Week 2 review

Giornata di conferme, sia in positivo che in negativo e che, in altri casi, ha rimescolato un pò le carte in una NFL che deve ancora trovare, in questa stagione, moltissime risposte.

Minnesota (0-2) at Cincinnati (2-0): 8-37

E chi se l’aspettava? D’accordo la partenza del fenomeno, al secolo Randy Moss, ma il crollo verticale della squadra di Culppeper era davvero difficile da pronosticare.
Daunte ha lanciato, complici alcuni grossolani errori dei receivers, 5 intercetti. La linea, è vero, non lo protegge e non apre varchi (male il running game), ma il QB sembra l’ombra di se stesso.
Male anche la difesa che concede ai Bengals, squadra molto ben attrezzata e che potrebbe strabiliare, troppi varchi sia su corsa che su passaggio.
Bene Palmer, il quarterback, e conferme per il runningback R. Johnson e per il wide receiver C. Johnson.
Aspettiamoli contro difese più attrezzate, ma intanto a Cincinnati sale l’euforia.
Una citazione per D. O’Neal, cornerback da California al sesto anno, che piazza 3 intercetti!

Pittsburgh (2-0) at Houston (0-2): 27-7

Conferma per gli Stelers che si portano 2-0 battendo a domicilio i Texans.
Il QB Ben Roethlisberger raddoppia i palloni lanciati rispetto alla scorsa settimana e si dimostra preciso e sicuro.
Ottima prova, dopo la non molto convincente della scorsa settimana (ma era appena uscito dall’holdout dopo aver firmato il contratto) del WR H.Ward che segna 2 TDs.
Conferma per il nuovo asso, il RB Willie Parker da North Carolina al 2° anno, che in due partite ha già collezionato ben 272 yards su corsa…
I Texans, dal canto loro, non riescono mai ad entrare in partita. Si prospetta un altro anno da dimenticare? Speriamo di no.
Il QB Carr non ha lanciato malissimo, 1 TD e nessun intercetto, ma le corse stentano. Certo contro la DEF di Pittsburgh non è una novità, ma la Franchigia Texana deve migliorare molto, soprattutto in difesa e nella Offensive Line che ha concesso ben 8 sacks (3 di Polamalu). La mitica blitzburgh ha trovato pochi ostacoli.

Buffalo (1-1) at Tampa Bay (2-0): 19-3

Tampa vince ancora, sfruttando le immense doti del runningback rookie da Auburn, Carnell Williams. Per lui, ieri, 128 yards (totale in stagione 276) e 1 TD.
Molto bene la difesa che ha concesso poco ai Bills sai sui lanci che sulle corse.
Una squadra da tenere d’occhio in prospettiva playoffs.
Dal canto loro, i Bills hanno convinto poco soprattutto in attacco: solo 4 terzi down convertiti su 14 ed una safety (che ha aperto le marcature), dopo un sack al QB Losman nella sua end zone.
Resta da capire dove arrivano i demeriti dei Bills e iniziano i meriti della difesa guidata dal grande Monte Kiffin.
Il tempo ce lo dirà.

Detroit (1-1) at Chicago (1-1): 6-38

Ci chiedevamo se la vittoria dei Lions sui Packers della scorsa settimana fosse vera gloria. Pronta risposta: Chicago passeggia e schianta Detroit.
Difesa sugli scudi (cito Urlacher con 2 sacks e Vasher con 2 intercetti) e attacco che mette a frutto i turnovers dell’attacco dei Lions.
Sconcertante prova del QB J.Harrington che lancia 5 intercetti. Male sui lanci, malissimo sulle corse, dalle quali ottengono solo 29 yards.
Altra musica dall’altra parte con T. Jones che da solo mette assieme 139 yards (in 20 portate) e 2 TDs. Giornata indimenticabile per lui, ma anche per la difesa dei Lions, una squadra ch pare un’eterna promessa non mantenuta.

St.Louis (1-1) at Arizona (2-0): 17-12

Nella sfida tra 2 deluse di week 1, vincono ma non convincono i Rams di Coach Martz.
L’attacco ha stentato più del dovuto, contro una difesa che ne aveva presi 42 dai Giants, col QB Bulger che chiude con un totale di 216 yards, 1 TD e un INT e i 2 fortissimi WRs, T. Holt e I. Bruce, con rispettivamente 70 (e un TD) e 63 yards su ricezione.
Bene il RB S. Jackson, che arriva ad un pugno di yards dalle 100 e si conferma runner affidabile, anche se deve migliorare (cosa indispensabile per il gioco dei Rams) sugli screen.
La linea d’attacco concede altri 3 sacks e soffre troppo la pressione della difesa dei Cardinals, autori di una prova orgogliosa (bene il WR A. Boldin con 119 yards ricevute).
K.Warner e compagni stavano, nel finale, per mettere a segno il colpaccio: a 5 yards dal TD della vittoria e con soli 27 secondi sul cronometro, ci ha pensato Archuleta con un sack che ha stoppato l’attacco di Arizona e consegnato la vittoria ai Rams.

Miami (1-1) at NY Jets (1-1): 17-7

Da questa partita ci si attendevano molte risposte.
Miami arrivava da una bella vittoria contro i Broncos, i Jets da una sonante sconfitta contro Kansas City.
Vincono i Jets, più abili e concentrati nei momenti decisivi del match, durante i quali hanno funzionato bene l’asse C. Pennington-L. Coles (per la verità lasciato troppo libero dalla secondaria di Miami) e le corse di C. Martin.
La difesa ha retto, ma è stata aiutata anche dalle troppe penalità ed incertezze e dalla poca concentrazione dell’attacco dei Dolphins.
Miami ha avuto diverse occasioni per riagganciare gli avversari, ma le ha sprecate e ha giustamente perso una partita che poteva vincere.
Da rivedere il RB Rookie R. Brown.
Il ritorno di Ricky Williams pare sia indispensabile per creare un gioco di corsa credibile.
La difesa bene (ottimo Junior Seau, per il quale il tempo sembra essersi fermato), anche se ha concesso troppe conversioni di 3° down, due delle quali letali.
Da rivedere entrambe.

Cleveland (1-1) at Green Bay (0-2): 26-24

Doverosa apertura dedicata all’immenso Brett Favre, che supera le 50.000 yards lanciate in carriera.
Il buon Brett è oramai avviato alla fine della carriera, ma non molla mai. Ieri, tra alti e bassi (3 TDs e 2 INT) ha lanciato per 342 yards. Chapeau.
I Browns hanno vinto meritatamente.
Il QB Dilfer è stato autore di una prestazione più che ottima, chiusa con un 21/32 x 336 yards e 3 TDs, mandando oltre le 100 yards su ricezione sia il WR B. Edwards che il TE S. Heiden, autori anch’essi di una prova maiuscola.
La difesa è ancora da registrare, ma ha dato segni di miglioramento.
I Packers benino in attacco e male in difesa. Se da una parte hanno limitato le corse di R. Droughns, dall’altra hanno concesso di tutto e di più al gioco aereo avversario.
Mai coperta fu più corta.
Abile la franchigia di Cleveland ad approfittare della situazione colpendo spesso la secondaria di Green Bay che lascia molto a desiderare.
Complimenti ai Browns che hanno vinto, ma ora devono confermarsi.
Avere Cleveland e Pittsburgh nella division non è facile, ma il grande Romeo Crennel può davvero farli crescere.

Jacksonville (1-1) at Indianapolis (2-0): 10 – 3

Aspetti un massacro e per poco non esce la sorpresa.
Complici la brutta giornata di P. Manning e la forte difesa dei Jaguars, la franchigia della Florida per poco piazza il colpo di giornata e sgretola molte delle sicurezze di molti che vedono Indy al Super Bowl!
A salvare i ragazzi diTony Dungy un grande Edgerrin James: il RB ha corso per 128 yards ed è stato decisivo nel drive che ha portato all’unico TD della partita (di R. Carthon).
Jacsonville ha corso bene e Leftwich ha racimolato 198 yards su passaggio, ma non è riuscita a conquistare mai la end zone avversaria, sprecando spesso quello che la difesa, forte e molto concentrata, aveva costruito.
Il coach, Jack Del Rio, ha in mano una compagine solida. Ora dovrà lavorare di psicologia, perché perdere a Indy dopo aver tenuto al palo l’attacco stellare dei Colts per ¾ di partita può essere un colpo difficilmente digeribile.
Jax, per me, è una squadra da seguire attentamente, ma sta a loro dimostrare sul campo quello che valgono.

San Francisco (1-1) at Philadelphia (1-1): 3-42

I 49ers erano chiamati ad una prova durissima, si sapeva, ma il responso del campo è stato addirittura impietoso.
Dopo aver vinto di misura contro i Rams, nella week 1, c’era la curiosità di vedere cosa potevano fare contro gli Eagles che, sconfitti alla prima da Atlanta, si ritrovano in casa da un po’ di tempo anche la querelle tra QB McNabb e WR Terrell Owens.
La risposta? McNabb 23/29, 342 yards e 5 TDs, TO 5 ricezioni, 143 yards e 2 TDs.
Partita senza storia, con un Rattay inguardabile (13/26, 107 yards, 3 INT) ed il rookie Alex Smith a bussare alla porta dei titolari.
E’ vero che gli Eagles, quando giocano così, non costituiscono un banco di prova assoluto, ma San Francisco pare davvero in grossa difficoltà in tutti i settori. Sarà importante per loro togliersi dalla testa questa disfatta e ricominciare da dove avevano lasciato dopo la week 1. Far tesoro degli errori sì, ma non abbattersi.
A leggere la situazione, credo che chiunque McNabb & soci avessero avuto davanti domenica avrebbe visto i sorci verdi.
Dovevano riscattare la sconfitta contro i Falcons e l’hanno fatto alla grande.

Baltimore (0-2) at Tennessee (1-1): 10-25

La partita che non t’aspetti. Almeno da parte dei Titans, apparsi, nella sconfitta contro Pittsburgh di week 1, squadra debole.
Oggi le cose sono diverse: la conferma della forza degli Steelers e la vittoria netta contro i Ravens restituiscono un po’ il sorriso ai tifosi di Nashville.
Baltimore doveva fare i conti con l’infortunio del QB titolare K. Boller e con una difesa che non è più forte come qualche stagione fa.
Mettendo poca pressione sul QB S. McNair e non essendo sempre pronta sulle corse, ha concesso il fianco ad un attacco non irresistibile, permettendo ai Titans di vincere.
Tennessee ha, invece, difeso alla grande annullando il gioco di corse avversario, intercettando una volta e “sackando” 6 volte (3 i placcaggi al QB di K. Vanden Bosh) il malcapitato Wright, autore comunque di una prova dignitosa.
Baltimore dovrà lavorare molto se vuole avere qualche possibilità di raddrizzare una stagione cominciata sotto i peggiori auspici.
I Titans restano, a mio modo di vedere, una squadra non forte, in ricostruzione, ma con un carattere che potrebbe far superare loro diversi ostacoli.

New England (1-1) at Carolina (1-1): 17-27

Qualche dubbio la difesa dei campioni del Mondo l’aveva lasciata dopo la vittoria di week 1 contro Oakland. Perplessità confermate domenica contro i forti Panthers di Carolina in una rivincita del Super Bowl di 2 anni fa, che aveva avuto un diverso epiligo.
Questo non vuol togliere nulla all’impresa di Delhomme (non benissimo con 11/26, 154 yards e un INT) e compagni che hanno giocato una buonissima partita, soprattutto in difesa recuperando 2 fumbles, intercettando Brady 1 volta con W. Witherspoon e placcandolo palla in mano 2 volte.
La fortissima offensive line dei Patrioti stavolta è apparsa in ombra. Troppa pressione su Brady e pochi varchi per il RB Dillon (male anche lui con sole 36 yards corse) hanno permesso alla squadra di Coach John Fox di bloccare il forte attacco di New England.
Carolina, dopo l’inattesa sconfitta di week 1 contro New Orleans ha prontamente rialzato la testa, confermandosi una delle squadre favorite al titolo della NFC.
E’ vero che l’attacco deve essere più convincente, ma di sicuro questa vittoria darà alle Pantere più sicurezza.
Del resto, il rischio di trovarsi 0-2, vista la squadra che avevano di fronte, era alto e averlo superato è una molla non indifferente per aggredire la stagione nel modo giusto.

Atlanta (1-1) at Seattle (1-1): 18-21

Non avrei voluto essere nei panni di Coach Holmgren quando, dopo aver visto la propria squadra portarsi sul 21 a 0, ha visto il prepotente ritorno di Atlanta arrivato fino ad un solo FG di distacco.
Seattle aveva una partita dura da affrontare, dopo la delusione patita nella week 1 (sconfitta a Jacksonville), ma importantissima.
I Falcons, dal canto loro, erano chiamati ad una conferma dopo la vittoria, rivincita del Championship NFC dello scorso anno, contro gli Eagles di McNabb e TO.
Hanno vinto i Seahawks di misura, dominando in attacco (QB Hasselback 20/31, 281 yards e 2 TDs, RB S. Alexander 28 x 144 e 1 TD e WR D.Jackson 8 x 131) e difesa (limitate al minino le corse di M. Vick e W. Dunn) per 2 quarti, salvo poi dover contenere il ritorno degli avversari che, alla fine, hanno rischiato addirittura di vincere o almeno arrivare all’overtime.
Entrambe le squadre sono ben attrezzate e credo potranno dimostrarlo ampiamente nel prosieguo della stagione, ma sia Seahawks che Falcons non sembrano compagini da Super Bowl. Per conferma o smentita la parola al campo.

San Diego (0-2) at Denver (1-1): 17-20

Il rientro del TE Gates, che ha scontato la squalifica impostagli dalla squadra dopo aver saltato il camp per questioni di mancato accordo sul contratto, non è bastata ai Chargers per incamerare la prima vittoria dell’anno.
La squadra rivelazione della passata stagione si trova ora 0-2 dopo aver perso di misura contro Dallas e Denver e la stagione, se non compromessa, pare davvero nata sotto cattivi auspici.
Dall’altra parte, Denver pareva una vittima predestinata, dopo la scoppola rimediata a Miami contro i Dolphins, ma ha reagito in maniera splendida e vinto una partita, sulla carta, proibitiva.
Pur non avendo ancora ritrovato il loro tradizionalmente forte gioco di corse, i Broncos hanno capitalizzato benissimo la buona prestazione della difesa (come l’intercetto ritornato in TD di Champ Bailey) che ha stoppato bene sia le corse del grande Ladanian Tomlinson che il gioco aereo (male Brees, con 15 su 23 e 1 INT) degli avversari.
Complice una linea che, orfana del Coach Hudson Houck (passato a Miami) è solo una lontana parente di quella vista all’opera lo scorso anno, i Chargers sono ad affrontare una situazione rimediabile ma imprevista, e la sconfitta con i compagni di Division è molto più grave di quello che sembra; se, infatti, Kansas City pare avviata a conquistare il titolo divisionale con uno 0-2, si fa complicata già ora la corsa alla Wild Card, ed i playoffs potrebbero rimanere una chimera irraggiungibile.
Denver non ha fatto molto di più, ma ha conquistato una vittoria che può dare morale e fiducia ad una squadra che può solo migliorare.

Kansas City (2-0) at Oakland (0-2): 23-17

Non è bastata ai Raiders una prestazione da par suo del WR Randy Moss (5 x 127, 1 TD); infatti, dopo la sconfitta (più per demeriti propri, vedi errori gratuiti e penalità a iosa) contro i Patriots, Oakland si arrende anche ai Chiefs, squadra fortissima e che punta, senza nascondersi troppo, ad arrivare a giocarsi il Championship.
I Raiders, nonostante la casella vittorie sia ancora sullo zero, sono un avversario ostico, con un potenziale offensivo invidiabile, che se comincerà ad offrire le prestazioni che sono nelle sue corde, ha ancora la possibilità di rilanciarsi.
I Raiders però devono assolutamente evitare tutti gli errori che hanno commesso nelle prime 2 partite della stagione (ieri 5 fumbles, di cui 2 persi): troppe penalità e troppi turnovers rendono spesso vani ottimi drives che meriterebbero miglior sorte.
Kansas City non ha offerto una prestazione maiuscola, ma è bastata per incamerare la vittoria.
Vincere partite che sono contraddistinte da errori (8 fumbles, per esempio) è pur sempre di buon auspicio, ma per arrivare al traguardo ambito dovrà fare di più.
Dick Vermeil quest’anno ce la potrebbe fare: la squadra c’è ed esperienza ne ha, ma molto si deciderà sul piano psicologico. Vedremo.

Washington (2-0) at Dallas (1-1): 14-13

Vi piacerebbe essere un giocatore di Dallas dopo la partita persa lunedì nel MNF? Vi piacerebbe entrare negli spogliatoi dove The Big Tuna vi sta aspettando? A me no.
Arivare a circa 4 minuti dalla fine in vantaggio 13-0 e prendersi 2 TDs in faccia di 39 e 70 yards, perdendo una gara già vinta è tremendo, se poi il Coach si chiama Bill Parcells, beh… ve lo lascio immaginare.
Due squadre toste, soprattutto nel reparto difensivo. Entrambe hanno contenuto bene i fortissimi RBs avversari (C.Portis 17×52, Ju. Jones 22×81) e protetto bene il profondo (fino agli ultimi 4 minuti, come detto).
I Texani hanno messo sempre sotto pressione Brunell, intercettandolo una volta (bellissimo il cambio di coperture sui WR nell’azione in cui T.Newman ha pizzicato la palla del QB dei Pellerossa) e “sackandolo” ben 5.
L’attacco ha stentato un po’ (sbagliato anche un FG), ma per 56 minuti di football, Dallas non aveva mai perso di mano la partita.
I Redskins hanno piazzto 2 azioni d’attacco che sono valse il Match; due big play sull’asse Brunell – Santana Moss e la squadra di Joe Gibbs rimane a punteggio pieno, battendo i rivali di Division e si attestano in testa alla stessa.
Dallas deve recitare il mea culpa, ma avere anche la consapevolezza che la squadra c’è.

NY Giants (1-0) at New Orleans (1-0): 27-10

Dopo la vittoria di week 1, dedicata alle vittime e ai superstiti che hanno perso tutto a causa di Katrina, NO cede ai Giants di Eli Manning e Tiki Barber. La partita doveva essere casalinga per i Saints, ma per ovvi motivi si è dovuto giocare a NY. I Giants ne hanno aprofittato e rimangono a punteggio pieno.
Ottima la prova del RB Barber, che piazza 2 TDs (1 su corsa e 1 su ricezione) e buona anche la partita del giovane Eli Manning che ha commesso pochi errori (anche per la poca pressione subita) chiudendo con 165 yards e 1 TD; il ragazzo sta prendendo confidenza e credo sia da tenere d’occhio per il futuro.
Dall’altra parte i Saints hanno subito troppi turnovers per poter rimanere in gara: 3 fumbles persi e 3 intercetti di A.Brooks (a fronte di 1 TD) sono sì frutto di un’ottima prova della difesa newyorkese, ma anche di distatenzioni che nella NFL si pagano e a caro prezzo.
La squadra non è male, ma l’impossibilità di giocare nel loro Dome si fa sentire.
Ottime le prove dei due fortissimi WRs J. Horn e D. Stallworth che hanno chiuso con, rispettivamente con 143 yards (+ 1 TD) e 141 yards. Da rivedere il gioco di corse, ma questa è una squadra che sarà un avversario ostico per tutti.
I Giants ora sono chiamati a confermare l’ottimo inizio di stagione e la partita di domenica prossima a San Diego, contro i Chargers che non possono assolutamente perdere, sarà un bel banco di prova.
I Saints vanno invece a Minnesota contro una squadra allo sbando. L’occasione va sfruttata, anche perché la Division (NO, ATL, TB, CAR) è durissima e i Playoffs una speranza da continuare a coltivare.
La dedica è già pronta.

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