L’altalena dei New England Patriots
“Questa è una squadra che crede molto in se stessa, anche se altra gente pensa diversamente” – queste le parole di Bill Belichick dopo la vittoria per 31-28 ad Atlanta la scorsa domenica.
Ma, se si vuole seguire il resto della stagione 2005 dei New England Patriots, probabilmente un pò di amnesia aiuterebbe…
Dovremo dimenticare gli ultimi due anni di quasi assoluta perfezione dalla ns. memoria.
Dimenticare tutti i ‘big plays’ che la difesa tipicamente effettuava alla fine del quarto quarto; dimenticare un Tom Brady che finiva il match con la sua uniforme ancora pulita grazie alla sua quasi impermeabile linea offensiva e soprattutto dimenticare le facili vittorie ed i ‘first round byes’ ai play-offs.
Ciò è solo un bel ricordo.
I Pats 2005 hanno già sofferto moltissimi infortuni e molti (ma molti veramente) rookies o giocatori al secondo anno sono stati obbligati ad un battesimo, indesiderato, del fuoco.
Si pensi solo al fatto che allo stato attuale il centro Dan Koppen, alla sua sola terza stagione NFL, è il ‘veterano’ della linea offensiva con ben due rookies (Mankins e Kaczur) a proteggere il lato ‘debole’ del qb Tom Brady.
Che dire poi della secondaria? L’attuale, ad Atlanta, ha fatto diventare Matt Schaub niente di meno che Dan Fouts in un sol colpo.
E quando si ha in campo Gus Scott (secondo anno ma praticamente al debutto) e James Sanders (rookie) a fare le giocate… l’ideale è chiudere gli occhi e sperare nel meglio.
Comunque nel bene e nel male le partite come quelle di domenica scorsa potrebbero essere la norma per i Patriots questa stagione.
A volta andrà bene (vedi Falcons), a volte andrà male (vedi Chargers).
E sino a che i giocatori daranno in campo tutto quello che hanno, non ci si potrà lamentare.
Forse una stagione da 10-6 o da 9-7 può essere alla portata senza eccessive preoccupazioni, e si spera che nell’attesa di qualche rientro come Gay, Light, Seymour e Faulk, ci sia sempre qualcun altro pronto al loro posto.
E se i bostoniani riuscissero a tornare vincitori domenica prossima dal Mile High battendo i Denver Broncos (partiti alla grande) la squadra raggiungerà la ‘bye week’ con un ottimo 4-2 e quindi in posizione tutto sommato serena dopo le prime 6 brutali partite.
Per quanto riguarda il match contro i Falcons, qualcuno potrà dire: “Se Vick avesse giocato e non fosse stato infortunato avrebbe vinto Atlanta”.
Questa frase può essere detta a tanti ma certamente non ai Pats…
Domenica scorsa, i Campioni in carica non avevano in campo: Richard Seymour, Tedy Bruschi, Rodney Harrison, Matt Light, Tyrone Poole, Randall Gay e durante il match Guss Scott e Jarvis Green, causa botte e colpi, lasciavano il campo a lungo. Quindi…
Il match ha avuto terreno fertile sia per gli ottimisti che per i pessimisti.
New England non ha mai chiuso il match nonostante fosse anche avanti di 15 punti (punto a favore dei pessimisti), ma ha anche messo sul tabellone ben 491 yards in attacco contro una grande difesa sulla carta e che per di più giocava in casa (punto a favore degli ottimisti).
Ma nonostante i cambiamenti siano notevoli rispetto allo scorso anno, un fatto rimane evidente e confortante: quando un match deve essere vinto o nell’ultimo drive o all’ultimo field goal, probabilmente la scelta negli 86 anni di storia della National Football League va a Tom Brady e ad Adam Vinatieri (non se ne abbiano a male Montana e Rice).
E’ una gioia vedere le loro performance.
E se tante cose cambiamo meno male che qualche buona abitudine è rimasta.
Nel libro virtuale Nfl delle verità Brady e Vinatieri meritano ormai la copertina.
E così i New England Patriots risorgono un’altra volta con una vittoria difficile nell’ennesimo ambiente ostile.
Prossimo appuntamento quindi contro i Denver Broncos.
Match ormai abitudinario. Che facciano anche loro parte della Afc East ?