I Cardinals guardano oltre l’infortunio a Carson Palmer
Si potrebbe facilmente ironizzare sul fatto che Carson Palmer non sia poi andato così male nonostante l’infortunio, in fondo aveva appena siglato un accordo da 50 milioni di dollari con i Cardinals. In realtà, stiamo parlando di un dramma sportivo serio: un attimo prima Palmer sta guidando Arizona ad una nuova vittoria verso l’agognato ritorno ai playoff e magari anche a qualcosa di più, che dalle parti dei biancorossi manca dal 1947; un attimo dopo è un signore di quasi 35 anni con un ginocchio massacrato per la seconda volta nella vita, che probabilmente sta dicendo addio all’ultima speranza di una esistenza sportiva, ovvero issarsi sul tetto del mondo.
Il quarterback degli Arizona Cardinals, che sarà collocato ovviamente in IR dopo l’infortunio di Domenica, non si è vergognato a far partecipi i giornalisti delle sue sensazioni nella conferenza stampa di lunedi:
“Non ho intenzione di mentire, ho pianto come un bambino la notte scorsa. Non mi ritengo un ragazzo emotivo. Non piango mai. L’ultima volta che ho pianto così è stato quando ho perso il mio amico e compagno di squadra Chris Henry nel 2009”
Come ha osservato Adam Schefter, questa è la seconda volta che Palmer viene schiaffeggiato dalla sorte: nel 2007 firmò un contratto da 119 milioni di dollari con i Cincinnati Bengals ma si infortunò al crociato anteriore in una partita di playoff solo dieci giorni dopo sul suo primo lancio di gara, con una gravità che il medico di Palmer definì di entità “quattro” su una “scala da uno a tre”.
Dal punto di vista dei Cardinals, Bruce Arians non ha dato l’idea di essersi scomposto per questo grave infortunio, ed ha accordato piena fiducia alla squadra ed al backup Drew Stanton con una dichiarazione “botto”:
“Siamo in grado di vincere il Super Bowl con Drew Stanton. Non vi è alcun dubbio, a mio avviso”
Drew Stanton, prodotto di Michigan State in cui giocò anche assieme a Brian Hoyer, questa stagione ha già guidato i Cardinals in tre occasioni da starter, ha portato a casa due vittorie con i Giants ed i 49ers, ed è stato sconfitto a Denver 41-20. E’ poi subentrato a Palmer domenica completando vittoriosamente la gara contro St.Louis. Alla sua ottava stagione NFL, ha sette start in carriera. Ha completato appena il 53,8 per cento dei suoi passaggi con otto touchdown a nove intercetti. Tuttavia la sua stagione 2014 segna 46/93 per 614 yard (0,495) con tre segnature e zero intercetti, che ne hanno fatto un signal caller non appariscente ma solido, che ha dato ad Arizona un paracadute degno di una squadra che punta in alto. Ha lasciato una squadra sul 3-1 ed ora si ritrova un team con il miglior record della lega, 8-1. Una squadra che è nella metà superiore della lega per attacco su passaggio ma che, soprattutto difende in maniera eccellente le corse.
Ma soprattutto, una squadra che ha avuto la capacità di passare sopra altre disgrazie sportive: il linebacker Daryl Washington sospeso, il linebacker Karlos Dansby andato via in free agency, il DL Darnell Dockett infortunato per tutta la stagione. Palmer aveva per l’appunto già perso tre partite all’inizio di questa stagione per un infortunio alla spalla, e nonostante questo una sola sconfitta, patita a Denver.
Nulla fa presagire che la squadra si scioglierà come un ghiacciolo a ferragosto, anche dopo questa ennesima brutta batosta.