Tutto gira intorno a Vick
Giunti a metà della seconda settimana di free agent shopping, non si può dire che la dirigenza di Atlanta sia rimasta con le mani in mano (dopo l’ingaggio di Reese, oggi la notizia dell’arrivo di G Matt Lehr, guardia/centro ex Dallas).
Tuttavia non si può neppure dire che l’attività sul mercato sia frenetica.
Stravolgere una squadra che nell’ultima stagione ha ottenuto un esaltante 11-5 e una finale di Conference, del resto, non pare sensato. Ma soprattutto non si può non fare i conti con l’aspetto economico.
La franchigia di Atlanta si ritrova carica di contratti pluriennali e gravosi: quelli di Michael Vick, Patrick Kerney, Keith Brooking, Warrick Dunn, Peerless Price, Todd Weiner, Rod Coleman, Alge Crumpler, Brady Smith e Jason Webster su tutti. Giocatori da almeno 3 milioni di dollari all’anno con il picco degli oltre 8 di Vick.
E’ facile calcolare quanto ai manager dei Falcons bastino questi ingaggi per vedersi dimezzato un salary cap di 86 milioni.
Con margini di manovra tanto ridotti, sembrerebbe naturale seguire la strada della rinegoziazione dei contratti, diluendo gli ingaggi su più anni.
Questo significherebbe garantirsi per il futuro e liberare immediatamente spazio per il salary cap.
Eppure non è stato così e la dirigenza non ha rinunciato a cercare qualche elemento tra i free agent.
Il perchè lo spiega il General Manager Rich McKay: “La rinegoziazione è un’arma a doppio taglio. Da un lato libera risorse, dall’altro prolunga un debito. E se un giocatore se ne va, per gli anni restanti ti ritrovi ‘dead money’, denaro inutilizzabile“.
E non è certamente un discorso campato per aria, se si pensa che ben 11 milioni di dollari del salary cap dei Falcons sono bloccati a causa di precedenti “ristrutturazioni”.
Il disegno, quindi, pare evidente: costruire il futuro di Atlanta attorno a Michael Vick, legando saldamente alla franchigia solo alcuni selezionati elementi ai quali riservare ricchi contratti.
Il resto del team, invece, costituito da giocatori con contratti a breve/medio termine per non creare debiti futuri, ai quali verranno affiancati di anno in anno alcuni free agent di qualità.
Solo il tempo dirà se la strategia è quella giusta.