Un secco passo indietro.
Finisce la preseason per Chicago che chiude in malomodo le prestazioni estive grazie a una brutta prestazione interna contro i Cleveland Browns, i quali escono vincenti dopo una gara piuttosto positiva, per 16-6. Un primo tempo in netto affanno, dove l’esordio di Kyle Orton come primo QB della squadra è durato pochi possessi ed è stato costellato da qualche alto e basso. All fine Orton ha gestito nove giochi uscendo subito intercettato dal primo drive. Quattro lanci che hanno fruttato due soli completi, con una buona giocata al primo tentativo del match per Muhsin Muhammad che ha dato a Chicago un guadagno di 47 yards. Subito sostituito Orton, i Bears si sono affidati all’evanescente Jeff Blake, decisamente ancora molto arrugginto. Meglio invece il giovane Kurt Kittner, il quale ha potuto gestire il finale di gara, conducendo sedici giochi proprio dopo che Blake si era fatto intercettare. Kittner ha controllato come meglio poteva la situazione, sbagliando qualcosa, certo, ma riuscendo comunque a far vedere buone giocate, una su tutte il lancio TD per Mark Bradley da 45 yards in chiusura di gara, unica segnatura dei Bears. Al termine della sua prova Kittner ha totalizzato un 8/13 per 100 yadrs, e può ritenersi piuttosto soddisfatto, soprattutto visto il comportamento del resto dell’attacco. Anche il gioco di corse, infatti, è risultato sotto tono rispetto alle ultime uscite, andando a guadagnare solo 48 yards. L’offensive game di Chicago non è stato in grado di gestire il pallone a dovere, e sulle corse non si è mai creata la giocata giusta, una portata in grado di mettere in difficoltà i difensori dei Browns. Rinviato come prevedibile l’esordio di Benson, è stato di nuovo Adrian Peterson a portare più palloni di tutti, ma il suo bottino è stato uno scarno 34 yards. Il gioco aereo non è stato troppo efficace, ma ha messo in evidenza la possibilità di big play molto frequenti e ben realizzati. Un buon segno sulla velocità e la qualità dei WR ben serviti sulla lunga giocata dai tre QB schierati. Alla fine però troppi errori e due palle perse con in più un gioco di corsa latitante, hanno impedito a Chicago di attaccare, perdendo nettamente la sfida sulle yards conquistate (443-240 per Cleveland) e concedendo praticamente un intero quarto sul totale del possesso palla.
Discorso diverso per la difesa la quale, pur soffrendo parecchio le giocate in campo aperto degli avversari, ha dato uno spazio quasi nullo ai titolari ed è riuscita a comportarsi benissimo all’interno della propria red zone. I Browns sono entrati cinque volte nelle ultime venti yards riuscendo a segnare solo due volte (un TD e un FG). Inoltre, nonostante alcuni buoni punti di partenza, i Browns si sono dovuti accontentare di un calcio in ben tre occasioni, segnando quindi solo un’unica meta, quella di Rueben Drougnhs che apriva le segnature nel secondo quarto con tre yards corse. Il quarterback rookie di Cleveland, Charlie Frye, è stato semplicemente devastante, ha servito magnificamente i suoi compagni di attacco (Bryant e Rideu su tutti), ma non è riuscito a trovare il colpo di grazia. Pur senza TD pass, Frye ha comunque chiuso senza essere intercettato e con un 12/14 per 186 yards. Le riserve di Chicago hanno trovato pochi spazi per aggredire il backfield dei Browns, mattere pressione sul QB e limitare i giochi di corsa. Alla fine il solo Sultan McCullough ha corso per 103 yards.
La partita ha quindi messo in luce ancora qualche pecca in attacco, dove il rookie Orton riesce comunque a ricevere i giusti apprezzamenti di Lovie Smith.
“Ci è piaciuto abbastanza quello che ha fatto” ha detto l’head coach di Chicago, “ha lanciato molto nei pochi palloni avuti ed ha fatto una delle più belle giocate su lancio della nostra serata.” Ovvio il motivo per cui Orton sia stato limitato a così pochi minuti sul terreno di gioco: la sicurezza.
“Abbiamo già avuto troppi problemi d’infortuni, meglio tenere Orton al sicuro e prapararlo al meglio per i Redskins”, ha chiosato alla fine Smith. Un attacco ancora un po’ sottotono e un gioco di corse che ha sofferto troppo i blocchi avversrai. Ora restano nove giorni per presentarsi al meglio alla week 1 a Washington e vedere che succederà a fine rodaggio. La difesa ha invece molte più scusanti, ha giocato con molte riserve e ha comunque protetto la endzone onorevolmente all’interno delle ultime venti yards, sugli spazi più stretti, venendo invece spesso sorpresa dalle giocate (aeree o via corsa) in campo aperto, lontani dalla red zone e dove gli avversari possono optare su più soluzioni di gioco ed hanno più spazi di movimento dietro la linea di scrimmage per andare a ricevere.
La preseason si chiude comunque con un record in attivo per Chicago, in virtù dell’Hall of Fame Game giocato contro Miami il record finale è infatti di 3-2 e, per quello che può valere, è comunque una piccola iniezione di fiducia. Ora attendiamo l’inizio della regular season quando capiremo se i numeri positivi possono continuare per i Bears.