Championship NFC e AFC

Atlanta Falcons at Philadelphia Eagles 10-27

(di Diego Antonini aka warrner75)

Nel gelo del Lincoln Financial Field di Philadelphia è andata in scena la finale della National Football Conference, tra i padroni di casa degli Eagles, capitanati da Donovan McNabb, e gli Atlanta Falcons, una delle più belle sorprese dell’anno, guidati da Michael Vick.
All’inizio le squadre sono parse decisamente contratte: ci sono voluti più di 10 minuti prima che il risultato si sbloccasse, per merito di Dorsey Levens, il quale, con uno secondo sforzo notevole, è riuscito ad infrangere il muro di difensori dei Falcons.
Risultato: Atlanta 0 – Philadelphia 7.
Con un Vick sottotono (e ben contenuto), i Falcons sono riusciti ad accorciare le distanze grazie al piede di Feely, dopo cinque minuti dall’inizio del secondo periodo.
Risultato: Atlanta 3 – Philadelphia 7.
Dopo un drive di oltre 5 minuti, gli Eagles sono andati nuovamente a segno, grazie ad un TD pass di McNabb per Chad Lewis, che ha effettuato una spettacolare ricezione in punta di piedi.
Jim Mora Jr. ha immediatamente contestato la decisione chiamando un challenge, ma gli arbitri hanno confermato la segnatura.
Risultato: Atlanta 3 – Philadelphia 14.
Vick ha dato segni di risveglio, con alcuni buoni passaggi, tra i quali un bel lancio per Crumpler da 31 yds. Va anche segnalato un roughing the passer a carico di Rayburn, che ha dato un’ottima posizione di campo ai Falcons.
Il drive si è concluso positivamente, con una corsa di Warrick Dunn da 10 yds.
Risultato: Atlanta 10 – Philadelphia 14.
Con questo punteggio, si è chiuso il primo tempo.
Il terzo quarto ha visto grande protagonista Brian Westbrook, HB degli Eagles, ma anche ottimo ricevitore fuori dal backfield (29 yds in un drive).
Gli Eagles si sono nuovamente portati in avanti grazie ad un FG da 31 yds di Akers.
Risultato: Atlanta 10 – Philadelphia 17.
A 3’06” dalla fine del terzo quarto, il passaggio di Vick per Crumpler è stato intercettato da Dawkins, e la palla è tornata agli Eagles.
McNabb non ha voluto essere da meno, ma lui stesso ha recuperato il suo fumble (per fortuna degli Eagles).
In situazione di quarto down, è toccato ancora ad Akers scendere in campo e mettere a segno punti, con un calcio da 34 yds.
Risultato: Atlanta 10 – Philadelphia 20.
Dopo una lunga serie di reciproci three – and – out, gli Eagles hanno messo fine alla partita, ed alle speranze dei Falcons, con la seconda meta della serata di Chad Lewis, servito da McNabb con una corner da 2 yds.
Risultato finale: Atlanta 10 – Philadelphia 27.
Dopo tre Championship consecutivi persi, finalmente Andy Reid ed i suoi ragazzi hanno invertito la tendenza: così, gli Eagles tornano al Grande Ballo dopo 24 anni, quando furono sconfitti dagli Oakland Raiders.
C’è ancora qualche speranza che Terrell Owens possa rientrare in tempo per il Super Bowl di Jacksonville, il 06 Febbraio, ma gli Eagles hanno comunque il potenziale e l’organico per giocarsela alla pari con i fortissimi New England Patriots.
Atlanta è parsa decisamente diversa rispetto al Divisional giocato contro i St. Louis Rams, ma si è trovata di fronte ad avversari di ben altro livello e spessore tecnico; Vick, in particolare, ha giocato davvero al di sotto delle aspettative.
Complimenti, comunque, al giovane Mora: non è da tutti portare la propria squadra alla finale di Conference al primo anno come allenatore capo.
Lui ed i Falcons avranno tempo per rifarsi, e possono realmente diventare una delle squadre vincenti del futuro.

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Il Running back degli Eagles Brian Westbrook, grande protagonista

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Donovan McNabb mostra la scritta “we win”. Vicino a lui (in primo piano) il proprietario degli Eagles Jeffrey Lurie e l’haed Coach Andy Reid

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Donovan McNabb alza il trofeo di campione della NFC

New England Patriots at Pittsburgh Steelers 41-27

(di Alessandro Ecchili aka Ricky71)

23/01/2005 Pittsburgh, Pennsilvania. Heinz Field.

I new England Patriots fanno visita ai “primi della classe” vvero la squadra che ha terminato la stagione regolare al primo posto assoluto nel ranking NFL con un record di 15-1.
Le 2 squadre più forti dell’America Football Conference (i Patriots hanno chiuso la stagione 14-2) si sono già incontrate nel corso della stagione. Allora fu una partita senza storia che gli Steelers avevano già messo a tabellino alla fine del primo quarto.
Impressionante la forza dimostrata in quel momento del campionato dai ragazzi di Cowher che nello stesso periodo “asfaltarono” anche i Philadelphia Eagles di Donovan mcNabb e Terrell Owens.
Ma dopo i divisional playoffs della scorsa settimana ci si aspetta un match assai diverso. Se da una parte i giocatori di Bill Belichick hanno schiantato i Colts del Most Valuable Player della stagione Peyton Manning, dall’altra gli uomini della città dell’acciaio se la sono vista davvero brutta contro i New York Jets, che hanno letteralmente buttato via una partita vinta a causa di due errori decisivi del loro kicker Brien, che ha sprecato due FG
Sicuramente la partita ripresa per i capelli ha dato una sveglia importante agli Steelers, che dovranno affrontare la squadra più in forma del momento giocando molto meglio e in maniera più convincente. Non tanto la difesa che ai Jets ha concesso ben poco, ma soprattutto l’attacco, che non ha sicuramente messo in mostra tutte le potenzialità e la bravura espresse in stagione, dovrà essere molto più convincente.
I Patriots sono un avversario fortissimo e proprio la scorsa settimana hanno dimostrato di avere compattezza in tutti i reparti e una sicurezza che nessun’altra squadra NFL possiede.

La sfida intrigante è tra Tom Brady, già due anelli vinti, e Big Ben Roethlisberger, imbattutto rookie.

Insomma ci si attende una partita d’altri tempi, al freddo (-10/13°), dove i 22 in campo combattono per ogni inch, per ogni yards, in ogni azione come se fosse sempre quella decisiva.

Ci siamo. Alcuni volti sono tesi, altri sorridenti, ma di un sorriso che vuole mascherare, senza riuscirci, il nervosismo che accompagna sempre le occasioni importanti.
Bill Belichick ha la solita espressione di chi sa come fare a portare a casa il match, ma forse ache lui non vuol tradire emozione.

La partita inizia e l’impressione è che quel match di regular season non faccia assolutamente testo. Alora gli Steelers erano la squadra più in forma e attraversavano un momento in cui avrebbero schiantato chiunque, come di fatto succedeva. Ai Patriots, quel lontano (e non solo temporalmente) mancava Corey Dillon, un giocatore importantissimo nelle strategie offensive di Charlie Weiss, il runner che ha rivitalizzato e reso credibili i giochi di corse dei Campioni del Mondo.

Infatti già al primo drive offensivo Big Ben lancia un intercetto che i Patriots capitalizzano mettendo a segno un FG con Adam Vinatieri. 3-0.

Gli steelers ripatono nel tentativo di superare o almeno impattare subito il risultato, ma il destino (leggasi “difesa di NE”) ha in serbo un altro scherzetto all’attacco di Pittsburgh: dopo un bel drive degli uomini di Coach Cowher si ritrovano a giocare un quarto e inches sulle 39 yards difensive avversarie, ma Jerome “the Bus” Bettis perde la palla nel tentativo di sfondare la linea difensiva e la palla passa a Brady, che al primo gioco del drive successivo piazza la bomba da 60 Yards recapitando il pallone direttamente nelle mani di D.Branchce entra indisturbato in end zone. Touchdown spettacolare e big play che di fatto mette in ginocchio gli Steelers. La trasformazione di Vinatieri è buona e il risultatato diventa 10-0.
Due possessi e due turnover per gli Steelers e dieci punti concessi agli avversari. Per una squadra che voleva portarsi avanti e controllare il possesso della palla con le corse di Bettis e Stanley facendo correre anche l’orologio questo è un inizio da incubo.
I terrible towel sventolati sugli spalti cominciano ad essere meno e i tifosi dell’Heinz Field non credono a quello che sta succedendo.

Dopo un paio di punt gli Steelers, comunque, riducono lo svantaggio con un FG di Reed, che ridà un minimo di speranza ai tifosi.

Ma la ‘tragedia sportiva’ per i fans di Pittsburgh si consuma nel secondo quarto, durante il quale l’attacco degli Steelers fa ‘virgola’ a causa di un gameplan che prevede sempre la stessa sequenza di giochi: due corse, con le quali non vanno da nessuna parte, e un lancio in situazione di terzo e lungo.
Alla fortissima difesa di NE non par vero e, oltre a fermare facilmente lo sterile attacco avversario, si permette di riportare, col bravo R. Harrison un intercetto (passaggio di Roethlisberger inteso per il TE J.Tuman) per 87 yards in TD.
Poco prima del secondo intercetto della serata di Big Ben, i Patrioti avevano segnato ancora con D.Givens, dopo uno straordinario drive del sempre più convincente Tom Brady.

Un uno-due che porta il punteggio sul 24 a 3 e che sa di KO.

Nel secondo tempo, Pittsburgh appare una squdra trasformata. Ma è un’illusione.
Dopo le segnature di J.Bettis (corsa di 5 yards) per PIT, di Dillon (corsa di 25 yards) per NE, di Ward (passaggio di Big Ben di 30 yards) per PIT, il punteggio è di 31 a 17.

All’inizio del quarto e ultimo periodo gli Steelers, dopo un buon drive, si ritrovano con un primo e 10 a quattro yards dalla meta e dalla possibilità di portarsi a soli 7 punti di distacco con tanto tempo da giocare. Ma in un momento così decisivo l’attacco va in confusione e l’occasione viene sprecata dopo una vera e propria saga degli errori: daprima la OL non riece a creare lo spazio giusto per betis che gadagna 1 yard, al secondo tentativo il pur forte Plaxico Burress droppa una palla ricevibilissima in end zone e nel terzo un’altra corsa di The Bus viene fermata sulle due yards dalla goal-line defense dei Patriots. La situazione diventa di 4° e due con 14 punti da recuperare.
Cohwer, con una decisione cervellotica, sancisce definitivamente che per il coaching staff degli Steelers è una serata da dimenticare e decide di calciare un FG che porta il punteggio su 31-20.
Sempre due segnature da recuperare contro una squadra che è maestra nel controllare il cronometro.

Ed infatti NE segna un altro FG dopo un drive di 10 giochi durato 5′ e 26″. 34-20.

Nell’ultimissima occasione di riaprire il match Ben tira (non oso scomodare il verbo “lanciare”) il terzo intercetto della serata, che NE trasforma in un altro touchdown non prima di aver fatto passare altri 5′ abbondanti sul cronometro con una pregevole reverse del fortissimo D. Branch alla sua seconda segnatura della serata che sa di ciliegina sulla torta di una partita fantastica del receiver dei Patriots. 41 a 20 e biglietto per Jacsonville obliterato.
Solo per la cronaca è giusto ricorda l’unitile TD pass di Big Ben per Burress che fissa il risultato sul 41-27 finale.

Meritata vittoria di New England, squadra sicura di se e i cui meccanismi rasentano la perfezione sia in difesa che in attacco. I partiots hanno sempre capitalizzao i turnover di Pittsburgh dimostrando di saper approfittare di ogni singolo errore dell’avversario, a prova di grande forza mentale.
Gli Steelers guarderanno la partita in TV e la delusione è tanta sia per i giocatori che per per i tifosi, ma resta un’annata ottima che li ha visti grandi protagonisti nella regular season, ma stanchi e poco lucidi nei playoffs. La sensazione che i ragazzi di Cohwer (alla sua quarta sconfitta in un championship in casa) non fossero al meglio si era già avuta contro i Jets e la partita contro Tom Brady (ancora imbattutto in post season in carriera) e compagni ne è stata una dimostrazione.
Se non altro hanno trovato un QB che, pur essendo rookie, pare dotato di buona personalità e di un braccio che ha ampi margini di miglioramento.

Ora ci attende il Super Bowl de 6 gennaio che, sperando in una partita spettacolare a parziale risarcimento di una post season deludente sotto molti aspetti, ci dirà chi tra i philadelphia Eagles e i New England Patriots alzerà l’ambitissimo Vince Lombardi Trophy.

Buona partita a tutti e vinca il migliore.

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Rodney Harrison riporta un intercetto per 87 yards in TD

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Tom Brady e Big Ben si salutano alla fine del match

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Tom Brady sorride mostrando il trofeo di campione della AFC