Gli appassionati di football #1: Un pallone sulla luna

Sono tanti i ragazzi che si appassionano al football e fanno conoscere la loro passione attraverso i canali di comunicazione, vogliamo presentarvene alcuni nel corso di queste settimane, iniziamo con la crew che da vita alla trasmissione “radiofonica” dal titolo “Un  pallone sulla luna” legato al gruppo facebook “Tutto Football NFL”.

 

Intanto, molto brevemente, fatevi conoscere: chi siete e come siete arrivati al football, casomai siate partiti altrove.

Luca Domenighini: 23 anni, studente di Sicurezza Informatica, praticamente un NERD prestato al football.

Io oramai sono una voce “Nota”, partecipo ai Podcats di Radio PlayitUSA “Delta House” sulla NCAA e “First Pick” sul Draft, oltre a scrivere per diversi, tra cui Huddle Magazine, che è il sito che mi ha “lanciato”.Al football mi sono avvicinato quasi per caso, era metà anni 2000 di una mattina di Agosto e su ESPN Classic c’era il primo Super Bowl di Elway e dei Broncos, e da li nacque la mia passione. Poi con gli anni ho sviluppato un interesse viscerale per la NCAA e che cerco di guardare anche più della NFL.

Luca Barbieri: 35 anni di cui 25 dedicati al calcio giocato a livello agonistico. Semplicemente un giorno mi sono stufato di seguire uno sport che a livello professionistico è più falso d’una televendita di Wanna Marchi. Una sera sono capitato davanti ad una tv dove non so per quale strano motivo stavano trasmettendo del football. Da li è nato l’amore.

Alberto Ragas: 45 anni, mi occupo di edilizia e gestione di cantieri. Professionalmente mi muovo in giro per il mondo come responsabile di produzione nella realizzazione di opere sia infrastrutturali che edili in genere.

Ho iniziato ad appassionarmi al football  quando alla fine degli anni ’80 amici americani mi hanno portato all’interno di questo fantastico mondo. In quel momento in Italia non esisteva internet, il cellulare (come lo conosciamo ora) lo aveva solo James Bond nei suoi film, tablet e portatili forse qualche marziano in visita straordinaria sul nostro pianeta. Quindi avere informazione e notizie su quanto accadeva in America non era certo facile. Ed è forse per questo che la passione è cresciuta tanto: la voglia di sapere mi portava a chiedere ogni giorno informazione a persone che di football ne capivano molto più di me, a cercare di spostare l’antenna del televisore in modo da sintonizzarmi su qualche canale che forse dava sporadiche notizie, e tante altre cose che solo chi ha vissuto l’era pre-internet può capire. Inoltre in quel periodo in Italia esisteva un buon numero di società e praticanti di football con i quali poter condividere questa passione.

Giacomo Giannecchini: Come sono arrivato al football? Beh guardandolo in tv, negli anni ottanta, come molti del resto. Ero piccolo, ma mi sono innamorato di quello scontro tra colori sgargianti. Lo seguivo un po’ da lontano e non ho mai approfondito la conoscenza fino a qualche anno fa. Improvvisamente ho iniziato a studiare meglio le regole del gioco, poi gli schemi, le storie delle franchigie… da lì in avanti sono diventato assolutamente dipendente. E’ una passione completamente stridente con il mio mondo, il mio lavoro, le mie amicizie, le mie altre passioni… il mio amore per il football è un oggetto totalmente alieno nella mia quotidianità. Solo in internet riesco a trovare dannati fuori di testa che vivono questo sport con la mia stessa intensità. Il rimpianto più grosso e di non aver mai giocato a football in vita mia, se non in spiaggia.

 

Come mai la scelta di far sfogare la vostra voglia di parlare di football in questa modalità? Come mai la diretta piuttosto di una più comoda e tagliuzzabile registrata?

Luca Domenighini E’ stata una idea di Giacomo, volevamo sviluppare il gruppo più possibile e ha pensato a questa trasmissione. E’ stato un progetto top secret per mesi dato che nessuno sapeva tranne noi e ad fine Agosto abbiamo lanciato una idea. Noi non ci proponiamo come esperti ed analisti ma più che altro cerchiamo di fare una trasmissione amichevole, in cui diciamo cosa pensiamo, giusto o sbagliato che sia, e poi ne discutiamo, come succede normalmente al bar per altri sport. Ed è il motivo per cui cerchiamo sempre di avere un ospite e sentire le sue idee al tiguardo, anche perchè non tutti possono parlare di football a voce ma lo fanno solo dietro una tastiera.

La diretta è stata scelta per semplicità, youtube è un servizio facile per registrare qualcosa velocemente e renderlo subito disponibile senza dover prendere un sito e spendere tempo per tagliare, incollare le registrazioni.

Poi abbiamo anche saloto prepartita con altri ragazzi come Fabio Contu, il Coach Giuseppe Pulpito e Thomas Turolla, che ci danno una mano e ne siamo incredibilmenti grati. Una idea così simpatica, una specie di “Guida al campionato”, molto più corto e senza collegamenti dai campi.

 

Come preparate la scaletta del programma?

Alberto Ragas: La scaletta viene decisa in base agli argomenti di interesse che emergono durante la settimana e nella Game Week. Non c’è mai niente di prestabilito, e ogni argomento può essere inserito o tagliato un secondo prima che la trasmissione inizi. Questo è per me molto positivo perché consente di dare alla trasmissione quel taglio di spontaneità che doveva essere uno dei segni contraddistinguere il nostro lavoro.

 

Le domande agli ospiti sono frutto di un tavolo tra di voi o ognuno è libero di improvvisare?

Giacomo Giannecchini: Diciamo che c’è una discussione interna e le prepariamo, alcune sono decise in diretta ma con un breve consulto prima, ad esempio: mentre l’ospite parla se ti viene in mente una domanda la porgi in forma scritta agli altri e se approvano la fai in diretta. Io poi ho questo ruolo del “cazzone” che deve improvvisare tanto per non fare rimanere la trasmissione troppo statica. Con il football si scende spesso nel tecnico e senza rendercene conto potremmo diventare un po’ pesanti, sopratutto per i neofiti. Non dobbiamo mai dimenticarci che, nel nostro piccolo, abbiamo anche un ruolo da promotori della cultura del football. Ognuno di noi, non mi riferisco a me, Alberto, Luca e Dommy, dico proprio tutti noi appassionati di football. Quando abbiamo l’opportunità di parlare di football in pubblico bisogna sempre ricordarsi di essere semplici, in modo da far arrivare la bellezza del nostro sport a tutti. Anche per questo abbiamo deciso di non scendere troppo spesso nel tecnico, ma di mantenere la cosa su un tono colloquiale.

 

Perchè avete scelto Giacomo? Prendete qualcosa dai Servizi Sociali? Indennità di accompagnamento?

Luca Domenighini: Purtroppo come detto sopra, è lui l’ideatore e dobbiamo tenercelo, nonostante i vari pacchi che ci tira.

Luca Barbieri:Giacomo non lo scegli… Certe sfighe ti capitano e basta.

Alberto Ragas: Come fai a sapere tutte queste cose? Si, è tutto vero, ci pagano e anche tanto per tenere occupato Giacomo con la trasmissione. (Scherzo chiaramente).

La verità invece è che l’idea della trasmissione è venuta proprio a Giacomo che, tra di noi, è forse quello più visionario e con idee alle volte geniali ma mai campate in aria, come può invece accadere a chi è troppo sognatore con la testa sulle nuvole. Giacomo è una persona concreta, un vero appassionato di football, una persona preparata ed un amico con il quale puoi parlare seriamente di tutto. Di football in primis. Anche se la sua indole da “toscanaccio” è sempre presente, e da toscano DOC è sempre pronto in un secondo alla battuta divertente e alla risata.

 

E tu Giacomo, scambieresti Luca Domenighini per una valletta scosciata, notoriamente utilissima in un programma radiofonico?

Giacomo Giannecchini: Scambierei Domenighini anche per un pacco di zucchero semolato. No, davvero ragazzi, io è un po’ che dico che abbiamo bisogno di una tettona in trasmissione. Ma questi non vogliono assumermela! Anche un contratto Co.Co.Co. O un contratto a progetto. Niente da fare. Comunque Domenighini, a parte il cattivo gusto di tifare per i Broccos, è l’elemento che più si dedica al gruppo e alla trasmissione. E’ volenteroso, preparato e simpatico. Anche se ti suggerisco di non chiedergli mai un link, potrebbe crescerti la barba fino ad inciamparci mentre lo aspetti.

 

Quale Luca vi fa più tenerezza, quello che ha Manning quindi arriva al SB in carrozza e poi lo stracciano, o quello che ha Romo per tutta la stagione?

Alberto Ragas: Dommy (Luca Domenighini) è il più giovane del gruppo, ma anche quello più serioso e che ci riporta all’ordine quando noi “vecchi” iniziamo a fare i ragazzini “discoli”. E’ un ragazzo preparatissimo e che sta facendo un grande lavoro personale per lo sviluppo e la divulgazione della conoscenza del football americano in Italia.

Con Blu (Luca Barbieri) siamo amici da tanti anni ormai, abbiamo iniziato assieme l’avventura nel gruppo “Tutto Football NFL” e condividiamo le gioie e i tantissimi dolori nell’essere tifosi entrambi dei Dallas Cowboys. É per questo che tra di noi ci chiamiamo “Bro”, perchè solo i fratelli possono capire la vera passione verso questa squadra. E le tante mangiate di fegato amaro che in questi anni ci hanno unito guardando cosa combinavano in campo.

Giacomo Giannecchini: Entrambi. Il Dommy dopo essere stato cenciato a Saint Louis, ha cominciato a vedere la realtà della sua squadra: un grande team, costruito su giocatori molto esperti e capaci, che pecca di personalità e che sembra una squadra “troppo accademica”: quando ci vogliono gli attributi, la squadra si sfascia. Questo era già evidente nello scorso Super Bowl, ma la partita di Saint Louis ha aperto gli occhi anche a Domenighini. Quindi per lui ho profonda compassione. L’altro Luca (per gli amici Blu), come del resto Alberto, nel suo profondo è angosciato dal fantasma dell’8-8. Glielo ho detto settimane fa: “non importa come lo cominciate, se con un 6-2, un 7-1… un 8-8 è sempre un 8-8”.

 

A proposito. Qual è il vostro rapporto con i talk show sportivi televisivi?

Luca Domenighini: Io l’unico programma che guardo con continuità è il College Gameday il Sabato, che sinceramente adoro. Il College Football lo adoro e il formato di questa trasmissione è fantastico ed è un piacere sentire parlare Corso, Pollack, Howard e compagnia. Di tanto in tanto guardo l’ESPN Monday Contdown, che ha il suo picco nel C’Mon Man.

Luca Barbieri:L’unico programma che seguo in TV è “I re della griglia” su DMAX… e Peppa Pig…

Alberto Ragas: Seguo spesso le trasmissioni americane di approfondimento perché comunque attraverso loro riesci ad avere informazioni e dati utili  in maniera veloce da persone che certamente possono inserirsi nella categoria degli “esperti di football”. Ma internet e la ricerca personale rimangono la prima fonte di informazione e il mezzo migliore per tenersi aggiornati su quanto accade in America.

Giacomo Giannecchini: Non ne seguo.

 

Un pregio e un difetto di una trasmissione del vostro tipo.

Luca Domenighini: Pregio magari il fatto di trattare tanti argomenti e diversi punti di vista.

Difetto: Giacomo e, in seconda battuta, che è trasmissione in cui si rischia di aver qualche errore di distrazione, essendo una diretta non si può tagliare e rifare e qualche volta capita, più per distrazione che per incompetenza.

Luca Barbieri: Pregi che sia fruibile da tutti e che cerchi di toccare in poco tempo più tematiche possibile.

Difetto: Impossibilità di realizzare la parte video della trasmissione. Risulterebbe più interessante.

Alberto Ragas: Pregio: la spontaneità.

Difetto: ci sono alcuni problemi tecnici dovuti ai mezzi con i quali realizziamo la trasmissione che non possono purtroppo essere risolti. Va dato merito al lavoro straordinario di Luca Domenighini se ogni settimana riusciamo a realizzare una trasmissione di oltre un’ora ed un quarto di diretta limitando i problemi che inevitabilmente accadono. Tenete presente che ci colleghiamo in diretta da città diverse dell’Italia, e dall’estero per quanto mi riguarda.

Giacomo Giannecchini: Ah  non saprei parlare degli altri. Tra l’altro esistono trasmissioni molto belle sul football, sia in offseason che in season. Posso parlare dei difetti della nostra. Io, ad esempio, non ritengo di avere una voce adatta alla trasmissione. Ho un tono strascicato e noioso. Poi credo anche che dovremmo aumentare un po’ il ritmo, spezzettando maggiormente i contenuti. Spero francamente che la nostra trasmissione non diventi, come spesso accade a riviste, blog, gruppi, trasmissioni, un piccolo gruppo d’elité che si loda e si sbroda da solo. Non amo questo particolare atteggiamento. Nelle cerchie ristrette spesso capita che la cerchia stessa si autoelegga a vestale dell’oggetto di culto, in questo caso il football, e si finisca per sentirsi importanti, belli, intelligenti, unici portatori della saggezza divina… L’ho visto accadere molte volte nei più svariati campi. Ecco questo proprio non lo accetterei.

 

Avete intenzione di proporre una modifica della trasmissione quando si avvicineranno momenti particolari della stagione come i playoff della NFL o la stagione dei Bowl NCAA?

Alberto Ragas: Certamente la trasmissione si adatterà all’importanza dell’avvenimento. I prossimi Playoff saranno la prima occasione utile per testare alcune idee con le quali ci stiamo confrontando in questi giorni. Per la NCAA ci sarà più spazio in trasmissione in occasione di eventi importanti come i vari Bowl.

 

E ci sono in previsione puntate col botto per Draft e altri appuntamenti durante l’offseason?

Luca Domenighini: Qualche idea in cantiere c’è già. Stiamo pensando di fare un angolo History, uno tecnico e magari qualche speciale particolare, per la Free Agency ad esempio.

Le trasmissioni sul Draft sono sempre difficili e particolari, parlo per esperienza, e se dovessimo fare qualcosa dovremmo studiarlo bene.

 

Infine, fate una valutazione dell’esperienza di questa stagione, cosa manterreste, cosa cambiereste, cosa rivedreste nella forma?

Luca Domenighini:  Direi una buona stagione, abbiamo avuto un buon seguito e per essere dei rookie non è affatto male.

Su cosa cambiare al momento non saprei, dovrei pensarci, però sicuramente per la seconda stagione proveremo ad evolvere il formato ulteriormente. Magari trovando anche collaboratori che han voglia di dire quattro cazzate.

Luca Barbieri: Manterrei il setup gli splendidi ospiti che ci hanno accompagnato e ci accompagneranno fino a fine stagione. Rivedrei il mic. di Giacomo perchè fa veramente pena e sembra che trasmetta dalla sua doccia, la mia connessione internet che fa pietà e soprattutto vorrei che Alberto fosse sempre presente nonostante la distanza geografica i fusi orari e l’ISIS.

Alberto Ragas: Sicuramente è stata, sino al momento, una esperienza molto positiva. La possibilità di discutere di football direttamente in voce senza l’interposizione di un monitor o di un social network ha permesso a tutti noi di confrontarci e di approfondire le notizie ed argomenti in maniera più puntale. Personalmente manterrei l’impianto attuale. Per eventuali variazioni chiedete a Giacomo che detiene il copyright. (Scherzo)

Giacomo Giannecchini: Come ti dicevo sopra, è la nostra prima esperienza. Secondo me è andata molto al di sopra delle aspettative, ma nella prossima ci devono essere cambiamenti. Bisogna crescere. Non abbiamo ancora identificato tutti i problemi della trasmissione e prima di parlare di cambiamenti dovremo fare delle riunioni e capire su cosa lavorare. Io sono convinto che potremmo lavorare un po’ sul ritmo e su una maggiore interazione tra di noi e con gli ospiti.

 

Salutate chi sta peggio di voi, tipo Fabio Contu.

Luca Domenighini:  Ciao Fabio, grazie per aver battuto i Chiefs. Ci rivediamo alla Mile High City.

Alberto Ragas:Io e Fabio proveniamo dalla stessa isola (Sardegna) dove il football americano non ha tantissimi appassionati. Quindi non posso che fare i miei personali complimenti a Fabio per tutto il lavoro che ogni giorno porta avanti con tanta passione attraverso il suo canale Youtube e con i suoi articoli. Non è semplice, lo so. Ed è per questo che Fabio deve essere un esempio per tanti appassionati di questo sport.

Poi, per i fatto che tifa Raiders: chi è causa del suo mal….

Giacomo Giannecchini: Grande Fabio! Questi Raiders torneranno a brillare, ne sono sicuro. Ora è difficile essere ottimisti ma che diamine mica può piovere per sempre! (Tuoni e lampi in sottofondo).

Comunque Fabio a mio avviso è molto tagliato per la radio, e lo vedo bene nelle nostre trasmissioni, ha una bella voce, carica di entusiasmo, è preparato, non disdegna studiare e prepararsi, insomma ci piace assai!