Punturone, e passa la paura

All’orizzonte si addensano nuove nuvole sulla NFL. Ieri è stata presentata formalmente all’U.S. Northern District of Maryland, una causa sostenuta da centinaia di ex giocatori e 13 parti civili, contro tutte e 32 le franchige della NFL ed i loro staff medici per aver abusato di farmaci antidolorifici, al fine di permettere ai giocatori di rimanere in campo nonostante gli infortuni. L’accusa è pesante, perchè non parla di negligenza ma di attività, riguardo all’uso delle sostanze, e perchè tale attività viene definita “cospirazione”, ovvero accordo di tutte le squadre per effettuare i medesimi trattamenti irregolari sui propri giocatori. Dalle stesse parole dell’avvocato Steve Silverman che sostiene la causa:

“This lawsuit alleges intentional activity by the teams, not negligence. It’s another part of a unified effort to provide health care and compensation to the thousands of former players who have been permanently injured or died as a result of playing professional football.”

L’azione legale coinvolge ex allenatori e assistenti, tra i quali, Don Shula, ex capo allenatore degli imbattuti Dolphins; Howard Schnellenberger, coach di lungo corso in NCAA ed OC sotto Shula; Wayne Fontes, DC dei Buccaneers dal 1982 al 1984; Mike Holmgren, coach dei Packers campioni del mondo 1996; e Mike Tice, HC dei Vikings nella prima metà del 2000. Secondo i giocatori, gli staff minacciavano i giocatori di taglio se non avessero preso gli antidolorifici e se non fossero andati in campo.

Questa nuova azione legale fa seguito a una azione simile promossa da 1.300 giocatori, respinta lo scorso anno dal distretto del U.S. Northern District in California.

– NFL Italy –