Giro di vite
Alcuni giocatori NFL, legati ad un medico della South Carolina accusato di reati federali per aver loro dato steroidi saranno sottoposti ad almeno 24 controlli antidoping ogni anno, secondo il Washington Post.
Il Commissioner Paul Tagliabue ha dichiarato al quotidiano che la Lega ha concluso un’indagine relativa alle prescrizioni del Dr. James M. Shortt, che la scorsa settimana si è visto contestare ben 29 accuse di cessione di steroidi ed ormoni della crescita, oltre che di cospirazione.
I giocatori coinvolti, a quanto si dice, ex od attuali membri dei Carolina Panthers, saranno soggetti a non meno di 2 dozzine di controlli casuali ogni anno.
“Ogni giocatore coinvolto nell’inchiesta, che stia attualmente giocando nella NFL, subirà fino a 24 controlli all’anno, il che costituisce il rimedio migliore perchè tutto questo abbia fine“, ha detto Tagliabue. “Ecco perchè non abbiamo avuto recidivi. E’ importante quanto od anche più della disciplina“.
Il Washington Post, citando una fonte anonima, ha detto che il rapporto della Lega ha individuato meno di 10 giocatori che, in un arco temporale di 4 anni, hanno utilizzato sostanze proibite, fornitegli da Shortt.
Un servizio della CBS News in Marzo aveva identificato nel centro Jeff Mitchell, nel tackle Todd Steussie e nel punter Todd Sauerbrun alcuni dei giocatori che avevano avuto prescrizioni da Shortt. Diversi altri ex Panthers sono stati indicati come pazienti di Shortt in altri servizi d’informazione.
Il solo a vestire ancora la maglia di Carolina è Mitchell, il centro titolare dei Panthers. Steussie gioca per i Tampa Bay Buccaneers e Sauerbrun è il punter dei Denver Broncos. Nessuno dei giocatori legati a Shortt è stato sospeso o multato.
Sia Tagliabue che il Presidente della NFL Players Association, Gene Upshaw, hanno rifiutato di indicare i giocatori che dovranno subire i controlli, ma il Post, citando una fonte NFL, ha detto che i soli Mitchell, Steussie e Sauerbrun sono nel mirino.
“Non temiamo che ci sia un problema di maggiori proporzioni“, ha detto Upshaw al Post. “L’inchiesta è conclusa. In futuro, la consegneremo al Congresso. Siamo soddisfatti del suo risultato“.