NFL Week #14 Carolina Panthers: @New Orleans Saints
Tornare a scrivere su EndZone è bello, meglio se dopo una vittoria schiacciante ai danni dei Saints.
Ebbene sì, in casa Panthers è tornata la W in schedule dopo sette partite consecutive di assenza.
Il 41-10 con cui Newton e soci hanno liquidato i Saints in questa week #14 è un risultato tanto lapidario quanto inaspettato, visto il divario on field nella sfida tra le due squadre andata in scena qualche settimana fa.
Brees è stato annullato da una difesa tornata a splendere, mentre sull’altro versante la linea d’attacco ha trovato un’inaspettata stabilità. A questo possiamo aggiungere una partenza stranamente aggressiva impostata dalla coppia Rivera&Shula, ultimamente nell’occhio del ciclone di critiche piovute sulla squadra di Carolina.
Ecco l’analisi della partita:
QUARTERBACK
21/33, 226yard, 3 touchdown: Newton non aveva questi numeri da molto tempo ormai, arrivati con la complicità di una OL molto solida e compatta; ma la stella è lui: passa, corre, finta e trascina la squadra oltre che alla vittoria finale in una zuffa sul secondo TD. I rivali escono talmente suonati (nel 3rd quarter il gap tra le due squadre sarà di ben 38 punti) da lasciare ad Anderson gli ultimi snap in pieno trash time.
L’ex Auburn ha offerto una prestazione davvero convincente, a dispetto dell’immagine da QB in crisi e dalle precarie condizioni di salute che si trascina dietro da inizio stagione. Ritrovata anche la serenità e lucidità nel passing game, il 66% di completi ne è abbondantemente la prova.
A+
RUNNING BACK
Altra nota positiva della partita è la prestazione maiuscola di Tolbert e Stewart, mattatori della difesa dei Saints con poco meno di 190y corse in due. Il rushing game ha giocato una parte fondamentale in questa partita ed avere quelli che al momento sono i due migliori giocatori di ruolo in salute ha portato ottimi risultati. Bravissimo Stewart quando nel terzo quarto ha corso in TD per ben 69y, davanti agli avversari completamente spiazzati e sbilanciati sul lato opposto.
L’impressione è che, prima di questa partita, il rush game dei Panthers si basasse esclusivamente sul dare palla a DeAngelo Williams per un no-gain pressoché sistematico: speriamo che quest’inversione di tendenza diventi la regola.
B++
TIGHT END/WIDE RECEIVER
Nulla di particolare da rimproverare ad Olsen, Benjamin e Brown con solo quest ultimo a non andare in TD. Il reparto riesce a dire la sua e non ci si arrabbia nemmeno più di tanto quando Benjamin droppa qualche pallone: il rookie è sicuramente tra i più incisivi in questa stagione, insieme al veterano Greg ‘Thor’ Olsen che sta attraversando uno dei periodi migliori della sua carriera (quest anno in 13 partite ha già battuto il suo record personale di yard ricevute, con 850y contro le 843 della stagione 2012). Olsen è stato tra i principali bersagli di Newton in questa partita, con ben 10 ricezioni per un totale di 72y ed un TD, complice il gioco aggressivo espresso dall’attacco che ha guadagnato ben 11 1st down su passaggio (un numero spropositato se sommato agli 11 presi su gioco di corsa e rapportato alle ultime prestazioni in casa Panthers).
<3
OFFENSIVE LINE
Ma ecco la sorpresa più gradita di questo reparto offensivo: una OL che concede finalmente a Newton abbastanza tempo per lanciare in serenità e non subire alcun sack. Da sinistra a destra, i nostri eroi rispondono ai nomi di Byron Bell, Andrew Norwell, Ryan Kalil, Trai Turner e Mike Remmers (a lui il premio di “Who’s that guy?” della giornata): i più sono nomi (tristemente) noti nel reparto che questa stagione ha offerto mediamente le prestazioni peggiori, dando ancor più risalto all’ottima gara contro i rivali di New Orleans.
Ora c’è da chiedersi se quello vissuto in questa Domenica fantastica al Superdome fosse il vero volto di una linea troppe volte dominata dalle difese avversarie, anche le meno esaltanti. C’è da restare alla finestra e godersi il momento.
A+
FRONT SEVEN
Che dire al front seven di una difesa che porta a casa 40 tackle, 2 sack per una perdita totale di 17y, un intercetto e 1 fumble forzato? Niente, se non ‘riesci a ripetere?’. Kuechly e Davis sono sicuramente i mattatori in questa zona del campo, nonostante l’intenzione dei Saints fosse quella di puntare principalmente sui lanci (49 tentati contro le sole 17 corse). Brees ha comunque dovuto fare i conti con una pressione pressoché costante e 2 sack arrivati proprio da una DL (DT Short e DE Addison) contenuta spesse volte a fatica dai suoi. La sicurezza Luke Kuechly guida il reparto con 6-1 tackle, seguito da Davis con un buon 4-1: non sono i soliti numeri di Luke Nukem, sicuramente nella meno esaltante delle tre stagioni in NFL, ma come detto questo è stato influenzato dallo squilibrio nelle giocate di New Orleans.
B+
CORNERBACK/SAFETY
Fiore all’occhiello della giornata la prestazione del rookie CB Bene Benwikere: suo un bellissimo intercetto (peccato il ritorno di una decina di yard fosse stato annullato da una flag discutibile per contatto col terreno), 6-2 tackle e la convinzione per i tifosi dei Panthers di avere tra le mani un giovane dal futuro promettente; il 23enne ex San Jose St. ha certamente brillato in questa partita per grinta ed abilità nell’andare a cercare la palla. Non è stato da meno Norman, autore del tackle che ha causato un fumble (coperto poi dal DT Cole) ai danni di Ingram, solo al secondo snap della serata per i padroni di casa.
Finalmente, come successo per la OL, si ha la sensazione che un reparto colabrodo abbia invertito effettivamente la tendenza, riportando in alto il tenore delle prestazioni del collettivo
A+
COACHING STAFF
Ron Rivera è ufficialmente entrato in modalità “sto per perdere il lavoro“, come successo lo scorso anno dopo lo 0-4 d’esordio (ribaltato in un 12-4).
B+
CONCLUSIONI
Ok, il gioco conservativo di ‘Riverboat’ Ron ha lasciato spazio ad una partenza razzo e ritmi ben lontani da quelli visti questa stagione con un primo drive che ha portato subito al TD dopo 3:18 di possesso, come a voler sfatare il mito (molto poco astratto) che quello dei Panthers sia l’attacco meno incisivo nella prima parte di gara di tutta la NFL.
Per carità, tanto di cappello e traguardo centrato, ma il terrore ha assalito una parte della tifoseria: sicuramente non ci si può permettere una nona L e le tre gare rimanenti sono Bucs, Browns e @Falcons; con Falcon e Saints ad affrontarsi in week 16 c’è la possibilità che Atlanta la spunti e ceda poi il passo la settimana dopo ai Panthers che si ritroverebbero campioni NFC South. Questo a sua volta significherebbe play-off centrati e Rivera col posto assicurato per un altro anno, così che torni alle solite giocate conservative che hanno portato la squadra nelle brutte acque in cui ha navigato per pressoché tutta la stagione corrente.
Ovviamente, però, è proprio quando sembra che le cose si stiano risollevando che inesorabilmente si torna nel baratro: è di ieri la notizia che Cam Newton sia stato coinvolto in un incidente stradale ed indiscrezioni lasciano presupporre che salterà almeno una delle tre partite rimanenti della regular season. Sulla carta nessun problema: all’esordio in campionato contro i Bucs era Anderson a guidare Carolina alla vittoria, ma perdere il QB e stella di quella che pareva essere la gara della svolta della stagione potrebbe disinnescare il processo di rivalsa.
Sicuramente la preoccupazione principale è che Cam e chiunque altro sia stato coinvolto nell’incidente stiano bene, ma questo esula dalla passione il football.
Tornando invece sui binari che impone il tema dell’articolo, è stato incoraggiante vedere un così netto miglioramento in alcuni settori chiave del gioco ed a questo punto bisogna capire se quelli visti in campo a New Orleans Domenica saranno effettivamente gli accorgimenti che permetteranno il ritorno alla normalità, una continuità con la squadra che meno di un anno fa sfiorava la finale del SuperBowl.
E le valutazioni date in questo recap sono figlie del periodo che vivo da tifoso: vincere e convincere contro i rivali dopo essere a secco di vittorie da due mesi sembra quasi troppo bello per essere vero.
Me ne farò una ragione.
Anzi, quarantuno.
Keep pounding,
T.T.