Cris Carter mette in guardia gli esordienti

Nella giornata di ieri, Cris Carter si è rivolto ai 300 rookies NFL, riuniti a Palm Beach per l’annuale simposio, attirandone immediatamente l’attenzione, citando una notizia da prima pagina: “C’è un’epidemia nella società, ed è chiamata furto d’identità … Ogni 70 secondi, a qualcuno viene rubata la propria identità“.

Carter non ha inteso riferirsi alla necessità di essere cauti nell’utilizzare carte di credito o nel fornire informazioni personali.

No, Carter si riferiva all’importanza di comprendere chi si è davvero come persona, prima di intraprendere una carriera professionista.

L’ex stella della NFL ha ammesso senza riserve di non esserci riuscito quando venne scelto dai Philadelphia Eagles nel 1987.
E’ stata la prima causa di tutti i problemi che ha incontrato ad inizio carriera, tra i quali anche l’abuso di alcool e stupefacenti.
Carter ce l’ha fatta a recuperare rapidamente e sufficientemente bene da poter vantare una carriera di ben 16 anni, durante la quale si è dimostrato uno dei più grandi ricevitori della Lega.
Grazie al suo impegno, si è costruito anche una carriera di successo dopo il ritiro, divenendo, tra l’altro, uno dei conduttori del programma “Inside the NFL”, trasmesso dal network HBO.

Ma Carter vorrebbe che gli esordienti non percorressero una strada così travagliata. Ecco perchè li consiglia fortemente – praticamente li scongiura – di ricorrere all’aiuto che la Lega e le 32 franchigie mettono a loro disposizione con i programmi di sviluppo.

Uscito dal college… non avevo idea di cosa fosse la NFL” ha detto Carter.
E mi ha rubato tutte quelle cose che mia madre, mia nonna, mio fratello, che tutti mi avevano insegnato a proposito della vita… perchè se davvero non sai chi sei, gli sport professionistici te lo faranno. Non è programmato. Succede e basta“.

A Carter, è successo durante la sua permanenza a Philadelphia.

Ho cominciato a drogarmi, a bere, ed ho dimenticato chi ero” ha dichiarato. “Stare in una grande città (dopo essere cresciuto a Middletown, Ohio, n.d.r.) era qualcosa di nuovo. Tutto era nuovo. Anche i soldi che avevo in tasca lo erano“.

Cris Carter aveva cominciato una carriera promettente nella Città dell’Amore Fraterno, ma l’aveva rovinata quasi completamente a causa di scelte sbagliate.
Per Carter, il punto di svolta giunse dopo la sua terza stagione da pro, allorquando l’allora coach degli Eagles, Buddy Ryan, lo allontanò, sentendo di non poter più dipendere da lui. Avrebbe fallito un test antidroga? Sarebbe stato abbastanza sobrio per giocare?

All’epoca, la moglie di Carter era in attesa del loro primo figlio.
Tornando a casa, la chiamò per dirle che, per la prima volta da quando aveva 8 anni, non faceva parte di una squadra di football.
Era qualcosa di assolutamente sconvolgente per lui, ma non sarebbe durato a lungo.

Il giorno successivo, Carter si unì ai Minnesota Vikings.

Quando i Vikings mi chiamarono il giorno dopo, la mia vita cambiò all’istante” ha dichiarato Carter. “Avevo già smesso di assumere droghe, ed in seguito smisi anche di bere. Dissi a me stesso: ‘Sarò il meglio che posso essere. E so che posso essere un giocatore molto migliore di quanto abbia fatto vedere sinora’ “.

Carter dimostrò tutto il suo valore. Nelle successive 12 stagioni, rappresentò i Vikings in ben 8 Pro Bowls consecutivi.
Nel 2000, raggiunse Jerry Rice, divenendo il secondo giocatore nella storia della NFL a ricevere 1.000 passaggi in carriera.
Carter, che si ritirò dall’attività professionistica a Miami nel 2002, è al secondo posto nella classifica NFL di ogni tempo in fatto di ricezioni totali (1.101) e di TDs su ricezione (130).

Carter riconosce l’importanza che i programmi di sviluppo della NFL hanno avuto nell’aiutarlo a rimettere la sua vita e la sua carriera sui binari giusti.

Non ho permesso al sistema di usarmi, ingoiarmi e poi sputarmi fuori” ha detto. “Fate tesoro del tempo che gli altri dedicano ad aiutarVi, perchè, prima di accorgervene, la Vostra carriera sarà finita. Sono diventato più intelligente. Ho cominciato ad ascoltare le persone che mi dicevano cose importanti per la mia carriera“.

Quando il RB Roger Craig giunse nel Minnesota da San Francisco, dove aveva giocato con Jerry Rice, gli chiesi come “World” si allenasse. Mi disse che Jerry si svegliava alle 8 del mattino per allenarsi durante la offseason. Dissi, ‘Sono sulla costa est durante la offseason. Mi sveglierò prima di lui’. Forse pensate che sia buffo, ma l’ho fatto per molto tempo e mi ha aiutato“.

Divenendo sempre più determinato nel migliorare costantemente il suo modo di giocare, Carter è stato capace di riscattarsi dalle cattive scelte fatte nelle prime stagioni da professionista.

L’unica cosa che mi ha salvato è stata la lunghezza della mia carriera” ha detto. “In caso contrario, non avrei un centesimo“.

Carter ha detto ai rookies che, in base a tendenze ormai storiche, l’80% di loro potrebbe essere nella squadra che inizierà il campionato quest’anno.
Il restante 20, ha detto, potrebbe avere una carriera di ancora 8 settimane.
E di quell’80% che disputerà questa prima stagione, un altro 20 non giocherà la seconda.

Lo so, quando sei un giocatore, nessuno pensa che possa toccare a Te” ha detto Carter. “Ma è l’unica cosa che tutti abbiamo in comune. Non importa che Voi siate stati la prima scelta o Mr. Irrelevant (l’ultimo giocatore selezionato al draft, n.d.r.). Un giorno, dovrete fare i bagagli ed andarvene. Questo è garantito. E potreste anche avere una grande carriera. Potreste giocare 10 anni“.

Ma, durante tutto quel periodo, fareste meglio a sapere davvero chi siete“.