultimo gioco della partita. I ricevitori non sono stati un fattore perché Allen è stato splendido ma tutto sommato in un solo drive e Floyd ha da par suo fatto un paio di fenomenali ricezioni in salto ma scomparendo per il resto della gara. Royal e Green invece non pervenuti tanto che a segno ci va oltre che il solito Gates con una ricezione da circo su una palla deviata e Philips, il tight end bloccatore, che riceve indisturbato su una peretta esecuzione di play action in goal line situation.
Alla fine abbiamo perso con un field goal a 21secondi di 48 yds del rookie Santos per cui siamo rimasti sempre in partita e l’overtime sarebbe stato forse il naturale epilogo della gara ma non dimentichiamo le tre occasioni nitide avute dai Chiefs per incrementare il punteggio con i due dropped pass e l’azione di Jenkins sulla sideline.
Come detto per altre partite, questi sono gli incontri che fanno la differenza in una stagione e che pesano nell’economia generale di un campionato. In questo quadro, contro una buona squadra era inevitabile rischiare di perdere e seppure non credo mai che una sconfitta posa servire perché in assoluto è sempre meglio vincere, speriamo che possa servirci per la partita contro il rullo compressore Denver. Servirà invece molto a quanti tra i tifosi facevano voli pindarici dopo le prime partite: non eravamo straordinari prima e non siamo brocchi ora. Io piuttosto ho la sensazione che bisognava vincere con i Chiefs in modo da poter giocare alla pari e più spensierati contro i Broncos per poi magari anche perdere. Adesso invece rischiamo fortemente di inanellare due sconfitte di seguito e abbiamo in questo modo rimesso in corsa i Chiefs.
La partita con i Broncos arriva anche molto presto perché tra tre giorni si va in campo. Ci sarà anche meno tempo per prepararla e se ieri sera abbiamo sofferto un attacco che nel reparto ricevitori non è tra i più sfavillanti, mi preoccupa cosa faremo contro lo stesso reparto dei Broncos azionato da Manning. Decisivi sarebbero i recuperi di Flowers e Verrett e che la prestazione della linea difensiva salga di tono come nelle settimane scorse. In attacco dovremo essere capaci di stabilizzare il gioco, di giocare drive lunghi e di essere di nuovo seriamente efficaci sui terzi down. Il test è il più probante perché la difesa dei Broncos è stracolma di talenti in ogni posizione.
GO BOLTS !!!