’15 Steelers Defense Review: Part I (DL, OLB, ILB)
Pittsburgh è di certo attrezzata per provare a strappare una Wild Card ’15 ma è destinata a fermarsi poco dopo, quasi subito. Questa è una certezza.
Gli Steelers hanno vissuto e continuano a vivere dentro un’iperbole determinata dai tanti cambiamenti maturati negli ultimi anni sopratutto in difesa. Hanno rinnovato e svecchiato parecchio sia per quanto riguarda le pedine da schierare in campo (nell’arco degli ultimi tre anni la difesa ha totalmente cambiato volto), sia nel Coaching staff (Butler, Porter, Olsavsky). Era lampante che anche quest’anno si sarebbe penato, vista anche la difficile Schedule che la squadra guidata da Tomlin si è vista presentare dalla NFL questa estate (semplicemente la più dura della Lega).
Però, provando già a tirare le somme con Week 13 da poco alle spalle, lo scenario appare più che confortante per un occhio buttato al futuro prossimo.
In questa prima parte proverò a guardare – con l’ottimismo che mi contraddistingue – a quello che potrebbe essere il volto della Difesa B&G ’16, prendendo dal presente e ipotizzando scenari di sufficiente futuribilità per singolo reparto difensivo. In questo capitolo: DL, OLB, ILB. In un capitolo a parte esaminerò la situazione intricata della Secondaria.
– Defensive Line –
Abbiamo in roster due tra i migliore 3-4 DE della Nazione con Cam Heyward e Stephon Tuitt (con il secondo che se non è proprio sull’olimpo poco ci manca, siamo lì, ed è soltanto al suo secondo anno tra i Pro). Su questo non ci piove. La combo garantisce resistenza all’urto e insieme esplosività nel backfield avversario (testimoni i 9.5 sack combinati dai due finora). Nell’attuale, nuovo sistema difensivo impostato da “Pluto” Butler (cit.), Pittsburgh gioca quasi costantemente una linea priva del Nose Tackle, ergo la qualità tecnica, la forza e la resistenza di un DE sono i presupposti minimi indispensabili per reggere l’intera intelaiatura difensiva. Bene, noi questi presupposti li abbiamo.
Steve McLendon, dopo annetti di sciagure fisiche, pare ad oggi un player nuovo e ogni qual volta viene chiamato in campo – che si posizioni a NT o che lo faccia a DE – fa sfracelli e resta apprezzatissimo da DC e Assistant Head Coach/ D-Line Coach tanto da meritarsi, credo io, un prolungamento alla fine della stagione (almeno di 2 annetti direi). Daniel McCullers, anche lui al suo secondo anno, è un NT/NG in grande crescita ed è stato impiegato situazionalmente e in rotazione con buona costanza, a certificare la fiducia che il Coaching staff ha sul ragazzone e sul suo ulteriore sviluppo tecnico.
Ora, do per scontato che a fine season rilasceremo quella roba inutile di Cam Thomas, e altresì do per quasi certa la change che Butler e Tomlin daranno al rookie 6° rounder, Leterrius Walton, buttandolo dentro a rate nella season ’16. Direi quindi che con l’aggiunta di un altro 5-tech DE da pescare al draft in middle round la D-line sia completa e cementata per un bel po’ nelle posizione partenti. Una DL giovane, di grande qualità e contestualizzata in un modello, quello di Butler, che permette ad ogni singolo suo membro di essere protagonista come mai prima nella storia di Pitt dai tempi del trio Smith-Hampton-Keisel (e forse più di loro se parliamo di pass-rush stage).
– LB’s Corp – A) Outside Linebacker –
La nuova filosofia di staffettare in rotazione le due coppie di Rushbacker, Moats/Jones e Dupree/Harrison, sta portando grossi benefici in quanto a freschezza e high motor per andare in pressure sul QB avversario. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: i 35 sack complessivi a week 13 (3° posto in ranking per specialità; lo scorso anno ne avevamo piantati 33 in tutta la regular seson) certificano della ritrovata bontà del lavoro svolto da DC e assistenti nel ritrovare quell’aggressività sull’edge che non si vedeva dai tempi dell’anno del Super Bowl vinto contro i Cardinals, e che, tra le altre, sta portando benefici immensi alla fase di run-stuff e ai risultati delle chiamate in blitz di ILB e DB. Se costruisci un martellamento continuo del bordo costringi per forza di cose l’avversario a scoprirsi anche solo leggermente nei Gap centrali. Il risultato è che sopratutto DE e ILB hanno oggi maggiori probabilità di giocarsela man-to-man quando vanno in pressure (se proprio non hanno la strada spianata fino al QB). Se consideriamo anche che, vista la schedule, i nostri Edge-rusher se la sono dovuta vedere a più riprese con alcuni tra le migliori O-line, con alcuni tra i top Tackle della Lega, diciamo che finora possiamo essere più che soddisfatti dei risultati ottenuti dal reparto.
Jarvis Jones e James Harrison per motivi diversissimi sono le due incognite da risolvere con estrema attenzione e prudenza da parte del Front Office a fine stagione. Il primo ha mostrato finora di essere un player comunque incisivo, notevolmente migliorato su tutti i fronti rispetto al 2013 e al 2014 (quando, tra le altre cose, è stato colpito dalle sventura di infortuni multipli che lo hanno tenuto out complessivamente per mesi e mesi). Le sue stats alla voce sack raccontano soltanto parzialmente del suo apporto in campo e del suo contributo alla causa di un front-seven performante in questo 2015. La catalogazione a “bust” del ragazzo è emersa spesso dalla pancia del fan-base Pittsburgh ma mi pare di poter affermare che oggi il player c’è. Se poi Butler decide di dargli il 35% degli snap per partita da giocare, e se ancora sceglie di concedergli solo il 5% di questi per correre contro il QB nei terzi down, è chiaro che non potrà mai avere le stesse possibilità di sack rispetto ad Harrison partendo da ROLB position. Quindi fiducia al ragazzo da Georgia con la promessa che anno prossimo vedrà aumentate le sue responsabilità e i suoi snap per game.
Questione #92. “Dobermann” Harrison avrà 38 anni quando sarà ben inoltrata la regular ’16 ma quel demonio non ne vorrà comunque sapere di lasciare il casco a qualcun altro, questo è poco ma sicuro. La sua esperienza, il suo carisma e, cosa più importante, le sue performances sul campo ci suggeriscono che potrebbe anche restare al minimo sindacale per un ulteriore anno. Quindi, bene averlo in casa, ma Porter e Butler devono garantirci che non smentiranno ancora la promessa fattaci all’inizio di quest’anno, quando ci raccontarono la favola che l’impiego di Harrison sarebbe stato secondario a quello di Jones.
Per il resto a LOLB abbiamo una situazione molto più stabile con il fantastico rookie Bud Dupree a intercambiarsi con il veterano Arthur Moats. Quest’ultimo è legato alla Steel City per almeno altri 2 anni e continuerà a contribuire alla causa con grande personalità come ci ha ormai abituati.
Quindi, tirando le somme e mettendo nel cesto della discussione anche il buon rookie da The “U” Anthony Chickillo, le necessità a OLB dipenderanno più o meno tutte dalla permanenza in roster di Harrison. Semmai non gli venisse offerto un contratto da Colbert, la pista che porterebbe alla scelta di un ennesimo Rushbacker via free agency/draft a Pittsburgh sarebbe quasi del tutto spianata.
– LB’s Corp – B) Inside Linebacker –
Lawrence Timmons, Ryan Shazier, Vince Williams, Sean Spence; un quartetto che ogni franchigia NFL vorrebbe avere dalla sua. Poco da aggiungere. Un misto intercambiabile di intelligenza, velocità e forza, che porta grandi numeri. Se oggi siamo la sesta potenza della Lega in quanto a run stopping lo dobbiamo in larga misura a questi quattro meravigliosi ragazzi. Leggo in giro di ipotesi che vedrebbero Timmons lontano dalla Steelers Nation a causa del peso sul Cap che avrebbe quest’anno il suo contratto, e che per risparmiare pesantemente si potrebbe andare a chiamare un ILB anche bello alto al draft ’16: sciocchezze da bar dello sport. Tornando alle cose serie, complicata è invece la posizione di Spence. Il ragazzo sarà Unrestricted Free Agent a fine stagione e penso che ci sia tutta la volontà del FO, del Coaching staff e naturalmente dei compagni di averlo in rosa nel prossimo futuro. Tutto sta alla volontà del giocatore di accettare quello che non sarà di certo un contratto da starter, che, per inciso, potrebbe anche trovare in qualche altra piazza.
A questo punto il lettore poco avvezzo agli affari Steelers dovrebbe chiedersi: “Ok, perchè allora Pittsburgh non ha già vinto a mani basse il Super Bowl che non si è ancora giocato?”. Ve lo spiego nel prossimo capitolo.