Analisi dal Lato Oscuro Week #11: Oakland Raiders VS San Diego Chargers

Quello che affrontiamo oggi è l’analisi di una delle partite più brutte cui abbia mai assistito in vita mia. Parliamo di un match tra due squadre che non hanno mostrato assolutamente alcuna minaccia offensiva, e che per tanto è stato rallentato mostruosamente da tutti i giochi dello special team.
Gli Oakland Raiders, provenienti da una sonora sconfitta contro i Broncos, avevano la possibilità di riscattarsi e conquistare la prima vittoria, proprio contro quella squadra che 5 settimane prima era quasi riuscita a battere.
I San Diego Chargers, dall’altra parte, provenivano da una bye week dove si pensava avrebbero agito per cercare di superare quella crisi che sembra averli attanagliati.
Quello che si può dire dopo quegli interminabili 60 minuti di orologio, è che nessuna delle due squadre ha centrato l’obbiettivo, e per quanto San Diego si sia portata a casa la W, hanno ben poco da festeggiare quel 13 a 6.
Dopo questa panoramica, concentriamoci sui vari reparti, anche se teoricamente potrei fare un bel copia incolla dalle ultime 5 partite visto che non è cambiato niente di una virgola.

OFFENSE
Per l’ennesima volta, l’attacco dovrebbe inginocchiarsi a terra e implorare il perdono di tutta la squadra. Sterile, in confusione, prevedibile e senza talento, sono solo alcuni dei vari aggettivi che potrei utilizzare per descrivere la prestazione di quest’ultima partita (perfettamente in linea con quello dell’ultimo mese).

Derek Carr continua nella sua striscia di prestazioni mediocri. Iniziando fin dal primo momento con un erroraccio (un pasticcio tra lui e Wiz), regala il possesso palla dopo pochissimi secondi ai Chargers che, per tutta risposta, segneranno l’unico Touchdown della partita.
Lanci un po’ più lunghi rispetto al solito (ma sempre più corti del paletto che segna il primo down) hanno portato inesorabilmente a ben 6 3&Out, 9 Punt totali e uno stallo dei due drive decenti conclusi con due Field-Goal. La ragione di questa vergognosa performance, è purtroppo derivante dal fatto che lo staff mette tutto sulle sue spalle e, cercando di far tutto da solo, commette diversi errori. I numero di lanci Off-target è aumentato e purtroppo, non potendo contare su ricevitori che correggano il suo errore, il tutto finisce in miseria.
Il running game è stato ancora una volta la ragione del suicidio offensivo. Darren McFadden e Mourice Jones-Drew hanno mostrato ancora una volta quanto male un giocatore possa giocare. Schianti sulla linea, nessuna visione di gioco, nessun cut e nessuna finta, hanno dato come risultato le solite 2 yard per carry, con una difesa avversaria che sapeva già che tanto sarebbero arrivati dritti al centro. Per via di questa inettitudine, le play action che lo staff ha cercato di infilare durante la partita, non sono mai state vendute, e ogni giocatore di San Diego sapeva già di dover andare in copertura.L’unico barlume di speranza è stato Latavius Murray che, in sole due corse, ha eguagliato ciò che McFadden è riuscito a fare fino a quel momento, e ciò che MJD ha fatto in queste ultime 5 partite. Ovviamente, a dimostrazione dell’espressione “la stupidità umana non ha limiti”, Greg Olson ha deciso subito di toglierlo, ha fatto schiantare DMac al centro e, dopo aver dato altre due possibilità al #28, ha completamente abbandonato il gioco di corsa rendendo l’attacco unidimensionale quando ancora mancavano 7 minuti alla fine della partita.
I WR ancora una volta sono stati incapaci di creare qualsiasi tipo di separazione. La necessità di un vero ricevitore #1 comincia a farsi sempre più sentire, e il draft deve per forza farlo arrivare. L’assenza di Rod Streater, l’unico che ad inizio anno dava un contributo tangibile, è diventata una condanna per il giovane QB, e considerando che il suo ritorno non potrà avvenire fino alla Week 12, la sofferenza continuerà a farsi sentire.
L’ultima analisi per questo comparto va alla linea offensiva. Quando ho iniziato a pensare che, considerando che i due RB non producevano nulla, la colpa fosse per gran lunga loro, ecco che arriva Murray che invece mi smentisce. Da un punto di vista del run blocking siamo ancora lontani da un risultato decente, specie per Howard e Barnes che continuano a lasciar passare gli avversari che bloccano tutto sul nascere; il pass blocking invece va decisamente meglio, con un solo sack concesso (per altro all’ultimo minuto), e un numero di hurries decisamente basso.
Un piccolo appunto va fatto sulla difficoltà che l’intera unità ha dovuto subire: i punt di Scifres. Il Punter dei Chargers ha giocato una partita magistrale, spedendo la maggioranza dei palloni non solo entro le venti yard, ma anche entro le 5.

DEFENSE
Questa partita, se l’attacco avesse giocato come la difesa, sarebbe stata dominata. La settimana precedente contro Miami, San Diego non era riuscita a segnare neanche un punto, e se l’offense nero e argento avesse mosso la catena anziché fare 3&Out, i ragazzi di Tarver avrebbero tranquillamente potuto eguagliare quella performance.
La D-Line è riuscita a mettere sempre più pressione. Durante queste settimane, l’unità è cresciuta parecchio, e ogni elemento (da Tuck a Smith, da Ellis a Mayowa) sta contribuendo a questo successo. Justin Ellis sicuramente è quello che in questa partita è saltato agli occhi: il rookie da Louisiana Tech molto spesso è stato la chiave per far collassare la tasca avversaria, e molti dei risultati ottenuti (come le corse morte sul nascere e Rivers in grossa difficoltà) sono da attribuire al ragazzone da oltre 330 pound.
I LB anche questa volta sono stati i veri protagonisti. Khalil Mack, dopo aver passato settimane tra doppi blocchi, pressioni e hits, ha finalmente messo agli atti il suo primo sack da pro. Sio Moore ha svolto un compito importante sia nelle coverage che, soprattutto, sulle corse. Miles Burris, anello debole del gruppo, si è ripreso dalla figuraccia contro Manning e, anche se non è certo da premiare come miglior giocatore in campo, non ha causato molti danni.
Il secondario si è comportato egregiamente, ma ancora una volta si è lasciato scappare occasioni importanti. Il primo e unico TD dei Chargers è avvenuto perché, mentre Carrie stava marcando a uomo Floyd, il rookie si è girato dalla parte sbagliata e ha permesso al gigante WR di ricevere indisturbato. Per il resto della partita però T.J, è riuscito a controllare bene i passaggi di Rivers, rendendosi protagonista di un signor stop su un lancio diretto sulle mani di Keenan Allen. L’occasione d’oro che tuttavia avrebbe potuto dare alla partita un finale completamente diverso, è il mancato intercetto di Woodson: in marcatura uno a uno su Gates, la FS si lascia sfuggire un pick che solitamente riesce a strappare, e permette al futuro Hall OF Famer di prendere la palla miracolosamente dopo un tip per rimettersela a posto.
Da un punto di vista generale, però, l’effort di questa difesa è stato di tutto rispetto: Rivers è stato mantenuto sotto le 200 yard, e anche se le yard corse dagli avversari sono state 120, considerando il fatto che erano sempre in campo per l’incompetenza dell’attacco, va più che bene. Gli stop critici sono stati fatti in più occasioni, non sono stati concessi TD se non quello iniziale (la cui colpa grava sull’offense) e hanno tenuto i Raiders in partita fino all’ultimo secondo.COACHING STAFF
Ancora un volta la situazione non cambia, ma cercherò ugualmente di spendere due prole per ciascun coach.
Tony Sparano, arrivato alla sua sesta sconfitta e con niente da perdere, continua a giocare in maniera conservativa alla Dennis Allen. In più di un occasione mi sarei aspettato dei giochi più aggressivi, come l’andare al quarto down poco prima del secondo Field Goal segnato, ma invece niente. Nessun azzardo, nessun aggiustamento offensivo, nessuna capacità di scegliere il miglior line-up da mettere in campo. Sinceramente sto continuando ad essere deluso dalla sua performance, e nella mia testa, si fa sempre più forte l’idea che non meriti neanche di esser preso in considerazione per il posto di HC vacante per la prossima stagione.
Greg Olson è semplicemente orribile. La performance del suo attacco è ridicola e prevedibile. Guardando la partita mi è venuto più volte da pensare che il suo playbook sia composto da solo 3 pagine, con 5 o 6 schemi che si ripetono all’infinito, e nessuna voglia di stravolgerlo un po’, neanche per provare l’ebrezza di guadagnare un primo down. Se pensavate di aver visto tutto, Greg Olson rispolvera la frase “non c’è limite al peggio”, mettendo sul campo un prodotto così scadente da meritare il licenziamento lampo (che purtroppo non è arrivato). Una ulteriore critica che mi sento di muovere all’OC è l’aver tolto Murray dal campo per mandare McFadden a sprecare l’ennesimo down: non saper riconoscere il momento in cui è tempo di fare un cambiamento (visto che ciò che ha fatto fino ad ora è stato un fallimento su più fronti), è o una dimostrazione di arroganza o una di ignoranza.
Jason Tarver continua a darmi soddisfazioni. E’ riuscito ancora una volta a costruire un Game Plan più che buono per contenere un attacco pieno di armi, e l’ha fatto in maniera egregia. Il vero test, però, sarà contro i Chiefs e Jamal Charles, e se dovesse riuscire nell’impresa del tenerlo sotto le 100 yard, inizierò una petizione per il suo mantenimento a fine stagione.Altra sconfitta andata e, probabilmente una in arrivo: Giovedì notte i Kansas City Chiefs vanno in casa Raiders per proseguire la loro striscia vincente di 5 partite. Nell’altra faccia della medaglia, Gli Oakland Raiders cercheranno di metter fine alla striscia perdente che ha raggiunto un intero anno di calendario. L’impresa sembra ardua, ma con una maggiore partecipazione di Muray, la partita potrebbe risultare (si spera) più combattuta di quanto i numeri delle statistiche mostrino.

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