Passo indietro dei Browns: 3 – 16 a Baltimore
Il detto che vuole “il buongiorno” visto già dal mattino si è rivelato ancora una volta azzeccatissimo. Quando al primo drive offensivo dell’incontro e dopo aver costretto i Ravens al punt, il primo snap tra il centro Jeff Faine ed il quarterback Trent Dilfer si è concluso con uno sciaguratissimo fumble, puntualmente ricoperto da Ray Lewis (cioè proprio il giocatore che non vorresti gasare sin dall’inizio), si è immediatamente sentito puzza di sconfitta per i Browns all’M&T Bank Stadium di Baltimore.
Cinque giochi dopo, un TD pass di Anthony Wright per Todd Heap metteva i Ravens avanti nel punteggio, vantaggio che Baltimore non avrebbe più lasciato per tutto l’incontro.
Ora, se c’è una cosa che proprio non vuoi che succeda quando giochi a Baltimore è lasciare vantaggio ed inerzia a favore dei Ravens, perché la loro difesa è in grado di portarti dove vuole lei ed a forzare i giochi che non vorresti mai trovarti a chiamare.
Ed è puntualmente ciò che è successo ieri sera.
I Browns ci hanno messo del loro con una prestazione globalmente abbastanza deludente, ma si può dire senza paura di sbagliare che il primo drive offensivo di Cleveland abbia dettato il ritmo di tutto il resto della partita.
La linea offensiva in bianco e marrone non è mai riuscita ad arginare lo strapotere della difesa dei Ravens. Il tackle L.J Shelton non è mai riuscito a frenare un fantastico Terrell Suggs che è stato come un incubo per Trent Dilfer per tutta la partita. Il QB di Cleveland è stato sackato 4 volte e non è mai stato in condizione di effettuare un lancio tranquillo. I Ravens penetravano da tutte le parti.
Non riuscendo a stabilizzare il gioco tra corse e passaggi si arrivava subito a terzi down cruciali, ed il risultato era che nel primo tempo i Browns riuscivano a chiudere solamente 4 primi down (contro gli 11 dei Ravens) con una percentuale di trasformazione sui terzi down del 40%. A metà partita più che lo zero sul tabellone alla voce marcature erano le 66 yard di attacco totale (contro le 244 di Baltimore: Chester Taylor da solo aveva totalizzato più di quanto avesse prodotto tutto l’attacco dei Browns) a dare poche speranze per un turnaround nel secondo tempo.
I Browns non sono stati in grado di fare un solo big play in tutta la partita (e ricordiamoci che due big play offensivi sono stati la base per la vittoria sui Bears della scorsa settimana, già non molto convincente nella sostanza) e la difesa è stata costretta a stare in campo per 37:05 minuti sui 60 disponibili ma, soprattutto, 21:03 minuti sui 30 del primo tempo.
Al solito nei momenti difficili, l’attacco dei Browns diventa “tight end oriented” e tre lanci completati su Aaron Shea e Steve Heiden erano gli unici momenti in cui Dilfer sembrava avere il controllo degli schemi che venivano realizzati sul campo. Troppo poco per impensierire la secondaria dei Ravens, che la maggior parte delle volte poteva avanzare di 15 metri e chiudere gli spazi nel corto, forte anche del fatto che con una tale pressione addosso Dilfer non riusciva a lanciare sul lungo con precisione. Come sovente succede, viene molto difficile stabilire se il problema stava nelle chiamate dalla sideline oppure nel modo in cui queste chiamate venivano eseguite.
La difesa dei Browns ha stentato parecchio nel primo tempo a coprire Derrick Mason e Todd Heap perché troppo timorosa delle corse di Chester Taylor e Jamal Lewis, ma nel secondo tempo ha nettamente preso le misure dell’attacco avversario e da quel momento i Ravens non sono più riusciti a mettere punti sul tabellone.
Romeo Crennel in sala stampa ha chiaramente detto che i suoi Browns dovranno tornare a rivedere parecchie cose “sulla lavagna”, e non possiamo dargli certo torto.
La AFC North è sicuramente in questo momento una division troppo forte per i Browns del 2005 e, come d’altronde si è chiaramente visto nelle Domeniche passate, si dovrà probabilmente mettere il naso fuori dalla division per racimolare qualche altra W (e a tal proposito le prossime due partite contro Detroit e Houston potrebbero tornare utili…). Il comunque rispettabile record di 2-3 è però un’ottima base su cui costruire il resto della stagione, che rimane un’avventura esaltante per i Kardiak Kids ed i suoi tifosi. Ieri è stato un mezzo disastro, ma alzi la mano chi si aspettava di avere già 2 W dopo 5 giornate e con un calendario simile!
Non vediamo l’ora di vedere i Lions che scendono dal bus al Cleveland Browns Stadium…