NFL Week #12: Packers@Vikings recap espresso!
Vikings-Packers è una partita che, nonostante lo stato di condizione attuale delle due squadre, è sempre intensa e mai scontata. I Packers arrivano all’appuntamento come primi in testa alla classifica della NFC North e forti delle ultime due vittorie nelle quali hanno presentato a Chicago e Philadelphia il salato conto di oltre 50 punti segnati cadauna. Vincere nuovamente con altri 50 punti segnati segnerebbe un nuovo record nella storia della lega, cui si aggiungerebbe la ciliegina sulla torta di averlo stabilito sul cadavere dell’arcirivale Minnesota. Minnesota che non è per niente data per favorita dagli scommettitori ed è reduce da una sconfitta di misura in casa dei Bears dopo due vittorie consecutive non limpidissime contro Tampa Bay e Washington.
Pronti-via ed il match vede subito i Packers in balìa della difesa di Minnesota, che ineditamente inizia con piglio aggressivo l’approccio alla gara e concede a Rodgers un solo primo down prima di costringere Green Bay al punt nel primo drive dell’incontro. Palla a Minnesota e gli ospiti rispondono alla stessa maniera, concedendo solo una ricezione degna di nota (23 yard) a Rudolph, ma fermando Bridgewater e compagni sulla linea delle 47 yard dei padroni di casa. Nel drive seguente i Packers riescono ad avanzare fino a metà campo, per poi essere fermati sul 4th and short da un intervento al limite di Rhodes su Nelson, per il quale la panchina dei Green and Gold invoca invano la pass interference. Il secondo drive per i Vikings dà il la ad una ghiotta ripartenza per GB, la cui difesa riesce a far collassare la linea ed a costringere Bridgewater ad un intentional grounding per evitare il sack.
Con un punt return di 17 yard Hyde consegna a Rodgers come detto un’ottima posizione di campo che GB, nonostante il fumble forzato da Barr ai danni di Starks ma recuperato da Nelson, riesce a far fruttare con un touchdown su corsa (o per meglio dire su salto) da 1 yard di Lacy. La terza occasione è però quella buona anche per Minnesota che, faticando non poco, riesce ad andare in touchdown con Johnson grazie alla specialità della casa: tocco dolce sul lato destro profondo di Bridgewater per 22 yard. Buono il momento per i Vikings che nel possesso seguente riescono a costringere i rivali al punt, ma quando sono oramai in raggio da FG, Bridgewater, che continua ad evidenziare problemi di connessione con i sui WR nel profondo, viene intercettato da Hyde sulla linea delle 47 yard di GB, la quale si dimostra poi più brava a sfruttare il turnover con una connection Aaron Rodgers-to-Richard Rodgers (colpevolmente lasciato libero da marcatura) da 1 yard valevole per il touchdown del momentaneo 14-7.
I Vikings però non mollano l’osso come accaduto all’andata e negli ultimi 3 minuti e mezzo riescono a raggiungere il raggio da FG utile per permettere a Walsh di mettere a segno i 3 punti (su tentativo da 39 yard) che stabiliscono il punteggio sul 14-10 col quale le due squadre vanno a riposo (nell’ultimo drive Rodgers preferisce inginocchiarsi data la manciata di secondi rimasti a disposizione).
La ripresa si apre subito con un kick return di Ford che consegna un’interessante posizione di ripartenza (39 yard di Minnesota) a Bridgewater. La posizione però non viene minimamente sfruttata da Minnesota (anche complice una sanguinosa flag, offensive holding per 10 yard, rimediata dal solito Kalil), brava se non altro a consegnare a Rodgers una pessima posizione di ripartenza, con un ottimo punt di Locke da 49 yard che aiuta gli ST a bloccare Hyde sulla linea delle 16 yard. Ed in effetti Rodgers incontra molte difficoltà nel drive seguente, chiuso sul 4th and 27 da un sack di Robison. Palla quindi a Minnesota che ancora una volta fa fatica a raggiungere la linea del touchdown ma riesce perlomeno a portare a casa 3 punti grazie ad un FG dalle 51 yard messo a segno dal solito Walsh, 3 punti che successivamente arrivano anche per Green Bay con un field goal dalle 55 yard trasformato da Crosby.
È tuttavia nel 4° quarto che arriva l’allungo decisivo ai fini dell’incontro di GB nei confronti di Minnesota, la cui difesa continuamente sfiancata dalle corse di Eddie Lacy alla fine cede al touchdown del 24-13, proprio a firma del power back di GB con una portata da 10 yard. Il 4° quarto è però, come noto a chi segue la squadra del Minnesota, anche il momento della gara in cui la manovra offensiva dei Vikings acquisisce dinamicità e disinvoltura, e anche stavolta a 3 minuti dalla fine Bridgewater riesce a trovare in successione le mani di Jennings per il passaggio da TD e per la conversione da 2 punti che fermano il punteggio sul 24-21 finale. GB difatti nel tempo rimanente utilizza al meglio il proprio trattore che risponde al nome di Eddie Lacy e fa scorrere le lancette prima di chiudere anche la seconda metà di gara inginocchiata.
Inginocchiata ma vincente, visto che l’atto comporta W, testa della division ed un piede buono già in post-season.
Per Minnesota invece una sconfitta molto amara, perché i Vikings hanno dato costantemente l’impressione di poter portare a casa la quinta vittoria stagionale, vittoria che avrebbe complicato (poco in verità) il cammino degli arcirivali divisionali e che quindi è ancor di più motivo di rimpianto. La squadra ogni volta, per un motivo che sa solo lei, trova difficoltà in attacco per buona parte della gara ma la scioltezza con cui ogni volta nel finale di gara riesce ad andare a touchdown o comunque vicinissima alla marcatura dimostra che la base su cui lavorare è buona ma manca forse la convinzione nei propri mezzi ed un’organizzazione ancora pienamente efficiente.
Meglio la difesa invece, che però se da una parte concede solo 2 TD pass a Rodgers (quest’anno solo Seattle, Detroit e New Orleans erano riuscite a fare meglio, tra le squadre incontrate da GB) dall’altra soffre troppo, come all’andata, uno straripante Eddie Lacy, vero e proprio fattore per la squadra del Wisconsin. Certo, l’avversario era di quelli tosti non solo per attuale stato di forma ma anche per tradizione, e per una squadra all’anno 0 come Minnesota a perdere con uno scarto di 3 punti per certi versi ci sarebbe da vedere il bicchiere mezzo pieno, però una squadra, che deve vedere già da oggi in ottica futura, non può e non deve buttare partite come queste in cui la vittoria è lì alla portata. Testa ora alla week 13, in cui arriveranno al Bank i non irresistibili Carolina Panthers; per GB invece un big match casalingo che è anche il più quotato per “l’appuntamento” di febbraio: quello contro i New England Patriots di Tom Brady e Bill Belichick.
– Teddy B. –