Reggie White (1961-2004)

Immagine

Reggie nacque a Chattanooga, Tennessee, il 16 Dicembre del 1961.
Alla Howard High School, si dedicò non solo al football, ma anche al basket, terminando col titolo di All-State in quest’ultima disciplina e di All-American in entrambe.

Frequentò l’Università del Tennessee, e divenne uno dei punti fermi dei Volounteers, dei quali detiene il record in fatto di sacks, sia in carriera, che in una singola stagione che in una singola partita.
Nel suo senior year, venne selezionato come All-American e Sec Player of The Year, ma non solo: fu anche tra i finalisti del Lombardi Award, uno dei massimi riconoscimenti per un giocatore di college.

Immagine
Reggie con la maglia dei Tennessee Volounteers

Nel draft del 1984, ecco l’inizio della sua carriera professionistica: venne scelto al primo giro (quarta scelta assoluta) dai Philadelphia Eagles.
Ma il suo esordio non avvenne con la maglia delle Aquile, bensì con quella dei Memphis Showboats, squadra della defunta USFL.

Immagine

Ai tempi dei Memphis Showboats

Nella sua prima stagione da pro, mise a segno ben 23.5 sacks, 192 placcaggi (120 dei quali da solo) e forzò 7 fumbles.

Nel 1985, finalmente esordì con gli Eagles. Con le sue prestazioni, si guadagnò il titolo di Defensive Rookie of The Year.
Nel 1990, fu tra i protagonisti, con la maglia delle Aquile, di una delle peggiori sconfitte subite dai Green Bay Packers (31-0).

Immagine

In azione con la maglia dei Philadelphia Eagles

E proprio i Packers divennero, nel 1993, la sua nuova squadra.
Non possiamo però dimenticare i suoi impressionanti numeri con Philadelphia:
-121 partite giocate;
-124 sacks messi a segno;
-2 intercetti;
-33 yds su corsa
.

L’arrivo di Reggie a Green Bay (assieme a quello dell’allora sconosciuto giovane Quarterback Brett Favre dagli Atlanta Falcons, nei quali aveva esordito l’anno prima giocando pochissimo e male) fu uno dei primi grossi colpi del mercato NFL dopo che i giocatori vinsero, nel 1991, la causa collettiva contro i proprietari e furono liberi di cambiare squadra senza dovere dare nessun indennizzo alla loro ex squadra alla scadenza del loro primo contratto da professionisti.
La cittadina di 100.000 abitanti del Wisconsin a nord di Milwaukee e ai confini col Canada (più nota in Italia per essere la città della mitica serie televisiva degli anni ’70 “Happy Days”) era tornata a essere di nuovo quasi la “Siberia della NFL” come era considerata negli anni ’50, prima dell’era Lombardi, e i grossi nomi non ci volevano andare a giocare perché pensavano che non avrebbero mai vinto giocando coi Packers.
Ma quando Reggie lasciò gli Eagles, scegliendo proprio la piccola Green Bay, quello fu l’inizio della rinascita dei Packers, dato che il “Ministro” (di nome e di fatto, dato che, nella vita di tutti i giorni, era un Ministro Cristiano di Dio, ovvero un predicatore) convinse altri grossi giocatori in scadenza di contratto a seguirlo; venne così posata la prima pietra nella costruzione della grande squadra che giocò due Super Bowls consecutivi nel biennio 1996/97-1997/98, vincendo il Super Bowl XXXI, ridando finalmente a Green Bay il diritto a chiamarsi di nuovo “Titletown”, come é soprannominata in America.
I Packers (unica squadra di tutti gli sports professionistici americani ad essere di proprietà dei tifosi, dato che la Società é gestita da sempre con un’azionariato popolare, ed unica squadra a non giocare in una metropoli, ma in un piccolo centro in provincia, come era negli anni ’20 quando nacque la NFL), nonostante tutto, hanno vinto più Campionati NFL di qualsiasi altra squadra presente o scomparsa (ben 12 titoli).
Il contributo di Reggie portò ad eccellenti risultati: in una sola stagione, la difesa di Green Bay passò dal 23° al 2° posto nella Lega.
Nel 1994 venne inserito nella squadra del 75° Anniversario della NFL.

Nelle sue 6 stagioni nella “Frozen Tundra”, White disputò ben 95 partite, mettendo a segno la bellezza di 70 sacks ½ ed 1 intercetto.

I suoi tre sacks più famosi furono ai danni del QB dei New England Patriots, Drew Bledsoe, nel Super Bowl XXXI, giocato al Louisiana Superdome di New Orleans nel gennaio 1997, nel quale Reggie non solo stabilì un altro record (nessun altro difensore è mai stato in grado di mettere a segno tre sacks nel Super Bowl), ma fu sopratutto uno dei principali artefici nel riportare finalmente dopo 29 anni il titolo NFL a Green Bay, che mancava dai primi due Super Bowls I e II, vinti nel 1966/67 e 1967/68 all’epoca del mitico allenatore Vince Lombardi (al quale il Super Bowl é stato intitolato dopo la sua morte per cancro nel 1970).

ImmagineImmagine
Immagini dal Superbowl XXXI: Reggie prima stende Bledsoe, poi solleva il Vince Lombardi Trophy

Reggie lasciò Green Bay nel 1998 e, dopo un anno sabbatico, rientrò in attività, disputando la sua ultima stagione da pro con i Carolina Panthers, che, però non fu particolarmente felice (soli 5 sacks ½ ).

Immagine
White nella sua ultima stagione da pro, tra le fila dei Carolina Panthers

Nel 2000, White si ritirò definitivamente.

Con un totale di 198, Reggie ha detenuto a lungo il record NFL di sacks, prima che il defensive end dei Buffalo Bills e Washington Redskins Bruce Smith lo battesse nel 2003 portandolo a 200, ma giocando 4 anni in più di lui (19 anni di Smith contro i 15 di White), quindi statisticamente il vero record appartiene ancora al Ministro.

White detiene tuttora un altro prestigioso record NFL, l’essere stato selezionato per 14 volte consecutive al Pro Bowl, e il suo bronzo è già pronto alla Pro Football Hall Of Fame, quando al termine del campionato 2005/06 (esattamente 5 anni dopo essersi ritirato, come da prassi negli sports americani) Reggie sarà introdotto fra le più grandi leggende del football.

Immagine

I Packers decidono di ritirare la maglia n. 92, doveroso omaggio ad un commosso Reggie

Ma il passato recente è purtroppo luttuoso: Reggie White, il Gigante Buono del football, è morto il 26 Dicembre 2004, all’età di soli 43 anni, per un infarto le cui cause sono tuttora da accertare (ma si è saputo che soffriva di problemi respiratori).

White ha lasciato una moglie e due figli, ma il suo posto nella storia di questo sport è già stato assicurato da tempo dalle sue grandi imprese sportive, e dal grande ricordo che ha lasciato in tutti per le sue straordinarie qualità umane.

Immagine

Fonte: http://olympia.fortunecity.com/white/225/1regmain.htm

Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.