Chargers: Training Camp 2015
Se ne sentiva il bisogno. L’off-season dei Chargers è stata travagliata ben oltre le aspettative: la questione stadio, che continua ad andare avanti imperterrita; la questione Rivers, che un giorno sembra essere più vicina allo sbloccarsi, e poi entra in fase di stallo; il malcontento di Eric Weddle per un contratto che non arriva (e verosimilmente neppure arriverà); l’ingenua sospensione di Antonio Gates per le prime quattro partite di stagione…Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per uno dei quegli psicodrammi che in quel di San Diego sembrano andare storicamente di moda. Per fortuna, però, è arrivato in nostro soccorso il training camp, e quindi è giunta l’ora di parlare un po’ di football giocato. Vediamo di fare il punto sullo stato delle cose finora.
UN PUNTO DI FORZA – Dopo i disastri della scorsa stagione, dovuti in particolare alla marea di infortuni che hanno colpito i Chargers un po’ ovunque, ma specialmente in attacco, la o-line è stata adeguatamente rafforzata in free agency, con l’obiettivo, come ha più volte ammesso l’OC Frank Reich, di costruire un running game dominante, come era stato nel 2013. I presupposti ci sono tutti, in particolare grazie all’acquisizione di Orlando Franklin, guardia arrivata sul mercato da Denver, e che già si sta mettendo in mostra sotto più punti di vista. Tra lui e King Dunlap, il lato sinistro della linea apre costantemente varchi per le corse di Gordon, argomento che toccherò dopo, e anche in quanto a leadership l’ex Broncos appare uno dei più attivi, soprattutto come presenza di riferimento in spogliatoio. Joe D’Alessandris, apprezzato coach della o-line, ha ruotato praticamente tutti i giocatori nei vari spot della linea, tenendoli via via anche a riposo per una sessione di allenamenti, in modo tale da permettere anche alle seconde/terze linee di giocare contro le prime linee difensive, lavoro importante per acquisire esperienza. Nella giornata di giovedì, inoltre, si è visto finalmente all’opera per la prima volta DJ Fluker nello spot di guardia che, nella migliore delle ipotesi, lo dovrebbe vedere titolare tra un mese, con Joe Barksdale nel ruolo di RT. I due si sono alternati a destra, con l’ex Rams nettamente più convincente, e, approfittando dell’assenza di Johnny Troutman (che, ahinoi, fino a prova contraria dovrebbe essere titolare in uno dei due spot di guardia), Fluker ha partecipato all’allenamento in una nuova posizione, che in NFL dovrebbe decisamente essere più a lui congeniale, sfruttando la sua forza e la sua scarsa capacità di velocità laterale, che lo portava a dover acquisire un vantaggio illecito nei confronti del diretto marcatore (leggi: false start). Giovedì’ pomeriggio, quindi, si è vista quella che, si spera, possa essere la linea d’attacco dei Chargers a partire dall’opener casalingo coi Lions: (da sx a dx) Dunlap-Franklin-Watt-Fluker-Barksdale.
Venendo ai RB, il reparto sulla carta è decisamente attrezzato. Gordon sarà colui al quale spetteranno la maggioranza dei possessi, anche se, ovviamente, la sua condizione di rookie non tarda a farsi vedere già dai primi allenamenti. Ha mostrato già buone cose, ma è ancora parecchio discontinuo, e deve migliorare in particolare nel portare i blocchi in situazioni di pass rush e anche la tecnica nelle ricezioni – tende a ricevere il pallone aiutandosi molto con il corpo – motivo per cui deve ancora lavorare prima di essere di default il nostro three down-RB. Il ritorno di Danny Woodhead sarà fondamentale nel meccanismo offensivo di Reich, mentre Brendan Oliver sta facendo un ottimo camp.
Per quanto riguarda i ricevitori, Keenan Allen, dimagrito (206 libbre, proprio come chiesto dallo staff, invece delle 212 dello scorso anno), appare davvero in grande spolvero, dando del filo da torcere ai vari CB contro cui si trova accoppiato, dimostrando grande presenza mentale e attitudine al lavoro: nonostante l’età, solo 23 anni, è da poco diventato padre di una bimba, e sicuramente anche questo può aver aiutato. Possibile che l’ex università di California venga ruotato tra l’esterno e la slot con Stevie Johnson, uno dei grandi protagonisti del camp. L’ex Buffalo ha già lavorato in precedenza con Rivers per iniziare a sviluppare prove di intesa tra i due, intesa che pare ben salda fin dai primi giorni di camp, come affermato anche dallo stesso Rivers. Attenzione anche a Titus Davis e Tyrell Williams che, con le seconde e terze squadre, stanno mettendo a ferro e fuoco le secondarie: il ruolo di quinto WR spetterà probabilmente a Dontrelle Inman, ma occhio a questi due undrafted free agent, che potrebbero trovare posto nella practice squad di San Diego, eventualmente pronti per un ruolo anche tra i grandi.
HYPE E SPERANZA – Se parliamo di aspettative a livello difensivo, nessuno ha più occhi su di sé di Jason Verrett, il CB scelto al primo giro dello scorso draft che ha dovuto abbandonare il campo dopo solo sei partite per un problema al ginocchio che ha richiesto un intervento. Verrett, nonostante la stazza non esattamente imponente, è dotato di grande fisicità e ottima velocità di chiusura, che gli permette di tenere testa anche a ricevitori più grossi di lui. In questa parte di camp sta dando del filo da torcere a tutti i ricevitori che si trova a marcare e, se farà vedere quello che ha messo in mostra lo scorso anno, continuando il suo percorso di crescita, potrebbe essere lui, alla fine della prossima stagione, ad essere considerato il miglior corner nel roster dei Chargers, anziché Flowers.
A proposito di CB, Craig Mager, a sorpresa selezionato al terzo giro del draft dello scorso giugno, sta faticando terribilmente contro qualunque tipo di ricevitore, ed ora è stabilmente in seconda/terza squadra; è ancora molto grezzo, e deve stare attento alle spalle per il ruolo di quinto CB nel roster finale: le possibilità che sia tra i 53 che inizieranno la stagione ci sono, ma occhio alla battaglia con Richard Crawford e Chris Davis. Davanti a lui Flowers, Verrett, Steve Williams (camp molto positivo finora) e Patrick Robinson.
Nel resto della secondaria, Jimmy Wilson, che prima del training camp veniva visto come titolare nel ruolo di SS, è stato superato, a livello di rendimento, da Jahleel Addae.
Parlando di rookie, benone anche il camp di Kyle Emmanuel, OLB arrivato da North Dakota State via draft, che sta mettendo in mostra finora una tecnica individuale invidiabile, su cui sta duramente lavorando: potrebbe essere lui l’erede di Jarrett Johnson come run stopper, dal momento che gli altri OLB a roster dei Chargers hanno caratteristiche differenti.
Sto parlando di Jeremiah Attaochu e Melvin Ingram. Il primo deve migliorare a livello di tecnica, mentre sul piano dell’atletismo e dell’esplosività aveva già fatto vedere cose interessanti lo scorso anno (sperando che la salute lo assista). Discorso simile anche per Melvin Ingram, decisamente il miglior edge rusher di cui disponiamo. Anche nel suo caso, il problema cronico è la salute, ma, da quando è tornato a disposizione per le sette partite finali della scorsa stagione, la difesa ha decisamente cambiato passo. L’ex South Carolina si è presentato al camp più asciutto e più pesante a livello muscolare, cosa che chiaramente lo può aiutare a stare lontano dai guai di salute. Attorno a lui gira buona parte del rendimento della difesa guidata da John Pagano. Curiosità a proposito di Pagano: tra i giocatori, nei primi giorni di camp, regnava una sorta di lassismo, di ilarità generale (del tipo che, tra un drill e l’altro, i giocatori scherzavano, si mettevano a ballare, e facezie del genere). Ai richiami “move, move!” di coach McCoy, che non pareva essere ascoltato molto dal gruppo, si contrapponeva Pagano, che andava ad urlare in faccia ai singoli di smetterla con le sciocchezze e tornare al lavoro. Ecco, se per caso la difesa farà un buon lavoro quest’anno, Pagano è un credible candidato alla panchina di una squadra come HC (anche se fosse proprio McCoy a fallire, perché no).
Tornando al discorso primario, chiudo con un nome che potrebbe fare la differenza nel nostro reparto difensivo, quello di Ryan Carrethers, che sta impressionando particolarmente in prima squadra contro i titolari della o-line: Lissemore non è chiaramente un titolare di una squadra che vuole competere, né tantomeno Mitch Unrein – buono per una dozzina di snap a partita ma nulla più – né Darius Philon, rookie scelto al settimo giro che comunque sta facendo il suo: dopo l’anno da rookie passato ad adattarsi al gioco dei pro, Carrethers sta lavorando con successo per diventare un degno titolare NFL.
– Michele Serra –