Danny White

Danny White: presidente di una società di vendite immobiliari, presidente di una compagnia petrolifera nonché testimonial di svariati prodotti commerciali ed organizzazioni (tra cui anche i Boys Scouts of America…). Direte voi… e allora ? Cosa c’entra questo signore di mezza età con il football? C’entra, c’entra. Facciamo un salto indietro di una cinquantina d’anni e lo scopriremo.

Danny White nasce il 9 Febbraio 1952 a Mesa, Arizona. Suo padre è Wilford “Whizzer” White, ex stella di Arizona State e halfback dei Chicago Bears (nel 1951 e nel 1952).
Danny frequenta la Westwood High School e, successivamente (dal 1971 al 1973), la Arizona State University a Tempe, Arizona.

White termina la sua carriera collegiale al primo posto di tutti i tempi in termini di passing yards, stabilendo inoltre 7 records NCAA. Queste cifre gli consentono di entrare nella Hall of Fame di Arizona State, oltre all’onore del ritiro della sua maglia numero 11.

Nel 1974 viene scelto al terzo giro dai Dallas Cowboys ma Danny, piuttosto che firmare per i texani e fare la riserva di Roger Staubach, preferisce andare a giocare nella neonata WFL con i Memphis Southmen (con compagni di squadra come Larry Csonka, Jim Kiick e Paul Warfield).
La WFL ha però vita brevissima: in due anni il fallimento diviene realtà. A Memphis Danny si mette in evidenza in due ruoli: condivide il ruolo di QB con John Huarte, lanciando per 2635 yards e 22 TD, ed è il punter titolare.

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Quarterback e punter nei Memphis Southmen

Il momento del grande salto arriva nel 1976: Danny finalmente firma con i Dallas Cowboys.
Dal 1976 al 1979 White è il punter ed il backup quarterback dell’America’s Team, con cui vince il Super Bowl XII nel 1978.

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Le occasioni per varsi valere nel ruolo di “signal caller” sono scarse, ma Danny le sfrutta alla grande. Una su tutte: nel Divisional Playoff Game del 1978 rileva l’infortunato Staubach e conduce i ‘Boys alla vittoria in rimonta sugli Atlanta Falcons (27-20).
White si dimostra anche un punter affidabile ed accurato, pur non avendo una grande potenza nelle gambe (intorno alle 40 yards di media).

Il 1980 è un anno cruciale per la carriera del Nostro: il 31 marzo il leggendario Roger Staubach annuncia il ritiro. Tocca a Danny White prendere in mano le redini e le sorti della squadra. E Danny non delude: dimostra sul campo di aver messo a frutto i 4 anni ad osservare Captain Comeback dalla panca.
Le sue cifre come QB: 260 passaggi completati per 3.287 yards, 28 TDS e 25 INTs.
Le sue cifre come punter: 71 punts per 2.903 yards (media 40,9).

I Cowboys producono per la quindicesima volta consecutiva una stagione vincente, concludendo la regular season con un sorprendente record di 12-4 (alla pari con Philadelphia ed Atlanta). Nei playoffs si sbarazzano dei Los Angeles Rams (34-13) nel Wild Card Game e quindi degli Atlanta Falcons (30-27, con TD pass decisivo di Danny per Drew Pearson a 42 secondi dal termine), per poi perdere a Philadelphia nell’NFC Championship Game per 20-7.

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Durante un segnale di snap

Anche il 1981 è un anno positivo per Dallas, che conclude la regular season con un record di 12-4 (sedicesima stagione vincente consecutiva). Nei playoffs si sbarazzano facilmente dei Tampa Bay Buccaneers (38-0), per essere ancora sconfitti nell’NFC Championship Game, stavolta dai San Francisco 49ers: i ‘Boys nulla possono contro il leggendario Joe Montana, che si inventa il TD pass decisivo nell’ultimo minuto di gioco (The Catch).
Le cifre relative al 1981: 223 passaggi completati per 3.098 yards e 22 TDs (13 INTs), 79 punts per 3.222 yards (media 40,8).

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La stagione 1982 è accorciata a 9 partite a causa dello sciopero dei giocatori. I Cowboys concludono la stagione regolare con un record di 6-3 (diciassettesima stagione vincente consecutiva), battendo poi nei playoffs prima i Tampa Bay Buccaneers (30-17), poi i Green Bay Packers (37-26). Ma il Championship Game si rivela ancora tabù: Washington 31, Dallas 17.
Le cifre relative al 1982 : 156 passaggi completati per 2.079 yards e 16 TDs (12 INTs), 37 punts per 1.542 yards (media 41,7).

La stagione 1983 è ancora una volta positiva: Dallas conclude 12-4 (diciottesima stagione vincente consecutiva) e si qualifica ai playoffs per la nona volta di seguito (record). Tuttavia la postseason dura poco: i Cowboys vengono battuti in casa dai Los Angeles Rams nel Wild Card Game (24-17).
Le cifre relative al 1983: 334 passaggi completati per 3.980 yards e 29 TDs (23 INTs), 38 punts per 1.543 yards (media 40,6).
Nel Pro Bowl 1983 regala la vittoria alla NFC con un TD pass nell’ultimo minuto di gioco.

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Il 1984 inizia nel peggiore dei modi: White paga sulla sua pelle i Championship Games persi, venendo panchinato in favore di Gary Hogeboom. Tuttavia il Nostro si riprende il posto da titolare, vuoi per un infortunio occorso ad Hogeboom, vuoi per le buone prestazioni in campo. I Cowboys terminano la stagione 9-7 (diciannovesima stagione vincente di fila) ma mancano i playoffs.

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Con il Coach Tom Landry

Nel 1985 Danny torna titolare indiscusso nel ruolo di QB, ripagando così la fiducia concessagli: 267 passaggi completati per 3.157 yards e 21 TDs (17 INTs). Risultato: ventesima stagione vincente consecutiva per Dallas e biglietto per i playoffs. Ma il viaggio dura poco: 20-0 dai Rams e tanti saluti.

A questo punto la situazione comicia a precipitare, sia per la franchigia texana che per Danny: nel 1986 Tom Landry decide di puntare sul QB Steve Pelluer. White è impiegato part-time nel ruolo di QB (producendo comunque 12 TDs in 7 partite giocate) mentre il ruolo di punter diviene appannaggio di Mike Saxon. I Cowboys vedono terminare la striscia di 20 stagioni consecutive vincenti, concludendo con un deludente record di 7-9.

Il 1987 è meno avaro per il Nostro, almeno in termini di minutaggio (grazie ai frequenti infortuni di Pelluer), ma è chiaro che White è in fase declinante.

Il 1988 lo vede impegnato soltanto il 3 partite, dopodichè Danny si ritira.
Gli anni successivi lo vedono impegnato nella Arena Football League, prima come Head Coach e poi come General Manager degli Arizona Rattlers (conquistando il titolo nel 1994 e nel 1997).

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Danny White oggi

Nel 1997 viene eletto nella College Football Hall of Fame e nel 1999 viene proclamato sportivo del secolo dell’Arizona.
Contemporaneamente Danny si lancia in una moltitudine di attività imprenditoriali, anche se non tutte di successo (nel ’94 va in bancarotta, lasciando 13 milioni di dollari di debiti).

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Danny & i suoi cereali preferiti

Non è semplice dare un giudizio sul giocatore, ma bisogna sicuramente rivalutare la figura di Danny White, attualmente considerato come poco più che il ponte tra l’era Staubach e l’era Aikman.
A suo svantaggio pesano le 3 sconfitte consecutive nel Championship Game… e allora perché rivalutarlo? Perché è il miglior TD passer della storia dei Cowboys (155, con un rating di 81,7), è il detentore del maggior numero di TD passes in una stagione (28, nel 1980, poi migliorato a 29 nel 1983), del maggior numero di passaggi completati (e di altri 8 records di franchigia), ha portato 5 volte ai playoffs dei Cowboys non forti quanto quelli degli anni ’70, ha un record da titolare di 67-35 (41-11 al Texas Stadium), è stato All-Pro 2 RUOLI DIVERSI: nel ’79 come punter, nell’81 e nell’82 come quarterback.

Diamo a White quel che è di White.

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