Draft, secondo giorno.
Saltato il terzo giro, i Bears si lanciano sulle scelte che secondo molti analisti sono quelle che vanno davvero a ricostruire una squadra. Le ultime quattro scelte di Chicago vanno in evdente ricerca di colpi a sorpresa e giocatori da crescere per il futuro. In attesa della settimana che determinerà le firme, gli eventuali scambi e le trades del dopo draft vediamo cosa hanno tirato fuori dal cilindro gli uomini della windy city.
Al quarto giro arriva la chiamata di Kyle Orton, quarterback in ombra a questo draft proveniente da Purdue. La scelta punta a cercare un’alternativa all’oggetto misterioso Rex Grossman, visto anche che il secondo anno Craig Krenzel non sembra in grado di adattarsi in fretta ai pro. Orton è un giocatore decisamente interessante, dotato di buon braccio e un tocco sulla palla molto buono. Il problema di questo pocket QB pare essere il rilascio, molto lento e che spesso lo porta a forzare lanci con in difensori avversari davanti davanti alla faccia. Per alcuni potrebbe essere il classico steal of draft, il giocatore pescato ad un scelta alta e sottovalutata ma che poi va ad integrarsi alla perfezione con la NFL. Orton nei suoi anni ai Boilermakers non ha mostrato nemmeno grande mobilità sulle gambe, per questo avrà certamente da faticare per muovere i primi passi tra i pro, ma in una linea davvero robusta pronta a dargli tempo per il lancio può essere un giocatore utile fin da oggi. Più di 9000 yards in NCAA con 63 td pass all’attivo, discontinuo nei primi due anni ma certamente tra i migliori nel proprio ruolo nelle stagioni da junior e senior. Prospetto interessante, vedremo cosa ne uscirà.
Scelta misteriosa al quinto round, chiamato un WR di stazza ridotta, un ricevitore non troppo alto e di corporatura “minuta”: Airese Currie da Clemson è il secondo receiver chiamato alla corte di coach Lovie Smith, giocatore di 5’11” (un metro e 77 circa) dotato di una buona velocità, ma certamente non il prototipo del WR NFL. Vedremo se il suo stacco da terra o le sue tracce saranno in grado di dargli quei metri che servono per lasciare spiazzati gli avversari. Un cambio di ruolo non è prevdibile, l’handicap fisico è comunque notevole, a meno che non si riveli un grande returner. Nella sua ultima stagione a Clemson (unica da titolare per buona parte del campionato) ha contribuito al rialzo delle proprie azioni catturando 61 palloni per 868 yards con due soli TD segnati.
Le ultime due chiamate Chicago le ha spese per la difesa, reparto che non è proprio una priorità nella squadra ma che, con qualche ritocco, può essere ulteriormente migliorato. I giocatori scelti sono stati Chris Harris, safety, e Rod Wilson, linebacker. Harris arriva da Louisiana-Monroe, college dove ha speso i propri anni NCAA mettendosi in mostra come un buon velocista e discreto colpitore. Nonostante venisse valutato tra gli ultimi in molti ranking si è guadagnato una chiamata a differenza di chi, nonostante migliori referenze, è rimasto undrafted. L’ultima stagione è stata certamente fondamentale, Harris è riuscito infatti a chiudere con un record personale di 96 solo tackles e sette intercetti.
Rodrigues Wilson è stato messo in lista dai Bears come OLB, ruolo che si è guadagnato la scora primavera dopo aver giocato come storng safety i suoi precedenti anni di college, spendendo il 2002 negli special team. Nella sua high school è stato addirittura quarterback!!! Definito vero leader in campo, uomo squadra e giocatore, come visto, molto versatile, l’ex attaccante è piaciuto ai draft scout di Chiacgo per il suo atletismo e la sua velocità, doti che, mischiate alla sua capacità di giocare in quasi ogni parte del campo, lo rendono un potenziale starter sin dal primo snap della stagione.