Cowboys: non tutto è perduto
Dallas, data per morta non più tardi di un paio di settimane fa, torna a sperare nella qualificazione alla postseason, in una division, la NFC East, che solo l’anno scorso poteva essere valutata come una delle più difficili della NFL e che quest’anno annovera carrozzoni clamorosi
Contro Washington, i Cowboys si sono imposti 19-16 grazie ad una linea offensiva parzialmente ritrovata, in cui ha brillato Zack Martin, disastronso appena la settimana prima contro Miami e, nello specifico, contro Ndamukong Suh a Miami due settimane fa. Martin ed il LT Tyron Smith hanno consentito un buon sviluppo del gioco dal backfield che viceversa ha avuto poco apporto dai rusher capitanati da McFadden, che si è sviluppato per appena 53 yard in 14 portate, il totale di 97 yard del reparto è “truccato” dalla corsa da 22 yard di Lucky Whitehead, il rookie WR/KR da Florida Atlantic ha realizzato una ricezione e due corse per un totale di 40 yard all purpose, 70 yard su due ritorni di kickoff e 31 yard in tre punt return, risultando una opzione per mescolare le carte dell’attacco di Dallas e dando una mano a Matt Cassel nell’impresa di diventare il primo QB diverso da Romo a vincere una gara per i Cowboys, da tempo immemorabile. Cassel ha targettato Jason Witten e Dez Bryant in maniera ossessiva (18 volte, con nove ricezioni), trovando in generale buon feeling sul medio e profondo raggio, con sei ricezioni su dieci target, 146 yard. I runningback non sono andati oltre la yarda e mezzo di media “after contact” con un solo missed tackle in 20 corse, tuttavia il TD di McFadden è stato anche l’unico di Dallas che, nell’annaspare dei due attacchi, ha fatto leggermente meglio di Washington (317 yard di total offense contro 266).
Quest’ultimo dato è figlio di una combinazione difensiva Sean Lee – Barry Church che ha messo la museruola all’attacco su corsa dei Redskins con 14 stop difensivi. Lee è stato anche molto brillante in copertura, non lasciando target.
Per il resto, onore a Chris Jones con 166 yard in 4 punt, di cui due dentro le 20 avversarie, ed il relativo special team che ha permesso una media di zero yard per punt; ma soprattutto Dan Bailey autore del FG vincente e cecchino con 4/4 ed una realizzazione da oltre 50 yard.
Fin qui, la cronaca della gara, ora sottolineerei qualche aspetto che può far sperare i tifosi dell’America’s Team per quanto riguarda la post season.
Dez c’è (non me ne voglia Guido Meda): Bryant non è stato brillantissimo contro Washington, dove è rimasto a secco di segnature, è stato pur sempre l’autore della presa decisiva che ha permesso il FG di Bailey. La presenza di Bryant è fondamentale per un reparto passaggi che ha l’ovvia problematica del quarterback, Cassel ha poco più del 61% di completi con 5 TD ma soprattutto 5 INT e 4 fumble; ma non brilla nemmeno con gli altri ricevitori con Terrence Williams che ha ricevuto 35 passaggi su 63 target per 554 yards, tre touchdown e quattro drop, lo slot Cole Beasley con 39 su 53 per 392 yards, tre touchdown e due drop, è stato utile, più affidabile per muovere la catena, ma non certo per cambiare il passo alla squadra. In buona sostanza il reparto si ferma qui se non per le presenze estemporanee del sopra detto Whitehead e di Devin Street.
La linea offensiva: i Cowboys hanno una delle migliori linee offensive della NFL, nonostante la regressione di Doug Free e una stagione altalenante del rookie La’el Collins, il reparto è uno dei più efficienti in pass blocking, dietro solo ai Raiders, concedendo solo otto sack, 10 hit ed 86 hurry, di cui 45 riconducibili ai due ragazzi appena nominati ed alle loro difficoltà. Il LT Tyron Smith è stato invece uno degli elementi cruciali della linea e nonostante il delicato ruolo, ha permesso solo quattro sack, tre hit, e sette hurry, risultando tra l’altro il miglior run blocker di tutta la lega nel suo ruolo. A lui si affiancano, nelle note liete, il centro Travis Frederick, un vero dominatore del centro linea che ha concesso solo briciole agli avversari, e Zach Martin ottimo giocatore anche se meno dominante dei suoi due compagni.
I Linebacker in coverage: Pro Football Focus sottolinea come la posizione del linebacker sia cambiata significativamente negli ultimi anni, con più attenzione verso la copertura a causa della combinazione tra un aumento dell’importanza del passaggio ed un maggiore talento atletico nella posizione di tight end che usualmente incrocia zone di campo presidiate dai LB. In Sean Lee e Rolando McClain, i Cowboys hanno due tra i giocatori migliori al riguardo, in grado di coprire praticamente tutti i reparti TE della NFL con successo e cavarsela ottimamente anche con giocatori in uscita dal backfield: Lee ha permesso solo 23 ricezioni su 31 target per 195 yards, nessun touchdown, un intercetto, e tre passaggi difesi; stiamo parlando di uno dei giocatori che cambia volto all’unità difensiva di Dallas. Rolando McClain, dalla vita sportiva tormentata e dalle affinità con le manette della polizia, ha dato un enorme contributo al coverage di Dallas con 14 ricezioni permesse su 20 target, zero touchdowns, un passaggio intercettato ed uno difeso.
Ma come al solito, il football dimostra che ci sono così tante variabili che nessuno può dirsi mai sicuro, né di essere completamente fuori dai giochi, come sembrava Dallas qualche settimana fa, né di esserne al sicuro, Atlanta docet.
[Marco Santagostino]