Vittoria a Indianapolis.
Mentre si attende con ansia l’inizio della settimana per sapere che fine farà Cedric Benson e se diventerà o meno un giocatore dei Bears a tutti gli effetti, la preseason giocata va avanti. Va avanti nonostante il camp a Bourbonnais (Ill.) sia finito, nonostante l’infortunio a Grossman e nonostante, appunto, il trambusto che Benson sta creando. Jerry Angelo ha portato avanti l’ultimo atto della trattativa mercoledì scorso e quest’ultima offerta non è altro che l’aut aut definitivo lanciato al giocatore ed al suo manager, tale Eugene Parker (lo stesso di Rex Grossman e dell’ex David Terrell). Lunedì sapremo la verità, nel frattempo però the show must go on, o almeno un piccolo anticipo di quello che sarà lo show vero e proprio.
I Bears arrivano al RCA Dome di Idianapolis a disputare la terza partita di preseason. Dopo la vittoria su Miami all’Hall Of Fame Game e la sconfitta contro St. Louis alla week 1, arriva la vittoria contro Peyton Manning e compagni nella seconda giornata di precampionato (finale 24-17). Chicago esce da questa partita con qualche certezza in più su alcuni giocatori di vari reparti.
Bobby Wade prova come ritornatore di punt e funziona alla grande al suo primo tentativo quando riporta la palla in meta per 54 yards. Il suo secondo gioco frutterà solo altre 8 yards, ma il WR ha mostrato buona corsa e ottimi movimenti in velocità, oltre a sfruttare il buon gioco degli ottimi special team di Chicago. Nota positiva in attacco è certamente anche Adrian Peterson, eterna riserva al quarto anno ai Bears. Visto le note partenze in squadra e il già citato holdout del rookie da Texas, Peterson sfrutta il suo momento come backup di Thomas Jones e si rende protagonista di un’altra buona prova su corsa. Probabilmente non ha avuto una gran media per portata, ma guadagna 60 yards, si muove bene sui terzi down corti e nei pressi della endzone. Inoltre, e questo non guasta mai, va anche a segnare la meta del momentaneo 13-0. Nel pacchetto ricevitori pare si continui a puntare molto sul rookie Mark Bradley, che ad oggi (almeno per come si sta giocando in questa preseason) sembra il più vicino al posto di titolare, a danno di un Wade punt returner e un Bernard Berrian un po’ troppo sprecato a riportare solo kick off e con qualche passerella senza ricezioni in partita. Tra l’altro a riportare i kick off dovrebbe toccare Jerry Azumah, una volta che questi avrà recuperato dall’infortunio.
In difesa si nota sempre di più la presenza di Jerrell Pippens, gran colpitore e preciso nel posizionamento sul campo. Pippens può essere molto utile come defensive backs aggiunto, per giocate speciali ma anche per sostituire Azumah a inizio stagione. E’ sempre più conferma il gigante Adewale Ogunleye e non scherzano tutti gli uomini di linea e i linebacker impegnati, evidenziando come al solito gran solidità difensiva per la squadra dell’Illinois. Molti i fumble in partita e la difesa di Chicago si rende protagonista forzandone quattro, stesso numero di sack portato ai QB avversari che si sono alternati. Alla fine Chicago concede solo due TD e limita a 30 le yards guadagnate su corsa dai Colts (su 202 totali). Via aerea soffre qualche folata di Manning ma fatica davvero su Jim Sorgi che fa vedere ottime cose in un impianto ben testato come l’attacco di Indy.
Per quel che riguarda il problema quarterback abbiamo visto in campo Kyle Orton che ha mostrato la solita classe un po’ rozza ma molto efficace, almeno fino a quando si parla di “amichevoli”. Il giovane QB mette comunque costantemente in evidenza voglia di lavorare, apprendere e tanto tantissimo coraggio. Qualche errore ci può stare eccome. Chad Hutchinson è invece uscito dal campo lasciando ben pochi segnali incoraggianti per quel che riguarda l’uomo che sarà, molto probabilmente, il titolare in regular season. Poche giocate, spesso goffe, e quando si è trattato di fare sul serio per provare giocate ad effetto sono giunti anche due intercetti. Alla fine ha chiuso con 5/8 per 40 yds. Non troppo il tempo di gioco a disposizione per Orton e Hutchinson, i Bears alla fine non riescono a segnare su lancio ma danno ugualmnte il giusto spazio a Kurt Kittner , giovane QB sui quali si nutrono parecchi dubbi per quel che riguarda un eventuale impatto con la NFL. Anche l’ultimo arrivato, il veterano Jeff Blake, ha saggiato il campo per un solo lancio, incompleto, giusto per gettone di presenza. Blake è arrivato dopo l’infortunio di Grossman e questo la dice lunga sulla fiducia riposta nel terzo QB, il già citato Kurt Kittner.
Vorrei chiudere dicendo che riesce difficile parlare di sport, di NFL in particolare, proprio oggi che è giunta la notizia della morte di Thomas Herrion, defensive lineman dei San Francisco 49ers. Il giocatore avrebbe compiuto 24 anni il 15 dicembre ed ha accusato un malore dopo la partita di ieri. Oggi la notizia della sua scomparsa. Le parole, come sempre, in questi casi servono a poco e niente, queste poche righe non possono nulla ma sono un piccolo ricordo per rendere omaggio al suo ricordo e alla scomparsa di un ragazzo troppo giovane.