NFL Draft 2015: Cincinnati Bengals recap

Quattro scelte nei primi tre giorni sono tesori da prendere in considerazione seriamente, specialmente per una squadra poco avvezza a ricorrere alla free agency per coprire i buchi. E’ stato sottolineato come la lungimiranza del front office, con l’acquisizione di due tackle ai primi due giri per prevenire le partene di Andrew Whitworth e Andre Smith alla fine del 2015, possano però aver messo in crisi i reparti di più immediata necessità come prima linea difensiva, linebacker e WR da “scoperchio”.

Le nove scelte effettuate dai Bengals comunque hanno ampiamente coperto, a livello numerico, tutte le principali necessità e, appunto, anche alcune di non immediato futuro. Nelle scelte si intravede la necessità di migliorare ulteriormente il già solido running game con scelte come il TE Kroft, questo forse per alleggerire le responsabilità calate su Dalton l’anno scorso con il maxirinnovo: ogni anno, dopo la classica sconfitta al primo turno (quest’anno con appena dieci punti segnati ad una difesa capace di subirne in media 23 a gara, e zero TD pass) ci si chiede se quando si parla di Dalton, si parla di un giocatore che possa fattivamente contribuire ai sogni dei Bengals, e tutti gli anni ci si chiede se non sia il caso, magari, di provare a cambiare. C’è McCarron a roster, evidentemente lo staff tecnico si ritiene soddisfatto di questa situazione.
Di seguito le scelte di Cincinnati, brevemente analizzate:

 

Round 1, Pick 21 (21) Cedric Ogbuehi OT 6’5″ 306 Texas A&M

L’anno scorso non impazzii per il drat di Cincy, e quest’anno si è ripartiti con un nuovo passo che lascia un po’ così, er un giocatore che ancora adesso è infortunato, che non ha partecipato alla Combine e che pur essendo sicuramente un atleta dotato, ha problemi di a mettere sul terreno la sua forza. Fisico eccellente con braccia lunghissime, ha giocato a LT sostituendo Jake Matthews, pur avendo terminato il 2014 come uno dei tackle che ha concesso più sach nella Southeastern Conference. E’ sicuramente una presa che occorre curare e sviluppare, anche se forse non vi è impellente necessità che giochi, sapere che la prima scelta non sarà un contributore della stagione un po’ fa storcere il naso.

 

Round 2, Pick 21 (53) Jake Fisher OT 6’6″ 306 Oregon

Jake Fisher ha sfruttato benissimo l’infortunio di Tyler Johnstone che doveva essere il tackle titolare, ed ha mostrato ottime doti con piedi veloci, abilità a giocare nello spazio e tenacia sia nella parte inferiore del corpo sia nelle braccia. Ammanca forse della necessaria fluidità di movimenti, e con sistemi differenti a quello dei Ducks finirà per trovare più difficoltà a sfidare passrusher più potenti, ciò non toglie che sia una ottima presa da secondo giro. In più la zone scheme di Cincy sembra sposarsi a dovere con le sue caratteristiche. Senza dubbio è una scelta che mette ai ripari Cincinnati nel caso ci siano problemi con Ogbuehi, che nello stesso tempo drafta il cosiddetto best player available, a mio avviso mossa migliore di quella del primo giro.

 

Round 3, Pick 21 (85) Tyler Kroft TE 6’5″ 246 Rutgers

TE con esperienza anche da ricevitore puro, mostra come ci si può immaginare un atletismo sopra la media per il ruolo. Footwork, tecnica e molta tenacia ne fanno peraltro un blocker di qualità lusinghiera. Come ricevitore non brilla per qualsiasi pallone che va dal petto in su, sia esso contestato con un difensore, sia esso magari alto sopra la testa. L’acquisizione di Kroft probabilmente, come detto sopra, soggiace alla necessità di migliorare ulteriormente il running game, oltre a fornire un bersaglio per il medio raggio ad un quarterback preciso, data la non grande brillantezza del buon Tyler nell’aggiustare i lanci non perfetti.

 

Round 3, Pick 35 (99) (compensatory selection) Paul Dawson ILB 6’0″ 235 TCU

Al di là di una stagione veramente eccellente nel suo anno da senior, Dawson mostra una incredibile capacità di seguire la palla e difficilmente di sbagliare il colpo. Agile quanto basta per eludere i blocchi al QB, attento per giocare bene in copertura, è apparso eccellente anche contro le corse. Il giocatore mi entusiasma, forse gli occorre qualche libbra per evitare figuracce nel traffico della linea ma è un giocatore che occorre assolutamente tenere in considerazione. Il fatto che Cincy se lo sia assicurato in fondo al terzo giro mi fa capire che non capisco nulla di football, oppure che i Bengals hanno fatto l’affarone. Si parla di questioni caratteriali non secondarie, ma se fossero così gravi non sarebbe valsa la pena prenderlo nemmeno al terzo giro.

 

Round 4, Pick 21 (120) Josh Shaw CB 6’0″ 201 USC

Shaw dagli appassionati di NCAA sicuramente viene ricordato per essere stato il Coglione principe dell’estate 2014, dopo essersi rotto entrambe le caviglie ed aver dichiarato di averlo fatto per salvare il nipote caduto in piscina, salvo poi scoprire che lo aveva fatto scappando da un appartamento in cui stava per fare irruzione la polizia. Problemi a draftarlo? No, ovviamente, perchè secondo me a metà quarto giro è un rischio accettabile per un giocatore atletico e molto dotato, che ci si aspettava guidasse la difesa dei Trojans e che lo sapesse fare sia in caso giocasse safety, sia in caso giocasse cornerback.

 

Round 4, Pick 36 (135) (compensatory selection) Marcus Hardison DE 6’3″ 307 Arizona State

Il primo update della linea difensiva per Cincinnati arriva fine quarto giro con un junior college transfer, in grado di giocare 3-technique come dimostrato nel 2014 e nel Senior Bowl. I Bengals non sono stati fenomenali ad attaccare il QB dll’interno quest’anno, e Hardison potrebbe essere il tipo di tackle penetrativo che serve a “scuotere” dal torpore la linea. A pick #135 Hardison è una bella presa, ma non sistema il problema di una linea che comunque rivedrà Michael Johnson tra le sue fila.

 

Round 5, Pick 21 (157) C.J. Uzomah TE 6’5″ 264 Auburn

Uzomah è un receiver solido che grazie al fisico potente ed atletico, potrebbe guadagnarsi anche degli snap ad halfback. Alcuni prospettano l’utilizzo immediato qualora Eifert non sia del tutto a posto, tuttavia stiamo parlando di un giocatore che primariamente deve cambiare mentalità perchè gioca ancora come quando faceva il WR alla high school, ed in NFL quando si hanno compiti di blocco, occorre essere svegli, attenti e cattivi come l’inverno in siberia. Sulla qualità correlata alla pick in cui è stato preso faccio fatica giudicare, anche se può sembrare una presa eccessivamente rischiosa

 

Round 6, Pick 21 (197) Derron Smith FS 5’10” 200 Fresno St.

Al di là dell’operazione per l’ernia di questa offseason, prendere Derron Smith a pick #197 è una grande cosa. Pur rappresentando un fisico undersize, si tratta di una safety potenzialmente capace di giocare da subito in determinate situazioni di copertura. Mani rapide e buonissimo coordinamento del corpo, buona accelerazione sul breve, passi corti ed accorti, tackler molto fisico, può diventare una safety da box veramente eccellente.

 

Round 7, Pick 21 (238) Mario Alford WR 5’8″ 180 West Virginia

Giocatore con una velocità che rischia di scoperchiare le difese, pur non avendo i tratti prototipali del WR, esplosività ed accelerazione mostrati alla combine e (per quanto riguarda le 40 yard) al pro day, che però trovano poca applicazione nella scarsa elusività nel breve e nelle mani piccole, che lo mettono in difficoltà sui lanci non perfetti. Si tratta attualmente di un rusher più simile ad un centometrista che un kick returner, ma potrebbe essere addestrato ad essere un valido contributo per gli special team.