NFL Draft 2015: Minnesota Vikings recap

Bene, anche quest’anno il Draft è andato, e puntualmente ci accingiamo a commentare le scelte dei Minnesota Vikings. Come al solito però prima un breve sunto che spieghi un po’, ai digiuni delle vicende dei Vikings, la situazione in cui versava la franchigia del Minnesota alla vigilia dell’appuntamento clou della offseason.

Venendo da una incoraggiante stagione chiusa sul 7-9, i Vikings si trovavano sostanzialmente nella situazione di continuare la costruzione di un roster da contender iniziata oramai circa 3 anni fa e che solo lo scorso anno aveva visto l’aggiunta del suo pezzo più pregiato, quel TeddyBridgewater che tutti a Winter Park si augurano possa essere il franchise QB che da oramai troppi anni si andava cercando. Proprio il fatto di aver sistemato la posizione più importante del football moderno ha messo la formazione di Mike Zimmer nella condizione di poter affrontare il Draft senza troppe pressioni e senza la necessità di dover sacrificare pick importanti che spesso e volentieri vengono utilizzate per poter raggiungere il QB desiderato nella notte del Draft. Bisogna inoltre ricordare che, a differenza dello scorso anno dove arrivarono rinnovi ed aggiunte importanti in free agency (come il rinnovo di EversonGriffen e gli acquisti di CaptainMunnerlyn e Linval Joseph), quest’anno il General Manager Rick Spielman ha preferito mantenere un profilo piuttosto basso mettendo a segno un solo importante colpo, il WR Mike Wallace in arrivo da Miami, dove è peraltro finito il pezzo grosso in uscita, il WR Greg Jennings, un giocatore oramai costoso e non più indispensabile all’attacco verticale dell’OC Norv Turner.

Alla luce di tutto ciò dunque, i Vikings si presentavano alla vigilia del Draft con la necessità di selezionare una LG in grado di fornire adeguata pass protection a Bridgewater, un MLB da 3 down per migliorare la resa inrundefense (in cui i Vikings si sono classificati al 25°posto in NFL nel 2014), un secondo shutdown corner opposto a Xavier Rhodes e con la necessità di aggiungere profondità in altri reparti tra cui DE, OT e WR. Secondo alcuni analisti in realtà i Vikings avrebbero avuto bisogno anche di uno strong safetyda affiancare ad Harrison Smith ma, probabilmente anche per la pochezza di talento presente quest’anno nel ruolo, come vedremo Spielman sarà stato di diverso avviso.

A discapito di quel che era il pensiero comune, e cioè che con altissime probabilità avrebbe effettuato una trade down, con la 11ªselezione assoluta Spielman va a prendere TraeWaynes, CB da Michigan State. Non deve essere stata facile la decisione, visto che ai Vikings era caduto in mano anche il WR DeVante Parker, ex bersaglio preferito di Bridgewater a Louisville ed altro favorito dei pronostici per la pick n° 11, ma il fatto che a quanto sembra il GM abbia rifiutato anche proposte di trade sembra dirla lunga su quanto i Vikings avessero il CB degli Spartans nel loro mirino.

Atleta eccezionale (alla combine aveva stampato un 4.31 nella 40 yard dash, secondo tempo assoluto nell’edizione 2015 della kermesse dietro solo al 4.28 del WR Phillip Dorsett), Waynes è stato da molti addetti ai lavori definito come il CB perfetto per la press coverage praticata da Zimmer. Ottima apertura alare (31”), il prodotto di Michigan riesce a combinare una più che buona altezza (6-0) a rapidi cambi di direzione e dà il meglio di sé nella man-to-man coverage, caratteristiche queste che di certo hanno spinto Zimmer ad andare ad occhi chiusi su di lui. Ciò detto Waynes deve ancora migliorare molto sotto importanti aspetti del gioco come il placcaggio in runsupporte soprattutto nel contatto con l’avversario, dato che il suo stile di gioco eccessivamente fisico rischia di far cadere una pioggia di flag in NFL. Per questo motivo probabilmente ad inizio regular season lo vedremo impegnato al più negli special team, e solo dopo un periodo di ambientamento (magari già dalla week 6, visto che i Vikings avranno il bye alla week 5?) potremo verosimilmente cominciarea vederlo impiegato con regolarità in difesa. Il materiale comunque è buono e soprattutto il maestro è uno dei migliori DB coach dell’intera lega, ergo è lecito aspettarsi che l’investimento paghi buoni dividendi nell’arco di un paio di stagioni.

Nel secondo giorno la musica non cambia ed è ancora il Mike Zimmer defense coordinator in pectore a tenere banco nelle chiamate dei Vikings, e con la 45ªpick assoluta Minnesota va ad aggiungere un altro pezzo fondamentale per il proprio scacchiere difensivo, e cioè quel MLB che dalle parti di Winter Park manca oramai dal ritiro di EJ Henderson che, corsi e ricorsi storici, è proprio annunciatore designato della pick dei Vikings la sera del 1° maggio. Tale MLB ha il nome di Eric Kendricks, pluridetentore di numerosi record ad UCLA e vincitore nel 2014 del prestigioso Butkus Award (ancora corsi e ricorsi storici, proprio come Henderson nel 2002 in uscita da Maryland), premio assegnato annualmente al miglior linebacker a livello collegiale.

Tackle machine di comprovata esperienza e produttività, bravo nelle letture e bravo anche in man-to-man coverage,Kendricks è tra tutti i ragazzi selezionati dai Vikingsnel 2015 quello che ha le migliori chance di giocare titolare sin da subito, un po’ per la scarsa concorrenza interna ed un po’ perché in possesso di un bagaglio tecnico meglio rifornito. Il prodotto di UCLA si configura inoltre come un giocatore assai versatile, dal momento che negli schemi praticati da Zimmer può giocare un po’ ovunque, tanto da Mike (che sarà sicuramente il suo ruolo designato) quanto da Will nella base defense 4-3, e non ci sarebbe da sorprendersi se, date le sue skill in pass coverage, dovesse essere impiegato anche nei nickel package abbinato a Barr (fraterno amico dai tempi di UCLA) o ad Hodges a seconda del caso. Alcuni hanno evidenziato come a sfavore di Kendricksgiochi l’altezza (6-0), coach Zimmer invece vede la cosa in maniera diversa: “I like big guys, butat the linebacker position it’snotasimportantbecause the defensive line has a job to keep the linebackersclear of bodies”.Per il resto dovrà essere un po’ sgrezzato tecnicamente, visto che tecnica di placcaggio (soprattutto gli angoli) e di blitz sono due dei punti su cui dovrà focalizzare il proprio lavoro in NFL.

Finalmente al terzo giro Spielman, che fin lì aveva evidentemente morso anche troppo il freno, inizia il suo oramai ben noto valzer di trade per poter raggiungere il conclamato obiettivo delle 10 pick annuali. Dopo aver fatto trade down ben due volte (prima con i Chiefs e quindi con i Lions per raggiungere un “utile” di 2 pick) con la pick numero 88 va a selezionare, un po’ a sorpresa, il DE degli LSU Tigers Danielle Hunter.

Hunter è il classico freak atletico (6-5 piedi di altezza per 252 libbre di peso che si traducono in una velocità di crociera di assoluto livello pari a 4.57 alla 40 yard dash) con una buona base di partenza ma su cui c’è davvero tanto da lavorare a livello tecnico. Defensive end destro naturale, Hunter non fa della pass rush il suo cavallo di battaglia dato che tra il 2013 ed il 2014 in 23 partite da titolare ha totalizzato appena 4,5 sack, tuttavia possiede ciò che Zimmer esattamente richiede ad un DE, ovvero la capacità di dare un importante apporto in run defense e da questo punto di vista i numeri sono decisamente più importanti (130 tackle di cui 21 TFL, inclusivi dei 4,5 sack). Come e più di Waynes, è facile prevedere che Hunter dia un apporto importante negli special team e che solo nel finire di stagione possa cominciare a dare un importante contributo negli snap difensivi. Il suo più grande difetto da correggere è l’inconsistenza dato che, come già detto, il suo contributo in pass rush difficilmente si traduce in un risultato concreto.

Il terzo giorno si apre invece con quella che un po’ tutti gli addetti ai lavori hanno inserito molto in alto nelle loro liste degli steal di questo Draft, ovvero la presa con la pick numero 110 dell’OT di Pittsburgh T.J. Clemmings. Designato dagli analisti come possibile pick tra fine primo ed inizio secondo giro, a Spielman non sarà sembrato vero poter mettere le mani su un prospetto si ancora da rifinire, ma anche con un indubbio upside, forse il più alto tra i left tackle in uscita da questo Draft. Ciò che ha contribuito a farlo scendere così in basso è stato d’altronde un infortunio definito da lui stesso come “da stress” e di minore entità che non deve però aver convinto appieno i GM delle altre 31 franchigie.

Fisico da LT puro in NFL (6-5 piedi di altezza per 309 libbre di peso ed un’apertura alare di 35 1/8″), Clemmings può vantare un’ampia gamma di punti a favore quali buon footwork, agilità nei movimenti, passo laterale fulmineo, potenza in runblocking. Last butnotleast, da sottolineare come Clemmings sia un fit perfetto tanto in zone blocking quanto in runblocking, i due schemi alla base del sistema misto utilizzato da Turner.D’altro canto val la pena di ricordare che il prodotto di Pittsburgh è stato convertito in offensive tackle solo nella sua stagione da junior, in quanto si era inizialmente unito ai Panthers come defensive end.Per questo motivo,se da una parte come amano dire negli States“skyis the limit” per quel che riguarda i margini di miglioramento, dall’altra avrà bisogno del suo tempo per poter affinare meglio la tecnica ed “acclimatarsi” all’ambiente NFL, dove gli edgerusher possiedono un primo passo che al momento potrebbe ancora creare problemi a TJ. In Minnesota avrà tempo e tranquillità per portare avanti questo discorso visto che nel blind side Kalil è atteso ad una stagione di riscatto e che, qualora il CS lo dovesse vedere inizialmente come RT, dall’altro estremo della linea c’è Phil Loadholt che ancora una volta partirà con i gradi di titolare. Ciò detto, qualora o per infortuni o per inconsistenza dei titolari dovesse liberarsi un posto molto probabilmente Clemmings sarà la prima alternativa nella depth chart della OLine dei Vikings.

Con il 5° giro Spielman continua a regalare nuovi prospetti a Turner, aggiungendo al roster con le pick n° 143 e 146 rispettivamente il TE MyCole Pruitt dalla piccola Southern Illinois ed il WR Stefon Diggs in uscita da Maryland.Pruitt è solo l’ennesimo freak atletico di questo Draft, un po’ la versione TE di quello che McKinnon era stato nel Draft 2014 tra i RB. Anche il prodotto dei Salukis infatti è un nome sconosciuto ai più e proveniente da un ateneo poco pubblicizzato, e come il RB di Georgia Southern alla Combine ha fatto il bello e il cattivo tempo, risultando tra i TE il top performer nella 40 yard dash, nel verticaljump, nel broadjump, nella 20 yard shuttle e nella 60 yard shuttle. Per quanto i riscontri forniti dal campo siano da prendere con le molle, visto che giocava nella Division I FCS della NCAA, Pruitt si è rivelato tecnicamente un tight end con ottime mani ed una buona intelligenza tattica che deve però lavorare molto sia in runblocking che pass protection. A meno di un ennesimo e quantomai scongiurabile infortunio di Kyle Rudolph, è facile prevedere che Pruitt si dividerà con Chase Ford gli snap come backup del talento sfornato da Notre Dame.

Talento tra i primi della nazione in uscita dall’high school, al college un po’ per colpa degli infortuni, un po’ per la poca competitività del college (aveva scelto Maryland per aiutare lo sviluppo dell’ateneo “casalingo”) ed un po’ per intemperanze caratteriali, Diggs invece non è riuscito a confermarsi in NCAA. Ciò nonostante il talento c’è e preso al 5° giro può rivelarsi un buon affare per Minnesota. Deve migliorare nelle tracce e possibilmente anche cercare di irrobustirsi, visto che come detto ha già diversi infortuni alle spalle ed il gioco in NFL è ben più duro che in NCAA, tuttavia ha dalla sua buone mani, buona capacità di creare separazione e sa essere devastante quando con la palla tra le mani deve correre open field. Ma forse il tratto che più impressiona del talento di Maryland è l’approccio con cui ha da subito iniziato questa sua avventura tra i pro: quando i Vikings l’hanno chiamato per comunicargli la scelta il 2 maggio, Diggs era davanti alla TV ma non a seguire la diretta del Draft bensì a guardare i tape delle partite dei Terrapins per studiarsi e capire gli errori da correggere.. Qualora CordarrellePatterson dovesse concentrarsi solo sul lavoro da WR ecco che Diggs potrebbe trovare subito spazio come kick returner, visto che tale ruolo l’ha già ricoperto con successo a Maryland.Da mettere in conto anche un possibile impiego nello slot per far rifiatare Jarius Wright tra uno snap ed un altro ed un suo impiego in end around e jet sweep dentro al backfield.

Gli ultimi due giri vedono invece un egual numero di pick prese tanto in attacco quanto in difesa: con la 185ª l’OT Tyrus Thompson, con la 193ª il DE BJ Dubose, con la 228ª l’OT Austin Shepherd ed infine con la 232ª il LB Edmond Robinson. Sia Thompson che Shepherd dovrebbero essere convertiti a guardia ed entrambi arrivano in NFL con un buon numero di partite da starter alle spalle (rispettivamente 29 e 27). Thompson tra i due è quello dotato di un frame più adatto a stare anche nell’outside, tanto che ad Oklahoma può vantare un buon numero di partite disputate da left tackle. Il fatto però che in pass protectionpatisca soprattutto gli edgerusher dotati di un particolare spunto veloce e che al contrario sembri essere particolarmente portato per il runblocking dovrebbe giocare a favore del coaching staff che come detto ha espresso l’intenzione di convertirlo al ruolo di leftguard. Se riuscirà a correggere inconsistenza e particolari tecnici come utilizzo delle leve e footwork potrebbe trasformarsi anche in uno starter in NFL. Quanto a Shepherd invece dovrebbe inizialmente fare da backup del titolare Brandon Fusco nello spot di right guard, dove tra l’altro è stato testato al Senior Bowl. Per il prodotto di Alabama buona agilità laterale e predisposizione alla zone blocking, uniti ad una work ethic impeccabile, sono i fiori all’occhiello cui fanno da contraltare un ridotto atletismo e, soprattutto in ottica impiego come guardia, un footwork in runblocking che deve essere necessariamente migliorato.

Con BJ Dubosei Vikings invece escono un po’ fuori dal seminato, in quanto il ragazzone di Louisville non è un prospetto che con i suoi 6-4X284 si inserisce propriamente nel filone dei freak atletici visti sinora. Con queste misure sembra essere piuttosto un ibrido tra un DT 3 technique ed un LDE ed infatti dovrebbe essere utilizzato tanto da tackle quanto da end. Di certo con il 5.06 stampato alla 40 yard dash della Combine viene molto difficile, ad essere buoni, immaginare un suo impiego come speedrusher a destra della linea, anche perché deve affinare molto la tecnica da pass rusher. Dove invecepotrebbe dare un contributo più immediato è negli special team.

L’ultima pick del 2015 i Vikings la riservano invece ad Edmond Robinson, primo prospetto del piccolo Newberry College ad essere selezionato al Draft sin dal lontano 1974. Dotato di lunghe braccia e di un ottimo spunto veloce (4.61 alla 40 yard dash), al college era utilizzato soprattutto in copertura sugli slot receiver e sui tight end, dato che la stazza è di quelle adeguate (6-3X245). Zimmer potrebbe impiegarlo a sua volta in copertura nei propri subpackage, certo è che però Robinson dovrà salire un pochino di peso in NFL per poter imporsi contro i grossi TE. Difficile immaginare d’altro canto che possa con egual successo registrato a Newberry andare in copertura sugli slot receiver, che in NFL sono abbastanza più veloci di quelli della Division I. Da non scartare neanche l’ipotesi di un impiego nel ruolo di safety in determinati snap.

Ok, direte voi, ma alla fine della fiera chi ha possibilità di far parte dei 53 a roster?

Sicuramente i prospetti selezionati nei primi 4 giri, salvo clamorosi ed imprevedibili eventi, sono da considerare già dentro. Troppo il talento per poterli mettere in dubbio. Diggs tra quelli scelti negli ultimi 3 giri sembra avere ottime possibilità di farcela e lo stesso Pruitt, scelto comunque relativamente in alto, sembra godere di grande stima. Per il resto i ragazzi selezionati tra 6° e 7° giro sono quelli con minore hype e dovranno pertanto lavorare sodo per convincere il coaching staff. Ciò detto,Dubose potrebbe avere buone carte da spendere, vista la sua versatilità che gli permette di giocare un po’ ovunque nella defensive line, tanto da tackle quanto da end. Qualora Zimmer decidesse di presentarsi alla week 1 con 9 defensivelineman invece che i soliti 8 allora ecco che il prospetto in uscita da Louisville vedrebbe salire le proprie azioni, viceversa, dato che Crichton e Hunter sono due terzi giri del 2014 e 2015 e dato che tra i backup interni Tom Johnson è stato rinnovato con un pluriennale e Shamar Stephen gode di grande considerazione, si fa onestamente più dura.È opportuno comunque ricordare che lo scorso anno, ad eccezione del 6° giro Kendall James, tutti i ragazzi selezionati abbiano poi trovato un posto a roster, a testimonianza del fatto che possibilità di coronare il proprio sogno di diventare un giocare professionista in NFL ci siano un po’ per tutti.

 

Chiudiamo quindi con il voto: premesso, che le votazioni sono sempre aria fritta che lascia il tempo che trova, in quanto i voti reali li esprimono sempre il tempo ed il campo, il voto che sembra più corretto dare al Draft 2015 dei Vikings è una B+. In un Draft in cui ancora una volta è l’atletismo a farla da padrone per i Vikings (basti pensare che portano a casa il più veloce CB, TE e DE alla 40 yard dashdella NFL Combine 2015), convince il fatto che si siano chiusi tanti buchi con prese di qualità e con un gran bell’upside. Promosse a pieni voti le selezioni di Kendricks, di Clemmings e di Diggs, sembrano invece un pochino alte le prese di Waynes ed Hunter, pur non essendo comunque dei reach clamorosi, soprattutto il primo che comunque era la pick più accostata alla n° 11 per i Vikings. Bene le mosse al 3° giorno che sembrano più o meno tutte essere scelte oculate e che potrebbero riservare più di una soddisfazione. Unica cosa che ci ha spinto ad optare per una B piuttosto che per una A è stata la scelta di non prendere una LG pura con esperienza nel ruolo nei primi 2-3 giri ed attendere invece il terzo giorno per prendere dei tackle che si verranno adattati a G ma che di fatto potrebbero non essere pronti per l’inizio della regular season. Forse proteggere con più qualità Bridgewater doveva richiedere un piccolo sacrificio ad un GM come Spielman che, fatta eccezione per Kalil nel 2012, non ha mai preso OLineman nei primi 2 giorni di Draft. Tutto sommato comunque un Draft che convince molto e che ancora una volta, come oramai da 3-4 anni a questa parte, sembra poter regalare un buon numero di giocatori che nell’arco di massimo un paio di stagioni dovrebbero dare alla squadra un contributo importante. Non rimane che attendere a questo punto, con spasmodica attesa, il responso del campo.

 

– Teddy B. –