Big Ben alla prova dell’Acciaio

Era nell’aria, in tanti lo avevano detto e sembra essere proprio così. La stagione più difficile nella carriera di Ben Roethlisberger sembra essere quella iniziata da una decina di giorni con i primi antipasti di preseason. Dall’Afc Championship all’apertura dei cancelli di Latrobe, per il training camp, il nome del quarterback di Findlay ha fatto capolino spesso e volentieri nelle cronache di Pittsburgh. Prima per il misterioso infortunio ad un piede nel corso della sconfitta con i New England Patriots, poi per la questione del casco snobbato da Ben in sella alla sua Harley e, tanto per non farsi mancare nulla, per la relazione con Nathalie Gulbis, giovane pin up del golf rosa destinata, secondo parecchi, a scalare le vette del circuito Lpga. Ma ora che il football è tornato ad essere quello giocato il già complesso nome di Roethlisberger ha iniziato a fare rima con i mugugni di una città passionale, di quelle che gli idoli li disintegrano a tempo di record.

Come accadde a Kordell Stewart, passato dall’essere Slash alla fuga obbligatoria dopo le voci sparse ad arte, con poca eleganza e dopo il calo pauroso che ebbe l’ex titolare della maglia numero 10, circa la sua presunta omosessualità. La sensazione è proprio questa. Lo scorso anno Big Ben, l’etichetta della stagione quasi impeccabile della squadra di Bill Cowher, era perfetto in tutto e per tutto. E per tutti. Gli errori del rookie diventavano sbagli dettati da un talento incontenibile. E la normalità, che pure c’è stata in una stagione comunque storica per i record inanellati dal numero 7 black&gold, faceva presto a trasformarsi in eccezionale. Per dirne una. In una partita con i Cleveland Browns bastò una scramble chiusa da una bomba per Plaxico Burress a fare di Roethlisberger un “Dan Marino più mobile”. Decisamente troppo, anche se Marino ha perso per mano di Ben un buon numero di record da rookie.

Ora, dopo 15 passaggi in 2 partite di preseason, per buona parte della città dell’acciaio Roethlisberger è un quarterback “impostato male”, con il vizio inestirpabile del rilascio sul piede sbagliato e, come se non bastasse, troppo propenso al rischio. Basti pensare che i cronisti accorsi ad Heinz Field per la partita di sabato con i Miami Dolphins hanno mugugnato sul riscaldamento scriteriato di Ben. Prima del kick off di pioggia ne è caduta parecchia e Roethlisberger è comunque sceso in campo per scaldare il braccio, nonostante il pericolo di fulmini che aveva spinto la sicurezza a rinviare di mezz’ora l’accesso alle tribune per il pubblico. Secondo i giornalisti di Pittsburgh scaldarsi con palloni bagnati ha denotato un atteggiamento incauto da parte di Ben, esposto inutilmente al rischio di infortuni al braccio destro. Basta così? No, perché c’è anche chi ora è pronto a giurare che le esitazioni mostrate dal quarterback degli Steelers nella meccanica e nei movimenti siano frutto delle presunte fratture al piede destro risalenti all’Afc Championship. Questa, per Big Ben, sarà la stagione più dura.