Salary Cap, la NFL in un “vicolo cieco”

Un “vicolo cieco”.
Paul Tagliabue non ha usato giri di parole per definire lo stato delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo con l’associazione dei giocatori.
Una situazione di stallo duplice, quella emersa nel meeting annuale della NFL a Kapalua. Oltre alla spaccatura tra la Lega ed il sindacato, Tagliabue dovrà cercare di ricucire il principio di strappo che si sta aprendo tra i proprietari delle franchigie più ricche e quelli delle società con il conti in banca meno sorridenti.
Andiamo con ordine.
La NFL Players’ Association ha intenzione di confermare al 64% la fetta degli incassi base della Lega da destinare al monte ingaggi complessivo.
Ma il sindacato di Gene Upshaw, in vista del rinnovo del contratto di lavoro, atteso per il 2008, vuole far confluire alla voce incassi non solo contratti televisivi e biglietti, ma anche gli introiti che le franchigie si assicurano singolarmente grazie a sponsorizzazioni minori, soprattutto a livello locale, e contratti di partnership commerciale.
Traduzione: i giocatori chiedono la stessa percentuale battendo cassa per avere più soldi. Al gioco delle tre carte, la NFL ha risposto picche, chiarendo la necessità di ridurre la percentuale del 64% per tenere in ordine i bilanci sull’onda delle spese affrontate per i nuovi stadi.
Uno sforzo economico che, secondo i dati, sarà compreso tra il 4 ed il 5 % del fatturato della NFL se il nuovo accordo con le televisioni dovesse portare gli incassi del football made in Usa ad agganciare quota 600 miliardi di dollari.
L’altro grattacapo per Tagliabue è quello della divisione interna alla Lega. In mancanza di un accordo con i giocatori, la stagione 2007 potrebbe segnare un punto di svolta in negativo, visto che non ci sarebbe un salary cap.
Un’eventualità da incubo per mezza NFL, visto che il prevedibile far-west che ne conseguirebbe porterebbe chi ha il portafogli più gonfio a spendere cifre da capogiro e, altro aspetto da tenere in conto, a ritrovarsi un campionato meno appassionante dal punto di vista sportivo.
Prima di pensare male – è peccato, diceva Andreotti, ma spesso ci si prende – bisognerebbe gettare un occhio alla NFL che si avrebbe anche con una sola stagione senza tetto salariale. Gli schieramenti sembrano essere già delineati.
Da una parte i ricchi: Patriots, Redskins, Cowboys, Texans ed Eagles. Dall’altra il fronte degli scettici e dei meno abbienti, guidato da Steelers, Colts e Bills.
Un momento difficile, esplicitato da Dan Rooney, proprietario di Pittsburgh: “Al momento, visto quello che abbiamo in mano, non sono sicuro che riusciremo ad arrivare da nessuna parte. Per riuscire a fare qualcosa spesso serve avere una pistola puntata alla testa, e a questo punto non ci siamo ancora arrivati“.
Più chiaro di così…
Oltre allo spettro del 2007 senza salary cap, nel Palazzo della Nfl si aggira il fantasma, da non sottovalutare, di scioperi sullo stile NHL 2004-2005.
Una mazzata ai bilanci e all’immagine. Da scongiurare.