La Storia dei Patriots

Nel 1960, i Boston Patriots, di proprietà dell’uomo d’affari William H. “Billy” Sullivan Jr., furono tra le 8 squadre a partecipare alla stagione inaugurale della AFL.

Dopo una discreta preseason (vittoria contro i Buffalo Bills), il 9 Settembre i 21.597 spettatori convenuti al Nickerson Field (prima chiamato Braves Field) assistettero alla sconfitta dei Pats contro i Denver Broncos nella prima partita di regular season, con il punteggio finale di 13-10.
La stagione si concluse con il record negativo di 5-9, che significò l’ultimo posto per i Pats nella Eastern Division della AFL.

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William H. Sullivan

Nel 1961, dopo tre sconfitte nelle prime cinque partite, la dirigenza licenziò in tronco il coach, Lou Saban, che venne rimpiazzato da Mike Holovak.
La mossa si rivelò decisamente positiva, dato che i Pats persero solo una delle restanti gare in calendario, prima di concludere la stagione al secondo posto, con un buon record di 9-4-1.

Quest’ultimo fu il bilancio finale anche l’anno successivo, il secondo per Mike Holovak come head coach.
Il 18 Novembre 1962, i Pats vennero sconfitti per 18-10 dagli Houston Oilers, che giunsero così in finale per la terza volta in tre anni.

La prima stagione dei Pats al Fenway Park fu altalenante; ma la squadra, dopo aver sconfitto in trasferta Buffalo nel Divisional Playoff per 26-8, riuscì ad arrivare in finale, venendo però letteralmente strapazzata dai San Diego Chargers, con il punteggio di 51-10.

Il grande protagonista della stagione 1963 fu indubbiamente Gino Cappelletti, che con il suo piede infallibile (e
sette TDs in posizione di wide receiver) assicurò alla franchigia di Boston ben 111 punti!!!
La squadra si rivelò ancor più forte dell’anno precedente, terminando la stagione con il record positivo di 10-2-1, dovendo però cedere in finale, davanti al proprio pubblico, ai Buffalo Bills, che li sconfissero per 24-14.

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Gino Cappelletti

La stagione successiva fu davvero pessima per i Pats, e si concluse con un deludente 4-8-2.

Nel 1966, finalmente i Patriots trovarono il giusto passo, allorquando il RB Jim Nance stabilì il record di yards su corsa della AFL, ben 1.458.
Giunti sul parziale di 8-3-2, alla franchigia di Boston sarebbe bastato sconfiggere i New York Jets per approdare alla finale, ma l’impresa non riuscì, poichè i biancoverdi si imposero per 38-28.

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Jim Nance

La stagione successiva, che vide i Pats giocare le prime cinque partite in trasferta (il Fenway Park venne all’epoca utilizzato dai Boston Red Sox per le World Series di baseball, n.d.t.), si chiuse con il record finale di 3-10-1, delusione che un altro primato di Jim Nance non riuscì in alcun modo a cancellare.

Il 1968 (ultimo anno al Fenway Park) vide i Pats chiudere la stagione nuovamente all’ultimo posto, con un record di 4-10, e la sostituzione di Mike Holovak con Clide Rush.

Dopo sei stagioni al Fenway Park, nel 1969 i Patriots disputarono le loro partite casalinghe al Boston College Alumni’s Stadium: il cambio di indirizzo non portò alcun beneficio alla squadra, che terminò la stagione nuovamente all’ultimo posto, ancora una volta con il record negativo di 4-10.

Nel 1970, i Patriots vinsero la loro prima partita stagionale nella nuova sede, l’Harvard Stadium di Cambridge, sconfiggendo i Miami Dolphins per 27-14. Ma fu un vero e proprio fuoco di paglia: i Pats, infatti, vinsero solo una delle restanti partite, concludendo la stagione con il peggior record (2-12) della nuova NFL, sorta in seguito alla fusione delle due Leghe (AFL ed NFL).
I Patriots furono davvero la peggior squadra, sia in attacco che in difesa, commettendo ben 41 turnover.

Dopo undici stagioni in quattro differenti stadi, i Patriots si accasarono finalmente a Foxboro, località vicina al confine con il Rhode Island: la franchigia aveva dovuto necessariamente optare per questa soluzione, dopo aver richiesto invano, per anni, al Comune di Boston di costruire uno stadio.
Il cambio di sede comportò anche quello del nome della squadra: non più Boston, ma New England Patriots.
Il nuovo stadio non fu l’unico motivo di grandi aspettative per i tifosi: nel draft di quell’anno, infatti, i Pats si erano assicurati la stella di Stanford, il QB Jim Plunkett, vincitore dell’Heisman Trophy.
Nonostante un convincente esordio allo Schafer Stadium, contro i superfavoriti Oakland Raiders, la stagione si concluse con un record di 6-8.

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Il 1972 si rivelò decisamente iellato per Jim Plunkett e per i Pats: dopo un discreto inizio (2-1 nelle prime tre partite), la formazione del New England incappò in una serie di nove sconfitte consecutive, che costarono il posto al coach John Mazur ed al GM Upton Bell.
La stagione andò di male in peggio, concludendosi con un terrificante 3-13.

In cerca di riscatto, nel 1973 i Pats ingaggiarono Chuck Fairbanks dall’Università dell’Oklahoma, sperando di riportare un pò di linfa vitale in una franchigia decisamente spenta.
Nel draft di quell’anno, i Patriots selezionarono la guardia John Hannah, per ricostruire una linea offensiva decisamente sterile.
Dopo un avvio con 2-7, la formazione del New England cominciò a dare segni di risveglio, vincendo le successive partite partite, terminando con il record negativo di 5-9.

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John Hannah in azione

Nella sua seconda stagione da head coach, Fairbanks, al fine di migliorare le prestazioni dell’attacco, introdusse gli stessi schemi da lui in precedenza utilizzati in Oklahoma. La mossa sembrò davvero funzionare, dato che i Pats sconfissero i Campioni del Mondo in carica, i Miami Dolphins, nella prima partita stagionale, giocata allo Schafer Stadium.
I Patriots vinsero le successive cinque gare, perdendone una. Ma la seconda parte di stagione si rivelò decisamente negativa, ed i Pats conclusero con un record di 7-7.
Una piccola curiosità: nell’incontro, giocato in trasferta contro i Vikings il 27 Ottobre 1974, il RB dei Pats Bob Windsor realizzò il TD della vittoria; fin qui nulla di eccezionale, se si esclude il fatto che si era spezzato un ginocchio a due yds dalla endzone…

Il 1975 vide Plunkett alle prese con gli infortuni, ed un gioco di squadra decisamente scarso: si decise quindi, nell’emergenza, di puntare sul QB di riserva, Steve Grogan, il cui stile destò notevole impressione sia nel coach che tra i tifosi di New England.
La stagione si chiuse con un record negativo di 3-13, e Plunkett passò ai San Francisco 49ers.

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Steve Grogan

Plunkett era stato ceduto in cambio di scelte al draft: nel 1976 i Pats ingaggiarono quindi il CB Mike Haynes e la S Tim Fox. I due divennero da subito titolari stabili, e diedero un notevole contributo alla squadra.
Dopo una sconfitta all’esordio, i Patriots vinsero tre partite consecutive contro le formazioni dominanti nella AFC degli anni ’70: Dolphins, Steelers e Raiders.
Mike Haynes venne eletto Rookie dell’Anno, ed i Patriots combatterono per il titolo della AFC East con i Baltimore Colts: furono questi ultimi a spuntarla, con i Pats che dovettero accontentarsi della Wild Card.
La formazione del New England giunse così ai playoff, per la prima volta in tredici anni: la partita si giocò in trasferta, sul campo degli Oakland Raiders.
Come nella gara di regular season, i Pats controllarono da subito il match, chiudendo il terzo periodo sul 21-10.
I Raiders accorciarono le distanze, segnando in apertura dell’ultimo quarto; gli ultimi 8′ dell’incontro furono però caratterizzati da giocate controverse (penalità comminate con grave ritardo, od eccessivamente generose), che portarono i Raiders alla vittoria.

Nel 1977, alla luce della stagione appena conclusa, tutti si aspettavano il pronto ritorno dei Patriots ai playoff: ma la strada si rivelò decisamente impervia.
Gli infortuni di John Hannah e Leon Grey condizionarono l’inizio di stagione, con un parziale di 1-2 nelle prime tre partite; ma non appena le due stelle fecero ritorno, la squadra conquistò quattro vittorie consecutive, tornando in corsa per la postseason.
Due sconfitte consecutive contro le rivali di Division si rivelarono però determinanti, e i Pats mancarono l’appuntamento con i playoff.

Il 1978 si aprì per i Pats con una sconfitta devastante, prima ancora che la stagione iniziasse: in un incontro di pre-season, il WR Darryl Stingley subì una lesione spinale in seguito ad un placcaggio del difensore dei Raiders Jack Tatum, con effetti, purtroppo, irreversibili. Stingley rimase paralizzato a vita.
Dopo un inizio con 1-2, i Patrioti disputarono un buon campionato e, con un record di 10-4, sarebbe loro bastato vincere contro i Buffalo Bills per assicurarsi il primo titolo divisionale in 15 anni.
Dinnanzi a 60.000 tifosi, i Pats sfidarono la furia degli elementi, e vinsero quel match con un field goal di David Posey a soli 8 secondi dal termine: dopo anni di sofferenze, i fans del New England si scatenarono, e sradicarono addirittura i pali dal campo!!!
Il finale di stagione fu quantomeno singolare: le voci di un possibile abbandono del coach Chuck Fairbanks in direzione dell’Università del Colorado divennero realtà, a poche ore dall’inizio dell’ultima sfida stagionale contro i Dolphins.
Fairbanks era ormai stufo delle continue e crescenti intromissioni della famiglia Sullivan nella gestione tecnica della squadra: furioso, il proprietario lo sospese, creando una situazione al limite dell’assurdo; gli assistenti allenatori Ron Erhardt e Hank Bullock dovettero dividersi al 50% ciascuno il compito di guidare la squadra contro i Dolphins!!!
Il risultato di questa mossa? Una sconfitta per 23-3, aggravata dall’infortunio al ginocchio per Grogan nel secondo quarto.

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Coach Chuck Fairbanks

Dopo giorni di scaramucce legali, Fairbanks fu reintegrato, per guidare i Pats nella sfida di playoffs contro gli Houston Oilers allo Schafer Stadium: ma la squadra perse 31-14, con Fairbanks additato dai tifosi come principale responsabile del fallimento, al termine dell’incontro.

Nel 1979, l’affare Fairbanks si concluse con un accordo tra i Patriots e l’Università del Colorado: quest’ultima avrebbe indennizzato la franchigia del New England per l’abbandono del coach, ruolo al quale fu promosso Ron Erhardt.
La prima partita stagionale vide i Pats ospitare gli Steelers, con il ritorno di un caro amico allo Schafer Stadium: Darryl Stingley, cui venne tributata una lunghissima e commovente standing ovation.
La stagione si concluse con un deludente 9-7.

Nel 1980 i Pats, giunti sul 6-1 a metà stagione, sembravano destinati ai playoffs, ma persero 2 delle successive 7 partite, chiudendo con un 10-6 che non consentì loro nemmeno di giocarsi una Wild Card.

Nonostante le incoraggianti 4 vittorie in pre-season, la stagione 1981 fu decisamente fallimentare, e si concluse con un pesante 2-14, che costò il posto ad Erhardt.

Nel 1982, la dirigenza decise di puntare nuovamente su un allenatore di college, nel tentativo di ridare vita ad una squadra agonizzante: il prescelto fu Ron Meyer, già responsabile del programma di SMU.
I Pats vinsero la prima partita a Baltimore e persero la seconda in casa contro i Jets, dopodichè ebbe inizio uno sciopero dei giocatori NFL.
Al termine di quest’ultimo, due mesi dopo, i Pats rischiavano seriamente di mancare l’appuntamento con la postseason, dovendo affrontare la sfida decisiva in casa, contro i Dolphins, che i Pats si aggiudicarono con un field goal di John Smith.
Furono però costretti, per accedere ai playoffs, ad affrontare nuovamente i Dolphins, che li sconfissero all’Orange Bowl per 28-13.
La stagione si chiuse sul 5-4-0.

Il 1983 vide l’abbandono dei veterani Mike Haynes e Don Hasselbeck; coach Meyer si trovò così ad allenare la squadra più giovane della Lega.
La prima sfida stagionale, giocata nel ribattezzato Sullivan Stadium, mostrò chiaramente ai tifosi che cosa avrebbero visto quell’anno: i Pats corsero per 200 yards e ne realizzarono 400 di total offense, ma ben 4 turnovers (tra i quali un fumble decisivo di Tony Collins in overtime) portarono alla sconfitta per 29-23 contro i Baltimore Colts.
Tutta la stagione fu giocata in modo inconsistente dalla squadra, che, tuttavia, con un record di 8-7 ed una vittoria a Seattle, nell’ultima partita, avrebbe potuto agguantare i playoffs; ma le speranze furono vane: sconfitta per 24-6 e tutti a casa.

La stagione 1984 era carica di aspettative per i Pats, che si erano assicurati la prima scelta del draft, Irving Fryar.
Giunti sul parziale di 5-2, vennero sconfitti in casa dai Dolphins per 44-24, ed il proprietario Billy Sullivan licenziò Meyer (i cui schemi risultavano poco graditi ai giocatori), chiamando al suo posto Raymond Berry, già WR nella Hall Of Fame, quale nuovo coach.
Berry vinse 3 delle prime 4 partite, ma faticò a far comprendere ai suoi gli schemi offensivi, e la stagione si concluse con il deludente record di 9-7.

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Irving Fryar

Il 1985 vide un’altra falsa partenza (3 sconfitte nelle prime 6 partite), ma i Pats si ripresero, e, giunti al quinto posto (11-5) dopo aver sconfitto i Bengals per 34-23, approdarono alla Wild Card, affrontando prima i Jets (superati per 26-14), quindi i Dolphins a Miami (sconfitti per 31-14) e raggiungendo l’agognata finale, contro i Chicago Bears.
Nel Super Bowl XX, giocato a New Orleans, i Pats passarono in vantaggio per 3-0 con un FG (non riuscendo a capitalizzare un fumble diWalter Payton nel suo territorio), ma poi l’attacco di Chicago si scatenò, mettendo a segno ben 46 punti. Il TD della bandiera portò il risultato finale sul 46-10.

La stagione successiva si aprì con un brutto colpo per i Pats: il ritiro di John Hannah, senza il quale l’attacco di New England non sarebbe stato più lo stesso (solo 2.9 yards di media a portata).
Tutto il peso offensivo passò sulle spalle di Tony Eason, che si fece trovare pronto, giocando una delle migliori stagioni di sempre per un QB della franchigia: i Pats furono la seconda miglior squadra in termini realizzativi, con ben 412 punti.

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Tony Eason

Dopo aver perso le prime 6 partite, i Pats si ripresero, e si trovavano in buona posizione per vincere l’AFC East; ma le sconfitte contro Cincinnati e San Francisco portarono i Patriots a dover vincere necessariamente con i Dolphins a Miami, nel Monday Night.
Furono i Pats a spuntarla, imponendosi per 34-27 ed aggiudicandosi il titolo della AFC East.
Nel Divisional Playoff contro i Denver Broncos, al Mile High Stadium, i Pats conducevano per 17-15 nell’ultimo quarto. Ma poi il grandeJohn Elway si scatenò, ed un suo TD pass da 48 yards schiantò definitivamente gli avversari di New England.

Nel 1987, in un’annata nuovamente caratterizzata dagli scioperi, i Patriots, guidati da Doug Flutie (ingaggiato durante la protesta), disputarono una stagione altalenante, concludendo col record di 8 vittorie e 7 sconfitte.

Il 1988 vide l’alternarsi in cabina di regia di ben 3 QBs (Grogan, Eason e Flutie), e la stagione si concluse sul 9-7.
Ma quell’anno è ricordato anche e soprattutto per la cessione della squadra, che passò dalle mani di Billy Sullivan a quelle di Victor Kiam.

Le speranze di ritornare ai playoffs nel 1989 svanirono il 01 Settembre, quando i difensori Garin Veris, Andre Tippett e Ronnie Lippett incapparono in gravi infortuni, che misero fine alla loro stagione.
I Pats, con l’infermeria sempre piena ed una formazione non all’altezza, chiusero la stagione con un pesante 5-11, che costò il posto a Berry.

Il 1990 può a buon diritto considerarsi l’annus horribilis dei Patriots: la squadra venne coinvolta in un pesante scandalo, allorquando, dopo la vittoria in trasferta contro i Colts, la reporter del “Boston Herald” Lisa Olson venne molestata sessualmente ed aggredita verbalmente da alcuni giocatori nello spogliatoio.
La Lega aprì immediatamente un’inchiesta (che si concluse con multe per la Società ed alcuni giocatori), ma l’ambiente subì contraccolpi fortissimi, dei quali è piena prova il pesantissimo record stagionale di 1-15.

L’intero staff tecnico pagò pesantemente la condotta sconsiderata dei giocatori, ed a rifondare la squadra fu chiamato Dick Mac Pherson, per 10 anni alla guida di Syracuse.
La stagione, iniziata con il successo casalingo al Foxboro Stadium (ex Sullivan Stadium) contro Indianapolis per 16-7, si concluse, tra alti e bassi (ed alternanza di QBs) con un 6-10, ma le performances del finale di campionato diedero speranza ai tifosi ed alla dirigenza.

Il 1992 cominciò davvero male, con 9 sconfitte consecutive, e con voci insistenti di trasferimento della franchigia a St. Louis, città dalla quale proveniva il nuovo ed unico proprietario del team, James Orthwein.
La prima vittoria giunse contro i Colts per 37-34, in overtime, bissata la settimana successiva a New York contro i Jets; i Pats persero però entrambe le successive partite per 40-0, terminando la stagione con un allucinante 2-14.

Il 1993 vide l’arrivo in panchina di Bill Parcells, il cui primo obiettivo fu di individuare un uomo squadra, intorno al quale rifondare il team: lo trovò nella prima scelta del draft di quell’anno, il QB Drew Bledsoe.
Quest’ultimo, però, non ebbe un grande rendimento, e fu oltretutto bersagliato dagli infortuni; quella stagione (che vide anche il cambio del logo per il team, dopo oltre 30 anni) si chiuse con il record negativo di 5-11.

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Bill Parcells, “Il Grande Tonno”

Le voci di trasferimento a St. Louis continuarono finché, nel 1994, Robert Kratf rilevò la franchigia da Orthwein.
L’operazione si rivelò positiva, sotto il profilo economico (record di biglietti venduti), ma non solo: dopo un avvio incerto, Bledsoe giocò su livelli altissimi, tanto che la squadra concluse la stagione sul 10-6, ma venne sconfitta nella sfida di Wild Card dai Cleveland Browns, che si imposero 20-13.

Il 1995 vide l’esplosione del RB Curtis Martin, poi nominato Offensive Rookie dell’anno, ma gli infortuni ed il gioco altalenante di Bledsoe portarono i Patriots a concludere la stagione sul 6-10.

La stagione 1996 vide un peggioramento nei rapporti tra Parcells e Kraft: ciò non impedì alla squadra di disputare un’eccellente stagione, che si concluse addirittura al Super Bowl XXXI.
La franchigia del New England ebbe però la sfortuna di incontrare sul proprio cammino i Green Bay Packers, guidati dall’eccezionaleBrett Favre, che condusse i suoi alla vittoria per 35-21.
Cinque giorni dopo la sconfitta, Parcells rassegnò le dimissioni e passò ai Jets.

Sotto la guida del nuovo coach, Pete Carroll, i Pats furono Campioni AFC East nel 1997, ma il sogno si infranse contro gli Steelers, che li sconfissero per 7-6 nel Divisional Playoff.

La stagione 1998 iniziò senza Curtis Martin, che raggiunse Parcells ai Jets; la squadra, tra prestazioni non esaltanti e numerosi infortuni (Bledsoe e Glenn su tutti) concluse con un 9-7, ma non riuscì ad accedere ai playoffs; come ciliegina sulla torta, la società scioccò i tifosi, annunciando di volersi trasferire a Hartford, Connecticut.
Quest’ultima operazione non andò mai in porto, in quanto i cittadini di Hartford espressero il loro diniego alla costruzione di uno stadio. Nel contempo, il Comune di Foxboro annunciò la realizzazione di un nuovo impianto, da ultimarsi entro il 2002.

Nonostante un avvio incoraggiante (4-0), i Pats (privi del RB titolare Robert Edwards, infortunatosi in pre-season) chiusero la stagione 1999 con il record di 8-8, e cominciarono la caccia al nuovo head coach.

Fu così che Bill Belichick giunse nel New England nel 2000, dopo solo un giorno da allenatore dei Jets, ruolo nel quale aveva rimpiazzato il mentore Bill Parcells.
Di nuovo le squadre litigavano per un coach, e i Pats mandarono a New York delle scelte al draft a titolo di compensazione.
L’era Belichick non cominciò nel migliore dei modi: il record finale fu un deludente 5-11, con l’ultimo posto nella AFC East.

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Bill Belichick

Nel 2001, i tifosi non avevano grandi aspettative sulla squadra, che avrebbe disputato la propria ultima stagione al Foxboro Stadium.
I Pats persero la prima partita contro i Bengals, e due giorni dopo, come il resto del mondo, assistettero atterriti ed increduli all’attacco terroristico contro le Torri Gemelle: ma la guardia Joe Andruzzi fu toccata personalmente da quel vile gesto, poichè due dei fratelli, vigili del fuoco, erano tra coloro che non avevano risposto all’appello dopo il crollo del World Trade Center.
Fortunatamente, i due giovani vennero poi ritrovati sani e salvi, e quando la NFL ricominciò l’attività una settimana più tardi, venne loro reso onore, in occasione della sfida contro i Jets in quel di Foxboro.
I Patrioti furono sconfitti, ma ad aggravare la situazione vi fu il grave infortunio di Bledsoe, che riportò serie lesioni interne dopo un placcaggio di Mo Lewis nell’ultimo quarto.
Quell’infortunio segnò l’esplosione di un giovane e sconosciuto QB: Tom Brady.
Il ragazzo portò i Pats al titolo divisionale, contro i Raiders; ma Brady si infortunò a sua volta nel Championship AFC, e Bledsoe ritornò in campo, guidando i suoi alla vittoria contro gli Steelers, il che significò approdare nuovamente al Super Bowl.

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Tom Brady

I Pats si trovarono di fronte i favoritissimi St. Louis Rams, guidati dall’eccezionale Kurt Warner.
E tuttavia, come Davide contro Golia, i Patrioti ribaltarono i pronostici, conquistando il titolo grazie ad un field goal di Adam Vinatieri a pochi secondi dal termine.

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Reduci dall’incredibile successo al Super Bowl, nel 2002 i Patriots hanno finalmente avuto un impianto nuovo di zecca, il Gillette Stadium, inaugurato nel Monday Night col successo per 30-14 sui Pittsburgh Steelers.
I Pats sono stati un vero e proprio rullo compressore nei primi tre incontri in calendario, segnando qualcosa come 115 punti, e portandosi immediatamente sul parziale di 3-0.
Ma in Ottobre hanno faticato moltissimo, perdendo quattro incontri, non riuscendo a segnare mai neppure 20 punti. I Patrioti si sono ripresi vincendo cinque delle successive sei gare, tornando in corsa per la postseason.
Tuttavia, le sconfitte consecutive rimediate in prima serata contro i Tennessee Titans ed i New York Jets hanno messo a repentaglio la qualificazione ai playoff; sul parziale di 8-7, all’ultima giornata occorreva battere i Dolphins in casa e sperare in una sconfitta dei Jets per vincere la Division ed accedere alla postseason.
Pur in svantaggio da subito, i Pats hanno rimontato, fino ad imporsi per 27-24 grazie ad un altro FG pesante di Adam Vinatieri; ma i Jets hanno vinto il loro incontro, e così i Patriots hanno fallito l’obiettivo playoff, pur a fronte di un record di 9-7.

Nel 2003, i Patriots hanno iniziato la stagione nel bel mezzo di una controversia, dato che il capitano della difesa Lawyer Milloy è stato rilasciato al termine del training camp. Milloy è approdato ai Buffalo Bills, che avrebbero affrontato proprio i Pats nell’opener. La squadra è parsa scossa e confusa, venendo umiliata dai Bills con un pesantissimo 31-0.
I Patriots si sono rianimati, vincendo le due gare seguenti prima di venire sconfitti dai Washington Redskins nella Week 4. Nell’imminenza della sfida interna contro i Tennessee Titans a Foxborough, i Pats erano alle prese con tanti titolari infortunati o costretti a scendere in campo stringendo i denti. Nonostante gli infortuni, i Pats hanno comunque battuto i Titans per 38-30, al termine di un incontro emozionante, chiuso grazie ad un ritorno di intercetto da 65 yards di Ty Law.
New England ha vinto anche la settimana seguente, preparandosi allo scontro diretto con i Miami Dolphins nella Week 7. I Patriots sono riusciti a tenersi a galla per tutto l’incontro, in cui Miami ha fallito due FG che le avrebbero permesso di aggiudicarsi il successo. In overtime, Tom Brady ha messo la parola fine all’incontro, con una bomba da 82 yards per Troy Brown che non solo ha dato ai Pats la vittoria, ma li ha anche proiettati in vetta alla Division.
Le vittorie di misura sono così diventate il marchio di fabbrica dei Pats, che hanno superato di poco i Cleveland Browns e i Denver Broncos; nella seconda gara, Bill Belichick ha preso un safety verso fine gara per guadagnare campo per l’ultimo drive, ed i Pats hanno vinto in rimonta per 30-26 nel Monday Night in trasferta.
Con l’andare della stagione, i Pats sono tornati in salute ed in qualunque situazione sono comunque riusciti ad imporsi: come nella Week 13, grazie ad una grande goal line stand contro gli Indianapolis Colts. Una settimana dopo, i Pats hanno chiuso la pratica del titolo divisionale, superando per 12-0 i Dolphins sotto diversi centimetri di neve, che i tifosi del Gillette Stadium hanno poi lanciato durante i festeggiamenti.
I Pats hanno vinto tutti gli incontri restanti, allungando la striscia positiva a 12 gare, incluso il successo per 31-0 in casa contro i Bills nell’ultima di campionato, concluso col miglior record di sempre, un eccellente 14-2; grazie a quel record, New England si è assicurata il vantaggio campo in postseason.
I Patriots hanno esordito nei playoff contro i Titans nel gelo polare di Foxboro: il freddo è parso condizionare entrambi gli attacchi, che hanno commesso diversi errori cercando di controllare il pallone ghiacciato. Sul punteggio di 14-14, Adam Vinatieri ha messo a segno un FG da 46 yards a 5′ dal termine, portando in vantaggio i suoi. Da lì in poi la difesa è salita in cattedra, bloccando il drive finale dei Titans.
Opposti ai Colts nel Championship AFC, i Pats e la loro difesa hanno imbrigliato l’MPV della NFL Peyton Manning per tutto l’incontro, mettendo a segno quattro sack ai suoi danni ed intercettandolo altrettante volte.
I Patriots si sono così imposti per 24-14, staccando il biglietto per il secondo Super Bowl in tre anni.
A differenza di quanto avvenuto due anni prima, i Patriots sono giunti al Super Bowl XXXVIII, contro i Carolina Panthers, come gli ovvi favoriti.
Dopo un primo quarto senza segnature, i Pats hanno messo i primi punti a referto, allorquando Tom Brady ha pescato Deion Brach in endzone con un corto passaggio da 5 yards. I Panthers hanno pareggiato, ma i Pats si sono riportati avanti allo scadere del primo tempo, grazie ad un altro corto TD pass di Brady per David Givens. Con il FG dei Panthers a fil di sirena, le squadre sono andate al riposo sul punteggio di 14-10 in favore di New England.
Le squadre non hanno segnato alcun punto nel terzo periodo: l’ultima frazione di gioco ha visto dapprima i Pats portarsi sul 21-10, poi i Panthers hanno segnato due mete, passando addirittura a condurre per 22-21. Lo svantaggio è parso risvegliare i Pats, che hanno nuovamente rimesso la testa avanti sul 29-22 grazie al TD pass da una yard di Brady per Mike Vrabel, seguito dalla conversione da due punti di Kevin Faulk su corsa.
Ma i Panthers hanno deciso di vendere cara la pelle, pareggiando a meno di due minuti dal termine. Ancora una volta i Pats si sono ritrovati in situazione di parità nei minuti finali del Grande Ballo.
Come due anni prima, Tom Brady, poi nominato MVP, ha guidato i suoi in raggio da FG: Adam Vinatieri ha così piazzato tra i pali un calcio da 36 yards allo scadere, dando a New England il secondo Lombardi Trophy in tre anni.

Nel 2004, l’arrivo del RB All-Pro Corey Dillon dai Cincinnati Bengals è sembrata rafforzare ulteriormente dei Patriots già fortissimi.
La formazione di Belichick è partita col piede giusto, sconfiggendo per 27-24 gli Indianapolis Colts nell’opener, giocato di giovedì sera: Tom Brady ha eclissato Peyton Manning, lanciando per 335 yards.
Quella vittoria è stata la scintilla per i Pats, che hanno stabilito il record NFL di successi consecutivi nell’arco di due anni, portandolo a 21 dopo aver battuto i 15 alla fine del 2003, partendo con un ottimo 6-0.
Ma quella striscia si è conclusa ad Halloween, allorquando i Patriots hanno concesso 21 punti ai Pittsburgh Steelers, i quali si sono poi imposti per 34-20. Si è però trattato di un mero incidente di percorso per i Pats, che hanno vinto i successivi sei incontri, finendo per aggiudicarsi il titolo della AFC East. Ma non è stata una passeggiata, perché ad un certo punto l’intera secondaria dei Patriots si è ritrovata in infermeria, costringendo il WR Troy Brown a giocare in doppio ruolo. Brown ha fatto anche più del dovuto, ed i Patriots hanno concluso la regular season sul 14-2 per la seconda stagione di fila, guidati ancora una volta da una delle migliori difese della Lega.
Nei playoff, i Pats hanno affrontato nuovamente i Colts: esposti ai venti glaciali del New England che soffiavano incessanti su Foxboro, gli ospiti non hanno avuto scampo; la difesa dei Pats ha messo sotto pressione Manning per tutto l’incontro, concedendo all’attacco esplosivo di Indianapolis la miseria di 3 punti, finendo per imporsi con un impietoso 20-3.
Con quel successo, i Pats hanno avuto la possibilità di sfidare nuovamente gli Steelers, stavolta nel Championship AFC. Tornati in uno dei luoghi in cui avevano perso durante la stagione, i Patriots erano determinati a dimostrare che la sconfitta di Halloween, e la fine della striscia vincente, erano stati una mera casualità. Sono partiti con l’acceleratore premuto, chiudendo il primo tempo sul 24-3 grazie ad un ritorno di intercetto da 87 yards di Rodney Harrison a fil di sirena.
Gli Steelers hanno provato la rimonta, ma i Pats hanno mantenuto le distanze, realizzando un big play dopo ogni segnatura avversaria: vincendo per 41-27, i Pats sono giunti al Grande Ballo per la terza volta in quattro anni.
Nel Super Bowl XXXIX, opposti ai Philadelphia Eagles a Jacksonville, i Patriots avevano la possibilità di affermarsi definitivamente come una dinastia, in caso di vittoria del terzo Lombardi Trophy in quattro stagioni.
I Pats e gli Eagles hanno lottato alla pari per tre quarti, tutti chiusi in parità. Nell’ultimo quarto, l’esperienza dei Patriots al Grande Ballo ha iniziato a farsi sentire, allorquando Corey Dillion ha segnato con una corsa da due yard, portando i suoi sul 21-14 all’inizio della frazione. La difesa dei Pats ha tenuto a freno gli Eagles, consentendo all’attacco di mettere a segno altri tre punti grazie al FG di Adam Vinateiri.
Ma gli Eagles non si sono dati per vinti, e si sono riportati sul -3 a 1’48” dal termine. Dopo un three-and-out, i Patriots si sono affidati alla difesa per mantenere il vantaggio, e l’intercetto di Rodney Harrison a 9″ dal termine ha chiuso definitivamente la partita sul 24-21. I Patriots sono così divenuti la seconda squadra di sempre a vincere tre Super Bowl in quattro anni. A guadagnarsi il titolo di MVP è stato il WR Deion Branch, capace di eguagliare il record di 11 ricezioni, molte delle quali in situazione di terzo down.


Corey Dillon in azione

Nel 2005, dopo due Super Bowl consecutivi, i Patriots hanno cominciato a vedere i lati negativi del successo: il DC Romeo Crennel è stato chiamato dai Cleveland Browns per il ruolo di HC; altrettanto è capitato all’OC Charlie Weiss, che ha accettato l’offerta di Notre Dame.
Anche la difesa ha subito alcuni brutti colpi, tra i quali il mancato rinnovo di contratto a Ty Law ed il ritiro di Ted Johnson retired; Tedy Bruschi ha iniziato la stagione con la carriera appesa ad un filo, dopo aver subito un ictus durante l’offseason.
Nonostante tutto, i Patriots hanno esordito alla grande, battendo gli Oakland Raiders per 30-20 nell’opener del Giovedì sera in diretta nazionale. Ma una settimana dopo i Patriots hanno subito la prima battuta d’arresto, venendo piegati per 27-17 dai Carolina Panthers, nel rematch del Super Bowl XXXVIII. Dopo una sofferta vittoria esterna per 23-20 sui Pittsburgh Steelers, i Pats hanno visto improvvisamente terminare la loro striscia vincente casalinga per mano dell’inarrestabile LaDainian Tomlinson, che con 134 yards e due mete ha portato i San Diego Chargers al successo per 41-17.
I Patriots hanno continuato ad alternare vittorie e sconfitte nelle successive quattro gare, piegando gli Atlanta Falcons ed i Buffalo Bills e venendo sconfitti dai Denver Broncos e dagli Indianapolis Colts; al contempo, Tedy Bruschi è rientrato alla grande nel reparto difensivo.
La seconda parte del calendario di New England si è rivelata decisamente più facile, e con cinque successi in sei gare i Pats hanno nuovamente conquistato il titolo divisionale. Senza alcuna pressione nell’ultima di campionato, i Pats sono stati sconfitti dai Miami Dolphins per 28-26, ed il backup QB Matt Cassel ha avuto un po’ di spazio. Ma è stato un altro QB dei Patriots a rubare la scenda: Doug Flutie, all’ultimo incontro in carriera, ha calciato tra i pali un extra point, divenendo il primo giocatore a farlo in oltre 60 anni.
Nei playoff, i Patriots (10-6) hanno ospitato i Jacksonville Jaguars, dovendo disputare una gara di Wild Card per la prima volta dall’inizio della loro straordinaria ascesa. In quell’incontro i Patriots hanno dimostrato tutta la loro potenza contro i giovani Jaguars, passando dal 7-3 all’intervallo al 28-3 finale: ciò grazie al TD pass da 63 yards di Tom Brady per Ben Watson e al ritorno di intercetto da 73 yards di Asante Samuel.
Sette giorni dopo, i Patriots sono volati a Denver, pronti a scontrarsi con quei Broncos che li avevano sconfitti nella Week 6.
Le difese l’hano fatta da padrone per la maggior parte del primo quarto: i Patriots hanno segnato per primi con un FG da 40 yards di Adam Vinatieri verso la fine del secondo quarto. Ma i Broncos sono passati a condurre, capitalizzando al meglio un fumble di Kevin Faulk sulle 40 yards di New England ed un’interferenza difensiva comminata ad Asante Samuel, che ha portato al TD da una yard di Mike Anderson. Sul successivo kickoff, i Patriots hanno commesso un altro errore, un sanguinoso fumble di Ellis Hobbs, che ha permesso ai Broncos di chiudere in vantaggio per 10-3 all’intervallo. Nonostante quelle brutte giocate, i Patriots, sotto per 10-6 verso la fine del terzo quarto avevano la possibilità di ripassare a condurre, dopo essersi spinti in profondità in territorio avversario. Ma il lancio di Tom Brady è stato “pizzicato” in endzone da Champ Bailey: questi non l’ha riportato in meta solo grazie al disperato intervento di Ben Watson, che gli ha strippato il pallone proprio in prossimità della goal line. Ma gli arbitri, invece di assegnare il Touchback ai Pats hanno deciso che fosse uscito dal campo sulla linea delle 1 yard; ciò ha portato alla seconda segnatura su corsa di Mike Anderson ed alla fine del dominio dei Patriots, sconfitti per 27-13.

Dopo aver fallito l’obiettivo dei tre titoli NFL consecutivi, nel 2006 i Patriots hanno perso alcuni elementi importanti: anzitutto il kicker Adam Vinatieri, passato agli Indianapolis Colts via free Agency; poi, un reparto già non abbondante, quello dei WR, ha visto l’addio di Deion Branch, il quale, al termine di un lungo holdout, è stato ceduto ai Seattle Seahawks. Nonostante queste perdite, i Pats hanno comunque trovato il modo di vincere, partendo con un eccellente 6-1. Dopo due sconfitte consecutive in casa per mano degli Indianapolis Colts e dei New York Jets, i Pats si sono ripresi alla grande, lasciando a secco i Green Bay Packers al Lambeau Field, piegandoli con un impietoso 35-0. Sette giorni dopo i Pats hanno detto la loro anche in casa, superando i Chicago Bears per 17-13, totalizzando un ottimo 4-0 contro squadre della NFC North, completando la missione con la terza vittoria di fila, stavolta sui Detroit Lions. Dopo un’inattesa sconfitta per 21-0 contro gli ultimi in classifica,i Miami Dolphins, i Patriots hanno chiuso la regular season con tre successi consecutivi, grazie ai quali hanno conquistato il quarto titolo divisionale di fila col record di 12-4.
Nei playoff i Patriots si sono ritrovati opposti ai Jets a Foxboro, sperando di vendicare la sconfitta del 12 Novembre: si trattava di una sfida nella sfida, in quanto a guidare i Jets era l’ex DC e pupillo di Belichick, Eric Mangini. I Pats hanno fatto ricorso a tutta la loro esperienza in postseason, controllando la gara sin dall’inizio e conquistando la vittoria con un sonoro 37-16. Una settimana più tardi erano dati per sfavoriti contro i San Diego Chargers, che avevano dominato la Lega per tutta la stagione. I Bolts sono passati rapidamente a condurre per 14-3 nel secondo quarto, ma i Pats hanno accorciato le distanze al termine di un lungo drive, grazie al TD pass di Brady per Jabar Gafney a 8″ dall’intervallo. I Pats si sono riportati a -1 nella terza frazione, e San Diego si è affidata a Ladainian Tomlinson, aumentando le distanze sul 21-13 nell’ultimo quarto. Ma i Pats non hanno ceduto, e Brady ha orchestrato un drive vincente con conversione da due punti a 5′ dalla fine, che ha portato al pareggio; New England, nell’occasione, è stata baciata dalla fortuna, dato che il primo lancio di Brady è stato intercettato, ma il difensore ha poi commesso fumble sul ritorno. In situazione di parità, i Pats, pur non giocando al meglio, sono comunque riusciti ad imporsi grazie al FG da 32 yards di Stephen Gostkowski, che ha fissato il punteggio sul definitivo 24-21.
Nel Championshipthe AFC contro i Colts, i Patriots hanno rapidamente zittito i tifosi avversari ad Indianapolis, portandosi rapidamente sul 21-3; Asante Samuel ha messo a segno un ritorno vincente di intercetto da 35 yards all’inizio del secondo quarto. I Colts hanno iniziato a rimontare, grazie al piede del grande ex Adam Vinatieri allo scadere del primo tempo. La rimonta è proseguita, ed i Colts sono pervenuti al pareggio, ma i Pats hanno prontamente risposto e si sono riportati in vantaggio. Dopo il nuovo pareggio dei Colts (28-28), i Patriots sembravano destinati ad andare nuovamente a segno, allorquando Reche Caldwell ha malamente droppato un passaggio, completamente solo a pochi centimetri dalla endzone. Dopo un FG a testa, i Pats sono passati a condurre per 34-31: la segnatura è stata propiziata dal secondo lungo ritorno di kickoff della gara di Ellis Hobbs. Fermati i Colts sul three-and-out i Patriots potevano chiudere l’incontro a 3’22” dal termine. Ma una sanguinosa penalità all’inizio del drive ha messo New England con le spalle al muro, costringendola a calciare il punt. A 2’17” dalla sirena i Colts si sono trovati sulle proprie 20 yards: al termine di un ottimo drive, sono passati a condurre per 38-34 a soli 60″ dalla fine. I Pats avevano ancora una possibilità di rispondere, iniziando il loro drive dalle proprie 21 yards con 54″ da giocare. In soli tre giochi, Brady ha portato i suoi oltre la metà campo, in quello che sembrava l’ennesimo drive magico da ultimo quarto; tuttavia, a spezzare l’incantesimo è stato Marlin Jackson, che ha intercettato il lancio di Brady a 17″ dallo scadere, dando la vittoria ai Colts. Questi ultimi hanno così staccato il biglietto per il Super Bowl, che avrebbero poi vinto contro i Chicago Bears.

Nel 2007, dopo la sconfitta nel Championship AFC, i Patriots si sono preparati alla nuova stagione forti di due importanti innesti: quello di dell’All-Pro Adalius Thomas in difesa e del WR Randy Moss in attacco. L’alto e veloce Moss ha dato finalmente ai Pats quel ricevitore sul profondo di cui New England aveva disperato bisogno per aprire il gioco; al contempo, l’arrivo di Wes Welker da Miami ha dato a Brady un’opzione importantissima nelle situazioni di terzo down. Caricati a molla e pronti ad iniziare la stagione, i Pats hanno esordito bastonando in trasferta per 38-14 i New York Jets, ma la partita ha avuto pesanti strascichi negativi, in quanto i Pats sono stati scoperti a filmare le chiamate avversarie sulla sideline. Subito informata dell’accaduto, la NFL ha immediatamente avviato un’indagine sulla condotta dei Patriots, ed il New York Post ha dato loro un asterisco per la vittoria sui Jets. Alla fine la squadra è stata multata ed ha perso una scelta al draft: l’imperturbabile Bill Belichick ha utilizzato la sanzione come motivazione e stimolo.
Invece di farsi distrarre dall’accaduto, all’esordio casalingo i Pats sono stati ancora più determinati, piegando i San Diego Chargers per 38-14. Il trend è continuato nelle settimane successive, in cui i Pats non hanno vinto, ma schiantato gli avversari, a volte anche infierendo sugli stessi; l’attacco continuava ad infrangere record NFL a destra e a manca. Capaci di segnare 34 o più punti nelle prime cinque gare in calendario, i Pats hanno avuto il primo test probante nella Week 6, che li ha visti opposti ai Dallas Cowboys in trasferta. Dopo essere stati in svantaggio fino a metà del terzo quarto, i Pats hanno visto esplodere il reparto offensivo, che ha segnato oltre 40 punti e portato sul successo per 48-27.
Sul parziale di 6-0, si cominciava a parlare di regular season da 16-0. Dopo aver bastonato per 49-28 i Miami Dolphins ed umiliato i Washington Redskins con un terrificante 52-7, i Patriots hanno affrontato gli Indianapolis Colts, anch’essi fino a quel momento imbattuti. Sotto per 20-10, i Pats hanno dimostrato di saper rimontare e vincere, vendicando la sconfitta nel Championship AFC piegando i Colts per 24-20, grazie al TD di Kevin Faulk a 3’15” dal termine.
Dopo il bye, i Patriots hanno seguitato a dominare, superando i Buffalo Bills per 56-10 e portandosi sul 10-0. La partita successiva non è stata così agevole, ed infatti si sono trovati sotto nel punteggio per 28-24 nell’ultimo quarto contro i Philadelphia Eagles, pur privi di Donovan McNabb. Ma Brady e compagni hanno nuovamente rimontato e vinto, grazie a Laurence Maroney e al secondo intercetto Asante Samuel (il primo era valso sei punti), che ha chiuso l’incontro. Sull’11-0 i Patriots venivano chiamati “La più grande squadra di sempre“, venendo dati per strafavoriti ogni settimana. Sette giorni dopo, nel Monday Night, il record di imbattibilità di New England era in serio pericolo: i Baltimore Ravens erano infatti in vantaggio per 24-20 nell’ultimo quarto. Per due volte in situazione di quarto down, i Pats sono tornati a respirare grazie ad un holding difensivo comminato agli avversari, passando a condurre a 44” dal termine graziel al TD pass di Tom Brady per Jabar Gaffney.
Si è così giunti a Dicembre, con il titolo divisionale saldamente nelle mani dei Patriots, ormai concentrati sulla storia e capaci di piegare i Pittsburgh Steelers, i New York Jets ed i Miami Dolphins in casa, pronti a fronteggiare i New York Giants sul parziale di 15-0. Con i playoffs già in cassaforte per i Giants, molti tifosi dei Patriots sono riusciti ad acquistare biglietti per Meadowlands, e si sono recati fino nel New Jersey per assistere ad un pezzo di storia. Ma i Giants si sono dimostrati dei rivali di tutto rispetto, tenendo testa ai Pats fino all’ultimo quarto. L’attacco di New England, però, non ha lasciato scampo ai Big Blue: Tom Brady e Randy Moss, in una sola giocata, hanno stabilito dei record personali; Brady ha raggiunto quota 50 TD pass e Moss quota 23 mete. I Pats, superando i Giants per 38-35, hanno chiuso la regular season con un incredibile 16-0 e stabilito un nuovo primato per la Lega, con 589 punti segnati. Per il record personale e di squadra, Tom Brady è stato nominato sia Offensive Player of The Year che NFL MVP.
Con quel record, i Patriots sono diventati la seconda squadra nell’era del Super Bowl a chiudere la regular season imbattuta, ma non sarebbe servito a nulla se fossero stati sconfitti nei playoff: i Miami Dolphins del 1972 erano sempre lì a testimoniare che una perfect season doveva per forza includere il Vince Lombardi Trophy.
Opposti ai Jacksonville Jaguars nel primo incontro di postseason, i Patriots non hanno mostrato la stessa esplosività della stagione regolare, ma sono sembrati giocare in sicurezza, superando i Jags per 31-20; Tom Brady ha giocato sul corto, stabilendo il record di completi in una gara di playoff (92.9%, con 26 su 28).
La settimana dopo, contro i San Diego Chargers, i Pats si sono affidati alla difesa per contenere i Bolts, vincendo per 21-12; la retroguardia di New England ha concesso agli avversari solo quattro FG, mentre il TD di Wes Welker nell’ultimo quarto ha messo la partita in ghiaccio. Ma la precisione non era la solita: i Pats sono sembrati tesi, quasi temessero di commettere l’errore grave; in ogni caso, il loro talento era così superiore che tutto il resto sembrava non avere importanza, poiché sono diventati la seconda squadra di sempre ad approdare imbattuta al Super Bowl.
Quando i Patriots sono atterrati a Glendale, Arizona, i più si aspettavano che il Super Bowl sarebbe stato un mero coronamento di quella grande stagione; a contendere loro il titolo, i New York Giants, che avevano già sconfitto durante la stagione. Tornati a Foxboro, ai Pats era stato applicato il marchio di fabbrica “19-0″, i libri ormai erano pronti ad essere dati alle stampe, e gli dei del football sembravano dalla parte dei Patriots, favoriti di dodici punti. La partita arrivava a distanza di sei anni dal loro primo titolo, conquistato a New Orleans a spese dei St. Louis Rams, anch’essi allora favoriti di dodici punti. Certamente lo scandalo dello Spygate, esploso nella Week 1, non era completamente dissolto: un ex dipendente dei Patriots, sosteneva che fosse stato registrato anche l’allenamento dei Rams prima della finalissima. Ma tutto sembrava una mera irritazione per i Pats, concentrati sulla perfezione, con i Dolphins del 1972 ormai pronti ad accogliere i nuovi vicini di casa a Perfectville.
I Giants hanno vinto il coin toss, e da subito hanno fatto capire di voler tenere lontano dal campo l’attacco stellare dei Pats, tenendo palla per i primi dieci minuti dell’incontro; i Big Blue, tuttavia, sono riusciti a mettere a segno solo un FG. I Patriots si sono subito spinti in profondità, passando a condurre per 7-3 grazie alla corsa vincente di Laurence Maroney a poche yards dalla endzone nel primo gioco del secondo quarto.
La difesa dei Giants ha serrato i ranghi, e Tom Brady non ha avuto il solito tempo a disposzione nella tasca; al contempo, l’attacco su corsa dei Pats non decollava (solo 45 yards in tutta la gara). I ragazzi di Belichick continuavano ad apparire tesi, con una grande pressione addosso e timorosi di commettere un errore sanguinoso. La difesa di New England si è però mostrata all’altezza, poiché il risultato di 7-3 è rimasto invariato fino all’ultimo quarto, allorquando i Giants sono passati a condurre a 11’5″ dalla fine. Grazie a Wes Welker, capace di eguagliare il record del Super Bowl con undici ricezione, i Patriots si sono riportati avanti per 14-10 a 2’42” dal termine, grazie alla combinazione Tom Brady-Randy Moss.
Ora, il compito di passare alla storia era affidato alla difesa dei Pats. In situazione di 3° e 10, i Pats sembravano aver bloccato Eli Manning; ma il QB dei Giants è riuscito a sfuggire alla pressione, imbeccando David Tyree sulle 25 di New England. Tyree, marcato da Rodney Harrison, era riuscito incredibilmente a ricevere il pallone pressandolo contro il casco. Per raggiungere la perfezione, i Patriots avrebbero dovuto lottare contro il karma, e l’instabile dito del fato chiamato fortuna. Dopo un altro terzo down convertito dai Giants, i Patriots si sono ritrovati a dover combattere contro l’orologio, mentre i Big Blue sembravano diventare la squadra del destino.
Nella giocata successiva, con soli 35″ sul cronometro, i Patriots si sono ritrovati sotto per 17-14, allorquando Manning ha pescato Plaxico Burress in endzone con un TD pass da 13 yards.
Con la palla sulle proprie 20 yards, ai Pats serviva un miracolo per pareggirare, un compito diventato ancor più difficile quando Jay Alford ha messo a segno un sack ai danni di Tom Brady con una perdita di otto yards. Un disperato Brady ha lanciato due volte sul profondo ma senza esito: i Giants hanno tenuto duro e chiuso l’incontro con un’incredibile vittoria per 17-14, che ha messo fine alla corsa alla perfezione dei Pats nel modo più doloroso.

Nel 2008, reduci dalla cocente sconfitta nel Super Bowl XLII, i Patriots erano tra i favoriti per tornare al Grande Ballo, concentrati sulla conquista del Lombardi Trophy senza le distrazioni e la pressione derivanti da una stagione senza sconfitte.
Ma nel primo quarto della gara d’esordio, la speranza di tornare al Super Bowl ha subito un colpo durissimo: Tom Brady ha dovuto dare l’addio alla stagione, a causa di un infortunio al ginocchio rimediato dopo essere stato colpito dalla safety dei Chiefs Bernard Pollard. Il suo backup Matt Cassel ha comunque portato i Pats al successo per 17-10 contro Kansas City. Dopo aver vinto contro i New York Jets in trasferta, con Cassel in cabina di regia la striscia casalinga vincente dei Pats si è interrotta per mano dei Miami Dolphins, capaci con la loro Wildcat di espugnare Foxboro con un impietoso 38-13.
I Pats si sono prontamente ripresi, vincendo tre delle successive quattro gare, pronti a sfidare gli Indianapolis Colts in un incontro chiave. Le due squadre, caratterizzate da attacchi solitamente pirotecnici, hanno dato vita ad una battaglia difensiva: l’ex kicker dei Pats, Adam Vinatieri, ha dato ai Colts il successo finale con un FG da 52 yards, che ha chiuso l’incontro sul 18-15.
Dopo aver superato i Buffalo Bills, i Patriots hanno ricevuto la visita dei New York Jets nel Thursday Night, con in palio il primato nella Division. In quella gara, Matt Cassel ha lanciato per 400 yards, risultato impreziosito dal TD pass da 16 yards per Randy Moss, grazie al quale i Pats hanno pareggiato ad un solo secondo dalla sirena; ma alla fine sono stati i Jets a spuntarla per 34-31. Sette giorni dopo, i Patriots si sono vendicati, superando per 48-28 i Dolphins a Miami; ma hanno continuato il loro cammino ondivago, venendo sconfitti per 30-10 dai Pittsburgh Steelers tra le mura amiche del Gillette Stadium. Pur giocando tre delle ultime quattro partite in trasferta, i Patriots hanno concluso positivamente la stagione vincendole tutte e chiudendo con un record di 11-5; Matt Cassel ha mostrato di essere un QB da NFL, giocando al posto dell’MVP in carica. Ma a causa di un tiebreaker, grazie al miglior record divisionale, i Miami Dolphins (che solo un anno prima avevano chiuso con un allucinante 1-15) hanno vinto il titolo della AFC East, mettendo fine al dominio quinquennale di New England. Peggio ancora, sempre a causa di un tiebraker a vantaggio dei Baltimore Ravens, i Pats hanno mancato l’appuntamento con i playoff per la prima volta dal 2002.

Dopo una lunga riabilitazione, nel 2009 Tom Brady era pronto a giocare all’inizio della stagione; ciò ha permesso ai Pats di cedere Matt Cassel ai Kansas City Chiefs in cambio di scelte al draft. Quella stagione era importante per i Pats, essendo la loro 50ma tra i professionisti, e coincideva con il 50° anniversario di fondazione della AFL.
All’esordio, Brady ha giocato una partita eccellente, lanciando per 378 yards; i Patriots hanno superato i Buffalo Bills per 25-24 nel Monday Night. Ma una settimana dopo, Brady ha stentato parecchio, ed i Pats sono usciti sconfitti dalle Meadowlands, superati dai New York Jets per 16-9. Si è però trattato di un mero incidente di percorso, dato che i Patriots hanno vinto sei delle prime otto gare in calendario, con Brady capace di lanciare per 300 yards in quattro occasioni.
Nella Week 10, Tom Brady ha lanciato per 375 yards contro gli Indianapolis Colts; ma la difesa di New England si è sfaldata, dilapidando un vantaggio di 17 punti nell’ultimo quarto e permettendo ai Colts di imporsi per 35-34. Quella gara è stata segnata dalla decisione di Bill Belichick di tentare una conversione alla mano di un 4° Down, con palla ampiamente in territorio Patriots, il che ha messo i Colts in posizione perfetta per vincere. La sconfitta ha dato inizio ad una striscia negativa, che ha visto i Pats perdere tre partite su quattro.
Con l’arrivo di Dicembre, i Patriots si sono rimessi in carreggiata, vincendo tre gare di fila, prima di perdere una gara ormai insignificante contro gli Houston Texans per finire la stagione. I Patriots si erano ormai assicurati il titolo della AFC East, ed erano ormai certi di giocare la Wild Card grazie al record di 10-6. Con 4.398 yards lanciate, 28 TD pass e soli 13 intercetti, Tom Brady è stato nominato Comeback Player of the Year.
Opposti ai Baltimore Ravens in casa nel primo turno di playoff, i Patriots sono andati subito sotto: nel primo gioco dell’incontro, Ray Rice ha piazzato una corsa vincente da ben 83 yards. Nella prima serie offensiva di New England, Brady ha commesso un errore per lui insolito, un fumble sulle proprie 17, che ha poi portato ad un’altra segnatura dei Ravens. Lo stesso Brady si è fatto poi intercettare da Chris Carr, consentendo agli avversari di mettere a segno un altro TD; alla fine del primo quarto, i Ravens conducevano per 24-0. I Patriots non si sono più ripresi da quella partenza choc, ed i Ravens hanno chiuso sul 33-14, infliggendo così a Tom Brady e Bill Belichick la prima sconfitta casalinga nei playoff.

Nel 2010, dopo l’inattesa sconfitta contro i Ravens nella Wild Card in casa, i Patriots erano decisi a rinforzarsi attraverso il draft, concentrandosi principalmente sulla posizione di tight end: all’uopo sono stati selezonati Adrian Hernandez da Florida e Rob Gronkowski, prodotto di Arizona. Inoltre, hanno pensato a puntellare la difesa, con l’arrivo del CB Devin McCourty, uscito da Rutgers, al primo giro, e del LB Brandon Spikes da Florida, selezionato con la seconda delle scelte dei Pats al terzo giro.
La stagione è iniziato positivamente, col successo per 38-24 contro i Cincinnati Bengals. Le cose sembravano andare per il verso giusto anche nella Week 2, dopo che i Pats avevano chiuso in vantaggio per 14-10 all’intervello in trasferta contro i New York Jets. Ma i biancoverdi hanno messo a segno 18 punti di fila nel secondo tempo, finendo per imporsi col punteggio di 28-14.
L’attacco di New England ha cominciato ad ingranare in occasione della vittoria casalinga per 38-30 sui Buffalo Bills, seguita dal Monday Night, in cui i Pats hanno massacrato i malcapitati Dolphins per 41-14 in Florida: i Pats sono diventati la prima squadra nella storia della Lega a realizzare un TD su corsa, su passaggio, su ritorno di intercetto, su ritorno di kickoff e su un FG bloccato nella stessa partita.
Ma hanno cominciato a sorgere dei malumori all’interno dello spogliatoio, allorquando Randy Moss ha espresso il proprio scontento per il ruolo nell’attacco dei Pats. Per tutta risposta, la squadra ha ceduto il WR All-Pro ai Minnesota Vikings (sua ex squadra) in cambio di una terza scelta al draft. Contemporaneamente, i Pats si sono ripresi l’MPV del Super Bowl XXXIX Deion Branch dai Seattle Seahawks in cambio della quarta scelta che avevano ricevuto dai Denver Broncos nell’ambito di una precedente trade che aveva mandato Lawrence Mauroney in Colorado. Al suo ritorno a Foxboro, è sembrato che Branch non se ne fosse mai andato: in connessione con Tom Brady, ha aperto le segnature nella gara contro i Baltimore Ravens, vincendo la quale per 23-20 in overtime i Pats si sono vendicati della sconfitta subita ai playoff nella precedente stagione. Una settimana più tardi, a San Diego, i Patriots hanno piegato i Chargers con l’identico punteggio.
Sette giorni dopo, Randy Moss è tornato a Foxboro, questa volta indossando la casacca dei Minnesota Vikings: ma il grande ricevitore dell’incontro è stato Brandon Tate, capace di mettere a segno un TD da 65 yards su lancio di Brady, che ha portato i Pats ad imporsi per 28-18.
La striscia vincente di cinque successi consecutivi dei Pats ha avuto fine la settimana dopo: la difesa di New England non è stata in grado di contenere il RB Peyton Hillis, che con 200 yards di total offense ha trascinato al successo i Cleveland Browns per 34-14. I Patriots si sono ripresi prontamente, superando per 39-26 i Pittsburgh Steelers all’Heinz Field nel Sunday Night. In quella gara, Brady ha lanciato per 350 yards e tre TD pass, ed i 23 punti segnati dai Black & Gold nell’ultimo quarto hanno solo parzialmente oscurato il dominio assoluto di New England.
I Patriots hanno seguitato a giocare un football solido, imponendosi per 31-28 sugli Indianapolis Colts. Quattro giorni più tardi, in occasione del Thanksgiving, si sono però trovati in svantaggio nel terzo quarto contro i Detroit Lions; ma grazie al TD pass da 79 yards per Deion Branch, i Pats hanno pareggiato. Nell’ultimo quarto, i Patriots hanno preso definitivamente il largo, segnando 21 punti di fila e chiudendo per 45-24, con un Brady capace di lanciare per 341 yards e quattro TD pass.
Così, i Pats si sono trovati di fronte i Jets nel Monday Night in quel di Foxboro: le due squadre, appaiate in classifica sul parziale di 9-2, si giocavano il titolo divisionale. Ma da subito la partita ha preso una direzione netta: Brady ha continuato imperterrito a sezionare le difese avversarie, lanciando per 326 yards e quattro TD pass, senza intercetti per la settima gara consecutiva.
Brady si è mostrato costante anche sotto la neve del Soldier Field di Chicago, lanciando due TD pass senza intercetti, guidando i suoi al successo esterno per 36-7 sui Bears.
Nel Sunday Night, i Patriots sono partiti un po’ molli contro i Green Bay Packers, privi del QB Aaron Rodgers, trovandosi sotto per 17-7 verso la fine del secondo quarto. Ma hanno avuto un’inattesa spinta grazie all’OL Dan Connolly, capace di riportare uno squib kick per 71 yards, che ha messo Tom Brady in condizione di imbeccare in endzone Aaron Hernandez con un TD pass da due yards. I Patriots sono poi riusciti ad imporsi per 31-27, e nell’ultimo quarto la combinazione Brady/Hernandez ha colpito ancora.
New England ha chiuso la stagione superando agevolmente Bills e Dolphins, risultando la miglior squadra NFL col record di 14-2. Brady, che non ha lanciato un solo intercetto nelle ultime dieci gare (infrangendo così il primato NFL di Bernie Kosar di passaggi tentati senza intercetti) è stato nominato Offensive Player of the Year e NFL MVP per la seconda volta in carriera, in virtù delle 3900 yards lanciate, con 36 TD pass e soli quattro intercetti.
I Patriots hanno incrociato nuovamente i caschi con i New York Jets nel Divisional Playoff. Da subito New England ha voluto mettere le cose in chiaro, con un lungo drive di apertura. Tuttavia, per la prima volta in dieci gare, Brady si è fatto intercettare. I Patriots hanno ripreso palla e messo a segno un FG. Ma i Jets avevano subito il miglior colpo dei Pats, ed erano ancora in piedi; nel secondo quarto, i newyorchesi hanno segnato due volte, portandosi in vantaggio per 14-3 all’intervallo. I Pats si sono riportati a -3, grazie al TD pass di Brady per Alge Crumpler ed alla conversione da due punti nel terzo quarto.
Tuttavia, i Jets hanno risposto segnando a loro volta un TD. La difesa biancoverde ha imbrigliato i Pats, tenendoli sempre a portata di tiro. Mentre il tempo cominciava a scorrere impietosamente, i Patriots hanno segnato un FG con Shayne Graham, ma il successivo on-side kick si è trasformato in un vero disastro: Antonio Cromatie l’ha infatti recuperato e riportato sino alle 20 di New England, dando la stura al TD di Shonn Greene che ha messo l’ipoteca sulla vittoria. I Pats hanno segnato un TD con Deion Branch, ma ancora una volta i Jets hanno recuperato l’on-side kick, e facendo scorrere i secondi residui si sono imposti per 28-21, staccando il biglietto per il Championship AFC.

Fonte: http://www.sportsecyclopedia.com/nfl/nengalnd/patriots.html

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