The Fearsome Foursome

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Provate a chiudere gli occhi. E immaginate un treno, che corre verso di Voi alla massima velocità.
Fate un altro sforzo, assecondatemi: tenete gli occhi chiusi, ed immaginate che i treni siano quattro. Spaventoso, vero?

Ecco, avete forse compreso che cosa provavano i quarterback avversari, ogniqualvolta si trovavano di fronte, a metà degli anni ’60, The Fearsome Foursome, la linea difensiva dei Los Angeles Rams.

Prima dell’avvento di questo pacchetto difensivo (costituito da David “Deacon” Jones, Merlin Olsen, Lamar Lundy e Roosevelt “Rosey” Grier, poi sostituito da Roger Brown nel 1967), il termine “sack” definiva la borsa nella quale si infilavano le spese.
Ciò finché questi straordinari atleti cominciarono a schiantare le linee offensive avversarie, ed i QBs presero a temere per la propria vita.
In un’intervista, Merlin Olsen dichiarò: “Ogni QB che incontravamo era così pronto alla nostra corsa che lanciava la palla più velocemente. Non lo prendevamo sempre, ma volevamo che avesse questo pensiero bene in mente: meglio che mi liberi del pallone, altrimenti potrei lasciarci le penne“.

Si deve al grande “Deacon” Jones l’invenzione del termine sack (nell’accezione oggi prevalente in questo sport); il grande atleta se ne uscì, un giorno, con questa frase: “You sack a city, you devastate it” (Trad. “Saccheggi una città, la devasti“).
E Jones fu realmente devastante, tanto da diventare il miglior pass – rusher della propria epoca.
Mark Gastineau dei N.Y. Jets detiene il record di sacks in una sola stagione, con 22 nel 1984; in realtà, il primato ufficioso spetta proprio a Deacon Jones, il quale, nel 1967, mise a segno ben 26 sacks. Ma tale gesto atletico è entrato a far parte delle statistiche solo nel 1982, quindi…

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David “Deacon” Jones

Jones correva dal lato sinistro della linea difensiva, non dal lato cieco del QB. Entrava quindi pienamente nel campo visivo dei quarterbacks destrorsi che, in ogni caso, ben difficilmente potevano sfuggire ad un 5 volte All–Pro e 11 volte Pro-Bowler.

Determinante per i successi di Deacon fu certamente l’aiuto di Merlin Olsen (entrambi poi entrati nella Hall of Fame, N.D.R.), che giocava al suo fianco in posizione di left tackle; insieme, i due formarono il più forte reparto mancino delle linee difensive nella storia della NFL.
Olsen era fisicamente fortissimo, in grado tenere impegnati due bloccatori, ed ogniqualvolta correvano insieme, la velocità di Jones gli permetteva di battere il suo uomo ed avventarsi sul QB.
Cosa rendeva tanto spaventoso questo tandem? Il fatto che Deacon potesse contraccambiare il favore…

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Sul lato destro, si posizionavano i massicci Grier e Lundy.
Il primo era stato una delle stelle dei New York Giants, prima di essere ceduto ai Los Angeles Rams nel 1963.
Il coach dei californiani, Harlan Svare, ebbe modo di dire di lui, all’atto dell’acquisizione: “Un giocatore del suo calibro, con gli uomini che già abbiamo, ci darà una delle migliori linee difensive della Lega“.
Grier pesava non meno di 300 libbre, ben oltre il limite consentito dai Giants, ed era in grado di placcare da una sideline all’altra.
Ma, a differenza di altri difensori (ad esempio Big Daddy Limpscomb), che cercavano di spezzare in due il portatore di palla, Grier preferiva placcare in modo da non far male all’avversario.
Come Frank Gifford ebbe modo di scrivere nel suo libro “The Whole Ten Yards“, “Ogniqualvolta i Giants si lanciavano tutti assieme per placcare il portatore di palla, Sam Huff cercava di ucciderlo, mentre Rosey Grier pregava per lui. Se avesse controllato il proprio peso e fosse stato capace di infuriarsi, sarebbe entrato sicuramente nella Hall of Fame“.

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Lundy, benché sia il meno conosciuto degli Spaventosi Quattro, è stato il pilastro della difesa dei Rams per ben 13 stagioni. Era famoso per rispettare scrupolosamente le consegne, permettendo così a Jones ed Olsen di fare il proprio lavoro in tutta tranquillità.
Lamar, uscito dall’Università di Purdue, fu la quarta scelta nel draft del 1957 dei L.A. Rams, e cominciò la propria carriera in posizione di ricevitore, con 35 passaggi per 584 yds e 3 TDs nelle prime due stagioni e mezzo da pro.
Nel 1959, venne spostato a defensive end, divenendo uno specialista nel proprio nuovo ruolo, venendo poi raggiunto da Jones (14° scelta nel draft 1961), Olsen (1° scelta del 1962) e Grier, dando così vita ad una linea difensiva eccezionale.

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Quando Grier si ritirò al termine della stagione 1966, Roger Brown venne acquisito dai Lions, dove era già stato per 5 volte Pro – Bowler, giocando al fianco di Alex Karras.
Nel 1967, al primo anno nei Rams, Roger si meritò nuovamente la chiamata al Pro Bowl, aiutando gli Arieti a realizzare l’eccellente record di 11-1-2.
Il primo movimento di Brown, similmente a Jones, era la c.d. headslap, lo schiaffo sul casco dell’avversario.
La guardia dei Rams, Tom Mack (anch’egli nella Hall of Fame) così ricordò, in un’intervista, il primo incontro con il compagno di squadra, quando quest’ultimo giocava ancora a Detroit: “Mi tuffai verso di lui, ma lo colpii troppo in alto: sembrava di aver cozzato contro un muro; mi schiaffeggiò sul casco talmente forte che quasi mi staccò la testa“.

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Roger Brown in allenamento

Alle spalle dei quattro, il reparto dei LBs era guidato da Jack Pardee, e comprendeva anche Maxie Baughan, mentre il leader della secondaria era Ed Meador (con 8 intercetti), supportato da Clancy Williams, Irv Cross e Willie Daniel.

La stagione ’67 si chiuse con la sconfitta per 28-7 contro i Green Bay Packers, ma, in ogni caso, la linea difensiva dei Rams lasciò il segno: concesse soli 198 punti agli avversari, sole 3.1 yds a portata ed intercettò la bellezza di 32 passaggi, principalmente grazie alla pressione degli Spaventosi Quattro. I sacks messi a segno furono 43, ben 26 dei quali realizzati dal solo “Deacon” Jones.

Nel 1968, i Rams realizzarono qualcosa come 51 sacks, concedendo soli 190 primi downs; l’anno successivo, si piazzarono al secondo posto in fatto di sacks (50), e concessero solo il 47% di completi agli avversari.
Tra il ’67 ed il ’69, gli Arieti losangelini realizzarono l’impressionante record di 32-7-3, vincendo due titoli divisionali, ed il reparto difensivo ebbe un peso determinante in tali successi.

Una volta, Jones ebbe modo di dire: “I QBs cercano di portare le proprie squadre all’interno della endzone; ma la linea difensiva è il fattore più determinante per chi entra nell’area di meta. E gli anni ’60 sono stati quelli dei più grandi difensori di sempre“.

Tra questi, lui stesso ed i suoi tre compagni di reparto; solo Jones e Olsen hanno il proprio busto in bronzo a Canton, Ohio: ma, tutti insieme, sono entrati nella leggenda di questo straordinario sport.

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Fonte: http://planetrams.5u.com/hall7.html

Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.