La “Packer Sweep” del 1962
Jerry Kramer, 1,90 m per 110 kg, era la guardia che veniva fuori attorno ai defensive end; Fuzzy Thurston, 1,85 m per 111 kg, era l’altra guardia che seguiva Kramer nel suo pull. I loro blocchi non erano certo innocui ed essi provavano enorme piacere nel colpire gli avversari che li fronteggiavano, defensive ends, linebackers, cornerbacks e safeties.
Ron Kramer era il tight end, 1,90 m per 112 kg, più grosso dei primi due, era abilissimo nel livellare il middle linebacker che recuperava sul gioco provenendo dal senso opposto al suo.
Dietro di loro arrivava Jim Taylor al gran galoppo, il pallone incastrato sotto il braccio che non cercava il campo aperto per correre, lui cercava qualcuno da punire. Guadagnare terreno era il primo obiettivo, ma era meglio se per farlo si poteva colpire duramente qualcuno.
JERRY KRAMER blocca per JIM TAYLOR
Raramente il football ha prodotto un gioco di maggiore effetto della ‘Packer Sweep’, e questo gioco non fu mai così potente come nel 1962. Green Bay macinò gli avversari concludendo il campionato con un record di 13-1 e vincendo la finale contro i New York Giants per 16-7. Tutto ciò fu possibile grazie alla potenza personificata della loro linea d’attacco e con le corse schiacciasassi di Taylor, Tom Moore, Paul Hornung, Earl Gros e Elija Pitts.
Vince Lombardi vinse 5 titoli NFL con questa squadra, inclusi i primi due Superbowl. Ma in nessun altra occasione dominò la lega come nel 1962. I Packers segnarono un totale di 415 punti concedendone soltanto 148. Quando non furono in grado di imporsi sulle difese avversarie con la loro famosa sweep e con gli efficaci passaggi di Bart Starr, allora distruggevano gli attacchi avversari con uno dei più talentuosi ed intimidatori gruppo di placcatori che questo sport abbia mai conosciuto. L’MVP della finale non fu Starr e tantomeno Taylor, ma fu il middle linebacker Ray Nitschke.
Bart Starr al lancio
La stagione del 1962 era la quarta di Lombardi a Green Bay. Nel 1958, sotto coach Ray “Scooter” McLean, i Packers avevano collezionato un record di 1-10-1. L’anno seguente Lombardi li portò a 7-5, al suo primo tentativo, e fino alla finale (dove furono sconfitti per 17-13 dagli Eagles) al suo secondo anno. Nel 1961, dopo un record di 13-3 in regular season, in finale trrionfarono sconfiggendo i Giants per 37-0.
Questa rapida inversione di tendenza non era venuta attraverso rivoluzionamenti nel roster, infatti, ben 14 dei titolari della stagione vincente del 1961 erano reduci dal 1-10-1 di tre anni prima. Invece, dopo questi primi tre campionati i Packers avevano imparato e assorbito il modo di Lombardi di intendere questo sport, questo richiedeva carattere, spina dorsale e dedizione.
Nel 1962, Lombardi ebbe dalla sua squadra il carattere, la spina dorsale e la dedizione che egli aveva richiesto.
Dopo dieci settimane dall’inizio del campionato la squadra era ancora imbattuta, ed era stata seriamente contrastata solo due volte. Contro Detroit, alla quarta giornata, Green Bay era sotto per 7-6 nei minuti finali e i Lions avevano il possesso della palla, ma invece di fare scorrere il tempo, il quarteback dei Lions, Milt Plum, lanciò la palla per il suo ricevitore Terry Barr. Il risultato fu un intercetto di Herb Adderley che permise a Hornung di calciare un field goal che portò la vittoria per 9-7. I Lions furono così irritati da quel gioco che il defensive tackle, Alex Karras, negli spogliatoi scagliò il suo casco contro Plum. Joe Schmidt, il capitano, prima raccontò di essere stato trattenuto mentre cercava di colpire il proprio QB con un pugno, ma in seguito negò tutto.
L’altra partita più combattuta arrivò alla 10ma giornata, nella vittoria 17-10 contro Baltimore. Ancora una volta fu Adderley a salvare il risultato con un kickoff ritornato in touchdown per 103 yards. La settimana successiva, durante il Thanksgiving Day, Green Bay incontrò di nuovo Detroit ma stavolta fuori casa, al Tigers Stadium. I Lions si presero la loro vendetta. Starr subì per tutto l’incontro una spietata pass rush da parte di Karras e del suo compagno di reparto Roger Brown. Alla fine Starr subì 11 sacks, risultato, 110 yards perse, una safety ed una palla persa.
I Packers subirono l’unica sconfitta di quell’anno per 26-14.
Quindi conclusero la stagione regolare con le facili di vittorie su Los Angeles e San Francisco e con quella di misura (20-17) nel ritorno contro i Rams all’ultima giornata.
Vince Lombardi
Taylor, il fullback, conquistò il titolo di miglior running back, con 1.474 yards in 272 portate con una media di 5.4 yards, e di miglior realizzatore con 19 TDs. Fu la sua migliore stagione, forse perchè i Packers spostarono su di lui gran parte del lavoro di Hornung, limitato da un infortunio a 57 portate per 219 yards. Fu quello l’unico anno nella carriera del grande Jim Brown in cui un altro fullback che non fosse quello di Cleveland vinse il titolo di miglior corridore.
Anche Starr disputò uno dei suoi migliori campionati, con 2.438 yards guadagnate su passaggio (il massimo dei suoi 16 anni di carriera) e una percentuale del 62,5% lo portarono al vertice della speciale graduatoria. I ricevitori Max McGee e Boyd Dowler ricevettero 49 passaggi ciascuno, il tight end Kramer ne catturò 37 e realizzo 7 TDs. Tutto ciò nonostante il gioco aereo fosse poco più che un ripiego nell’attacco di Lombardi, e in ogni caso fu poca cosa in confronto al gioco di corsa utilizzato e specialmente in confronto alla ‘Packer Sweep’.
Max McGee e Boyd Dowler
In un periodo in cui i quarterback come Johnny Unitas dei Colts, Bobby Layne degli Steelers, Sonny Jurgensen degli Eagles e Plum dei Lions dominavano le partite come mai era successo prima, Lombardi portò indietro il tempo con il suo potente gioco di corsa. La sweep non era certo una scoperta per il football, essa traeva origine dalla single wing usata negli anni ’20 e ’30, dove grande rilevanza assumevano i blocchi portati dalla linea d’attacco che portavano i running backs a correre fuori dai tackles ed attorno agli ends. I Packers sviluppavano il loro gioco da una T formation, ma le basi erano le stesse.
Nel 1962 il gioco di Lombardi guardava al passato, e le difese costruite per contrastare il gioco aereo avevano difficoltà a fermarlo.
Poi c’era la difesa: Willie Davis ed Henry Jordan sulla linea, Nitschke come middle linebacker, Willie Wood e Adderley nella secondaria. Questi cinque, tutti poi eletti nella Hall of Fame, erano il cuore. Nitschke, uno dei più duri colpitori che questo gioco abbia conosciuto, terrorizzava tutte le squadre che dovevano incontrarlo. Wood vinse la classifica degli intercetti (9). Adderley era abilissimo ad avventarsi sulla palla come un falco con una velocità fenomenale.


Willie Davis e Henry Jordan
Dopo le prime tre partite Green Bay aveva concesso solo sette punti. I Packers lasciarono a zero i St. Louis Cardinals nella seconda giornata (17-0), e i Bears (49-0) la settimana seguente. Alla fine, la difesa fu in testa in 12 categorie.
Essa si allineava con una 4-3 base con coperture uomo a uomo, ma il coordinatore Phil Bengston armeggiava con la formazione mettendo i suoi defensive tackles più vicino al centro della linea per tenere occupati i bloccatori all’interno, così Nitschke aveva più libertà per intervenire nell’azione.
Proprio questo avvenne il 30 dicembre contro i Giants nella finalissima. Il tempo quel giorno era terribile, temperatura sotto zero ed incredibili raffiche di vento. Il classico tempo adatto per le difese. Il tempo adatto per i middle linebackers. Il tempo ideale per Nitschke e Sam Huff dei NY Giants.
Ray Nitschke e Sam Huff (n° 70)
Huff si scontrò con Taylor per tutto il pomeriggio. Taylor portò la palla 31 volte quasi sempre con la “Packer Sweep”, quasi sempre Huff si fece trovare all’appuntamento. Divenne un duello personale, Taylor sfidava Huff invitandolo a colpirlo più forte mentre si rialzava dopo l’ennesimo placcaggio.
Taylor alla fine guadagnò 85 yards, fra le più dure della sua carriera. Da una di queste portate (7 yards) arrivò l’unico TD, nel secondo quarto, l’unico di Green Bay quel giorno. Huff fu spettacolare nei suoi interventi, ma Nitschke fu ancora meglio. Su uno dei primi giochi dei Giants deviò un passaggio che divenne un intercetto. Poi recuperò due fumbles, uno dei quali portò alla segnatura di Taylor e l’altro alla realizzazione di un field goal. Fu fondamentale nel tenere i Giants lontani dall’area di meta.
L’unico TD dei Giants arrivò da un punt bloccato che Jim Collier ricoprì nell’end zone. Tre field goal di Jerry Kramer, che calciava al posto di Hornung infortunatosi a metà campionato, fecero la differenza.
Jerry Kramer
La dinastia dei Packers aveva intrapreso una strada in discesa.
Essi dominarono fino alla fine della stagione del 1967 dopo che, grazie alla ‘Sweep’, ebbero vinto altri tre titoli.
Ma non furono mai migliori di quella stagione del 1962.
Vince Lombardi portato in trionfo. Sulla dx è riconoscibile Jerry Kramer
GRANDISSIMO ARTICOLO! GRAZIE MATTEO!
Comunque mio padre che ha avuto la fortuna di vedere dal vivo i Packers di quel periodo mi ha sempre raccontato di come Jimmy Taylor fosse davvero un Runningback incredibile: testa in gi