Week 1 recap: Lions @ Chargers

Buona la prima, ma che fatica. La partita dei Chargers ha avuto due facce completamente opposte, con quella buona ad oscurare quella negativa, ma dopo il TD di Eric Ebron, che portava gli ospiti sul 21-3, seppur con due quarti e mezzo da giocare, la squadra di McCoy appariva completamente annichilita. Rivers e la linea erano completamente in balia della linea difensiva dei Lions, con i due tackle a soffrire particolarmente, soprattutto King Dunlap accoppiato con Ziggy Ansah, mentre Rivers era completamente fuori ritmo (anche per il buon lavoro della secondaria dei Lions), tra lanci forzati e mal calibrati (due intercetti evitabili, uno con destinatario Keenan Allen, mancato, e un altro, in endzone, per Malcom Floyd, troppo corto e preda di Glover Quin). Certo è che, prima di tutto, è la difesa ad aver iniziato arrugginita (eufemismo), concedendo subito un TD al primo drive della partita. E quando Stafford ha trovato Calvin Johnson per un completo di 28 yard, ecco che lì molti tifosi dei Chargers potrebbero aver pensato al peggio. Protagonista della prima meta di gara per la squadra del Michigan è però Ameer Abdullah, rookie RB da Nebraska alla sua prima portata NFL, trasformata in una corsa centrale di 24 con annesso TD.
La difesa contro le corse ha lasciato molto a desiderare – ad eccezione forse di Liuget – ma per nostra fortuna il gameplan dei Lions ha fatto anche di peggio, facendo correre Abdullah solo 7 volte, per 50 yard, e 7.1 (!!) yard a portata, non prima di averci fatto male con un ritorno valido per 48 yard (ma buonissimo lavoro in generale di Josh Lambo, che ha costretto più volte gli avversari ad un touchback, cosa che con Novak accadeva abbastanza di rado). L’attacco appare completamente inoffensivo; Rivers tiene troppo il pallone in mano, favorendo la pass rush avversaria, mentre Gordon e Woodhead giocano una buona partita (fumble del primo a parte).
Il primo tempo si chiude sul punteggio di 21-10 per Detroit, con i Chargers che comunque hanno dato segnali di vita grazie al running game, con Woodhead che trova anche il suo primo TD stagionale per ridurre lo svantaggio, mentre Rivers alterna ottimi lanci a forzature/errori palesi, come nel caso dell’intercetto di Quin, scaturito da un passaggio troppo debole per Floyd: l’obiettivo del numero 17 era quello di mettere nelle condizioni di una jump-ball il proprio WR, se solo non avesse nettamente calibrato male il lancio.

Il secondo tempo si apre con i padroni di casa ad avere possesso della palla (San Diego aveva vinto il coin toss iniziale ma, come spesso capita, sceglie di far partire in attacco gli avversari). Continuano i problemi in red-zone per l’attacco guidato da Frank Reich, che si deve accontentare di un altro field goal di Lambo sulle 7 di Detroit. Ma ecco che, almeno, la difesa sale in cattedra, Melvin Ingram in particolare. L’ex South Carolina riesce ad arrivare a Stafford togliendogli il pallone dalle mani: la carambola arriva a Kyle Emanuel per l’intercetto. Il drive che ne segue, però, dura molto poco a causa del fumble di Gordon. Niente paura, però. É ancora Emanuel a creare scompiglio nella parte sinistra della linea offensiva dei Lions, costringendo al movimento Stafford, forzato a lanciare in corsa in maniera imprecisa favorendo l’intercetto di Patrick Robinson. Eccellente partita del duo Ingram-Emanuel; avevamo detto di come la salute (e di conseguenza il rendimento) del numero 54 influenzasse le prestazioni di tutta la difesa blu-e-oro, e così è stato, mentre Emanuel si conferma un giocatore da tenere d’occhio. Se le belle prestazioni in pre-season danno una dimensione ridottissima di abilità/difetti di un giocatore, l’impatto di Emanuel alla sua prima vera partita tra i grandi è stato assolutamente eccellente in entrambe le fasi: per loro un totale di 7 tackle, 3 tackle for loss, 2 passaggi deviati, due QB hits, un sack e un INT.
Inoltre, grandissimo merito della secondaria nel rendere totalmente inoffensivo un duo come Megatron-Tate. Flowers e Weddle sono sempre rimasti incollati a Johnson, mentre Verrett è rimasto su Tate, in entrambi i casi con grandissimo successo. La partita di CJ – contro Flowers – dice 4 target, 2 ricezioni per 39 yard, mentre quella di Tate vs Verrett parla di 3 target per una ricezione da 6 yard. Ecco cosa vuol dire avere non uno, ma ben due shutdown corner, capaci di superare gli evidenti limiti fisici, che in caso di machup contro specimen atletici come Megatron risultano ancora più evidenti, fornendo prestazioni del genere.

E se la difesa ha svoltato nella seconda metà di gara, discorso identico va fatto per l’attacco, che si è rivelato nella sua forma migliore. Il running game è stato essenziale, anche quando lo svantaggio era pesante, e servivano punti immediati. Ancora una volta si ribadisce l’importanza di un giocatore come Danny Woodhead, di cui Rivers si fida ciecamente e che viene usato regolarmente come opzione di emergenza. Gordon (14 portate, 51 yard; 3 ricezioni, 16 yard) è il workhorse ideale, ma, vuoi per l’abbondanza nel ruolo, vuoi per l’inesperienza e qualche errore individuale figlio della gioventù (vedi fumble), il nostro è un vero e proprio approccio by committee, con l’ex Patriots che in questo caso ha visto la maggioranza dei possessi (12 vs 11) e snap (43 vs 37). É di Woodhead il TD che ha riaperto la partita, e anche quello che l’ha sigillata: Woodhead è un tipo di giocatore che agli allenatori piace tantissimo, e che fa davvero comodo ad un attacco. Ad ogni modo, la transizione di Gordon in NFL avverrà gradualmente, ma con calma: il ragazzo ha tanto talento (basta andarsi a ripescare la corsa finita in TD poi annullata perché il giocatore aveva toccato terra con il pallone) ma anche compagni di ruolo estremamente validi.
Per quanto riguarda il passing game, nonostante l’inizio traumatico e i due intercetti banali, le stats finali di Rivers dicono 35/42 per 404 yard, 2 TD e 2 INT: rimanendo alla seconda frazione di gioco, Rivers ha lanciato 21/23 per 249 e due mete. Tutto questo senza Gates e, nel quarto quarto, senza la parte destra della o-line (ci torniamo fra poco). Poco da fare: con o senza Super Bowl, Rivers è uno dei migliori QB della Lega, status certificato se vogliamo anche dal record raggiunto domenica, ovverosia il 254esimo passaggio da TD in carriera, che gli permette di eguagliare un’altra leggenda cittadina come Dan Fouts al 14esimo posto. A proposito di record, Malcom Floyd, con il passaggio da 29 yard catturato nel primo tempo, ha raggiunto e superato le 5000 yard in carriera, mentre Keenan Allen, altro grandissimo protagonista della partita, mosso qua e là per il campo senza che il povero Rashean Mathis potesse capirci qualcosa,  ha chiuso il match con 15 ricezioni e 166 yard. Il primo dato pareggia un record di franchigia precedentemente stabilito da Kellen Winslow – spettatore tra l’altro della partita insieme al figlio – mentre le 166 yard su ricezione sono il dato più alto per qualsiasi giocatore in week one dal 1970, anno dell’unione tra NFL e AFL. Molto bene anche il resto del receiving group, Stevie Johnson (6-82-1) e Ladarius Green (5-74-1). Il TE da Louisiana Lafayette ha sfruttato al meglio la prima partita senza Gates. Dovrà continuare così almeno nelle prossime tre gare, visto che a fine anno sarà free agent, e il rinnovo del suo contratto passa molto da quello che farà vedere in queste settimane.

Capitolo infortunati (di cui faremmo a meno, ma tant’è): Fluker si è procurato una brutta storta alla caviglia che lo terrà fuori dalle quattro alle sei settimane, mentre per Joe Barksdale, uscito per crampi, nulla di grave: sarà in campo domenica prossima, alle 19 ora italiana, in casa dei Cincinnati Bengals.