Amoeba Defense
Una grande sfida nel football moderno è quella di ottenere la pressione sul quarterback mentre si impegnano da rusher solo quattro uomini. I quarterback attuali sono troppo abituati a giocare con la pressione e spesso sono troppo veloci per impegnare costantemente cinque o più giocatori, nell’attacco sulla tasca, perché in questo modo qualche attaccante resta scoperto. La linea ha cinque ma anche sei e a volte sette giocatori a protezione del quarterback e se non si hanno giocatori di altissimo livello che battono costantemente Tackle o Guard, sono dolori. Se non si vogliono mandare a vuoto un sacco di rush ecco arrivare gli stunt, i twist, e ogni tipo di combinazione di rushes o di zone blitz per portare confusione agli attacchi, e per portare un pessima o lenta reazione o un cattiva diagnosi o chiamata negli assegnamenti dei block. Tutto questo per creare un difensore sbloccato che possa andare senza ostacoli verso il quarterback. Un modo ottimale per creare confusione nella linea offensiva e nelle chiamate di assegnazione dei block è mostrare nella linea anteriore una difesa ‘Ameba’ o ‘Creep Defense’ o ancora ‘Psycho Front’. Il termine ameba è giustamente mediato a causa dell’aspetto informe della linea difensiva in continua evoluzione. La formazione è composta da almeno cinque giocatori difensivi nel box con uno o meno down lineman (mano a terra) che dovrebbe creare confusione al quarterback nella assegnazione della protection e rende la difesa più versatile negli schemi di pass cover. I quaterback attenti alla lettura delle difese impostano i propri blocchi di protezione sulla linea di scrimmage, Brady, Rodgers, Roethlisberger ecc. scelgono i cinque giocatori in linea per impostare la difesa al proprio corpo. Ma quando compaiono nei pressi della linea sei o sette potenziali rushers, anche i Tight End ed i Runnning Back diventano responsabili di blocchi, ma senza vedere un lineman difensivo mano a terra, affiora unasensazione di indefinito, esattamente una situazione amorfa che rende impossibile definire cinque assegnazioni degli O-lineman su cinque difensori. Così il quarterback vede sette o otto giocatori davanti a sè ed ha l’impressione che tutti possono attaccare la tasca ed ha un difficile rebus da sbrogliare. Funziona e non si pianifica sulla lavagna, e se non si pianifica schematicamente è difficile trovare le contromisure. In più il quarterback in linea vede al momento di chiamare, ad esempio, sei giocatori su un lato e due sull’altro, imposta la protezione e quattro dei sei cambiano lato. Il tempo ormai è finito e protezione è impostata e non sempre c’è il time out…
Siccome il football non è un mondo perfetto, anche l’ameba ha i suoi bei problemi. Spesso ci sono difensori fuori posizione e non tutti hanno la flessibilità degli ibridi, alle volte possono essere isolati e bloccati e magari finiscono fuori dal gioco proprio i giocatori d’elite. E’ comunque un sistema difensivo che ha, in una parola, un solo scopo: “confusione”. Questo mettere due o uno o zero uomini con la mano a terra finisce per impilare la linea di scrimmage e toglie riferimenti. Potrebbe essere che la difesa si stia preparando al uno schema blitz heavy oppure semplicemente no. Magari mostrerà quest’aspetto e poi avrà una disposizione abbottonata in cover. Payton Manning, che di lettura delle difese se ne è sempre inteso, e non poco, diceva che questa difesa pone il quarterback nella impossibilità di stabilire i potenziali rusher e se è pronto uno schema a blitz, se non si ricorre alla lettura del pensiero, comporta una alta probabilità di errore di assegnazione. In più se la difesa ha deciso per la cover profonda, anche in questo caso è imperscrutabile il tipo di copertura scelta, a uomo o zone e se zone a due o tre o quattro. Va bene visto che questo sistema presenta vantaggi e svantaggi, come detto, qual è il modo migliore per attaccarlo? Ovviamente i tre o cinque passi nel downfield fanno guadagnare respiro, come la pistol o la shotgun, ma non è questo il punto fondamentale, altrimenti sarebbe troppo semplice fronteggiare man blitz zone, blitz a confusione e compagnia bella. E allora cosa fare? Mettere in gioco la palla. Se la difesa è in un vero e proprio “Psycho”, vale la pena di cercare di guardare fisicamente il movimento della difesa, nonostante il loro vantaggio sui numeri. Un buon quarterback in spread ma anche in un attacco tradizionale può cogliere velocemente i gap che si creano per l’attacco, in particolare nella zona interna se la difesa cerca un overload blitz o sull’esterno se è in atto un edge blitz. Il trap play è una buona idea, con i rischi che si porta se si è sbagliato nel leggere le assegnazioni. Ancora, proteggere i gap. Diventa molto complicato per cercare di utilizzare l’uomo contro uomo o big on big se si vuole massimizzare la pass protection davanti ad un tale spostamento difensivo ma si deve cercare di farlo secondo le regole, anche se questo porta alla perdita di target, che sia un ricevitore che scende il linea o che sia un running back che rinuncia ad una route. In fondo ed in ogni gioco, il fondamento è proteggere il quarterback. Se si applica il pass game deve essere tarato per ciò che l’attacco sta per fare. Se in campo ci sono cinque target la palla deve essere rapidamente dallo snap in aria, il pass deve essere veloce e il tempo in mano al quarteback rapidissimo. Se si cerca un pass intermedio magari nel traffico, servono sette giocatori a proteggere il quarterback. Magari non è possibile bloccare tutti i blitzers, ma si può proteggere duramente l’interno e costringere i rusher esterni a prendere il percorso più lungo per arrivare al quarterback. Correre fuori dalla tasca ed usare la bootleg è un altro buon sistema. Il quarterback deve isolare i difensori delle corse da quelli sul pass e attaccali nelle loro assegnazioni. Difficilmente e raramente si deve arrivare al target secondario, se il primo pass è troppo coperto buttare via la palla. Ancora, chiamare ed usare lo screen. Preferibilmente il Fast Screen, ma anche tunnel screen, runningback screen e così via, cercando di usare la aggressività difensiva contro la stessa difesa. Usare tutto il campo lontano dal centro e sfruttare i playmaker nello spazio. Infine se la difesa ha trascutato anche parzialmente la cover per un blitz pesante cercare velocemente nei target quello più affidabile a cui sganciare rapidamente, che spesso può essere il Tight End, visibile nel caos grazie alla sua altezza, portato magari verso l’esterno, e trascurato dalla corposa discesa in linea. Indispensabile però colpo d’occhio e rapidità di esecuzione, si balla sotto i due secondi. Pregi e difetti. La psycho è una difesa che a sorpresa e senza continuità può essere un arma letale soprattutto nei down su pass, un uso esagerato finisce per fare trovare l’antidoto, come ogni veleno.