[Blue Emerald] Draft day 3: Gli ultimi round

L’ottava pick al quinto giro porta in eredità Quinton Jefferson, defensive tackle da Maryland. Si tratta di un prospetto da costruire per il futuro, a Maryland ha accusato un brutto infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio destro, dimostrando però di essersi totalmente ristabilito facendo registrare, dopo il rientro, 12.5 tackles for loss e 6.5 sacks. Brillante in situazioni di pass rush, dove può dar sfoggio di un’ottima velocità di partenza e di una buona forza di braccia, è un po’ fragile a livello di massa muscolare nella parte inferiore del corpo, ma risulta essere un investimento su cui vale la pena di puntare.
Con la trentatreesima, sempre del quinto giro, si unisce ai ranghi Alex Collins, running back da Arkansas. Giocatore dato al terzo o quarto giro fino a poco prima del draft, anche grazie alle statistiche messe assieme nell’ultima stagione universitaria (1577yards e 20TD). Ciò che colpisce di lui sono la tenacia e la durezza nello stile di corsa. Soprannominato da molti cronisti NCAA baby-beast mode, con chiaro riferimento al nostro idolo Marshawn Lynch, l’idea è che si sia voluto colmare il vuoto lasciato da quest’ultimo con un trittico di RB (Rawls, Prosise e Collins, appunto) diversi tra loro ma complementari e perfettamente capaci di coesistere, offrendo alla squadra più soluzioni potenzialmente esplosive. Questo, da appassionati, rende l’attesa di vedere l’attacco all’opera sempre più insostenibile.

Alex Collins, Arkansas

Alla numero 40 del sesto round è il momento di Joey Hunt, centro da Texas Christian University. Anche questa è una scelta dall’inconfondibile stile-Cable. Non è un mistero che allo staff piacciano i ragazzi con tanta voglia di lavorare e, magari, qualche sassolino di troppo nella scarpa. Per Hunt è proprio così, vive in sala pesi ed è dotato di un football I.Q. davvero notevole ma è stato ignorato principalmente per la mancanza di stazza (appena 180cm per 130kg oltre ad un’apertura di braccia piuttosto limitata), un handicap piuttosto importante per il ruolo in cui si suppone debba giocare. Questo è il suo più grande difetto, poiché a livello tecnico si tratta di un giocatore onestissimo. Tutto sommato il fatto che sia stato scelto così tardi può togliere un po’ di pressioni sulle spalle di questo ragazzo.
Kenny Lawler da California, inizialmente pronosticato come possibile mid-rounder, è stato scelto al settimo round, scelta 22 ed è considerato un altro potenziale colpaccio della coppia Schneider & Carroll. Ci troviamo, infatti, di fronte al giocatore che ha rappresentato il bersaglio preferito per i lanci di Jared Goff, prima scelta assoluta in casa Rams. Mani di velluto ed una buona accelerazione sul medio-corto sono i suoi punti di forza, ma non brilla come velocista sul lungo, non è particolarmente forte fisicamente e deve migliorare molto nel route running. Considerato lo spot in cui è stato scelto, ci sono elevatissime possibilità che faccia parte del roster finale e non è da escludere che possa dare un contributo alla squadra già dal primo anno.

Kenny Lawler, Cal

L’ultima scelta al draft (n.26) è stata spesa per chiamare Zac Brooks, running back da Clemson, costituendo probabilmente l’unica scelta poco comprensibile, considerando i due pari ruolo appena presi. Tuttavia conosciamo Pete Carroll e il suo amore per la competizione. La sua presenza va vista come stimolo per un backfield giovanissimo, orfano dei veterani Lynch e Jackson, affinché nessuno si senta intoccabile.
Trevone Boykin, invece, è il primo undrafted free agent ingaggiato quest’anno. Il quarterback da TCU è stato accolto con modesto entusiasmo, essendo destinato a competere per il ruolo di backup con altre eventuali firme estive, tra le quale potrebbe figurare Vernon Adams (da Oregon) che è stato invitato al rookie mini-camp. Ad incidere parecchio sulla non-selezione al draft di Boykin è stata soprattutto la statura, che arriva a malapena ai 180 cm, ma va considerato anche l’arresto subìto pochi mesi fa dopo aver preso a pugni un agente di polizia durante una rissa in un bar. Quello che ci piace? la maturità dimostrata in seguito all’incidente, il ragazzo è sembrato molto cresciuto in questi mesi, gestendo in modo esemplare la propria immagine e facendo ammenda per i propri errori, anche per questo carattere gode di un’ottima reputazione nello spogliatoio di TCU. A livello squisitamente tecnico, invece, è risultato migliorato molto sia come accuratezza nel passaggio che come leadership, guidando un attacco di sistema ma mettendo in luce flash tipici di un vero QB da NFL. Grande mobilità e buon braccio fanno di lui un potenziale backup per Russell Wilson.