2015 NFL Draft : San Francisco 49ers recap

Ha destato non poche perplessità il modo di muoversi di Trent Baalke alla tre giorni di Chicago. Quelle che sembravano delle needs primarie da addetti ai lavori e tifosi, come il cornerback e l’inside linebacker, sono state ignorate del tutto dal GM che ha preferito focalizzarsi su ben altri ruoli decisamente ben coperti a roster. Analizzando le scelte fatte si può tranquillamente dire che la strategia dei 49ers è stata quella di iniziare a costruire la squadra del 2016, considerando quella del 2015, per lo meno negli starters, già pronta, selezionando giocatori che con tutta calma possano crescere alle spalle dei veterani.

Primo Round, 17a pick: Arik Armstead, DL, Oregon
La prima scelta è arrivata attraverso una trade-down. San Francisco ha ceduto a San Diego la sua 15a in cambio della 17a e della 117a del 4° round dei Chargers. Quella del defensive end era una needs primaria e andava colmata. Dopo Leonard Williams, selezionato dai Jets con la sesta assoluta, il miglior prospect per la difesa 3-4, che impiegano i 49ers, era Arik Armstead. L’ex Duck è dotato di un gran fisico, 201 cm per 132 kg, ha buone capacità contro il gioco di corsa avversario, ma deve migliorare parecchio come pass rusher. Da un primo round ci si aspetta sempre che possa partire come starter, ma ora come ora il suo livello lo colloca alle spalle dei backups Carradine e Jerod-Eddie. È per questo motivo che ci si sarebbe dovuti orientare verso un altro ruolo, come ad esempio il cornerback o il wide receiver, perché alla 15a pick erano disponibili giocatori che avrebbero potuto garantire fin da subito una presenza da titolare.
Grade: B-

Secondo Round, 46a pick: Jaquiski Tartt, SS, Samford
Prima sorpresa del draft dei 49ers. Nessuno poteva aspettarsi una chiamata simile. Sia al draft 2013, sia al draft 2014, la safety era stata la prima scelta assoluta di San Francisco. Con Bethea e Reid titolari indiscussi e con Dahl e Ward a fargli da backup, la scelta di selezionare l’ex Bulldog è apparsa quanto di più inutile. Nel board era ancora disponibile l’inside linebacker Perryman, che avrebbe fatto sicuramente comodo dopo gli addii di Willis e Borland. Tartt è un vero e proprio “hitter”, in questo senso ricorda Whitner, e assicura una buona copertura contro le corse avversarie ma non contro il gioco aereo. Giocatore da special team, pick sprecata.
Grade: C-

Terzo Round, 79a pick: Eli Harold, OLB, Virginia
La partenza di Skuta in free agency e il futuro incerto dell’ex starter Brooks, scalzato nel ruolo da Lynch, facevano prevedere la selezione di un pass rusher. La scelta è caduta su Eli Harold che gli analisti consideravano un 1°-2° round. Sulla carta questa è la miglior pick del draft dei 49ers, l’ex Cavalier è un ottimo prospetto che avrà modo di migliorare tantissimo alle spalle di Aldon Smith e Aaron Lynch.
Grade: A

Quarto Round, 117a pick: Blake Bell, TE, Oklahoma
Quella del tight-end non era una need primaria, ma il pessimo 2014 di Vernon Davis e i deludenti risultati ottenuti da Vance McDonalds nei suoi due anni a San Francisco, facevano prevedere una scelta di questo tipo. Con la pick ottenuta dalla trade con i Chargers, i 49ers hanno scelto il gigante di Oklahoma, 198 cm per 117 Kg. La scelta di Bell lascia un po’ perplessi in quanto nei suoi tre anni di NCAA solo nell’ultimo anno ha giocato da tight-end, mentre nei primi due anni aveva ricoperto il ruolo di quarterback (!!!). Le caratteristiche fisiche e tecniche dell’ex Sooner potrebbero aiutare a risolvere uno dei problemi che ha caratterizzato tutta l’era Harbaugh ovvero la scarsa efficienza in red zone. Il suo punto di forza è la ricezione, mentre presenta grosse lacune come tackle, cosa che potrebbe creare non pochi problemi in fase di run blocking e di pass protection.
Grade: C-

Quarto Round, 126a pick: Mike Davis, RB, South Carolina
Altra chiamata prevedibile, ma forse arrivata troppo presto. Gore è andato via, ma il suo sostituto è stato preso al secondo giro al draft dello scorso anno, in più è arrivato Reggie Bush ed è stato recuperato Kendall Hunter, reduce da un 2014 passato in red shirt. Probabilmente il front office non si fida più di tanto delle condizioni fisiche di Bush e di Hunter tutelandosi con la chiamata di Davis, che a South Carolina aveva preso il posto di Marcus Lattimore. L’ex gamecock è un buon prospetto, fisicamente ricorda Gore, molto potente e veloce nei cambi di direzione. Tutto sommato una pick giusta.
Grade: A-

Quarto Round, 132a pick: DeAndre Smelter, WR, Georgia Tech
Con la compensatory pick ricevuta a causa della perdita di Donte Withner, i 49ers hanno selezionato il wide receiver DeAndre Smelter. La scelta è controversa, un ricevitore probabilmente lo si poteva chiamare prima, ma quello che desta le maggiori perplessità sono le condizioni fisiche del giocatore. Pochi mesi fa si è rotto i legamenti crociati di un ginocchio mettendo a forte rischio la sua presenza nel roster 2015. Valeva la pena selezionarlo o, visto il suo status da probabile red shirt, si poteva chiamare qualche giro dopo? L’ex yellow jacket è un ottimo atleta, con mani enormi (11 inches!!!) che gli danno un grande vantaggio in fase di ricezione, in più, avendo giocato anche a basket, ha un grande controllo del corpo. È dotato di buona velocità ed è ottimo run blocker.
Baalke si è preso un bel rischio scegliendolo, ma alla lunga potrebbe essere una scelta azzeccata e addirittura vincente. Si spera che possa entrare a far parte del roster nella seconda parte della stagione.
Grade: B-

Quinto Round, 165a pick: Bradley Pinion, P, Clemson
Si fa fatica a capire i motivi che hanno spinto Baalke a scegliere un punter al quinto giro. Tale difficoltà aumenta quando ci si accorge che San Francisco è stata l’unica squadra a selezionarlo in tutto il draft. Praticamente lo si poteva prendere undrafted! Aggiungiamoci il fatto che a roster si ha uno dei migliori della Lega nel ruolo, Andy Lee, nonostante un 2014 non esaltante, con un contratto firmato fino al 2018, si può affermare, con assoluta tranquillità, che questa scelta è la peggiore in assoluto delle 256 fatte nei tre giorni a Chicago.
Grade: F

Sesto Round, 190a pick: Ian Silberman, OL, Boston College
L’offensive line è stato il reparto più in difficoltà nel 2014 e la partenza di Iupati, insieme a quella del deludentissimo Jonathan Martin, e i “capricci” di Alex Boone degli ultimi giorni, rendevano quella dell’offensive lineman una need primaria. Ci si aspettava di colmarla nei primi giri, possibilmente con due scelte, un tackle e una guardia, invece San Francisco ha preferito aspettare gli ultimi giri. La scelta è caduta su Silberman, 198 cm per 139 kg, un OL capace di giocare sia da tackle che da guardia ma che dimostra maggiori qualità in quest’ultimo ruolo.
Grade: D

Settimo Round, 244a pick: Trenton Brown, OL, Florida
Altro OL che va ad aggiungersi a Silberman. Brown arriva da Florida dove ha giocato prevalentemente da guardia. Ha un fisico spaventoso, 207 cm per 161 kg, difficile da spostare, pecca in mobilità a causa della sua enorme stazza. Viene definito un “boom-or-bust”.
Grade: D

Settimo Round, 254a pick: Rory Anderson, TE, South Carolina
Selezionare due tight-end nello stesso draft non è una cosa consueta, i motivi che hanno portato i 49ers a selezionare “Busta” Anderson dopo aver preso Bell sono tutti da scoprire. C’è da dire che i due hanno caratteristiche differenti, Anderson è l’opposto di Bell, meglio come tackle che come ricevitore.
Grade: C-